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VICE DIREZIONE GENERALE SERVIZI TECNICI
AMBIENTE - EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA E SPORT
SETTORE EDILIZIA SCOLASTICA MANUTENZIONE
MANUTENZIONE STRAORDINARIA IN EDIFICI SCOLASTICI DELLA CITTA'
PER L'INTEGRAZIONE OPERE FINALIZZATE
ALL'ADEGUAMENTO ANTINCENDIO
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
Torino,
Il Progettista
(Geom. Flavio LA CAMERA)
Il Responsabile del Procedimento
e Dirigente di Settore
(Ing. Pierluigi PONCINI)
Via Bazzi, 4 – 10152 Torino – tel. 011 4426167 - fax 011 4426177
e-mail: [email protected]
INDICE
CAPO I - INDICAZIONI GENERALI RIGUARDANTI L'APPALTO
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
12345-
Art. 6 -
Oggetto dell'appalto
Ammontare dell'appalto
Designazione delle opere oggetto dell'appalto
Disponibilità della sede dell'intervento
Forma e principali dimensioni dell'opera oggetto
dell'appalto-Possibili variazioni alle opere
Particolari condizioni di affidamento
pag.
pag.
pag.
pag.
3
3
5
5
pag. 6
pag. 6
CAPO II - DESCRIZIONE DEI LAVORI
Art. 7 Art. 8 Art. 9 -
Descrizione delle opere da eseguire
Conferimento rifiuti alle discariche
Requisiti tecnici organizzativi
pag. 8
pag. 9
pag. 11
CAPO III - SPECIFICAZIONE DELLE PRESCRIZIONI TECNICHE
Art. 10 - Modalità di esecuzione dei lavori
pag. 12
CAPO IV - ELENCHI PREZZI
Art. 11 - Elenco prezzi contrattuale
Art. 12 - Elenchi prezzi di riferimento
pag. 42
pag. 42
* * * * * * * * * * * *
PREMESSA
-GLI EVENTUALI RIFERIMENTI AD ARTICOLI DI NORME ABROGATE DAL
D.LGS. 81/08 (D.P.R.547/55, D.P.R.164/56, D.P.R.303/56, D.LGS.277/91, D.LGS. 493/96,
D.LGS. 626/94, D.LGS.494/96) SONO DA INTENDERSI RIFERITI ALLE
CORRISPONDENTI NORME DEL D.LGS. 81/08.
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CAPO I
------------------------------------------------------------------------------------------------------INDICAZIONI GENERALI RIGUARDANTI L'APPALTO
Art. 1
OGGETTO DELL'APPALTO
L'appalto ha per oggetto l'esecuzione di lavori di Manutenzione Straordinaria negli Edifici
Scolastici siti nella Città di Torino mirati a soddisfare le richieste inoltrate dal Comando
Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino a seguito di specifico sopralluogo, la
realizzazione dei quali risulta essere condizione necessaria per il conseguimento del
rilascio del C.P.I..
Il relativo piano di sicurezza e di coordinamento viene fornito contestualmente al
presente Capitolato e ne costituisce parte integrante, ai sensi D. lgs. 12 aprile 2006, n.
163 - Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle
direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE, esso individua gli oneri della sicurezza intrinseci e
speciali.
L’appaltatore entro 30 giorni dall’aggiudicazione e comunque prima della consegna
dei lavori, dovrà presentare alla stazione appaltante un Piano Operativo di Sicurezza per
quanto attiene le proprie scelte autonome e relative responsabilità nell’organizzazione dei
cantieri e nell’esecuzione dei lavori, da considerare come piano complementare di
dettaglio del Piano di Sicurezza.
Tutti i succitati documenti sono allegati obbligatori del Contratto d’Appalto e ne
costituiscono ai sensi di legge parte integrante dello stesso.
I Contratti d’Appalto privi delle suddette appendici sono nulli.
Gli oneri relativi alle opere previste da:
- Piano di Sicurezza e di Coordinamento;
- Piano Operativo di Sicurezza;
verranno liquidati a misura sulla base di quanto realmente realizzato con l’applicazione dei
prezzi elementari contrattuali e di quelli riportati sugli elenchi prezzi allegati, sino
all’importo messo a disposizione di cui al successivo art. 2 del presente Capitolato
Speciale d’Appalto.
Gli oneri suddetti non saranno soggetti a ribasso d’asta.
ART. 2
AMMONTARE DELL'APPALTO
L'importo a base di gara dell'intervento di cui trattasi, da liquidarsi a misura
ammonta a € 710.000,00 di cui € 20.000,00 per oneri della sicurezza contrattuali non
soggetti a ribasso. L’importo soggetto a ribasso di gara risulta pertanto definito in €
690.000,00.
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QUADRO ECONOMICO
CATEGORIE
OG 1
Opere edifici civili ed
industriali
OS3
Impianto idrico sanitario,
cucine, lavanderie
OS6
Finiture in materiali lignei,
plastici, metallici e vetrosi
OS7
Finiture di opere generali di
natura edile
Totale opere a misura €
Totale
Importo lavori
Sogg. a ribasso
408.407,97
Sicurezza
Contrattuale
11.838,00
420.245,97
18.171,83
526,60
18.697,83
252.511,20
7.319,20
259.831,20
10.909,00
316,20
11.225,00
690.000,00
20.000,00
710.000,00
Ai sensi del D.P.R. n. 34 del 25/01/2000 la categoria prevalente è la OG1.
Le cifre inserite nel Quadro Economico indicano gli importi presunti per categorie dei
lavori.
Gli importi di Euro 690.000,00 per opere a misura ed Euro 20.000,00 per costi della
sicurezza contrattuali sono stati computati con riferimento all’Elenco Prezzi di riferimento
per Opere e Lavori Pubblici nella Regione Piemonte, aggiornamento dicembre 2007,
adottato con Deliberazione della Giunta Comunale del 13/05/2008 esecutiva dal 27 maggio
2008 n.mecc. 200802566/029, ai nuovi prezzi aggiuntivi all’Elenco Prezzi 2007 approvati
con deliberazione dalla Giunta Comunale del 18/12/07, mecc. 0708156/031, esecutiva dal
4/01/08, relativa ad approvazione del Progetto Definitivo per “INTERVENTI DI
MANUTENZIONE STRAORDINARIA IN EDIFICI SCOLASTICI DELLA CITTA’ PER
L’INTEGRAZIONE OPERE FINALIZZATE ALL’ADEGUAMENTO ANTINCENDIO”, e Nuovi
prezzi per la stima analitica dei Costi della Sicurezza desunti dal Prezziario Città di Cuneo
anno 2007 o dal CPT di Roma, anno 2004.
Si precisa che, ai sensi del D.Lgs. 12.04.2006 n. 163 sono evidenziati i costi per la
sicurezza non soggetti a ribasso d’asta.
Si precisa che l'importo per oneri di sicurezza contrattuale indicato nel quadro economico
rappresenta l'importo massimo a disposizione per tali oneri, mentre la cifra esatta da
erogare all'impresa avverrà, con allibramento sui documenti contabili delle quantità di
forniture ed opere effettivamente realizzate e con applicazione dei corrispondenti articoli
di elenco prezzi indicati sul presente C.S.A..
La cifra da erogarsi a rimborso degli oneri per la sicurezza contrattuale non è
soggetta ad alcun ribasso di gara.
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ART. 3
DESIGNAZIONE DELLE OPERE OGGETTO DELL'APPALTO
Le opere comprese nell'appalto, salvo eventuali variazioni disposte
dall'Amministrazione appaltante e previste dal successivo art. 5 risultano essere quelle
indicate al Capo II del presente capitolato (descrizione delle opere da eseguirsi).
Le caratteristiche tecniche, i requisiti di accettazione dei materiali, le specifiche di
pèrestazioni sono riportate al Capo III.
Le opere previste nel presente appalto si possono così riassumere:
1.
Interventi di manutenzione straordinaria finalizzati al completamento funzionale e
normativo dell'edificio, secondo quanto indicato nelle "Norme di prevenzione incendi
per l'edilizia scolastica” approvate con Decreto del Ministero dell’Interno del 26
agosto 1992 e per conseguente ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi
(art.17 del D.P.R. 29 luglio 1982 n.577), come da Esame Progetto dei VV.F ai sensi
dell'art.13 del D.P.R. 577/82.
2.
Interventi per l'adeguamento degli edifici alla vigente normativa sulla prevenzione
infortuni sul lavoro e più precisamente al:
- D.Lgs. n.81 del 9 aprile 2008 a s.m.i. “Tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro”.
3.
Opere varie ed eventuali tese a soddisfare i requisiti imposti dal D.M. 26/08/1992 e
dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino a seguito di sopralluogo, quali:
formazione pareti REI; rappezzi intonaci REI; integrazione e nuova posa di porte REI,
serramenti REI, vetrate REI; integrazione e nuova posa di serramenti e vetrate
comuni; tinteggiature interne; sistemazione di camminamenti e vie di esodo;
compartimentazione locali a rischio; integrazione impianto antincendio e rete idranti,
con relativi scavi, rinterri, prove e saggi su murature e solai; esecuzione di tracce;
integrazione della cartellonistica di segnalazione; integrazione estintori; formazione
di pavimentazioni e rivestimenti certificati; installazione di rilevatori di fumo e di gas
con relativa certificazione.
ART. 4
DISPONIBILITA' DELLA SEDE DELL'INTERVENTO
L'Amministrazione appaltante provvederà ad espletare tutte le procedure necessarie
per disporre dei locali o delle porzioni di fabbricato nei quali intervenire. Qualora però
durante il corso dei lavori insorgessero difficoltà circa la disponibilità della sede che
richiedessero un rallentamento od anche una sospensione dei lavori, l'appaltatore non
avrà diritto a compensi, ma potrà solo ottenere una proroga nel caso che l'impedimento
fosse tale da non permettere l'ultimazione dei lavori nel termine stabilito dal presente
Capitolato.
L'Impresa nella programmazione dei lavori dovrà tenere conto che gli stessi verranno
eseguiti con edificio scolastico funzionante ed in piena attività, considerandone i
conseguenti oneri gestionali anche in sede di formulazione dell'offerta.
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ART. 5
FORMA E PRINCIPALI DIMENSIONI DELL'OPERA OGGETTO DELL'APPALTO
POSSIBILI VARIAZIONI ALLE OPERE
Le descrizioni delle opere oggetto dell'appalto risultano indicate al Capo II del
presente Capitolato, salvo quanto verrà meglio precisato in sede esecutiva dalla direzione
dei lavori e dalle ulteriori precisazioni di seguito riportate.
Comunque l'Amministrazione appaltante si riserva la insindacabile facoltà di
introdurre nelle opere stesse, sia all'atto della consegna dei lavori, sia in sede di
esecuzione, quelle varianti ed opere di messa a norma (ASL - SISL, VV.FF, ecc.) che
riterrà opportuno nell'interesse della buona riuscita e della economia dei lavori, senza che
l'Appaltatore possa da ciò trarre motivi per avanzare pretese di compensi e indennizzi di
qualsiasi natura e specie, non stabiliti nel presente Capitolato, purchè l'importo
complessivo dei lavori resti nei limiti dell'art. 10 Capitolato Generale delle OO.PP. (D.P.R.
19/4/2000 n. 145)
L'Amministrazione si riserva inoltre la facoltà di variare le percentuali delle singole
categorie di lavori, per consentire l'esecuzione di interventi di messa a norma degli edifici
scolastici cittadini, secondo le prescrizioni dell’art. 132, comma 1 lett. C D.Lgs. 163/2006.
L'Impresa non potrà per nessuna ragione introdurre di propria iniziativa variazione o
addizioni ai lavori assunti in confronto alle prescrizioni contrattuali, salvo quelle previste
dall' art. 11 del citato Capitolato Generale delle OO.PP.
La ditta appaltatrice sarà tenuta, qualora si verificassero condizioni di necessità ed
urgenza, ad eseguire lavori in qualunque edificio scolastico cittadino nelle forme e con le
procedure previste dal presente Capitolato.
ART. 6
PARTICOLARI CONDIZIONI DI AFFIDAMENTO CRONOPROGRAMMA - PROGRAMMA ESECUTIVO
I lavori dovranno svolgersi in conformità al cronoprogramma (art. 42 del DPR 554/99
Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici) del Piano di
Sicurezza e Coordinamento costituente documento contrattuale e al conseguente
programma esecutivo (art. 45 c. 10 del citato Regolamento Generale) che l'appaltatore è
obbligato a presentare prima dell'inizio dei lavori. In particolare data la frammentarietà
degli interventi in progetto, il cronoprogramma verrà intergrato al Piano di Sicurezza e
Coordinamento in fase di definizione degli edifici scolastici in cui eseguire i singoli
interventi, individuabili a seguito di sopralluogo da parte del Comando provinciale dei Vigili
del Fuoco.
Tutte le lavorazioni che, ai sensi delle vigenti norme in materia di sicurezza
dell'ambiente di lavoro e di igiene pubblica, non consentano la compresenza degli utenti
scolastici, dovranno essere eseguite nelle ore di chiusura scolastica, ivi comprese le
giornate di sabato, domenica e festivi infrasettimanali, nonchè nei mesi di Luglio ed
Agosto.
Pertanto l'Impresa, nel rispetto delle pattuizioni contrattuali a tutela dei lavoratori,
dovrà assicurare all'Amministrazione la presenza in cantiere del proprio personale tecnico
e della mano d'opera occorrente, preoccupandosi di provvedere anticipatamente alle
necessarie provviste ed al conseguimento delle autorizzazioni sia in materia di subappalto
che relative ad Enti di tutela (ASL-SISL, ecc.).
L'esecuzione delle opere nelle giornate festive e prefestive sarà disposta con
specifico Ordine di Servizio del Direttore dei Lavori, contenente le disposizioni in merito ai
tempi ed alle modalità di esecuzione.
Tutti i progetti sono soggetti alle modifiche suggerite dalla Direzione Lavori e dagli
Enti di competenza.
La Ditta è pienamente responsabile dell'osservanza delle norme di legge anche nei
confronti di tali Enti e ciò sia in sede civile che penale.
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Al termine dei lavori la Ditta dovrà presentare i lucidi aggiornati dei progetti esecutivi,
ed inoltre tre copie cartacee e il supporto informatico degli stessi, secondo le variazioni
apportate durante l'esecuzione dei lavori.
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CAPO II
----------------------------------------------------------------------------------------------DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI
ART. 7
DESCRIZIONE DELLE OPERE DA ESEGUIRE
Le opere che formano oggetto dell'appalto da eseguirsi per lavori di Manutenzione
Straordinaria negli Edifici Scolastici siti nella Città di Torino, mirati a soddisfare le richieste
inoltrate dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino a seguito di specifico
sopralluogo e la realizzazione dei quali risulta essere condizione necessaria per il
conseguimento del rilascio del C.P.I., si possono così riassumere:
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scavi a sezione obbligata e rinterri;
demolizione di murature e tramezzi o tagli a sezione obbligata;
rimozione e formazione di nuovi pavimenti e rivestimenti di classe idonea e relativi
sottofondi;
spicconatura e rifacimento rinzaffo e intonaco con intonaci speciali aventi capacità di
conferimento di caratteristiche REI;
rimozione vetri, infissi o parti degli stessi;
allontanamento dal cantiere e trasporto a discarica del materiale di risulta;
fornitura e posa di porte REI;
fornitura e posa di serramenti e vetrate REI;
sostituzione lastre di vetro con cristallo di sicurezza antisfondamento;
fornitura e posa di nuove uscite di sicurezza;
fornitura e posa di maniglioni antipanico;
nuova formazione o rappezzi di muratura tagliafuoco resistente al fuoco;
ripristino capacità REI in strutture verticali ed orizzontali dopo l’esecuzione di tracce o
incassamento di tubi e impianti;
tinteggiature interne;
ripristino scale interne ed esterne;
verniciature e opere in ferro per protezione di strutture e impianti;
protezione tubazioni con spessori minimi conformi alle norme;
protezione esterna tubazioni metalliche o incamiciamento tubazioni varie;
integrazione staffe in acciaio per sostegno di tubazioni o apparecchiature antincendio;
nuova formazione o rappezzi di isolante-coibente;
ignifugazione manufatti in legno;
protezione superfici metalliche tramite vernici intumescenti di tipo approvato per la
classe REI 120;
individuazione ed esecuzione delle opere occorrenti per l’adeguamento dei requisiti
costruttivi e funzionali delle reti alle norme di legge;
ripristino delle pressioni minime di funzionamento degli impianti;
esecuzione dei lavori necessari per l'accertamento dei parametri idrodinamici richiesti
dal D.M. 26.08.1992 "Norme di prevenzione incendi per l'Edilizia Scolastica" all'art.9
comma 1;
sostituzione dei vetri di protezione delle cassette antincendio contenenti le valvole
idranti con schermi in materiale plastico, sia a seguito di rotture che per interventi ai
sensi del D.Lgs. 626/94;
fornitura e posa di pannelli murali con capacità di conferimento di caratteristiche REI;
fornitura e posa di controsoffittature aventi caratteristiche REI;
fornitura e posa di cartelli per la segnaletica di sicurezza;
fornitura e posa di estintori;
fornitura e posa di idranti e relativi accessori;
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•
integrazione o ripristino luci di emergenza;
integrazione o ripristino impianto di allarme;
fornitura di certificazioni accessorie alla messa a norma di manufatti e impianti.
L'impresa esecutrice dovrà eseguire le opere a regola d'arte utilizzando allo scopo
materiali e componenti realizzati secondo le norme tecniche di sicurezza emanate dall'UNI
e dal CEI, nel rispetto di quanto prescrive la normativa tecnica vigente, con l'osservazione
di quanto precisato nel presente Capitolato.
Al termine dei lavori e/o alla consegna di ogni S.A.L. la Ditta dovrà presentare:
1. dichiarazione di aver eseguito tutti i lavori a regola d'arte e conformemente alle
normative vigenti e che pure conformi alle norme risultano gli impianti in oggetto
dell'appalto;
2. specifica di tutte le apparecchiature installate con le indicazioni delle marche, sigle,
serie;
3. certificazioni di tutti i materiali REI impiegati (da consegnare contestualmente ad ogni
S.A.L.);
4. certificazioni di tutti i manufatti REI realizzati, a firma di tecnico abilitato (da
consegnare contestualmente ad ogni S.A.L.);
5. dichiarazione, a firma di tecnico abilitato, che eventuali strutture REI interessate
all'intervento sono comunque state ripristinate con materiali idonei, al loro grado di
resistenza-reazione al fuoco preintervento;
6. ogni altro documento che la ditta riterrà utile.
La mancata ottemperanza alle suddette disposizioni si configura come violazione
contrattuale con conseguente sospensione del pagamento degli acconti o del
saldo.
La presente norma non esclude la facoltà dell'Amministrazione di procedere alla richiesta
di risarcimento nei confronti dell'Impresa appaltatrice per danni che l'eventuale ritardo,
conseguente alla inottemperanza di cui sopra, dovesse produrre.
Le spese di certificazione dei lavori compresi nell'appalto sono a carico della ditta
appaltatrice, in quanto tali oneri sono previsti negli oneri generali.
Sono pure a carico della ditta appaltatrice gli oneri per i disegni da aggiornare a fine
lavoro la consegna degli stessi alla committenza sia su supporto cartaceo che
informatico.
ART. 8
CONFERIMENTO RIFIUTI ALLE DISCARICHE
L’elenco delle provviste e delle lavorazioni allegato al contratto, comprende il
prezzo relativo all’onere del conferimento e smaltimento alle discariche della risulta;
pertanto l’onere della selezione del materiale così come richiesto dalle pubbliche
discariche resta a totale carico dell’Impresa.
L'appaltatore provvederà pertanto a conferire i rifiuti, derivanti dall'opera oggetto del
C.P.A., presso la discarica di "Basse di Stura" o altra discarica purché dotata delle
prescritte autorizzazioni,per le suddette quantità:
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INERTI
DESCRIZIONE
Materiali in
amianto
Rimozione parti
metalliche e vetri
QUANTITA’
U.M. RAPPORTO t/U.M.
t
PREZZO
euro
COSTO
euro
500,00
kg
0,005
t/kg
2,50
0
0
1.100,00
kg
0,001
t/kg
1,10
0
0
Caldane + intonaci
120,00
mc
2,20
t/mc
0
0
Murature
Pavimenti/Rivesti
menti
Scavo
36,50
mc
2,00
t/mc
264,0
0
73,00
0
0
1.900,00
mq
0,030
t/mq
57,00
0
0
60,00
mc
1,6
t/mc
96,00
493,6
0
0
0
t
COSTO
euro
128,00
3.422,00
TOTALE
0
R.S.N.P.
DESCRIZIONE
Legname
Materiale misto
(escluso ferro e
vetro)
Tot iva esclusa
QUANTITA’
0,50
U.M. RAPPORTO t/U.M.
Mc
0,60
Da
differenziare
t/mc
4.26
PREZZO
euro
30,00
t
29,00
118,00
TOTALE
33,26
3.550,00
IMBALLAGGI
DESCRIZIONE
Carta + cartone +
scatole
QUANTITA’
-
U.M. RAPPORTO t/U.M.
-
TOTALE
-
t
PREZZO
Euro
COSTO
Euro
0,30
0
0
0,30
0
Totale inerti soggetti a costi = t 33,26
La spesa presunta del materiale da conferire alle discariche autorizzate, risulta essere di
euro 3.550,00 oltre a euro 710,00 per IVA 20% per un totale complessivo di euro
4.260,00.
L'appaltatore provvederà a sua cura e spese a differenziare i rifiuti deriventi dall’opera
oggetto del C.P.A. e a conferire gli stessi, presso l’A.M.I.A.T S.p.A.
Il pagamento del corrispettivo richiesto per il conferimento dei rifiuti R.S.N.P. (Rifiuti
Speciali Non Pericolosi) per le quantità riportate nella precedente tabella è a carico del
Comune.
Il pagamento per il conferimento dei rifiuti non differenziati sarà a cura
dell’Appaltatore.
La Ditta appaltatrice è tenuta a trasmettere alla Direzione Lavori entro 15 gg. dall'inizio
lavori modello e targa del mezzo che verrà utilizzato per il conferimento alla discarica dei
rifiuti ed a consegnare entro 5 gg. dalla data di conferimento copia della bolla.
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ART.9
REQUISITI TECNICI ORGANIZZATIVI
In linea generale sono richiesti i seguenti requisiti tecnici organizzativi minimi specifici,
essenziali ed indispensabili per l'esecuzione dei lavori oggetto dell'appalto:
MEZZI D'OPERA
- TRABATTELLO con altezza di lavoro non inferiore a m. 4
- MONTACARICHI
- BETONIERA
- AUTOCARRO con portata utile fino a 40 q.
- GRUPPO ELETTROGENO di potenza non inferiore a 5,5 Kw
- UTENSILI PORTATILI:
- SALDATRICE N. 1 - TRAPANO N. 1 - FLESSIBILE N. 1)
- MOTOCOMPRESSORE CON MARTELLO DEMOLITORE
(comprensivo di accessori)
N.3
N.3
N.2
N.2
N.2
N.3
ATTREZZATURE
- STRUMENTAZIONE COMPLETA PER PROVE E MISURE
PREVISTE DALLE NORME VIGENTI
- MATERIALI, INDUMENTI E MEZZI PERSONALI DI
PROTEZIONE ANTINFORTUNISTICA PER
CIASCUN LAVORATORE
- APPARECCHIATURA DI TELECOMUNICAZIONE PER
PRONTA REPERIBILITA' DEL RESPONSABILE TECNICO
DI CANTIERE E/O DIRETTORE TECNICO
N. 1
- APPARECCHIATURA FAX PER UFFICIO
N. 1
N.1
TECNICI
- DIRETTORE TECNICO E/O RESPONSABILE TECNICO DI
CANTIERE (aventi requisiti di legge)
N. 1
MAESTRANZE
- OPERAIO SPECIALIZZATO
- OPERAIO QUALIFICATO
- OPERAIO COMUNE
N. 3
N. 3
N. 3
Entro 15 gg. dall'avvenuta aggiudicazione l'Impresa deve dimostrare di avere in
dotazione ufficio e magazzino adeguatamente allestito in Torino o cintura.
La mancata dimostrazione del possesso dei requisiti di cui sopra e/o il mancato rispetto
delle prescrizioni, comportano la mancata consegna dei lavori, ovvero la risoluzione del
contratto per inadempimento, a seconda dei casi.
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CAPO III
--------------------------------------------------------------------------------------------------SPECIFICAZIONE DELLE PRESCRIZIONI TECNICHE
ART. 10
MODALITA' DI ESECUZIONE DEI LAVORI
A) SCAVI, RILEVATI, PALIFICAZIONI E DEMOLIZIONI
A1. Scavi in genere
Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro, a mano o con mezzi meccanici, dovranno essere
eseguiti secondo i disegni di progetto e, se prodotta, secondo la relazione geologica e
geotecnica di cui al D.M. LL.PP. 11 marzo 1988, nonché secondo le particolari prescrizioni
che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione dei lavori.
Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Appaltatore dovrà procedere in modo da impedire
scoscendimenti e franamenti, restando esso, oltreché totalmente responsabile di eventuali
danni alle persone ed alle opere, altresì obbligato a provvedere a suo carico e spese alla
rimozione delle materie franate.
L'Appaltatore dovrà, inoltre, provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla
superficie del terreno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi.
Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili o non ritenute adatte (a
giudizio insindacabile della Direzione dei lavori) ad altro impiego nei lavori, dovranno
essere portate fuori della sede del cantiere, alle pubbliche discariche ovvero su aree che
l'Appaltatore dovrà provvedere a rendere disponibili a sua cura e spese.
Qualora le materie provenienti dagli scavi debbano essere successivamente utilizzate,
esse dovranno essere depositate previo assenso della Direzione dei lavori, per essere poi
riprese a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovranno essere di
danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque
scorrenti in superficie.
La Direzione dei lavori potrà fare asportare, a spese dell'Appaltatore, le materie depositate
in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
A2. Scavi di fondazione od in trincea
Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta
necessari per dar luogo ai muri o pilastri di fondazione propriamente detti.
In ogni caso saranno considerati come gli scavi di fondazione quelli per dar luogo alle
fogne, condutture, fossi e cunette.
Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per fondazione, dovranno essere
spinti fino alla profondità che dalla direzione dei lavori verrà ordinata all'atto della loro
esecuzione.
Le profondità, che si trovano indicate nei disegni, sono perciò di stima preliminare e
l'Amministrazione appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà
più conveniente, senza che ciò possa dare all'Appaltatore motivo alcuno di fare eccezioni
o domande di speciali compensi, avendo egli soltanto diritto al pagamento del lavoro
eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da raggiungere. E’ vietato
all'Appaltatore, sotto pena di demolire il già fatto, di por mano alle murature prima che la
direzione dei lavori abbia verificato ed accettato i piani delle fondazioni.
I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che
cadono sopra falde inclinate, dovranno, a richiesta della direzione dei lavori, essere
disposti a gradini ed anche con determinate contropendenze.
Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che resta vuoto, dovrà essere
diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell'Appaltatore, con le stesse materie
scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo.
Gli scavi per fondazione dovranno, quando occorra, essere solidamente puntellati e
sbadacchiati con robuste armature, in modo da proteggere contro ogni pericolo gli operai,
ed impedire ogni smottamento di materie durante l'esecuzione tanto degli scavi che delle
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murature.
L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e
private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e
sbadacchiature, alle quali egli deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte
le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto di
ottemperare alle prescrizioni che al riguardo gli venissero impartite dalla direzione dei
lavori e dal Coordinatore della sicurezza.
Col procedere delle murature l'Appaltatore potrà recuperare i legnami costituenti le
armature, sempreché non si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da
restare quindi in posto in proprietà dell'Amministrazione; i legnami però, che a giudizio
della direzione dei lavori, non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro,
dovranno essere abbandonati negli scavi.
A3. Rilevati e rinterri
Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempire i vuoti
tra le pareti degli scavi e le murature, o da addossare alle murature, e fino alle quote
prescritte dalla direzione dei lavori, si impiegheranno in generale, e, salvo quanto segue,
fino al loro totale esaurimento, tutte le materie provenienti dagli scavi di qualsiasi genere
eseguiti per quel cantiere, in quanto disponibili ed adatte, a giudizio della Direzione dei
lavori, per la formazione dei rilevati.
Quando venissero a mancare in tutto o in parte i materiali di cui sopra, si preleveranno le
materie occorrenti ovunque l'Appaltatore crederà di sua convenienza, purché i materiali
siano riconosciuti idonei dalla Direzione dei lavori.
Per rilevati e rinterri da addossarsi alle murature, si dovranno sempre impiegare materie
sciolte, o ghiaiose, restando vietato in modo assoluto l'impiego di quelle argillose e, in
generale, di tutte quelle che con l'assorbimento di acqua si rammolliscono e si gonfiano
generando spinte.
Nella formazione dei suddetti rilevati, rinterri e riempimenti dovrà essere usata ogni
diligenza perché la loro esecuzione proceda per strati orizzontali di eguale altezza,
disponendo contemporaneamente le materie bene sminuzzate con la maggiore regolarità
e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature su tutti i lati e da evitare le
sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito.
Le materie trasportate in rilevato o rinterro con vagoni, automezzi o carretti non potranno
essere scaricate direttamente contro le murature, ma dovranno depositarsi in vicinanza
dell'opera per essere riprese poi al momento della formazione dei suddetti rinterri.
Per tali movimenti di materie dovrà sempre provvedersi alla pilonatura delle materie
stesse, da farsi secondo le prescrizioni che verranno indicate dalla Direzione dei lavori.
E’ vietato addossare terrapieni a murature di fresca costruzione.
Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od
imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completo carico
dell'Appaltatore. E’ obbligo dell'Appaltatore, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati
durante la loro costruzione, quelle maggiori dimensioni richieste dall'assestamento delle
terre, affinché all'epoca del collaudo i rilevati eseguiti abbiano dimensioni non inferiori a
quelle ordinate.
L'Appaltatore dovrà consegnare i rilevati con scarpate regolari e spianate, con i cigli bene
allineati e profilati e compiendo a sue spese, durante l'esecuzione dei lavori e fino al
collaudo, gli occorrenti ricarichi o tagli, la ripresa e la sistemazione delle scarpate e
l'espurgo dei fossi.
La superficie del terreno sulla quale dovranno elevarsi i terrapieni, sarà previamente
scoticata, ove occorra, e se inclinata sarà tagliata a gradoni con leggera pendenza verso il
monte.
A4. Demolizioni e rimozioni
Le demolizioni di murature, calcestruzzi, ecc., sia parziali che complete, devono essere
eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da non danneggiare le
residue murature, da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare
incomodi o disturbo.
13
Rimane pertanto vietato di gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere
trasportati o guidati in basso, e di sollevare polvere, per cui tanto le murature quanto i
materiali di risulta dovranno essere opportunamente bagnati.
Nelle demolizioni e rimozioni l'Appaltatore deve inoltre provvedere alle eventuali
necessarie puntellature per sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da
non deteriorare i materiali risultanti, i quali devono ancora potersi impiegare nei limiti
concordati con la Direzione dei lavori, sotto pena di rivalsa di danni a favore della stazione
appaltante.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche
per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od
oltrepassati i limiti fissati, saranno pure a cura e spese dell'Appaltatore, senza alcun
compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei lavori, devono
essere opportunamente puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che
verranno indicati dalla Direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nella
pulizia, sia nel trasporto, sia nei loro assestamento e per evitarne la dispersione.
Detti materiali restano tutti di proprietà della stazione appaltante ai sensi dell'art. 36 del
vigente Capitolato generale, la quale potrà ordinare all'Appaltatore di impiegarli in tutto od
in parte nei lavori appaltati, con i prezzi indicati nell'elenco del presente Capitolato.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre
dall'Appaltatore essere trasportati alle pubbliche discariche.
B) MURATURE, VOLTE, STRUTTURE IN CALCESTRUZZO, ACCIAIO, LEGNO
B1. Opere e strutture di muratura
B1.1 - Malte per murature.
L'acqua e la sabbia per la preparazione degli impasti devono possedere i requisiti e le
caratteristiche tecniche di cui agli articoli 7 e 8.
L'impiego di malte premiscelate e premiscelate pronte è consentito, purché ogni fornitura
sia accompagnata da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo
e la quantità dei leganti e degli eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri tra quelli
appresso indicati il fornitore dovrà certificare con prove ufficiali anche le caratteristiche di
resistenza della malta stessa.
Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione delle malte sono
riportate nel D. Min. Ind. Comm. Art. 13 settembre 1993.
I tipi di malta e le loro classi sono definiti in rapporto alla composizione in volume; malte di
diverse proporzioni nella composizione confezionate anche con additivi, preventivamente
sperimentate, possono essere ritenute equivalenti a quelle indicate qualora la loro
resistenza media a compressione risulti non inferiore ai valori di cui al D.M. LL.PP. 20
novembre 1987, n. 103.
B1.2 - Murature in genere: criteri generali per l'esecuzione.
Nelle costruzioni delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli,
delle volte, piattabande, archi, e verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e
fori per:
- ricevere le chiavi ed i capichiavi delle volte: gli ancoraggi delle catene e delle travi a
doppio T; le testate delle travi (di legno, di ferro); le pietre da taglio e quanto altro non
venga messo in opera durante la formazione delle murature;
- il passaggio delle canalizzazioni verticali (tubi pluviali, dell'acqua potabile, canne di stufe
e camini, scarico acqua usata, immondizie, ecc.);
- per il passaggio delle condutture elettriche, di telefoni e di illuminazione;
- le imposte delle volte e degli archi;
- gli zoccoli, dispositivi di arresto di porte e finestre, zanche, soglie, ferriate, ringhiere,
davanzali, ecc.
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Quanto detto, in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature già eseguite.
La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il
perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le parti di esse.
I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per
immersione prolungata in appositi bagnaroli e mai per aspersione.
Essi dovranno mettersi in opera con i giunti alternati ed in corsi ben regolari e normali alla
superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di
esso in modo che la malta rifluisca all'ingiro e riempia tutte le connessure.
La larghezza dei giunti non dovrà essere maggiore di 8 mm né minore di 5 mm.
I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa
all'intonaco od alla stuccatura col ferro.
Le malte da impiegarsi per la esecuzione delle murature dovranno essere passate al
setaccio per evitare che i giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza
fissato.
Le murature di rivestimento saranno fatte a corsi bene allineati e dovranno essere
opportunamente collegate con la parte interna.
Se la muratura dovesse eseguirsi con paramento a vista (cortina) si dovrà avere cura di
scegliere per le facce esterne i mattoni di migliore cottura, meglio formati e di colore più
uniforme, disponendoli con perfetta regolarità e ricorrenza nelle connessure orizzontali,
alternando con precisione i giunti verticali.
In questo genere di paramento i giunti non dovranno avere larghezza maggiore di 5 mm e,
previa loro raschiatura e pulitura, dovranno essere profilate con malta idraulica o di
cemento, diligentemente compressi e lisciate con apposito ferro, senza sbavatura.
Le sordine, gli archi, le piattabande e le volte dovranno essere costruite in modo che i
mattoni siano sempre disposti in direzione normale alla curva dell'intradosso e la
larghezza dei giunti non dovrà mai eccedere i 5 mm all'intradosso e 10 mm all'estradosso.
All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune
ammorsature in relazione al materiale impiegato.
I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi
nei periodi di gelo, durante i quali la temperatura si mantenga, per molte ore, al disotto di
zero gradi centigradi.
Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria
possono essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché al distacco del lavoro
vengano adottati opportuni provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno.
Le impostature per le volte, gli archi, ecc. devono essere lasciate nelle murature sia con gli
addentellati d'uso, sia col costruire l'origine delle volte e degli archi a sbalzo mediante le
debite sagome, secondo quanto verrà prescritto.
La Direzione dei lavori stessa potrà ordinare che sulle aperture di vani e di porte e finestre
siano collocati degli architravi (cemento armato, acciaio) delle dimensioni che saranno
fissate in relazione alla luce dei vani, allo spessore del muro ed al sovraccarico.
Nel punto di passaggio fra le fondazioni entro terra e la parte fuori terra sarà eseguito un
opportuno strato (impermeabile, drenante, ecc.) che impedisca la risalita per capillarità.
B1.3 - Murature portanti: tipologie e caratteristiche tecniche.
Si dovrà fare riferimento alle «Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo
degli edifici in muratura» contenute nel D.M. 20 novembre 1987, n. 103 e relativa circolare
di istruzione del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei LL.PP., n. 30787
del 4 gennaio 1989.
In particolare vanno tenuti presenti le prescrizioni che seguono:
a) Muratura costituita da elementi resistenti artificiali.
La muratura è costituita da elementi resistenti aventi generalmente forma parallelepipeda,
posti in opera in strati regolari di spessore costante e legati tra di loro tramite malta.
Gli elementi resistenti possono essere di:
- laterizio normale;
- laterizio alleggerito in pasta;
- calcestruzzo normale;
- calcestruzzo alleggerito.
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Gli elementi resistenti artificiali possono essere dotati di fori in direzione normale al piano
di posa (elementi a foratura verticale) oppure in direzione parallela (elementi a foratura
orizzontale).
b) Muratura costituita da elementi resistenti naturali.
La muratura è costituita da elementi di pietra legati tra di loro tramite malta.
Le pietre, da ricavarsi in genere per abbattimento di rocce, devono essere non friabili o
sfaldabili, e resistenti al gelo, nel caso di murature esposte direttamente agli agenti
atmosferici.
Non devono contenere in misura sensibile sostanze solubili o residui organici.
Le pietre devono presentarsi monde di cappellaccio e di parti alterate o facilmente
rimovibili; devono possedere sufficiente resistenza sia allo stato asciutto che bagnato, e
buona adesività alle malte.
In particolare gli elementi devono possedere i requisiti minimi di resistenza determinabili
secondo le modalità descritte nell'allegato 1 del citato D.M. 20 novembre 1987, n. 103.
L'impiego di elementi provenienti da murature esistenti è subordinato al soddisfacimento
dei requisiti sopra elencati ed al ripristino della freschezza delle superfici a mezzo di
pulitura e lavaggio delle superfici stesse.
Le murature formate da elementi resistenti naturali si distinguono nei seguenti tipi:
1) muratura di pietra non squadrata composta con pietrame di cava grossolanamente
lavorato, posto in opera in strati pressoché regolari;
2) muratura listata: costituita come la muratura in pietra non squadrata, ma intercalata da
fasce di conglomerato semplice o armato oppure da ricorsi orizzontali costituiti da
almeno due filari in laterizio pieno, posti ad interasse non superiore a 1,6 m ed estesi a
tutta la lunghezza ed a tutto lo spessore del muro;
3) muratura di pietra squadrata: composta con pietre di geometria pressoché
parallelepipeda poste in opera in strati regolari.
B1.4 - Muratura portante: particolari costruttivi.
L'edificio a uno o più piani a muratura portante deve essere concepito come una struttura
tridimensionale costituita da singoli sistemi resistenti collegati tra di loro e con le fondazioni
e disposti in modo da resistere alle azioni verticali ed orizzontali.
A tal fine di deve considerare quanto segue:
a) Collegamenti.
I tre sistemi di elementi piani sopraddetti devono essere opportunamente collegati tra loro.
Tutti i muri saranno collegati al livello dei solai mediante cordoli e, tra di loro, mediante
ammorzamenti lungo le intersezioni verticali.
Inoltre essi saranno collegati da opportuni incatenamenti al livello dei solai. Nella direzione
di tessitura dei solai la funzione di collegamento potrà essere espletata dai solai stessi
purché adeguatamente ancorati alla muratura.
Il collegamento tra la fondazione e la struttura in elevazione sarà di norma realizzato
mediante cordolo di calcestruzzo armato disposto alla base di tutte le murature verticali
resistenti, di spessore pari a quello della muratura di fondazione e di altezza non inferiore
alla metà di detto spessore.
b) Cordoli.
In corrispondenza dei solai di piano e di copertura i cordoli si realizzeranno generalmente
in cemento armato, di larghezza pari ad almeno 2/3 della muratura sottostante, e
comunque non inferiore a 12 cm, e di altezza almeno pari a quella del solaio e comunque
non inferiore alla metà dello spessore del muro.
Per i primi tre orizzontamenti, a partire dall'alto, l'armatura minima dei cordoli sarà di
almeno 6 cm² con diametro non inferiore a 12 mm.
In ogni piano sottostante gli ultimi tre, detta armatura minima sarà aumentata di 2 cm² a
piano.
La stessa armatura dovrà essere prevista nel cordolo di base interposto tra la fondazione
e la struttura in elevazione.
In ogni caso, le predette armature non dovranno risultare inferiori allo 0,6 % dell'area del
cordolo.
Le staffe devono essere costituite da tondi di diametro non inferiore a 6 mm poste a
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distanza non superiore a 30 cm.
Per edifici con più di 6 piani, entro e fuori terra, l'armatura dei cordoli sarà costituita da
tondi con diametro non inferiore a 14 mm e staffe con diametro non inferiore a 8 mm.
Negli incroci a L le barre dovranno ancorarsi nel cordolo ortogonale per almeno 40
diametri; lo squadro delle barre dovrà sempre abbracciare l'intero spessore del cordolo.
c) Incatenamenti orizzontali interni.
Gli incatenamenti orizzontali interni, aventi lo scopo di collegare i muri paralleli della
scatola muraria ai livelli dei solai, devono essere realizzati per mezzo di armature
metalliche.
Tali incatenamenti dovranno avere le estremità efficacemente ancorate ai cordoli.
Nella direzione di tessitura del solaio possono essere omessi gli incatenamenti quando il
collegamento è assicurato dal solaio stesso.
In direzione ortogonale al senso di tessitura del solaio gli incatenamenti orizzontali
saranno obbligatori per solai con luce superiore ai 4,5 m e saranno costituiti da armature
con una sezione totale pari a 4 cm² per ogni campo di solaio.
d) Spessori minimi dei muri:
Lo spessore dei muri non può essere inferiore ai seguenti valori:
a) muratura in elementi resistenti artificiali pieni 12 cm;
b) muratura in elementi resistenti artificiali semipieni 20 cm;
c) muratura in elementi resistenti artificiali forati 25 cm;
d) muratura di pietra squadrata 24 cm;
e) muratura listata 30 cm;
f) muratura di pietra non squadrata 50 cm.
B2. Opere e strutture di calcestruzzo
B2.1 - Impasti di conglomerato cementizio.
Gli impasti di conglomerato cementizio dovranno essere eseguiti in conformità di quanto
previsto nell'allegato 1 del D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996.
La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell'impasto,
devono essere adeguati alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa
in opera del conglomerato.
Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario a consentire una buona
lavorabilità del conglomerato tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti.
Partendo dagli elementi già fissati il rapporto acqua-cemento, e quindi il dosaggio del
cemento, dovrà essere scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato.
L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato all'accertamento della assenza di ogni
pericolo di aggressività.
L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il dosaggio dei componenti eseguito con
modalità atte a garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto.
Per i calcestruzzi preconfezionati si fa riferimento alla norma UNI 9858 che precisa le
specifiche tecniche dei materiali costituenti il calcestruzzo, la sua composizione e le
proprietà del calcestruzzo fresco e indurito. Fissa inoltre i metodi per la verifica, la
produzione, il trasporto, consegna, getto e stagionatura del calcestruzzo e le procedure di
controllo della sua qualità.
B2.2 - Controlli sul conglomerato cementizio.
Per i controlli sul conglomerato ci si atterrà a quanto previsto dall'allegato 2 del D.M.
LL.PP. 9 gennaio 1996.
Il conglomerato viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione
secondo quanto specificato nel suddetto allegato 2 del D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996.
La resistenza caratteristica del conglomerato dovrà essere non inferiore a quella richiesta
dal progetto.
Il controllo di qualità del conglomerato si articola nelle seguenti fasi: studio preliminare di
qualificazione, controllo di accettazione, prove complementari (vedere paragrafi 4, 5 e 6
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del succitato allegato 2).
I prelievi dei campioni necessari per i controlli delle fasi suddette avverranno al momento
della posa in opera dei casseri, secondo le modalità previste nel paragrafo 3 del succitato
allegato 2.
B2.3 - Norme di esecuzione per il cemento armato normale.
Nelle esecuzione delle opere di cemento armato normale l'appaltatore dovrà attenersi alle
norme contenute nella legge 5 novembre 1971, n. 1086 e nelle relative norme tecniche
del D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996. In particolare:
a) Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di
segregazione dei componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto.
Il getto deve essere convenientemente compatto; la superficie dei getti deve essere
mantenuta umida per almeno tre giorni.
Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori di 0 C, salvo il ricorso
ad opportune cautele.
b) Le giunzioni delle barre in zona tesa, quando non siano evitabili, si devono realizzare
possibilmente nelle regioni di minor sollecitazione, in ogni caso devono essere
opportunamente sfalsate.
Le giunzioni di cui sopra possono effettuarsi mediante:
- saldature eseguite in conformità delle norme in vigore sulle saldature;
- manicotto filettato;
- sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l'ancoraggio di ciascuna barra, In ogni
caso la lunghezza di sovrapposizione in retto deve essere non minore di 20 volte il
diametro e la prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona
compressa. La distanza mutua (interferro) nella sovrapposizione non deve superare 6
volte il diametro.
c) Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio
non minore di 6 volte il diametro. Gli ancoraggi devono rispondere a quanto prescritto al
punto 5.3.3 del D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996. Per barre di acciaio incrudito a freddo le
piegature non possono essere effettuate a caldo,
d) La superficie dell'armatura resistente deve distare dalle facce esterne del conglomerato
di almeno 0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti, e di almeno 2 cm nel caso di travi e
pilastri. Tali misure devono essere aumentate, e al massimo rispettivamente portate a 2
cm per le solette ed a 4 per le travi ed i pilastri, in presenza di salsedine marina ed altri
agenti aggressivi. Copriferri maggiori richiedono opportuni provvedimenti intesi ad evitare
il distacco (per esempio reti).
e) Le superfici delle barre devono essere mutuamente distanziate in ogni direzione di
almeno una volta il diametro delle barre medesime e, in ogni caso, non meno di 2 cm. Si
potrà derogare a quanto sopra raggruppando le barre a coppie ed aumentando la mutua
distanza minima tra le coppie ad almeno 4 cm.
Per le barre di sezione non circolare si deve considerare il diametro del cerchio
circoscritto.
f) Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche. Esso non
deve inoltre avvenire prima che la resistenza del conglomerato abbia raggiunto il valore
necessario in relazione all'impiego della struttura all'atto del disarmo, tenendo anche
conto delle altre esigenze progettuali e costruttive; la decisione è lasciata al giudizio del
Direttore dei lavori.
B2.4 - Responsabilità per le opere in calcestruzzo armato e calcestruzzo armato
precompresso.
Nella esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso l'appaltatore
dovrà attenersi strettamente a tutte le disposizioni contenute nella legge 5 novembre
1971, n. 1086.
Nelle zone sismiche valgono le norme tecniche emanate in forza della legge 2 febbraio
1974, n. 64 e del D.M. 16 gennaio 1996.
Tutti i lavori di cemento armato facenti parte dell'opera, appaltata saranno eseguiti in base
ai calcoli di stabilità accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, che saranno
redatti e firmati da un tecnico abilitato iscritto all'Albo.
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L'esame e verifica da parte della Direzione dei lavori dei progetti delle varie strutture in
cemento armato non esonera in alcun modo l'appaltatore e il progettista delle strutture
dalle responsabilità loro derivanti per legge e per le precise pattuizioni del contratto.
B3. Solai
B3.1 - Generalità.
Le coperture degli ambienti e dei vani e le suddivisioni orizzontali tra gli stessi potranno
essere eseguite a seconda delle indicazioni di progetto, con solai di uno dei tipi descritti
negli articoli successivi.
I solai di partizione orizzontale (interpiano) e quelli di copertura dovranno essere previsti
per sopportare, a seconda della destinazione prevista per i locali relativi, i carichi
comprensivi degli effetti dinamici ordinari, previsti ai punti 5 e 6 dell’allegato al D.M.
LL.PP. 16 gennaio 1996 «Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di
sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi».
B3.2 - Solai su travi e travetti di legno.
Le travi principali di legno avranno le dimensioni e le distanze che saranno indicate in
relazione alla luce ed al sovraccarico.
I travetti (secondari) saranno collocati alla distanza, fra asse e asse, corrispondente alla
lunghezza delle tavelle che devono essere collocate su di essi e sull'estradosso delle
tavelle deve essere disteso uno strato di calcestruzzo magro di calce idraulica formato
con ghiaietto fino o altro materiale inerte.
B3.3 - Solai su travi di ferro a doppio T (putrelle) con voltine di mattoni (pieni o
forati) o con elementi laterizi interposti.
Questi solai saranno composti dalle travi, dai copriferri, dalle voltine di mattoni (pieni o
forati) o dai tavelloni o dalle volterrane ed infine dal riempimento.
Le travi saranno delle dimensioni previste nel progetto o collocate alla distanza prescritta;
in ogni caso tale distanza non sarà superiore ad 1 m. Prima del loro collocamento in
opera dovranno essere protette con trattamento anticorrosivo e forate per l'applicazione
delle chiavi, dei tiranti e dei tondini di armatura delle piattabande.
Le chiavi saranno applicate agli estremi delle travi alternativamente (e cioè una con le
chiavi e la successiva senza), ed i tiranti trasversali, per le travi lunghe più di 5 m, a
distanza non maggiore di 2,50 m.
Le voltine di mattoni pieni o forati saranno eseguite ad una testa in malta comune od in
foglio con malta di cemento a rapida presa, con una freccia variabile fra cinque e dieci
centimetri.
Quando la freccia è superiore ai 5 cm dovranno intercalarsi fra i mattoni delle voltine delle
grappe di ferro per meglio assicurare l'aderenza della malta di riempimento
dell'intradosso.
I tavelloni e le volterrane saranno appoggiati alle travi con l'interposizione di copriferri.
Le voltine di mattoni, le volterrane ed i tavelloni, saranno poi ricoperti sino all'altezza
dell’ala superiore della trave e dell'estradosso delle voltine e volterrane, se più alto, con
scoria leggera di fornace o pietra pomice o altri inerti leggeri impastati con malta magra
fino ad intasamento completo.
Quando la faccia inferiore dei tavelloni o volterrane debba essere intonacata sarà
opportuno applicarvi preventivamente uno strato di malta cementizia ad evitare eventuali
distacchi dall'intonaco stesso.
B3.4 - Solai di cemento armato o misti: generalità e classificazione.
Nei successivi punti sono trattati i solai realizzati esclusivamente in calcestruzzo armato o
calcestruzzo armato precompresso o misti in calcestruzzo armato precompresso e blocchi
in laterizio od in altri materiali.
Vengono considerati sia i solai eseguiti in opera che quelli formati dall'associazione di
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elementi prefabbricati.
Per tutti i solai valgono le prescrizioni già date per le opere in calcestruzzo armato e
calcestruzzo armato precompresso, ed in particolare valgono le prescrizioni contenute nel
D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996 «Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in
calcestruzzo armato normale e precompresso ed a struttura metallica».
I solai di calcestruzzo armato o misti sono così classificati:
1) solai con getto pieno: di calcestruzzo armato o di calcestruzzo armato precompresso;
2) solai misti di calcestruzzo armato o calcestruzzo armato precompresso e blocchi
interposti di alleggerimento collaboranti e non, di laterizio od altro materiale;
3) solai realizzati dall'associazione di elementi di calcestruzzo armato o calcestruzzo
armato precompresso prefabbricati con unioni e/o getti di completamento.
Per i solai del tipo 1) valgono integralmente le prescrizioni descritte precedentemente in
"Opere e strutture di calcestruzzo", i solai del tipo 2) e 3) sono soggetti anche alle norme
complementari riportate nei successivi punti.
B3.5 - Solai misti di calcestruzzo armato o calcestruzzo armato precompresso e
blocchi forati di laterizio.
a) I solai misti di cemento armato normale o precompresso e blocchi forati di laterizio si
distinguono nelle seguenti categorie:
1) solai con blocchi aventi funzione principale di alleggerimento;
2) solai con blocchi aventi funzione statica in collaborazione con il conglomerato.
I blocchi di cui al punto 2), devono essere conformati in modo che, nel solaio in opera sia
assicurata con continuità la trasmissione degli sforzi dall'uno all'altro elemento.
Nel caso si richieda al laterizio il concorso alla resistenza agli sforzi tangenziali, si devono
usare elementi monoblocco disposti in modo che nelle file adiacenti, comprendenti una
nervatura di conglomerato, i giunti risultino sfalsati tra loro. In ogni caso, ove sia prevista
una soletta di conglomerato staticamente integrativa di altra di laterizio, quest'ultima deve
avere forma e finitura tali da assicurare la solidarietà ai fini della trasmissione degli sforzi
tangenziali.
Per entrambe le categorie il profilo dei blocchi delimitante la nervatura di conglomerato da
gettarsi in opera non deve presentare risvolti che ostacolino il deflusso di calcestruzzo e
restringano la sezione delle nervature stesse.
La larghezza minima delle nervature di calcestruzzo per solai con nervature gettate o
completate in opera non deve essere minore di 1/8 dell'interasse e comunque non
inferiore a 8 cm.
Nel caso di produzione di serie in stabilimento di pannelli di solaio compIeti, il limite
minimo predetto potrà scendere a 5 cm.
L'interasse delle nervature non deve in ogni caso essere maggiore di 15 volte lo spessore
medio della soletta. Il blocco interposto deve avere dimensione massima inferiore a 52
cm.
b) Caratteristiche dei blocchi.
1) Spessore delle pareti e dei setti dei blocchi.
Lo spessore delle pareti orizzontali compresse non deve essere minore di 8 mm, quello
delle pareti perimetrali non minore di 8 mm, quello dei setti non minore di 7 mm.
Tutte le intersezioni dovranno essere raccordate con raggio di curvatura, al netto delle
tolleranze, maggiore di 3 mm.
Si devono adottare forme semplici, caratterizzate da setti rettilinei ed allineati,
particolarmente in direzione orizzontale, con setti con rapporto spessore lunghezza il più
possibile uniforme.
Il rapporto fra l'area complessiva dei fori e l'area lorda delimitata dal perimetro della
sezione del blocco non deve risultare superiore a 0,670 625 h, ove h è l'altezza del
blocco in metri.
2) Caratteristiche fisico-meccaniche;
La resistenza caratteristica a compressione, riferita alla sezione netta delle pareti e delle
costolature deve risultare non minore di:
- 30 N/mm² nella direzione dei fori;
- 15 N/mm² nella direzione trasversale ai fori; per i blocchi di cui alla categoria a2).
e di:
20
- 15 N/mm² nella direzione dei fori;
- 5 N/mm² nella direzione trasversale ai fori; per i blocchi di cui alla categoria a1).
La resistenza caratteristica a trazione per flessione dovrà essere non minore di:
- 10 N/mm² per i blocchi di tipo a2);
e di:
- 7 N/mm² per i blocchi di tipo a1).
Speciale cura deve essere rivolta al controllo dell'integrità dei blocchi con particolare
riferimento alla eventuale presenza di fessurazioni.
c) Spessore minimo dei solai.
Lo spessore dei solai a portanza unidirezionale che non siano di semplice copertura non
deve essere minore di 1/25 della luce di calcolo ed in nessun caso minore di 12 cm. Per i
solai costituiti da travetti precompressi e blocchi interposti il predetto limite può scendere
ad 1/30.
Le deformazioni devono risultare compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e
degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati.
d) Spessore minimo della soletta.
Nei solai del tipo a1) lo spessore minimo del calcestruzzo della soletta di conglomerato
non deve essere minore di 4 cm.
Nei solai del tipo a2), può essere omessa la soletta di calcestruzzo e la zona rinforzata di
laterizio, per altro sempre rasata con calcestruzzo, può essere considerata collaborante e
deve soddisfare i seguenti requisiti:
- possedere spessore non minore di 1/5 dell'altezza, per solai con altezza fino a 25 cm,
non minore di 5 cm per solai con altezza maggiore;
- avere area effettiva dei setti e delle pareti, misurata in qualunque sezione normale alla
direzione dello sforzo di compressione, non minore del 50 % della superficie lorda.
e) Protezione delle armature.
Nei solai, la cui armatura è collocata entro scanalature, qualunque superficie metallica
deve risultare conformata in ogni direzione da uno spessore minimo di 5 mm di malta
cementizia
Per armatura collocata entro nervatura, le dimensioni di questa devono essere tali da
consentire il rispetto dei seguenti limiti,
- distanza netta tra armatura e blocco 8 mm;
- distanza netta tra armatura ed armatura 10 mm.
Per quanto attiene la distribuzione delle armature trasversali, longitudinali, per taglio, si fa
riferimento alle citate norme contenute nel D.M. del 9 gennaio 1996.
In fase di esecuzione, prima di procedere ai getti, i laterizi devono essere
convenientemente bagnati.
Gli elementi con rilevanti difetti di origine o danneggiati durante la movimentazione
dovranno essere eliminati.
f) Conglomerati per i getti in opera.
Si dovrà studiare la composizione del getto in modo da evitare rischi di segregazione o la
formazione di nidi di ghiaia e per ridurre l'entità delle deformazioni differite.
Il diametro massimo degli inerti impiegati non dovrà superare 1/5 dello spessore minimo
delle nervature né la distanza netta minima tra le armature.
Il getto deve essere costipato in modo da garantire l'avvolgimento delle armature e
l'aderenza sia con i blocchi sia con eventuali altri elementi prefabbricati.
B3.6 - Solai prefabbricati.
Tutti gli elementi prefabbricati di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato
precompresso destinati alla formazione di solai privi di armatura resistente al taglio o con
spessori, anche locali, inferiori ai 4 cm, devono essere prodotti in serie controllata. Tale
prescrizione è obbligatoria anche per tutti gli elementi realizzati con calcestruzzo di inerte
leggero o calcestruzzo speciale.
Per gli orizzontamenti in zona sismica, gli elementi prefabbricati devono avere almeno un
vincolo che sia in grado di trasmettere le forze orizzontali a prescindere dalle resistenze di
attrito. Non sono comunque ammessi vincoli a comportamento fragile.
Quando si assuma l'ipotesi di comportamento a diaframma dell'intero orizzontamento, gli
elementi dovranno essere adeguatamente collegati tra di loro e con le travi o i cordoli di
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testata laterali.
B3.7 - Solai misti di calcestruzzo armato o calcestruzzo armato precompresso e
blocchi diversi dal laterizio.
a) Classificazioni.
I blocchi con funzione principale di alleggerimento, possono essere realizzati anche con
materiale diversi dal laterizio (calcestruzzo leggero di argilla espansa, calcestruzzo
normale sagomato, materie plastiche, elementi organici mineralizzati, ecc.).
Il materiale dei blocchi deve essere stabile dimensionalmente.
Ai fini statici si distinguono due categorie di blocchi per solai:
al) blocchi collaboranti;
a2) blocchi non collaboranti.
- Blocchi collaboranti.
Devono avere modulo elastico superiore a 8 kN/mm² ed inferiore a 25 kN/mm².
Devono essere totalmente compatibili con il conglomerato con cui collaborano sulla base
di dati e caratteristiche dichiarate dal produttore e verificate dalla Direzione dei lavori.
Devono soddisfare a tutte le caratteristiche fissate per i blocchi di laterizio della categoria
a2).
- Blocchi non collaboranti.
Devono avere modulo elastico inferiore ad 8 kN/mm² e svolgere funzioni di solo
alleggerimento.
Solai con blocchi non collaboranti richiedono necessariamente una soletta di ripartizione,
dello spessore minimo di 4 cm, armata opportunamente e dimensionata per la flessione
trasversale. Il profilo e le dimensioni dei blocchi devono essere tali da soddisfare le
prescrizioni dimensionali imposte per i blocchi di laterizio non
collaboranti.
b) Spessori minimi.
Per tutti i solai, così come per i componenti collaboranti, lo spessore delle singole parti di
calcestruzzo contenenti armature di acciaio non potrà essere minore di 4 cm.
B3.8 - Solai realizzati con l'associazione di elementi di calcestruzzo armato e
calcestruzzo armato precompresso prefabbricati.
Oltre le prescrizioni indicate nei punti precedenti, in quanto applicabili, sono da tenere
presenti le seguenti prescrizioni.
a) L'altezza minima non può essere minore di 8 cm.
Nel caso di solaio vincolato in semplice appoggio monodirezionale, il rapporto tra luce di
calcolo del solaio e spessore del solaio stesso non deve essere superiore a 25.
Per solai costituiti da pannelli piani, pieni od alleggeriti, prefabbricati precompressi (tipo 3)
senza soletta integrativa, in deroga alla precedente limitazione, il rapporto sopra indicato
può essere portato a 35.
Per i solai continui, in relazione al grado di incastro o di continuità realizzato agli estremi,
tali rapporti possono essere incrementati fino ad un massimo del 20 %.
E’ ammessa deroga alle prescrizioni di cui sopra qualora i calcoli condotti con riferimento
al reale comportamento della struttura (messa in conto dei comportamenti non lineari,
fessurazione, affidabili modelli di previsione viscosa, ecc.) anche eventualmente integrati
da idonee sperimentazioni su prototipi, non superino i limiti indicati nel D.M. LL.PP. 9
gennaio 1996.
Le deformazioni devono risultare in ogni caso compatibili con le condizioni di esercizio del
solaio e degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati.
b) Solai alveolari.
Per i solai alveolari, per elementi privi di armatura passiva d'appoggio, il getto integrativo
deve estendersi all'interno degli alveoli interessati dalla armatura aggiuntiva per un tratto
almeno pari alla lunghezza di trasferimento della precompressione.
c) Solai con getto di completamento.
La soletta gettata in opera deve avere uno spessore non inferiore a 4 cm ed essere
dotata di una armatura di ripartizione a maglia incrociata.
C) COPERTURE, PARETI, PAVIMENTI E RIVESTIMENTI
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C1. Sistemi per rivestimenti interni ed esterni
C1.1 - Si definisce sistema di rivestimento il complesso di strati di prodotti della stessa
natura o di natura diversa, omogenei o disomogenei che realizzano la finitura dell'edificio.
I sistemi di rivestimento si distinguono, a seconda della loro funzione in:
- rivestimenti per esterno e per interno;
- rivestimenti protettivi in ambienti con specifica aggressività;
- rivestimenti protettivi di materiali lapidei, legno, ferro, metalli non ferrosi, ecc.
C1.2 - Sistemi realizzati con prodotti rigidi.
Devono essere realizzati secondo le prescrizioni del progetto ed a completamento del
progetto con le indicazioni seguenti:
a) per le piastrelle di ceramica (o lastre di pietra, ecc. con dimensioni e pesi similari) si
procederà alla posa su letto di malta svolgente funzioni di strato di collegamento e di
compensazione e curando la sufficiente continuità dello strato stesso, lo spessore, le
condizioni ambientali di posa (tempera ed umidità) e di maturazione. Si valuterà inoltre la
composizione della malta onde evitare successivi fenomeni di incompatibilità chimica o
termica con il rivestimento e/o con il supporto.
Durante la posa del rivestimento si curerà l'esecuzione dei giunti, il loro allineamento, la
planarità della superficie risultante ed il rispetto di eventuali motivi ornamentali. In
alternativa alla posa con letto di malta si procederà all'esecuzione di uno strato ripartitore
avente adeguate caratteristiche di resistenza meccanica, planarità, ecc. in modo da
applicare successivamente uno strato di collegamento (od ancoraggio) costituito da
adesivi aventi adeguata compatibilità chimica e termica con lo strato ripartitore e con il
rivestimento. Durante la posa si procederà come sopra descritto.
b) Per le lastre di pietra, calcestruzzo, fibrocemento e prodotti similari si procederà alla
posa mediante fissaggi meccanici (elementi ad espansione, elementi a fissaggio chimico,
ganci, zanche e similari) a loro volta ancorati direttamente nella parte muraria e/o su
tralicci o similari. Comunque i sistemi di fissaggio devono garantire una adeguata
resistenza meccanica per sopportare il peso proprio e del rivestimento, resistere alle
corrosioni, permettere piccole regolazioni dei singoli pezzi durante il fissaggio ed il loro
movimento in opera dovuto a variazioni termiche.
Il sistema nel suo insieme deve avere comportamento termico accettabile, nonché evitare
di essere sorgente di rumore inaccettabile dovuto al vento, pioggia, ecc. ed assolvere le
altre funzioni loro affidate quali tenuta all'acqua, ecc. Durante la posa del rivestimento si
cureranno gli effetti estetici previsti, l'allineamento o comunque la corretta esecuzione di
giunti (sovrapposizioni, ecc.), la corretta forma della superficie risultante, ecc.
c) Per le lastre, pannelli, ecc. a base di metallo o materia plastica si procederà
analogamente a quanto descritto in b) per le lastre.
Si curerà in base alle funzioni attribuite dal progetto al rivestimento, la esecuzione dei
fissaggi e la collocazione rispetto agli strati sottostanti onde evitare incompatibilità
termiche, chimiche od elettriche. Saranno considerate le possibili vibrazioni o rumore
indotte da vento, pioggia, ecc.
Verranno inoltre verificati i motivi estetici, l'esecuzione dei giunti, la loro eventuale
sigillatura, ecc.
C1.3 - Sistemi realizzati con prodotti fluidi.
Devono essere realizzati secondo le prescrizioni date nel progetto (con prodotti costituiti
da pitture, vernici impregnanti, ecc.) aventi le caratteristiche riportate nell'articolo loro
23
applicabile ed a completamento del progetto devono rispondere alle indicazioni seguenti:
a) su pietre naturali ed artificiali:
- impregnazione della superficie con siliconi o olii fluorurati, non pellicolanti, resistenti agli
U.V., al dilavamento, agli agenti corrosivi presenti nell'atmosfera.
b) su intonaci esterni:
- tinteggiatura della superficie con tinte alla calce o ai silicati inorganici;
- pitturazione della superficie con pitture organiche;
c) su intonaci interni:
- tinteggiatura della superficie con tinte alla calce, o ai silicati inorganici;
- pitturazione della superficie con pitture organiche o ai silicati organici;
- rivestimento della superficie con materiale plastico a spessore;
- tinteggiatura della superficie con tinte a tempera;
d) su prodotti di legno e di acciaio.
I sistemi si intendono realizzati secondo le prescrizioni del progetto ed in loro mancanza
(od a loro integrazione) si intendono realizzati secondo le indicazioni date dal produttore
ed accettate dalla Direzione dei Lavori; le informazioni saranno fornite secondo le norme
UNI 8758 o UNI 8760 e riguarderanno:
- criteri e materiali di preparazione del supporto;
- criteri e materiali per realizzare l'eventuale strato di fondo, ivi comprese le condizioni
ambientali (temperatura, umidità) del momento della realizzazione e del periodo di
maturazione e le condizioni per la successiva operazione;
- criteri e materiali per realizzare l'eventuale strato intermedio, ivi comprese le condizioni
citate all'allinea precedente per la realizzazione e maturazione;
- criteri e materiali per lo strato di finitura, ivi comprese le condizioni citate al secondo
allinea.
e) Durante l'esecuzione, per tutti i tipi predetti, si curerà per ogni operazione la completa
esecuzione degli strati, la realizzazione dei punti particolari, le condizioni ambientali
(temperatura, umidità) e la corretta condizione dello strato precedente (essiccazione,
maturazione, assenza di bolle, ecc.) nonché le prescrizioni relative alle norme di igiene e
sicurezza.
C 1.4- Il Direttore dei lavori per la realizzazione del sistema di rivestimento opererà
come segue.
a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure)
verificherà che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle
prescritte ed inoltre, almeno per gli strati più significativi, verificherà che il risultato delle
operazioni predette sia coerente con le prescrizioni di progetto e comunque con la
funzione che è attribuita all'elemento o strato realizzato.
In particolare verificherà:
- per i rivestimenti rigidi, le modalità di fissaggio, la corretta esecuzione dei giunti e quanto
riportato nel punto loro dedicato, eseguendo verifiche intermedie di resistenza meccanica,
ecc.;
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- per i rivestimenti fluidi od in pasta, il rispetto delle prescrizioni di progetto o concordate
come detto nel punto a), verificando la loro completezza, ecc. specialmente delle parti
difficilmente controllabili al termine dei lavori.
b) A conclusione dei lavori eseguirà prove (anche solo localizzate), con facili mezzi da
cantiere, creando sollecitazioni compatibili con quelle previste dal progetto o comunque
simulanti le sollecitazioni dovute all'ambiente, agli utenti futuri, ecc. Per i rivestimenti rigidi
verificherà in particolare il fissaggio e l'aspetto delle superfici risultanti; per quelli fluidi la
completezza, l'assenza di difetti locali, l'aderenza al supporto.
C2 Opere di vetrazione e serramentistica
- Si intendono per opere di vetrazione quelle che comportano la collocazione in opera di
lastre di vetro (o prodotti similari sempre comunque in funzione di schermo) sia in luci
fisse sia in ante fisse o mobili di finestre, portafinestre o porte;
- Si intendono per opere di serramentistica quelle relative alla collocazione di serramenti
(infissi) nei vani aperti delle parti murarie destinate a riceverli.
C.2.1 - La realizzazione delle opere di vetrazione deve avvenire con i materiali e le
modalità previsti dal progetto ed ove questo non sia sufficientemente dettagliato valgono
le prescrizioni seguenti:
a) all'esterno rispetto all'interno, ecc. e tenuto conto del numero, posizione e
caratteristiche dei tasselli di appoggio, periferici e spaziatori. Nel caso di lastre posate
senza serramento gli elementi da) Le lastre di vetro, in relazione al loro comportamento
meccanico, devono essere scelte tenendo conto delle loro dimensioni, delle sollecitazioni
previste dovute a carico di vento e neve, alle sollecitazioni dovute ad eventuali sbattimenti
ed alle deformazioni prevedibili del serramento. Devono inoltre essere considerate per la
loro scelta le esigenze di isolamento termico, acustico, di trasmissione luminosa, di
trasparenza o traslucidità, di sicurezza sia ai fini antinfortunistici che di resistenza alle
effrazioni, atti vandalici, ecc. Per la valutazione dell'adeguatezza delle lastre alle
prescrizioni predette, in mancanza di prescrizioni nel progetto si intendono adottati i criteri
stabiliti nelle norme UNI per l'isolamento termico ed acustico, la sicurezza, ecc. (UNI
7143, UNI 7144, UNI 7170 e UNI 7697).
Gli smussi ai bordi e negli angoli devono prevenire possibili scagliature.
b) I materiali di tenuta, se non precisati nel progetto, si intendono scelti in relazione alla
conformazione e dimensioni delle scanalature (o battente aperto con ferma vetro) per
quanto riguarda lo spessore e dimensioni in genere, capacità di adattarsi alle
deformazioni elastiche dei telai fissi ed ante apribili, resistenza alle sollecitazioni dovute ai
cicli termoigrometrici tenuto conto delle condizioni microlocali che si creano i fissaggio
(squadrette, tiranti, ecc.) devono avere adeguata resistenza meccanica, essere
preferibilmente di metallo non ferroso o comunque protetto dalla corrosione. Tra gli
elementi di fissaggio e la lastra deve essere interposto materiale elastico e durabile alle
azioni climatiche.
c) La posa in opera deve avvenire previa eliminazione di depositi e materiali dannosi dalle
lastre, serramenti, ecc. e collocando i tasselli di appoggio in modo da far trasmettere
correttamente il peso della lastra al serramento; i tasselli di fissaggio servono a
mantenere la lastra nella posizione prefissata. Le lastre che possono essere urtate
devono essere rese visibili con opportuni segnali (motivi ornamentali, maniglie, ecc.). La
sigillatura dei giunti tra lastra e serramento deve essere continua in modo da eliminare
ponti termici ed acustici. Per i sigillanti e gli adesivi si devono rispettare le prescrizioni
previste dal fabbricante per la preparazione e le condizioni ambientali di posa e di
manutenzione.
Comunque la sigillatura deve essere conforme a quella richiesta dal progetto od effettuata
sui prodotti utilizzati per qualificare il serramento nel suo insieme.
L'esecuzione effettuata secondo la norma UNI 6534 potrà essere considerata conforme
alla richiesta del presente Capitolato, nei limiti di validità della norma stessa.
C.2.2 - La realizzazione della posa dei serramenti deve essere effettuata come indicato
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nel progetto e quando non precisato deve avvenire secondo le prescrizioni seguenti:
a) Le finestre collocate su propri controtelai e fissate con i mezzi previsti dal progetto e
comunque in modo da evitare sollecitazioni localizzate.
Il giunto tra controtelaio e telaio fisso, se non progettato in dettaglio onde mantenere le
prestazioni richieste al serramento, dovrà essere eseguito con le seguenti attenzioni:
- assicurare tenuta all'aria ed isolamento acustico;
- gli interspazi devono essere sigillati con materiale comprimibile e che resti elastico nel
tempo; se ciò non fosse sufficiente (giunti larghi più di 8 mm) si sigillerà anche con
apposito sigillante capace di mantenere l'elasticità nel tempo e di aderire al materiale dei
serramenti;
- il fissaggio deve resistere alle sollecitazioni che il serramento trasmette sotto l'azione del
vento o di carichi dovuti all'utenza (comprese le false manovre).
b) La posa con contatto diretto tra serramento e parte muraria deve avvenire:
- assicurando il fissaggio con l'ausilio di elementi meccanici (zanche, tasselli ad
espansione, ecc.);
- sigillando il perimetro esterno con malta previa eventuale interposizione di elementi
separatori quale non tessuti, fogli, ecc.;
- curando l'immediata pulizia delle parti che possono essere danneggiate (macchiate,
corrose, ecc.) dal contatto con la malta.
c) Le porte devono essere posate in opera analogamente a quanto indicato per le
finestre; inoltre si dovranno curare le altezze di posa rispetto al livello del pavimento finito.
Per le porte con alte prestazioni meccaniche (antieffrazione), acustiche, termiche o di
comportamento al fuoco, si rispetteranno inoltre le istruzioni per la posa date dal
fabbricante ed accettate dalla Direzione dei lavori.
C.2.3 - ll Direttore dei lavori per la realizzazione opererà come segue:
a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure)
verificherà che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle
prescritte.
In particolare verificherà la realizzazione delle sigillature tra lastre di vetro e telai e tra i
telai fissi ed i controtelai; l’esecuzione dei fissaggi per le lastre non intelaiate; il rispetto
delle prescrizioni di progetto, del capitolato e del produttore per i serramenti con altre
prestazioni.
b) A conclusione dei lavori eseguirà verifiche visive della corretta messa in opera e della
completezza dei giunti, sigillature, ecc. Eseguirà controlli orientativi circa la forza di
apertura e chiusura dei serramenti (stimandole con la forza corporea necessaria),
l'assenza di punti di attrito non previsti, e prove orientative di tenuta all'acqua, con
spruzzatori a pioggia, ed all'aria, con l'uso di fumogeni, ecc.
Nelle grandi opere i controlli predetti potranno avere carattere casuale e statistico.
Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi più significativi unitamente
alla descrizione e/o schede tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili
ad opera ultimata) e le prescrizioni attinenti la successiva manutenzione.
C3. Esecuzione delle pareti esterne e partizioni interne
C.3.1 - Si intende per parete esterna il sistema edilizio avente la funzione di separare e
conformare gli spazi interni al sistema rispetto all'esterno.
Si intende per partizione interna un sistema edilizio avente funzione di dividere e
conformare gli spazi interni del sistema edilizio.
Nell’esecuzione delle pareti esterne si terrà conto della loro tipologia (trasparente,
portante, portata, monolitica, ad intercapedine, termoisolata, ventilata) e della loro
collocazione (a cortina, a semicortina od inserita).
Nell’esecuzione delle partizioni interne si terrà conto della loro classificazione in partizione
semplice (solitamente realizzata con piccoli elementi e leganti umidi) o partizione
prefabbricata (solitamente realizzata con montaggio in sito di elementi predisposti per
essere assemblati a secco).
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C3.2 - Quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando
questi non sono sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie di
parete sopracitata è composta da più strati funzionali (costruttivamente uno strato può
assolvere a più funzioni), che devono essere realizzati come segue:
a) Le pareti esterne o partizioni interne realizzate a base di elementi di laterizio,
calcestruzzo, calcio silicato, pietra naturale o ricostruita e prodotti similari saranno
realizzate con le modalità descritte nell'articolo sulle opere di muratura, tenendo conto
delle modalità di esecuzione particolari (giunti, sovrapposizioni, ecc.) richieste quando la
muratura ha compiti di isolamento termico, acustico, resistenza al fuoco, ecc. Per gli altri
strati presenti morfologicamente e con precise funzioni di isolamento termico, acustico,
barriera al vapore, ecc., si rinvia alle prescrizioni date nell'articolo relativo alle coperture.
Per gli intonaci ed i rivestimenti in genere si rinvia all'articolo sull'esecuzione di queste
opere. Comunque, in relazione alle funzioni attribuite alle pareti ed al livello di prestazione
richiesto, si curerà la realizzazione dei giunti, la connessione tra gli strati e le compatibilità
meccaniche e chimiche.
Nel corso dell'esecuzione si curerà la completa realizzazione dell'opera, con attenzione
alle interferenze con altri elementi (impianti), all'esecuzione dei vani di porte e finestre,
alla realizzazione delle camere d'aria o di strati interni, curando che non subiscano
schiacciamenti, discontinuità, ecc. non coerenti con la funzione dello strato.
b) Le partizioni interne costituite da elementi predisposti per essere assemblati in sito (con
o senza piccole opere di adeguamento nelle zone di connessione con le altre pareti o con
il soffitto) devono essere realizzate con prodotti rispondenti alle prescrizioni date
nell'articolo sui prodotti per pareti esterne e partizioni interne.
Nell'esecuzione si seguiranno le modalità previste dal produttore (ivi incluso l' utilizzo di
appositi attrezzi) ed approvate dalla Direzione dei lavori. Si curerà la corretta
predisposizione degli elementi che svolgono anche funzione di supporto in modo da
rispettare le dimensioni, tolleranze ed i giochi previsti o comunque necessari ai fini del
successivo assemblaggio degli altri elementi. Si curerà che gli elementi di collegamento e
di fissaggio vengano posizionati ed installati in modo da garantire l'adeguata trasmissione
delle sollecitazioni meccaniche. Il posizionamento di pannelli, vetri, elementi di
completamento, ecc. sarà realizzato con l'interposizione di guarnizioni, distanziatori, ecc.
che garantiscano il raggiungimento dei livelli di prestazione previsti e sarà completato con
sigillature, ecc.
Il sistema di giunzione nel suo insieme deve completare il comportamento della parete e
deve essere eseguito secondo gli schemi di montaggio previsti; analogamente si devono
eseguire secondo gli schemi previsti e con accuratezza le connessioni con le pareti
murarie, con i soffitti, ecc.
C.4. Esecuzione delle pavimentazioni
C.4.1 - Si intende per pavimentazione un sistema edilizio avente quale scopo quello di
consentire o migliorare il transito e la resistenza alle sollecitazioni in determinate
condizioni di uso.
Esse si intendono convenzionalmente suddivise nelle seguenti categorie:
- pavimentazioni su strato portante;
- pavimentazioni su terreno (cioè dove la funzione di strato portante del sistema di
pavimentazione è svolta dal terreno).
C.4.2 - Quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando
questi non sono sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie
sopracitate sarà composta dai seguenti strati funzionali.
Nota: Costruttivamente uno strato può assolvere una o più funzioni.
a) La pavimentazione su strato portante avrà quali elementi o strati fondamentali:
1) lo strato portante, con la funzione di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute ai
carichi permanenti o di esercizio;
2) lo strato di scorrimento, con la funzione di compensare e rendere compatibili gli
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eventuali scorrimenti differenziali tra strati contigui;
3) lo strato ripartitore, con funzione di trasmettere allo strato portante le sollecitazioni
meccaniche impresse dai carichi esterni qualora gli strati costituenti la pavimentazione
abbiano comportamenti meccanici sensibilmente differenziati;
4) lo strato di collegamento, con funzione di ancorare il rivestimento allo strato ripartitore(o
portante);
5) lo strato di rivestimento con compiti estetici e di resistenza alle sollecitazioni
meccaniche, chimiche, ecc.
A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste i seguenti strati
possono diventare fondamentali:
6) strato impermeabilizzante, con funzione di dare alla pavimentazione una prefissata
impermeabilità ai liquidi ed ai vapori;
7) strato di isolamento termico, con funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato
isolamento termico;
8) strato di isolamento acustico, con la funzione di portare la pavimentazione ad un
prefissato isolamento acustico;
9) strato di compensazione, con funzione di compensare quote, pendenze, errori di
planarità ed eventualmente incorporare impianti (questo stato frequentemente ha anche
funzione di strato di collegamento).
A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste, altri strati
complementari possono essere previsti.
C.4.3 - Per la pavimentazione su strato portante sarà effettuata la realizzazione degli strati
utilizzando i materiali indicati nel progetto; ove non sia specificato in dettaglio nel progetto
od a suo complemento, si rispetteranno le prescrizioni seguenti.
1) Per lo strato portante, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento
alle prescrizioni già date nel presente capitolato sulle strutture di calcestruzzo, strutture
metalliche, sulle strutture miste acciaio e calcestruzzo sulle strutture di legno, ecc.
2) Per lo strato di scorrimento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà
riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali sabbia, membrane a base sintetica
o bituminosa, fogli di carta o cartone, geotessili o pannelli di fibre vetro o roccia.
Durante la realizzazione si curerà la continuità dello strato, la corretta sovrapposizione o
realizzazione dei giunti e l'esecuzione dei bordi, risvolti, ecc.
3) Per lo strato ripartitore, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà
riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali calcestruzzo armato o non, malte,
cementizie, lastre prefabbricate di calcestruzzo armato o non, lastre o pannelli a base di
legno.
Durante la realizzazione si curerà, oltre alla corretta esecuzione dello strato in quanto a
continuità e spessore, la realizzazione di giunti e bordi e dei punti di interferenza con
elementi verticali o con passaggi di elementi impiantistici in modo da evitare azioni
meccaniche localizzate od incompatibilità chimico fisiche.
Sarà infine curato che la superficie finale abbia caratteristiche di planarità, rugosità, ecc.
adeguate per lo strato successivo.
4) Per lo strato di collegamento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà
riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali malte, adesivi organici e/o con
base cementizia e, nei casi particolari, alle prescrizioni del produttore per elementi di
fissaggio, meccanici o di altro tipo.
Durante la realizzazione si curerà la uniforme e corretta distribuzione del prodotto con
riferimento agli spessori e/o quantità consigliate dal produttore in modo da evitare
eccesso da rifiuto od insufficienza che può provocare scarsa resistenza od adesione. Si
verificherà inoltre che la posa avvenga con gli strumenti e nelle condizioni ambientali
(temperatura, umidità) e preparazione dei supporti suggeriti dal produttore.
5) Per lo strato di rivestimento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà
riferimento alle prescrizioni già date nell'articolo sui prodotti per pavimentazioni.
Durante la fase di posa si curerà la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali,
la posa degli elementi di completamento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti,
delle zone di interferenza (bordi, elementi verticali, ecc.) nonché le caratteristiche di
planarità o comunque delle conformazioni superficiali rispetto alle prescrizioni di progetto,
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nonché le condizioni ambientali di posa ed i tempi di maturazione.
6) Per lo strato di impermeabilizzazione, a seconda che abbia funzione di tenuta all'acqua,
barriera o schermo al vapore, valgono le indicazioni fornite per questi strati all'articolo
sulle coperture continue.
7) Per lo strato di isolamento termico valgono le indicazioni fornite per questo strato
all'articolo sulle coperture piane.
8) Per lo strato di isolamento acustico, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si
farà riferimento per i prodotti alle prescrizioni già date nell'apposito articolo.
Durante la fase di posa in opera si curerà il rispetto delle indicazioni progettuali e
comunque la continuità dello strato con la corretta realizzazione dei giunti/sovrapposizioni,
la realizzazione accurata dei risvolti ai bordi e nei punti di interferenza con elementi
verticali (nel caso di pavimento cosiddetto galleggiante i risvolti dovranno contenere tutti
gli strati sovrastanti). Sarà verificato, nei casi dell'utilizzo di supporti di gomma, sughero,
ecc., il corretto posizionamento di questi elementi ed i problemi di compatibilità
meccanica, chimica, ecc., con lo strato sottostante e sovrastante.
9) Per lo strato di compensazione delle quote valgono le prescrizioni date per lo strato di
collegamento (per gli strati sottili) e/o per lo strato ripartitore (per gli spessori maggiori di
20 mm).
D) IMPIANTISTICA
IMPIANTO ANTINCENDIO
D1 - Tubazioni interrate
Esse dovranno essere di tubo mannesmann zincato, rivestito con guaina di polietilene
applicato per estrusione di cui alla norma UNI 9099 e di spessore R3 classe S.
Dette qualità di rivestimento dovranno essere certificate dal produttore mediante
emissione di certificato di collaudo secondo la norma UNI EU 21.
Le tubazioni di acciaio trafilato senza saldatura e zincate a caldo dovranno essere
conformi alla norma UNI 8863 - S - filettate - manicottate e zincate a caldo secondo la
norma UNI 5745, serie pesante,
Tutte le tubazioni utilizzate dovranno essere corredate di certificato di conformità alle
citate norme da parte del costruttore redatto secondo le norme UNI EU 21.
Le tubazioni interrate dovranno essere posate ad una profondità non inferiore a 80 cm.
dal piano del suolo, misurato dalla generatrice superiore del tubo, e adagiate su un letto di
calcestruzzo magro.
Il reinterro dello scavo dovrà essere preceduto da prova idraulica di verifica della tenuta
dei giunti.
Sulle tubazioni interrate si dovrà eseguire una cappa di protezione in calcestruzzo di
cemento tipo 325 con resistenza caratteristica 200.
Per ciò che riguarda i diametri e i pesi delle tubazioni gli stessi non dovranno essere
inferiori a quanto indicato nel sottostante prospetto:
TUBI UNI 8863 - Serie Pesante
Diametro
esterno
Spessore
mm.
Mm.
42.4
4.0
Diametro esterno
Peso
Max
mm.
kg/m
Filettatu
ra
3.82
1 1/4
42.9
min.
mm.
42.0
29
48.3
60.3
76.1
88.9
114.3
4.0
4.5
4.5
5.0
5.4
48.8
60.8
76.6
89.5
115.0
47.9
59.7
75.3
88.0
113.1
4.41
6.26
8.05
10.5
14.8
1 1/2
2
2 1/2
3
4
D2 - Tubazioni a vista o sottotraccia
Esse dovranno essere in tubo di acciaio mannesman nero conformi alla norma UNI 8863
e 6363.
Per le tubazioni non in vista prima della costipazione delle tracce dovrà essere effettuata
la prova idraulica di verifica della ermeticità delle giunzioni.
Per il riempimento delle tracce, dovrà essere utilizzata esclusivamente malta di cemento.
E' vietata la miscelazione con qualsiasi altro tipo di legante.
La profondità di posa delle tubazioni, il rinzaffo e l'intonaco di finitura dovranno garantire
per le tubazioni un grado di resistenza al fuoco non inferiore a REI 60.
Eventuali cavedi sede di installazione delle colonne montanti dovrà anch'esso essere REI
60, ed ispezionabile.
L'impresa installatrice dovrà rilasciare dichiarazione di conformità a tali requisiti.
Tutte le tubazioni poste a vista o nei cavedi dovranno essere verniciate con smalto
oleosintetico a due riprese, la prima mano di tipo opaco e la seconda, di finitura, di tipo
lucido colore rosso RAL 3000.
Tutte le tubazioni da verniciare dovranno essere trattate preventivamente con la stesura
di un fondo aggrappante compatibile con il trattamento superficiale di protezione delle
tubazioni stesse.
Le tubazioni dovranno essere posate su robuste staffe in acciaio munite di rulli di
scorrimento.
Le staffe di supporto ed i rulli di scorrimento dovranno essere verniciati previa stesura di
una mano di antiruggine, con identica vernice e pigmento usato per i tubi
Per ciò che riguarda i diametri e i pesi delle tubazioni gli stessi non dovranno essere
inferiori a quanto indicato nel sottostante prospetto:
TUBI UNI 8863 - Serie Media
(obbligatoriamente per i tratti di tubazioni con giunzione filettata)
Diametro
esterno
mm.
Spessore
mm.
33.7
42.4
48.3
60.3
76.1
88.9
114.3
3.2
3.2
3.2
3.6
3.6
4.0
4.5
Diametro esterno
max. mm.
min. mm.
34.2
42.9
48.8
60.8
76.6
89.5
115.0
33.3
42.0
47.9
59.7
75.3
88.0
113.1
Peso
kg/m
Filettatura
2.43
3.13
3.60
5.10
6.54
8.53
12.5
1"
1" 1/4
1" 1/2
2"
2" 1/2
3"
4"
TUBI UNI 6363 b
(facoltativo per i tratti di tubazioni con giunzione saldata ed in alternativa alla tabella
precedente)
Diametro
nominale
Diametro
Esterno
Spessore
mm
30
Peso
Kg/m
mm
Mm
65
80
100
125
150
200
250
300
76.1
88.9
114.3
139.7
168.3
219.1
273
323.9
2.6
2.9
3.2
3.6
4.0
5.0
5.6
5.9
4.71
6.15
8.77
12.1
16.2
26.4
36.9
46.3
D3 - Sostegni delle tubazioni fuori terra
Il tipo, il materiale ed il sistema di posa dei sostegni delle tubazioni devono essere tali da
assicurare la stabilità dell'impianto nelle condizioni statiche di esercizio e dinamiche di uso
ragionevolmente prevedibili e compensare le dilatazioni termiche. In particolare:
a)
le staffe devono essere in grado di assorbire gli sforzi assiali e trasversali in caso di
attingimento da uno e da tutti gli idranti contemporaneamente;
b)
il materiale utilizzato per qualunque componente del sostegno deve essere di
acciaio o metallo non combustibile;
c)
le staffe a collare devono essere chiusi attorno ai tubi;
d)
è vietata l'installazione di staffe di tipo aperto (ganci);
e)
è vietata l'installazione di staffe con ancoraggi elastici;
f)
è vietata l'installazione di staffe saldate direttamente alle tubazioni o avvitati ai
raccordi delle tubazioni.
La sezione trasversale netta di ciascun sostegno di acciaio, oppure il diametro minimo se
costituito da barra filettata, non deve essere minore dei valori indicati nel prospetto
seguente:
DN
Minima Sezione netta
mm2
.
Spessore minimo
mm.
Dimensioni barre
filettate mm.
fino a 50
15
2,5
M 8
Fino a 100
25
2,5
M 10
Fino a 150
35
2,5
M 12
Fino a 200
65
2,5
M 16
Fino a 250
75
2,5
M 20
Lo spessore minimo delle fasce delle staffe collare deve essere di 1, 5 mm.
Se il sostegno è formato da più componenti, la sezione trasversale di tutti i componenti
non deve essere minore del 150% di quella minima di cui alla tabella suindicata.
Dal calcolo della sezione trasversale netta di un sostegno si devono escludere tutte le
riduzioni di materiale conseguenti a lavorazioni meccaniche quali fori per bulloni, chiodi e
simili, scanalature, ecc., e gli apporti di materiale di saldatura.
Ciascun tronco di tubazione deve essere supportato da un sostegno, ad eccezione dei
tratti di lunghezza minore di 0,6 m., dei montanti e delle discese di lunghezza minore di 1
m., sempre che non siano indispensabili.
Il posizionamento dei supporti non deve essere maggiore di 4 m. per tubazioni di
dimensioni minori o uguali a DN 65, e di 6 m. per quelle di diametro maggiore.
31
D4 – Giunzioni e raccorderia
Tutte le giunzioni delle tubazioni, raccordi e flange in acciaio dovranno essere realizzate
mediante saldatura autogena, elettrica o ossiacetilenica. Le giunzioni delle tubazioni in
P.E. e relativi raccordi e flange dovranno essere realizzate mediante saldatura di testa per
termofusione o con manicotti a fusione (manicotti elettrici).
Saranno ammesse le giunzioni filettate per le parti terminali di collegamento con le
apparecchiature di estinzione e le altre apparecchiature di impianto o per esigenze
connesse alla tipologia dei locali di installazione da valutarsi in corso d’opera.
Tutte le giunzioni filettate dovranno essere realizzate mediante collegamento meccanico
con filettatura di accoppiamento realizzata in conformità alle norme UNI ISO 7/1.
A tale scopo dovranno essere utilizzati raccordi in ghisa malleabile a cuore bianco di cui
alla norma UNI 5192. Il titolo e la qualità della ghisa dovranno essere conformi alla norme
UNI ISO 5922 e di qualità non inferiore a W 40-05.
Tutti i raccordi dovranno essere protetti dalla corrosione mediante zincatura a caldo per
immersione in bagno di zinco con tenore almeno uguale al 98,5% in massa, con spessore
medio di 70 µm.
Inoltre i raccordi utilizzati nel tratto di tubazione interrata dovranno essere protetti con
spalmatura di una mano di fondo di "primer" costituito da resine epossidiche liquide
compatibile con lo strato di ossido di zinco di finitura del raccordo e con il successivo
adesivo a base polietilenica.
Sopra la mano di fondo si dovrà spalmare l'adesivo aggrappante costituito da polietilene
copolimero o modificato.
Infine, in intimo contatto con l'adesivo, si dovrà posare lo strato di polietilene costituito
da materiale omopolimero o da copolimeri dell'etilene o da loro miscele. Il polietilene
dovrà contenere nero fumo in misura di almeno il 2,5% in massa e dovrà avere
spessore minimo di 2,5 mm.
L'applicazione del rivestimento dovrà essere effettuato rispettando le indicazioni delle
schede tecniche dei prodotti utilizzati e la temperatura di riscaldamento del metallo non
dovrà alterare le guarnizioni di tenuta interposte tra i filetti delle giunzioni.
In particolare per risaldare le guaine o le superfici metalliche si dovrà usare
esclusivamente pistola ad aria calda ed è quindi bandito ogni altro sistema a fiamma
libera.
D5 - Attacchi unificati
Gli attacchi e i tappi per gli idranti sopra o sotto suolo e per gli attacchi autopompa devono
essere conformi alle norme UNI 808, UNI 810, UNI 7421 e corredati di guarnizioni
secondo norma UNI 813 e manovrabili con chiavi di manovra secondo norma UNI 814.
D6 - Valvole di intercettazione
Le valvole di intercettazione devono essere di tipo indicante la posizione di
apertura/chiusura; sono ammesse valvole a stelo uscente di tipo a saracinesca o a globo,
valvole a farfalla, valvole a sfera.
Le valvole di intercettazione devono essere conformi alla UNI 6884 e, se a saracinesca,
alla UNI 7125.
Nelle tubazioni di diametro maggiore di 100 mm. non sono ammesse valvole con
azionamento a leva prive di dispositivo amplificatore della forza di azionamento.
D7 - Cassetta di contenimento e valvola idrante
Le cassette idranti dovranno essere conformi alla norma UNI EN 671-2.
In particolare ogni cassetta dovrà essere corredata di valvola di intercettazione in bronzo
pesante con indicazione della posizione di apertura e chiusura; essere di tipo chiusura
graduale a globo, conforme alla norma UNI 6884, con uscita inclinata a 45° e attacchi
maschio DN 45 X 1" 1/2. Il diametro nominale di detta valvola sarà DN 45 con pressione
di esercizio di 1,2 MPa.
La valvola di intercettazione deve essere installata in modo tale che ci siano almeno 35
mm tra ogni lato della cassetta ed il diametro esterno del volantino, in tutte le posizioni di
funzionamento della stessa.
Ogni cassetta conterrà inoltre una tubazione flessibile conforme alle norme UNI 9487,
32
certificata dal M.I. di mt. 20 di lunghezza e corredata di raccordi e attacchi unificati.
Per ciascuna manichetta dovrà essere installata una lancia multigetto con ugello diam. 12
mm. e leva selezionatrice, in lega di alluminio.
Le dimensioni delle cassette dovranno essere non inferiori a 360 x 560 x 150 mm.,
dovranno essere installate incassate, dotate di vetro in materiale plastico con prefratture,
di tipo antinfortunistico a norma di legge 626/94.
Questo deve rompersi senza lasciare spigoli taglienti o seghettati che potrebbero tagliare
la tubazione semirigida o essere pericolosi per gli utilizzatori.
Il portello deve potersi aprire con una rotazione sulle cerniere di almeno 180° e
permettere lo srotolamento completo in ogni direzione della manichetta.
Il telaio porta vetro e l'intera cassetta dovrà essere realizzata in acciaio al carbonio
spessore 8/10, verniciata con trattamento epossidico e colore rosso RAL 3000.
Le cassette devono essere provvisti di fori sul fondo per il drenaggio dell'acqua.
L'intera cassetta non dovrà avere sbavature o spigoli tagliente e dovrà essere dotata di
serratura costituita da una linguetta manovrabile tramite azionamento di perno a sezione
triangolare o poligonale.
La serratura deve permettere l'ispezione periodica e la manutenzione.
La serratura deve prevedere la possibilità di essere munita di sigillo di sicurezza.
La forza necessaria per la rottura del sigillo di sicurezza deve essere compresa tra 2 e 4
kg. e la serratura di apertura deve essere ragionevolmente difficile da manovrare per
evitare la manomissione e furti.
La cassetta dovrà altresì contenere le istruzioni per la manutenzione dei dispositivi
antincendio in essa contenuti.
La cassetta idrante completa di valvola, tubazione, lancia erogatrice e raccordi dovrà
essere collaudata secondo le indicazioni di cui all'apposita sezione della norma UNI
671/2.
CASSETTA PER ATTREZZATURA ANTINCENDIO A PARETE
La cassetta per attrezzatura antincendio a parete per idrante uni 45, 70 dovrà essere
ad anta sigillabile con lastra trasparente safe crash o lastra opaca, completamente in
materiale plastico e senza spigoli vivi, completa di selletta e lastra, colore rosso ral
3000
La cassetta dovrà altresì contenere le istruzioni per la manutenzione dei dispositivi
antincendio in essa contenuti.
Le dimensioni delle cassette dovranno essere non inferiori a 360 x 560 x 150 mm.
D8 - Manichetta erogatrice per idrante
La manichetta dovrà essere realizzata in tessuto poliestere ad alta tecnicità tipo "Trevira",
da uno strato interno in gomma sintetica SBR e corredata di raccordi in ottone fuso
pesante OT 58 a norme UNI 804 costituiti da canotto filettato maschio A 45, a norme UNI
805/75, girello filettato femmina A 45 a norme UNI 808/75, cannotto cartellato A 45 a
norme UNI 807/75, guarnizione in butile a norme UNI 813/75.
I suddetti raccordi dovranno essere assemblati con la manichetta mediante legatura con
filo di acciaio zincato avvolto a macchina e ricoperto con coprilegatura in nastro
poliammidico e manicotto in gomma, secondo le norme UNI 7422-75.
La tubazione flessibile e la relativa raccorderia connessa dovrà essere collaudabile ad
una pressione di scoppio di 4 MPa ed alla pressione di esercizio di 1,2 MPa e sezione di
passaggio DN 45.
Le tubazioni flessibili antincendio devono essere conformi alla UNI 9487.
La tubazione deve essere appiattibile.
Il diametro nominale della tubazione non deve essere più di 52 mm.
La lunghezza di ogni singolo tratto di tubazione deve essere di 20 mt. o frazioni dello
stesso.
Le tubazioni complete di raccordi devono resistere alle seguenti pressioni:
- pressione massima di esercizio: 1,2 MPa;
- pressione di collaudo: 2,4 MPa;
- pressione minima di scoppio 4,2, MPa.
Le tubazioni complete di raccordi non devono presentare alcuna perdita quando sono
33
sottoposte alle pressioni di cui sopra
La tubazione deve essere dotata all'estremità di una lancia erogatrice.
D9 - Lancia erogatrice per idrante
La lancia dovrà essere dotata di attacco femmina DN 45 e guarnizione in butile a nome
UNI 813/75 idonea all'attacco maschio del cannotto A 45 della tubazione flessibile.
La stessa dovrà essere dotata di organo di regolazione con corpo in alluminio, valvola a
sfera e frazionatore ad elica interposto tra l'attacco predetto e l'ugello della lancia.
Detto organo dovrà essere dotato di maniglia a tre posizioni di servizio, contraddistinto
con indici visibili e rilevabili al tatto, ovvero: arresto, getto pieno, getto frazionato.
La lancia nel suo complesso dovrà essere in lega leggera di lunghezza cm. 45 circa
costituita da 5 parti assemblate mediante attacchi filettati con guarnizione piana di tenuta.
La lancia dovrà avere la parte centrale rivestita in materiale plastico antiscivolo e l'ugello
terminale di diam. 12 mm. in alluminio e protetto esternamente con un anello OR in
elastomeri.
La lancia dovrà essere conforme alle norme UNI 671-2 ed approvata R.I.N.A. Tale
approvazione dovrà essere marcata sul corpo della stessa e confermata dal Certificato di
approvazione rilasciato in copia dal costruttore.
La lancia dovrà permettere le seguenti regolazioni del getto:
a) chiusura getto;
b) getto frazionato;
c) getto pieno.
Il getto frazionato deve essere a forma di cono o a velo diffuso.
La lancia erogatrice non deve rompersi o presentare perdite visibili a seguido di caduti
dall'altezza di 1,5 mt.
La coppia di manovra necessaria ad effettuare le differenti regolazioni del getto della
lancia erogatrice, alla massima pressione di esercizio, non deve superare il valore di 0,7
kgmt.
La lancia erogatrice dovrà riportare sul corpo della stessa ed in modo visibile senza
difficoltà l'indicazione delle seguenti posizioni:
a) getto chiuso;
b) getto frazionato;
c) getto pieno.
Il rivestimento di protezione delle parti metalliche deve garantire una adeguata resistenza
alla corrosione.
I valori di portata d'acqua misurata al bocchello della lancia, sia nella posizione a getto
pieno che nella posizione a getto frazionato, non devono essere minori dei valori sotto
indicati con pressione di alimentazione immediatamente a monte della valvola idrante di
0,2 MPa.
I valori riportati nella sottostante tabella si riferiscono ai requisiti minimi per l'accettazione
delle lance.
Pertanto la stessa non è esaustiva e deve comunque essere garantita e verificata la
pressione minima al bocchello di 0,15 MPa con 120 Lt/min. di portata.
Sarà perciò necessario o installare complessivi idranti con coefficiente di efflusso
maggiore o aumentare la pressione di alimentazione disponibile immediatamente a monte
della valvola idrante.
Diametro dell'ugello o diametro
equivalente - mm.
Portata minima Q
Lt./min.
Coefficiente K
9
66
46
10
78
55
11
93
68
12
100
72
13
120
85
34
D10 - Idranti sottosuolo
Gli idranti di tipo sottosuolo dovranno essere conformi alla norma UNI 9486.
D11 - Idrante soprasuolo
Le caratteristiche dell'idrante a colonna sopprasuolo dovranno essere conformi alle norme
UNI 9485. Il diametro della flangia di attacco alla tubazione principale dovrà essere DN
100.
Il tipo di colonna dovrà essere ADR con due sbocchi attacco 70 UNI 810/75 e un attacco
100 UNI 810/75.
Tale idrante dovrà essere costituito da colonna montante e dal gruppo valvole in fusione
di ghisa G 20 UNI ISO 185.
Tutti gli organi interni di manovra, tenuta ed intercettazione del fluido dovranno poter
essere sostituibili con facilità e senza necessità di opere edili di rotture e ripristini.
Il dispositivo di manovra dovrà essere dotato di attacco pentagonale unificato per l'utilizzo
della chiave normalizzata.
Al fine di evitare rotture da gelo, l'idrante dovrà essere provvisto di dispositivo di scarico
automatico che assicuri lo svuotamento completo del corpo e del piede di prolunga
interrato alla chiusura della valvola di erogazione.
La pressione idrostatica di esercizio di tale idrante dovrà essere PN 16, quella di prova
dell'otturatore 2,1 MPa, e quella di collaudo dall'interno complesso 2,4 MPa.
Le bocche di uscita dovranno essere in ottone fuso OT 58 con filettatura UNI 810/75 e
provviste di tappo forma A 45 e B 100 UNI 7421/75, con catenella e guarnizione,
azionabili con la stessa chiave di manovra dell'otturatore, a norma UNI 9485, che dovrà
essere fornita unitamente all'idrante.
La bocca di entrata dovrà essere flangiata con attacco DN 100.
Le flange dovranno essere PN 16 con fori per bulloni, a norma UNI 2237/29.
La parte di idrante da installare sottosuolo dovrà essere protetta con catramina applicata
per immersione.
Particolare cura dovrà essere effettuata per la posa dell'idrante, per far si che la linea di
rottura predeterminata dell'idrante sia posta a non più di 50 mm. dal suolo circostante e
che l'orifizio di uscita del dispositivo di scarico sia libero.
Il piede dell'idrante dovrà essere interrato in un pozzetto appositamente realizzato di
diametro 0.80 mt. e successivamente riempito con ghiaione e pietrame di granulometria
maggiore di diametro 30 mm. fino a mt. 0,15 dal suolo circostante.
Il dislivello restante dovrà essere colmato con getto in cls. e materiale di finitura come il
suolo circostante.
Il collegamento delle flange del piede e dell'idrante a colonna soprasuolo dovrà essere
realizzato utilizzando bulloni a bassa resistenza meccanica e con linea di prefrattura.
In caso di urto i bulloni suddetti dovranno tranciarsi e l'idrante a colonna soprasuolo dovrà
abbattersi senza opporre eccessiva resistenza.
In caso di urto il dispositivo interno di manovra chiudersi, se aperto, o rimanere chiuso
per impedire la fuoriuscita dell'acqua e mantenere la pressione interna della rete
antincendio.
Il ripristino dell'idrante dovrà avvenire mediante la sola sostituzione dei bulloni di
assemblaggio delle flange suddette.
D12 - Attacchi di mandata per autopompa
L'attacco di mandata per autopompa collegata alla rete di naspi, dovra' permettere
l'immissione di acqua nella rete naspi in condizioni di emergenza. Non deve poter
essere prelevata acqua.
L'attacco motopompa VV.F. dovrà essere a norma UNI 10779/98, se installato sottosuolo
il pozzetto dotato di chiusino in ghisa carreggiabile a norma di legge.
L'attacco per autopompa deve comprendere:
- una o piu' bocche di immissione conformi alle norme del D.M. 26/08/92, del M.I. e
VV.F., con diametro non minore di DN 70, dotati di attacchi con girello UNI 808 con
filettatura A 70, protetto contro l'ingresso di corpi estranei nel sistema mediante
tappo UNI 7421/75 filettatura A 70;
35
-
valvola di intercettazione che consenta l'intervento dei componenti senza vuotare
l'impianto che in condizioni di esercizio dovrà essere bloccata in posizione aperta;
valvola di non ritorno o altro dispositivo atto ad evitare fuoriuscita d'acqua
dall'impianto in pressione;
1 valvola di sicurezza a molla tarata a 1,2 MPa (12 bar), per sfogare l'eventuale
sovrappressione della motopompa, avente diametro 1".
Il corpo della valvola dovrà essere in bronzo fuso, la molla di acciaio inox e l'otturatore in
gomma.
In particolare la saracinesca dovrà essere installata sulla derivazione del troncone di
collegamento dell'attacco motopompa e immediatamente a valle della stessa.
Essa dovrà essere dello stesso diametro nominale della tubazione principale, costruita
interamente in ghisa PN 16 e conforme alle norme UNI 7125 e 6884.
La valvola di ritegno dovrà essere installata a valle della saracinesca di intercettazione.
Anch'essa dovrà avere lo stesso diametro della saracinesca.
La valvola di non ritorno dovrà essere di tipo a pressione differenziale (clapet), costruita
interamente in ghisa con sedi di tenuta di metallo su gomma, con due attacchi a flangia
secondo norma UNI 2223.
La stessa dovrà essere munita di portello di ispezione facilmente amovibile, tale che
attraverso di esso sia possibile accedere direttamente a tutti gli organi interni. Il troncone
costituente l'attacco motopompa dovrà terminare con la valvola idrante con bocca di
immissione UNI 70 summenzionata.
Tra la bocca di immissione e la valvola di ritegno dovrà inoltre essere installata la valvola
di sicurezza.
Tutto il complesso dovrà essere verniciato con vernice oleosintetica a più mani previa
stesura di antiruggine e/o primer per le parti zincate e di colore rosso RAL 3000.
La presenza dell'attacco motopompa dovrà essere segnalato con cartello omologato
posto su un palo in corrispondenza del suggello del pozzetto di posa dello stesso.
Gli attacchi devono essere contrassegnati in modo da permettere l'immediata
individuazione dell'impianto che alimentano; essi devono essere segnalati mediante
cartelli o iscrizioni recanti la dicitura:
ATTACCO PER AUTOPOMPA VV.F.
Pressione massima 12 bar
RETE GENERALE IMPIANTO IDRANTI
D13 – Marchiatura e identificazione complesso cassetta
Le cassette degli idranti devono essere devono essere marcate con i simboli definiti dalla
direttiva 92/58/CEE.
I naspi a muro devono riportare le seguenti informazioni:
a) nome e/o marchio del costruttore;
b) riferimento alla normative 671/1 o 671/2;
c) l'anno di costruzione;
d) la pressione massima di esercizio;
e) la lunghezza e diametro della tubazione;
f) il diametro dell'ugello della lancia erogatrice (marcato sulla lancia)
Inoltre i naspi o gli idranti a muro devono essere dotati di istruzioni d'uso complete,
esposte o sul naspo/idrante stesso o ad esso adiacenti.
D14 - Attacco alimentazione idrica
Il pozzo di presa dovrà essere conforme al Regolamento dell'azienda acquedotto
metropolitano di dimensioni interne 120 x 120 x 120 cm. con chiusino in metallo carrabile
a più settori di peso per ogni singolo settore di circa 20 kg., di dimensione a passo
d'uomo.
36
Il chiusino dovrà essere installato in corrispondenza della convergenza di due muri
contigui ed in proiezione verticale della tubazione di adduzione e delle valvole ad esse
connesse.
Il pozzo di attacco potrà essere realizzato in cls. armato, in muratura di cm. 25 intonacata
all'interno oppure in elementi prefabbricati. La soletta posta al piano del terreno dovrà
essere in cls. armato con portata 1000 kg/mq.
Il pavimento di detto pozzo dovrà essere in blocchetti autobloccanti con disegno che
faciliti il drenaggio dell'acqua eventualmente accumulata a seguito di perdite, posato su
un letto multistrato costituito da ghiaia e sabbia costipate.
Le pareti e la soletta del pozzo di presa dovranno essere impermeabilizzate mediante
posa di guaina bituminosa, autoadesiva e autosigillante previa imprimutura della
superficie con Primer bituminoso in fase solvente.
L'impermeabilizzazione dovrà essere costituita da due membrane prefabbricate,
elastomeriche, certificate ICITE, armate con tessuto non tessuto di poliestere a filo
continuo dello spessore di mm.4 ciascuna e flessibilità a freddo a -20 C.
Le due guaine dovranno essere posate parallelamente con sovrapposizione di almeno 10
cm. dei lembi dei teli adiacenti e con i giunti del primo strato sfalsati di 1/2 della altezza
dei rotoli rispetto a quelli del secondo strato.
Per facilitare l'accesso al pozzo, all'interno di esso dovrà essere posata una scaletta alla
marinara, costituita da 4 scalini in tondino di acciaio inox AISI 304 diam. 16 mm. fissati
saldamente alla muratura in corrispondenza del chiusino, realizzata in conformità all'art.
17 del D.P.R. 547/55.
All'interno del pozzo di presa dovranno essere installati:
1. - rubinetto di scarico e prova;
2. - valvola di ritegno a flusso avviato con attacco a fiange PN 16 ;
3. - rubinetto di scarico e prova;
4. - valvola di ritegno a battente con attacco a fiange PN 16;
5. - valvola di intercettazione
6. - rubinetto di scarico
7. - manometro a tubo metallico, sistema Bourdon, tolleranza 3% del valore di
fondo scala con fondo scala di 0,6 MPa, quadrante diam. 100 mm., completo
di rubinetto di intercettazione a flangetta di prova e scarico, ammortizzatore
idraulico e ricciolo in rame con attacchi a perno e calotta girevole.
8. - pressostato portata contatti 380 V- 4 Amp., grado di protezione IP 66 scala 110 bar, contatti in commutazione mossi da soffietto tramite asta a leva
amplificatrice.
Si precisa che le valvole di ritegno dovranno essere munite di portello di ispezione
facilmente amovibile, tale che attraverso di esso sia possibile accedere direttamente a
tutti gli organi interni senza lo smontaggio delle stesse dalle tubazioni.
D15 - Linee e dispositivi elettrici
Le linee elettriche, dovranno essere alimentate da trasformatore di isolamento a 24 volt e
costituite da cavo multipolare isolato in gomma G5 a norma CEI 2013-84.
Tale cavo dovrà essere infilato dentro un tubo in pvc corrente pallelamente, per quanto
possibile, alle tubazioni antincendio.
D16 - Dotazioni accessorie
Ogni idrante, attacco motopompa, valvola di intercettazione e componente dell'impianto
antincendio dovrà essere segnalato e numerato con cartello in alluminio serigrafato - dim.
250 x 310 o superiori, di tipo omologato M.I., a norma CEE 245/24 e conforme al D.L. 493
del 14.08.1996.
D17 - Impianto di pressurizzazione
Tali opere dovranno essere conformi alla norma UNI 9490 art. 4.7.1.4., M.I., VV.F. e D.M.
26.08.1992, art. 9.1.
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Il serbatoio di disgiunzione e accumulo dovrà avere capacità di circa 22 m3 utili, essere in
vetro resina rinforzata a pannelli componibili.
La stazione di pressurizzazione dovrà essere realizzata secondo quanto previsto dalla
succitata norma UNI, art. 4.9.
D18 – Gruppo di pressurizzazione elettrico e diesel
Gruppo di sovrapressione a norme UNI 9490 e 10779.
Il gruppo dovrà essere costituito da pompa elettrica, pompa diesel, elettrocircolatore di
mantenimento.
Il complesso dovrà essere completo di quadro elettrico di comando e controllo, batterie al
piombo, alimentatore a bassa tensione, msiuratore di portata, diaframmi, pressostato,
valvole, manometri e rubinetterie, temporizzatore per arresto automatico, collettori e
flange, serbatoio e incastellatura.
Esso dovrà essere verniciato con smalto epossidico Rosso RAL 3000.
Portata di 60 mc/h, prevalenza 0,7 Mpa circa.
D19 – Valvola di riempimento a membrana braukmann
Valvola di riempimento a membrana tipo Braukmann diametro DN 100 per il riempimento
delle vasche di accumulo, pressione di eserccizio 12 bar.
Completa di rubinetto a galleggiante pilota da ¾”, tubi di collegamento.
Corpo valvola, disco membrana, e otturatore in ghisa, molla e albero di acciaio inox,
membrana in gomma sintetica, galleggiante in acciaio inox.
D20 – Valvola di ritegno antinquinamento
La valvola di ritegno dovrà essere costituita da corpo in ghisa con rivestimento epossidico
150 micron, ritegno e sede in bronzo, asta e molla in acciaio inox, tenuta in gomma
EPDM.
Dotata di coperchio smontabile per ispezione e sostituzione di sede e tenuta rubinetti di
controllo montati sui bordi delle flange di tipo a sfera con comando a farfalla.
Con certificato di conformità N.F. anti-pollution Classe A.
D21 – Quadretto controllo e monitoraggio impianto pressurizzazione
Il quadretto dovrà essere in policarbonato IP55 con segnalazioni ottiche a diodi Led
inseriti in supporti metallici e sonora dei malfunzionamenti dell’impianto di
pressurizzazione e riserva idrica a servizio dell’impianto antincendio. Il quadretto dovrà
essere composto da due diodi Led in parallelo per ciascuna segnalazione di mm. 12 di
diametro, generatore elettronico di segnalazione acustica, pulsante a chiave di reset
segnalazione acustica, contattori ausiliari, trasformatore 220/24 Volt, alimentatore in
tampone, batteria al piombo, segnalatore lampeggiante, sirena 110 Db, interruttore
generale MTD. Dovrà prevedere la segnalazione e
rilievo delle seguenti anomalie e funzioni: basso livello acqua, alto livello acqua, bassa
pressione alimentazione acquedotto, riserva carburante, bassa temperatura acqua,
blocco elettropompa principale, blocco elettropompa secondaria, avaria motopompa,
mancanza alimentazione elettrica principale, avaria alimentazione elettrica secondaria
motopompa, dispersione di corrente su linea principale, funzionamento impianto
antincendio, ecc. e come meglio specificato sulllo schema elettrico funzionale di progetto.
D22 – Vasca componibile in vetroresina
Serbatoio composto da pannelli prefabbricati in vetroresina rinforzata con fibre di vetro di
dimensioni 1,22x1,22 m. ciascuno, ricoperti nella parte interna a contatto con l’acqua da
uno strato di resina poliestere isoftalica. I pannelli dovranno essere imbullonati tra di loro
con bulloni in acciaio inox AISI 316, con interposizione di guarnizioni in gomma sintetica
butilica e schiuma P.V.C. a cellule chiuse. Dovrà inoltre essere provvisto di tiranti interni di
rinforzo in acciaio inox AISI 316 bloccati all’esterno con flange di acciaio galvanizzato.
Completa di fori e tronchetti flangiati per il collegamento dei tubi di troppo pieno, scarico di
fondo, tripla entrata, doppia uscita, ricircolo.
Esso dovrà essere installato su basamento in cls.
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D23 – Coibentazioni
Il rivestimento coibente dovrà essere realizzato mediante posa in opera di rivestimento
isolante-coibente costituito da coppelle preformate in fibra di vetro, cilindriche, con un
solo taglio longitudinale, con fibre concentriche, del diametro medio di 6 µm con totale
assenza di materiale non fibrato, trattate con resine termoindurenti, densità ~60Kg/m3,
conduttività termica a 50 C 0,034 W/mk, comportamento al fuoco: "non combustibile"
conforme alla classe 0, secondo la Circolare del M.I. n. 12 del 17.05.1980, certificato
da laboratorio autorizzato.
Le coppelle dovranno essere installate bloccandone lo scorrimento lungo la tubazione con
l'installazione di idonee fascette in acciaio zincato (è escluso l'uso del filo di ferro o nastri
adesivi) a distanza non superiore a mt. 0.50 tra di loro.
Le curve, i pezzi speciali e le valvole dovranno anch'esse essere coibentate con identico
materiale e con le stesse modalità di posa.
A tal fine è ammesso sia l'uso di coppelle già formate con la sagoma del tratto da
rivestire, che l'utilizzo di spicchi o sezioni del rivestimento cilindrico utilizzato per le
tubazioni rettilinee.
In quest'ultimo caso le curve dovranno essere realizzate con la posa di almeno 3 spicchi
aventi angolo di taglio di 30° misurato tra le generatrici delle facciate opposte di ogni
spicchio.
Sia gli spicchi che i tratti rettilinei dovranno essere assemblati tra loro senza soluzione di
continuità.
Allo scopo di finitura estetica e protezione meccanica, l'isolante suddetto dovrà essere
rivestito con laminato plastico autoavvolgente.
Il laminato sarà costituito da un foglio in PVC rigido di spessore 3/10 di mm., con
formatura tale da garantire l'autoavvolgimento permanente.
Gli elementi di laminato dovranno essere tagliati in senso longitudinale ed i lembi
dovranno sovrapporsi di circa 3 cm. a tubazione avvolta. Il bloccaggio dei lembi dovrà
essere effettuato con opportuni rivetti in nylon (almeno 3 ogni 2 mt.) e da collante tipo
"tagit" spalmato sui lembi stessi.
Il rivestimento autoavvolgente per le curve, i TE, le valvole e gli altri pezzi speciali, dovrà
essere effettuato utilizzando esclusivamente pezzi presagomati aventi la forma
dell'oggetto da rivestire.
Gli spessori del rivestimento coibente dovranno essere non inferiori, in relazione al
diametro del tubo da isolare, ai seguenti spessori:
- tubi fino a 1" 1/2 - diametro esterno 48,3 mm. - spessore 40 mm.
- tubi oltre 1" 1/2 - spessore 50 mm.
Infine a scopo di identificazione della rete antincendio, ogni 2 mt. circa, dovranno essere
installate delle fascette di identificazione di colore Rosso RAL 3000 di cm. 5 di larghezza.
Quest'ultima prescrizione potrà essere omessa qualora il colore del rivestimento
autoavvolgente corrisponda a tale tonalità cromatica.
Per le tubazioni installate a vista in locali accessibili, il rivestimento esterno in p.v.c. dovrà
essere sostituito con lamierino di alluminio 0,5 mm.
D24 - Accettazione.
Tutte le forniture di componenti prodotti in serie controllata possono essere accettate
senza ulteriori controlli dei materiali, né prove di carico dei componenti isolati, se
accompagnati da un certificato di origine firmato dal produttore e dal tecnico responsabile
della produzione e attestante che gli elementi sono stati prodotti in serie controllata e
recante in allegato copia del relativo estratto del registro di produzione e degli estremi dei
certificati di verifica preventiva del laboratorio ufficiale. Per i componenti strutturali prodotti
in serie dichiarata si deve verificare che esista una dichiarazione di conformità rilasciata
dal produttore.
E - DESCRIZIONE PARTICOLAREGGIATA DELLE OPERE DA ESEGUIRE
E1- Ordine da tenersi nell'andamento dei lavori
In genere l'appaltatore avrà la facoltà di sviluppare i lavori nel modo che crederà più
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conveniente per darli perfettamente compiuti nel termine contrattuale, purchè a giudizio
della Direzione Lavori non riesca pregiudizievole alla buona riuscita delle opere ed agli
interessi dell'appaltante.
Esso dovrà presentare all'approvazione della Direzione dei Lavori entro 30 (trenta)
giorni dalla consegna dei lavori un dettagliato programma di esecuzione delle opere
appaltate.
L'Amministrazione appaltante, tramite il Direttore dei Lavori, si riserva il diritto di stabilire
l'esecuzione di un determinato lavoro entro un congruo termine perentorio e di disporre
altresì modificazioni al programma di esecuzione proposto dall'appaltatore.
Ogni infrazione alle disposizioni di cui al presente Capitolato Speciale d'Appalto darà
luogo ad una multa variabile da un minimo di Euro 80,00= ad un massimo di Euro
1.100,00= a seconda della gravità dell'infrazione stessa.
Le multe saranno applicate dal Responsabile del Procedimento con semplice notifica
all'imprenditore, senza bisogno di altra misura amministrativa o legale ed il loro
ammontare sarà senz'altro dedotto dall'importo dei lavori eseguiti e, in difetto, dal
deposito cauzionale.
E2 - Accettazione dei materiali - campionatura
L'appaltatore dovrà sottoporre di volta in volta alla direzione dei lavori i campioni dei
materiali che intende impiegare.
Tali materiali potranno essere posti in opera solo dopo la preventiva accettazione da parte
della direzione dei lavori.
La direzione dei lavori ha facoltà, quando lo ritenga necessario, di far eseguire prove sui
materiali e sui manufatti valendosi di laboratori ufficiali. Le spese per tali prove saranno a
carico dell'appaltatore.
E3 - Modalita' di esecuzione dei lavori
Gli impianti elettrici relativi all'appalto, dovranno essere eseguiti da impresa installatrice
abilitata, in possesso del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali
rilasciato per le imprese artigiane dalla Commissione Provinciale per l'Artigianato in base
all'art. 4-5 della Legge del 5 marzo 1990 n. 46 o dalla Camera di Commercio per le altre
imprese.
Entro 30 giorni dalla consegna dei lavori e prima dell'inizio dei lavori, l'Impresa dovrà
consegnare, alla D.L. i progetti costruttivi degli impianti, completi di relazione, calcoli,
certificazioni, ect.
Tali progetti dovranno essere redatti in base all'art.4, comma a), c) e g) del D.P.R. n.447
del 6 dicembre 1991 nel rispetto del disposto del presente Capitolato Speciale d'Appalto.
I progetti regolarmente firmati da tecnico abilitato, ai sensi della Legge 46/90 e successivo
D.P.R. 447 forniti in duplice copia, dovranno essere approvati dalla D.L., che ne accerta la
regolarità amministrativa e la rispondenza alle prescrizioni del Capitolato Speciale di
Appalto.
Con successivo ordine di servizio la D.L. autorizzerà l'esecuzione delle opere
impiantistiche.
Non si potrà iniziare nessuna opera di impianti senza la suddetta autorizzazione.
Saranno regolarmente contabilizzate solo le opere iniziate dopo l'ottenimento della
autorizzazione della D.L. e solo successivamente al rilascio della dichiarazione di
conformità, in caso contrario nessun elemento dell'opera contestata sarà contabilizzata.
L'impresa installatrice dovrà eseguire gli impianti a regola d'arte utilizzando allo scopo
materiali e componenti realizzati secondo le norme tecniche di sicurezza emanate
dall'UNI, dai VVF e dal CEI, nel rispetto di quanto prescrive la normativa tecnica vigente.
Ad ultimazione del lavoro l'impresa installatrice dovrà rilasciare, in base all'art. 9 della
Legge n. 46 del 5 marzo 1990 ed all'art. 7 del D.P.R. n. 447 del 6 dicembre 1991 una
dichiarazione di conformità resa in base al modello predisposto dal D.M. 20 febbraio 1992
G.U. n. 49 del 28 febbraio 1992.
Allegato alla dichiarazione di conformità la ditta dovrà pure consegnare gli schemi elettrici
aggiornati ed i disegni, su radex, degli impianti eseguiti.
La mancata ottemperanza alle suddette disposizioni si configura come violazione
contrattuale.
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Le spese di certificazione sono a carico della ditta appaltatrice in quanto tali oneri
sono compresi negli oneri generali.
Sono pure a carico della ditta appaltatrice gli oneri per i disegni da aggiornare a
fine lavoro.
La presente norma non esclude la facoltà dell'Amministrazione di procedere alla richiesta
di risarcimento nei confronti dell'Impresa appaltatrice per danni che l'eventuale ritardo,
conseguente alla inottemperanza di cui sopra, dovesse produrre.
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CAPO IV
--------------------------------------------------------------------------------------------------ELENCHI PREZZI
ART. 11
ELENCO PREZZI CONTRATTUALE
Per la liquidazione delle opere oggetto del presente appalto, verranno utilizzati:
l'Elenco Prezzi allegato al contratto, con l'avvertenza che i singoli articoli nello
stesso riportati sono stati estrapolati, con descrizione sintetica, dai sottoelencati prezziari.
L'apposito elenco relativo al coordinamento della Sicurezza in fase di progettazione
redatto dal professionista incaricato.
I singoli articoli, dell'Elenco Prezzi contrattuale, vanno intesi come lavorazioni,
provviste e noli, secondo la descrizione dei corrispondenti articoli degli elenchi Prezzi di
cui al successivo articolo.
Si precisa che gli elenchi Prezzi di riferimento richiamati al successivo articolo
potranno essere utilizzati per compensare le opere non comprese nel prezziario di
contratto, ma resesi necessarie per la buona riuscita dell'opera, nei limiti quantitativi
indicati dall'art. 132 del D. lgs. 12 aprile 2006, n. 163 - Codice dei contratti pubblici relativi
a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE.
In riferimento ai prezzi relativi al piano di coordinamento della sicurezza in caso di
contrasto vale l'elenco prezzi allegato al C.S.A.
ART. 12
ELENCHI PREZZI DI RIFERIMENTO
Con le precisazioni di cui all'art. 11 viene qui richiamato:
-
Elenco Prezzi di riferimento per Opere e Lavori Pubblici nella Regione Piemonte,
edizione dicembre 2007 (D.G.R. n. 41-8246 del 18.02.2008, BUR n. 10 del
06.03.2008) adottato con Deliberazione della Giunta Comunale del 13/05/2008
esecutiva dal 27 maggio 2008 n.mecc. 200802566/029;
Nuovi prezzi aggiuntivi all’Elenco Prezzi 2007 approvati con deliberazione dalla
Giunta Comunale del 18/12/07, mecc. 0708156/031, esecutiva dal 4/01/08, relativa ad
approvazione del Progetto Definitivo per “INTERVENTI DI MANUTENZIONE
STRAORDINARIA IN EDIFICI SCOLASTICI DELLA CITTA’ PER L’INTEGRAZIONE
OPERE FINALIZZATE ALL’ADEGUAMENTO ANTINCENDIO”;
- Nuovi prezzi aggiuntivi all’Elenco Prezzi di riferimento, di cui è allegata al Progetto la
relativa analisi;
- Nuovi prezzi per la stima analitica dei Costi della Sicurezza desunti dal Prezziario Città
di Cuneo anno 2007 o dal CPT di Roma, anno 2004.
- Elenco Prezzi per la Sicurezza della Città di Torino, Settore Edilizia Scolastica 2004.
Tutti i prezzi richiamati dagli artt. 11 e 12, restano fissi ed invariati per tutta la durata del
contratto e saranno soggetti alla variazione percentuale offerta dalla Ditta aggiudicataria
nella gara di affidamento.
Torino,
Il Progettista
(Geom. Flavio LA CAMERA)
Il Responsabile del Procedimento
e Dirigente di Settore
(Ing. Pierluigi PONCINI)
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