Download PIANO DI SICUREZZA E DI COORDINAMENTO

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Progetto LIFE Natura N. LIFE09NAT/IT/000149
"Conservazione e ripristino di habitat e specie nel Parco Regionale del Bosco Incoronata"
Azione C6 - Miglioramento delle funzionalità dell’habitat prioritario 91AA* – Boschi orientali di Quercia bianca, del bosco planiziale e
eradicazione di specie aliene - Pag. 1
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Progetto LIFE Natura N. LIFE09NAT/IT/000149
"Conservazione e ripristino di habitat e specie nel Parco Regionale del Bosco Incoronata"
Azione C6 - Miglioramento delle funzionalità dell’habitat prioritario 91AA* – Boschi orientali di Quercia bianca, del bosco planiziale e
eradicazione di specie aliene - Pag. 4
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Carabinieri pronto intervento:
tel. 112
Servizio pubblico di emergenza Polizia:
tel. 113
Comando Vvf
tel. 115
Pronto Soccorso
chiamate per soccorso:
tel. 118
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Ai sensi della vigente normativa le imprese che operano in cantiere dovranno custodire presso gli uffici di cantiere la seguente
documentazione:
1.
Notifica preliminare (inviata alla A.S.L. e alla D.P.L. dal committente e consegnata all'impresa esecutrice che la deve
affiggere in cantiere - art. 11, comma 2 D.Lgs. n. 494/96 e s.m.i.);
2.
Piano di Sicurezza e di Coordinamento;
3.
Fascicolo dell'Opera;
4.
Piano Operativo di Sicurezza di ciascuna delle imprese operanti in cantiere e gli eventuali relativi aggiornamenti;
5.
Titolo abilitativo alla esecuzione dei lavori (denuncia di inizio attività, concessione edilizia);
6.
Copia del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato per ciascuna delle imprese operanti in
cantiere;
7.
Certificazione attestante la regolarità contributiva (I.N.P.S., I.N.A.I.L., Cassa Edile) per ciascuna delle imprese operanti in
cantiere;
8.
Certificato di iscrizione alla Cassa Edile per ciascuna delle imprese operanti in cantiere;
9.
Copia del registro degli infortuni per ciascuna delle imprese operanti in cantiere;
10. Copia del libro matricola dei dipendenti per ciascuna delle imprese operanti in cantiere;
11. Verbali di ispezioni effettuate dai funzionari degli enti di controllo che abbiano titolo in materia di ispezioni dei cantieri
(A.S.L., Ispettorato del lavoro, I.S.P.E.S.L., Vigili del fuoco, ecc.);
12. Registro delle visite mediche periodiche e idoneità alla mansione;
13. Certificati di idoneità per lavoratori minorenni;
14. Tesserini di vaccinazione antitetanica.
Inoltre, ove applicabile, dovrà essere conservata negli uffici del cantiere anche la seguente documentazione:
1.
Contratto di appalto (contratto con ciascuna impresa esecutrice e subappaltatrice);
2.
Autorizzazione per eventuale occupazione di suolo pubblico;
3.
Autorizzazioni degli enti competenti per i lavori stradali (eventuali);
4.
Autorizzazioni o nulla osta eventuali degli enti di tutela (Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali, Soprintendenza
archeologica, Assessorato regionale ai Beni Ambientali, ecc.);
5.
Segnalazione all'esercente l'energia elettrica per lavori effettuati a meno di 5 metri dalle linee elettriche stesse.
6.
Denuncia di installazione all'I.S.P.E.S.L. nel caso di portata superiore a 200 kg, con dichiarazione di conformità marchio CE;
7.
Denuncia all'organo di vigilanza dello spostamento degli apparecchi di sollevamento di portata superiore a 200 kg;
8.
Richiesta di visita periodica annuale all'organo di vigilanza degli apparecchi di sollevamento non manuali di portata superiore
a 200 kg;
9.
Documentazione relativa agli apparecchi di sollevamento con capacità superiore ai 200 kg, completi di verbali di verifica
periodica;
10. Verifica trimestrale delle funi, delle catene incluse quelle per l'imbracatura e dei ganci metallici riportata sul libretto di
omologazione degli apparecchi di sollevamenti (DPR 547/55 art. 179);
11. Piano di coordinamento delle gru in caso di interferenza;
12. Libretto d'uso e manutenzione delle macchine e attrezzature presenti sul cantiere;
13. Schede di manutenzione periodica delle macchine e attrezzature;
14. Dichiarazione di conformità delle macchine CE;
15. Libretto matricolare dei recipienti a pressione, completi dei verbali di verifica periodica;
16. Copia di autorizzazione ministeriale all'uso dei ponteggi e copia della relazione tecnica del fabbricante per i ponteggi
metallici fissi;
17. Piano di montaggio, trasformazione, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.) per i ponteggi metallici fissi;
18. Progetto e disegno esecutivo del ponteggio, se alto più di 20 m o non realizzato secondo lo schema tipo riportato in
autorizzazione ministeriale;
19. Dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico da parte dell'installatore;
20. Dichiarazione di conformità dei quadri elettrici da parte dell'installatore;
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21.
22.
23.
24.
Dichiarazione di conformità dell'impianto di messa a terra, effettuata dalla ditta abilitata, prima della messa in esercizio;
Dichiarazione di conformità dell'impianto di protezione dalle scariche atmosferiche, effettuata dalla ditta abilitata;
Denuncia impianto di messa a terra e impianto di protezione contro le scariche atmosferiche (ai sensi del D.P.R. 462/2001);
Comunicazione agli organi di vigilanza della "dichiarazione di conformità " dell'impianto di protezione dalle scariche
atmosferiche.
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INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Le zone di intervento, come si può evincere dalla cartografia allegata al progetto, sono ubicate nel territorio del Comune di Foggia
(FG), in località Bosco dell’Incoronata in Foglio di mappa n° 196, particelle n° 20. Foglio n° 197 particelle n°4 e 5. Esse ricadono
nel Parco Naturale Regionale del Bosco Incoronata e nel SIC (Sito Interesse Comunitario) “Valle Cervaro, Bosco dell’Incoronata”.
.Il Parco naturale regionale “Bosco Incoronata” è ubicato a circa sette chilometri a sud-est dal capoluogo di provincia (Foggia), nel
cuore del Tavoliere delle Puglie, ad una quota di circa 70 m s.l.m.. É delimitato a nord dal fiume Cervaro e a sud dall’antico letto
di questo stesso corso d’acqua. Attualmente l’area protetta misura 1862,69 ettari.
Il Bosco dell’Incoronata si sviluppa lungo l’asse del torrente Cervaro e si allarga nella sua parte terminale che risulta essere per
lo più boscata, comprendendo boschi ripariali, querceti anche da impianto artificiale, eucalipteti, olmeti, formazioni artificiali di
conifere e boschi misti con formazioni di conifere, boschi di latifoglie e vegetazione di macchia. Per quanto riguarda la restante
parte, essa è caratterizzata da superfici coltivate e, nelle immediate prossimità del corso d’acqua, da vegetazione ripariale con salici,
frassini ecc.e cannuccia di palude.
Il bosco di Querce presente all’interno del Bosco rappresenta un lembo superstite dell’antica foresta planiziale che lungo il Cervaro
assume la fisionomia di bosco di pioppi.
I “boschi ripariali” sono localizzati nella parte nord dall’area a ridosso del torrente Cervaro, e sono per la maggior parte boschi a
prevalenza di pioppi euroamericani e di pioppo bianco, vi sono poi boschetti misti di frassino e roverella con spiccata presenza di
cannuccia di palude lungo i fossi dove raggiunge altezze considerevoli anche di 4 m e sporadica presenza di eucalipto.
La Roverella (Quercus pubescens) è presente prevalentemente in formazioni quasi pure ma assai degradate e di dimensioni ridotte
per lasciare il posto a macchie e garighe.
Sono inoltre presenti numerose specie esotiche (eucalipti, ailanto,…).
I pascoli occupano quasi interamente la restante parte della superficie dell’area. Si possono ulteriormente suddividere in: pascoli ricchi di materia organica, localizzati a sud del
rimboschimento di querce e caratterizzati dalla presenza di cardeti o di gramineti, con ferula pressoché dominante e
sparso perastro di origine naturale; - pascoli xerici arborati con querce e pascoli xerici caratterizzati da graminacee a
dominanza di fienarola bulbosa derivanti da fasi regressive causate dall’abuso del pascolo e da incendi.
Attualmente l’area è occupata da un rimboschimento di pini con presenza di eucalipti. La maggior presenza di questa specie esotica
si ferma allo stato dominato. Lo strato arbustivo, molto
fitto, è composto da una rinnovazione di roverella, da individui di pungitopo, di perastro, biancospino, giovani individui di
eucalipto e altre specie esotiche infestanti.
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Si prevede di intervenire in un’area di proprietà comunale con un’estensione pari a 50 ha.L’azione prevede il graduale diradamento
selettivo delle specie esotiche o estranee all’habitat (pini e eucalipti) per favorire la vegetazione di specie autoctone come la
Roverella. Si prevede di creare 11 chiarie ad ettaro di 100 mq ognuna, per un totale di 1.100 mq ad ettaro di chiarie e complessivi
55.000 mq, pari a 5,5 ha, nei 50 ha complessivi dell’area di intervento.
Gli interventi da eseguire sono di seguito riportati:
1. Eliminazione dell’eucalipto attraverso un taglio al colletto di circa 15 cm di larghezza e 5 cm di profondità: cercinatura. Tale
pratica consiste in un’incisione del floema e del cambio allo scopo di interrompere il trasporto della linfa, lasciando resti di
corteccia per il convogliamento di acqua e spore che favoriscano le infezioni fungine. Si è scelto una larghezza di 15 cm della fascia
da tagliare per evitare di intervenire nei per iodi successivi ad eliminare il callo che si formerebbe e che consentirebbe nuovamente
il passaggio del flusso linfatico. Le piante saranno lasciate in piedi a deperire e, in un secondo momento, avranno una funzione di
necromassa utile per ospitare piccoli animali e per la fauna saprofitica.
2. Eliminazione selettiva della vegetazione allo stato arbustivo con attrezzature portatili (motoseghe, decespugliatori), limitatamente
alle specie esotiche o invadenti (eucalipto, rovi), rilasciando le specie tipiche del sottobosco (perastro, biancospino) e le giovani
piantine di roverella che serviranno per far avvenire in modo naturale lo stanziare di questa specie in quest’area.
3. Diradamento selettivo sulle 1.210 piante di pino
4. Raccolta manuale di ghiande di roverella da esemplari secolari presenti nell’area protetta e loro piantumazione non solo nelle
aree dove si sono ottenute le chiarie a seguito dei diradamenti, ma in tutti i 50 ha complessivi di intervento. La raccolta e la
successiva piantumazione delle ghiande saranno eseguite nella fase successiva alle operazioni di taglio e di ripulitura del sottobosco
per avere condizioni di lavoro più favorevoli e per evitare il soffocamento delle giovani plantule.
5. Apertura buche e messa a dimora delle piantine di 1-2 anni di età di specie autoctone acquistate presso vivai certificati della zona
da eseguirsi l’anno successivo all’inizio dell’intera azione.
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Il cantiere è in un'area di esondazione del torrente Cervaro. Si dovrà pertanto porre
attenzione ad eventuali fenomeni meteorici di particolare intensità.
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Quotidianamente si dovranno consultare le previsioni meteorologiche del giorno successivo e verificare l'emanazione di
eventuali allerta meteo della protezione civile al fine di prevenire il verificarsi di fenomeni meteorologici di particolare
intensità che possano pregiudicare la sicurezza fisica dei lavoratori. In caso di allerta meteo che possa interessare il
bacino idrografico del corso d'acqua a monte dell'area di cantiere, l'impresa disporrà la sospensione delle attività
lavorative per tutto il periodo dell'allerta meteo.
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Annegamento durante lavori in bacini o corsi d'acqua, o per venute d'acqua durante scavi all'aperto o in sotterraneo.
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Il Bosco dell’Incoronata è percorso per tutta la sua lunghezza dal torrente Cervaro che forma una grande ansa soprattutto in
corrispondenza del Bosco e questo permette alle acque di rallentare il proprio corso e di alimentare questo ecosistema. Questo
corso d’acqua risulta caratterizzato da deflussi di piena imprevedibili e talora distruttivi, come testimoniato dagli innumerevoli
allagamenti che caratterizzano la zona dell’Incoronata. Generalmente le prime precipitazioni intense autunnali non determinano
deflussi idrici di interesse, tant’è che l’alveo resta asciutto a volte fino a dicembre. Soltanto quando i terreni affioranti nel bacino
imbrifero risultano saturati dalle precipitazioni liquide e solide stagionali, allora improvvisamente si formano onde di piena
caratterizzate da portate e coefficienti di deflusso elevati e di durata contenuta.
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Trattandosi di area agricola, sarà sufficiente delimitare solo i punti di accesso ai lotti di terreno oggetto dei lavori, in grado di
impedire l’accesso di estranei all’area delle lavorazioni. Il sistema di confinamento scelto dovrà offrire adeguate garanzie di
resistenza sia ai tentativi di superamento sia alle intemperie.
Gli angoli sporgenti della recinzione o di altre strutture di cantiere dovranno essere adeguatamente evidenziati, ad esempio, a mezzo
a strisce bianche e rosse trasversali dipinte a tutta altezza.
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L'analisi delle condizioni ambientali in cui si collocherà il cantiere è uno dei passaggi fondamentali per giungere alla progettazione
del cantiere stesso. E' possibile, infatti, individuare rischi che non derivano dalle attività che si svolgeranno all'interno del cantiere
ma che, per così dire, sono "trasferiti" ai lavoratori ivi presenti.
Il cantiere oggetto della presente valutazione, si trova collocato in area di esondazione del torrente Cervaro, ed attiguo a strada
comunale a moderato flusso veicolare.
La possibilità di esondazioni implica che quotidianamente si dovranno consultare le previsioni meteorologiche del giorno
successivo e verificare l'emanazione di eventuali allerta meteo della protezione civile al fine di prevenire il verificarsi di fenomeni
meteorologici di particolare intensità che possano pregiudicare la sicurezza fisica dei lavoratori. In caso di allerta meteo che possa
interessare il bacino idrografico del corso d'acqua a monte dell'area di cantiere, l'impresa principale disporrà la sospensione delle
attività lavorative per tutto il periodo dell'allerta meteo.
Per quanto concerne gli effetti derivanti dalla presenza di viabilità, risulta evidente come i rischi conseguenti siano da individuarsi
nella possibilità di incidenti o investimenti. Per minimizzare tali rischi, si provvederà a posizionare opportuna segnaletica agli
accessi del cantiere e a destinare alcuni operai a facilitare l'immissione nella viabilità ordinaria delle auto e degli automezzi
provenienti dal cantiere (rischio investimento).
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I servizi igienico - assistenziali sono locali ricavati tramite strutture prefabbricate o baraccamenti, nei quali le maestranze possono
usufruire di refettori e servizi igienici.
I servizi igienico - assistenziali dovranno fornire ai lavoratori un refettorio nel quale essi possano consumare il cibo.
I lavoratori dovranno trovare, poi, i servizi igienici.
I servizi sanitari sono definiti dalle attrezzature e dai locali necessari all'attività di pronto soccorso in cantiere: cassetta di pronto
soccorso e pacchetto di medicazione.
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Prima dell'accettazione del piano di sicurezza e coordinamento e/o di eventuali significative modifiche apportate, il datore di lavoro
di ciascuna impresa esecutrice dovrà consultare il rappresentante per la sicurezza per fornirgli gli eventuali chiarimenti sul
contenuto del piano e raccogliere le eventuali proposte che il rappresentante per la sicurezza potrà formulare.
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I datori di lavoro delle imprese esecutrici dovranno trasmette il proprio Piano Operativo al coordinatore per la sicurezza in fase di
esecuzione con ragionevole anticipo rispetto all'inizio dei rispettivi lavori, al fine di consentirgli la verifica della congruità degli
stessi con il Piano di Sicurezza e di Coordinamento.
Il coordinatore dovrà valutare l'idoneità dei Piani Operativi disponendo, se lo riterrà necessario, che essi vengano resi coerenti al
Piano di Sicurezza e Coordinamento; ove i suggerimenti dei datori di lavoro garantiscano una migliore sicurezza del cantiere, potrà,
altresì, decidere di adottarli modificando il Piano di Sicurezza e di Coordinamento.
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Ad eccezione di talune lavorazioni specifiche, come quelle che si svolgono in sotterraneo o nei cassoni ad aria compressa o
nell'industria cinematografica cui è dedicata apposita normativa vigente, in tutte le altre dovranno valutarsi di volta in volta le
condizioni climatiche che vi si stabiliscono.
Il microclima dei luoghi di lavoro dovrà essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto sia dei
metodi di lavoro applicati che degli sforzi fisici imposti ai lavoratori.
Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente (come nelle lavorazioni che si svolgono all'aperto), si deve
provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi
personali di protezione.
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Allo scopo di ridurre i rischi derivanti dalla presenza occasionale di mezzi per la fornitura di materiali, la cui frequenza e quantità è
peraltro variabile anche secondo lo stato di evoluzione dei lavori, si procederà a redigere un programma degli accessi, correlato al
programma dei lavori.
In funzione di tale programma, al cui aggiornamento saranno chiamati a collaborare con tempestività i datori di lavoro delle varie
imprese presenti in cantiere, si prevederanno adeguate aree di carico e scarico nel cantiere, e personale a terra per guidare i mezzi
all'interno del cantiere stesso.
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Le zone di carico e scarico saranno posizionate in prossimità dell'accesso carrabile.
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Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) guanti; b) casco; c) occhiali
protettivi; d) calzature di sicurezza con suola antisdrucciolo e imperforabile e puntale d'acciaio.
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Progetto LIFE Natura N. LIFE09NAT/IT/000149
"Conservazione e ripristino di habitat e specie nel Parco Regionale del Bosco Incoronata"
Azione C6 - Miglioramento delle funzionalità dell’habitat prioritario 91AA* – Boschi orientali di Quercia bianca, del bosco planiziale e
eradicazione di specie aliene - Pag. 14
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Analisi dei livelli di esposizione al rumore con riferimento alla Scheda di Gruppo Omogeneo n. 285.2 del C.P.T. Torino
(Manutenzione verde - Manutenzione verde).
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Sulla settimana di maggiore esposizione è "Superiore a 85 dB(A)"; sull’attività di tutto il cantiere è "Superiore a 85 dB(A)".
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A
Sorveglianza sanitaria per i lavoratori. i lavoratori la cui esposizione al rumore eccede i valori superiori di azione
(Lex > 85 dB(A) sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui all'articolo 16 del D.Lgs. 19/9/1994 n. 626. La
sorveglianza e' effettuata dal medico competente e comprende: a) accertamenti preventivi intesi a constatare l'assenza di
controindicazioni al lavoro cui i lavoratori sono destinati, ai fini della valutazione della loro idoneità alla mansione
specifica; b) accertamenti periodici per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità
alla mansione specifica.
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A
Informazione e Formazione dei lavoratori. Nell'ambito degli obblighi di cui agli articoli 21 e 22 del D.Lgs. 19/9/1994
n. 626, i lavoratori esposti a valori uguali o superiori ai valori inferiori di azione sono informati e formati in relazione ai
rischi provenienti dall'esposizione al rumore, con particolare riferimento: a) alla natura di detti rischi; b) alle misure
adottate in applicazione del presente titolo volte a eliminare o ridurre al minimo il rischio derivante dal rumore, incluse
le circostanze in cui si applicano dette misure; c) ai valori limite di esposizione e ai valori di azione di cui all'articolo
49-quater del D.Lgs. 19/9/1994 n. 626; d) ai risultati delle valutazioni e misurazioni del rumore effettuate in
applicazione dell'articolo 49-quinquies del D.Lgs. 19/9/1994 n. 626 insieme a una spiegazione del loro significato e dei
rischi potenziali; e) all'uso corretto dei dispositivi di protezione individuale dell'udito (art. 43 comma 5 del D.Lgs.
19/9/1994 n. 626); f) all'utilità e ai mezzi impiegati per individuare e segnalare sintomi di danni all'udito; g) alle
circostanze nelle quali i lavoratori hanno diritto a una sorveglianza sanitaria e all'obiettivo della stessa; h) alle procedure
di lavoro sicure per ridurre al minimo l'esposizione al rumore.
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A
Misure di prevenzione e protezione. Al fine di eliminare i rischi alla fonte o di ridurli al minimo e, in ogni caso, a
livelli non superiori ai valori limite di esposizione le misure di prevenzione e protezione riguardano: a) adozione di
metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore; b) scelta di attrezzature di lavoro adeguate, tenuto
conto del lavoro da svolgere, che emettano il minor rumore possibile, inclusa l'eventualità di rendere disponibili ai
lavoratori attrezzature di lavoro conformi ai requisiti di cui al titolo III del D.Lgs. 19/9/1994 n. 626, il cui obiettivo o
effetto è di limitare l'esposizione al rumore; c) progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro; d) adeguata
informazione e formazione sull'uso corretto delle attrezzature di lavoro in modo da ridurre al minimo l'esposizione al
rumore dei lavoratori; e) adozione di misure tecniche per il contenimento del rumore trasmesso per via aerea, quali
schermature, involucri o rivestimenti realizzati con materiali fonoassorbenti e/o adozione di misure tecniche per il
contenimento del rumore strutturale, quali sistemi di smorzamento o di isolamento; f) opportuni programmi di
manutenzione delle attrezzature e macchine di lavoro, del luogo di lavoro e dei sistemi sul posto di lavoro; g) riduzione
del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione e della durata e dell'intensità
dell'esposizione e l'adozione di orari di lavoro appropriati, con sufficienti periodi di riposo.
Locali di riposo. Nel caso in cui, data la natura dell'attività, il lavoratore benefici dell'utilizzo di locali di riposo messa a
disposizione dal datore di lavoro, il rumore in questi locali e' ridotto a un livello compatibile con il loro scopo e le loro
condizioni di utilizzo.
Segnalazione e delimitazione zone ad elevata rumorosità. I luoghi di lavoro dove i lavoratori sono esposti ad un
rumore al di sopra dei valori superiori di azione sono indicati da appositi segnali. Dette aree sono inoltre delimitate e
l'accesso alle stesse è limitato, ove ciò sia tecnicamente possibile e giustificato dal rischio di esposizione.
Programma di misure tecniche e organizzative. Elaborazione ed applicazione di un programma di misure tecniche e
organizzative volte a ridurre l'esposizione al rumore, considerando in particolare le misure di prevenzione e protezione
sopra elencate.
Istruzioni per gli addetti.
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"Conservazione e ripristino di habitat e specie nel Parco Regionale del Bosco Incoronata"
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eradicazione di specie aliene - Pag. 15
1) I carter ed i rivestimenti degli organi motore devono essere tenuti chiusi.
2) Non lasciare in funzione i motori durante le soste prolungate di lavorazione.
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A
Uso dei Dispositivi di protezione individuale. Durante le seguenti attività e con le rispettive indicazioni in merito alla
protezione dell’udito i lavoratori sono forniti di specifici DPI dell’udito:
1) Preparazione terreno (utilizzo motocoltivatore) (B416), protezione dell'udito Obbligatoria, DPI dell’udito Generico
(cuffie o inserti) (valore di attenuazione 12 dB(A)).
2) Utilizzo tagliaerba e/o decespugliatore (B638), protezione dell'udito Obbligatoria, DPI dell’udito Generico (cuffie o
inserti) (valore di attenuazione 12 dB(A)).
Si prevede per i lavoratori adeguato addestramento sull’uso dei dispositivi dell’udito (art. 43 comma 5 del D.Lgs.
19/9/1994 n. 626).
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Analisi delle attività e dei tempi di esposizione con riferimento alla Scheda di Gruppo Omogeneo n. 285.2 del C.P.T. Torino
(Manutenzione verde - Manutenzione verde): a) preparazione terreno (utilizzo motocoltivatore) per 35%; b) utilizzo tagliaerba e/o
decespugliatore a motore per 35%.
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Mano-Braccio (HAV) A(8) = 3.75 m/s² (T.Eff. = 56%): "Compreso tra 2,5 e 5,0 m/s²"; Corpo Intero (WBV) A(8) = 0 m/s² (T.Eff. =
0%): "Non presente".
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A
Sorveglianza sanitaria per i lavoratori. I lavoratori esposti a livelli di vibrazioni superiori ai valori d'azione devono
essere sottoposti a sorveglianza sanitaria obbligatoria di cui all'articolo 16 del D.Lgs. 19/9/1994 n. 626. Detto controllo
prevede: a) un accertamento preventivo inteso a constatare l'assenza di controindicazioni al lavoro cui i lavoratori sono
destinati, ai fini della loro idoneità alla mansione specifica; b) accertamento periodico, di norma una volta l'anno o con
periodicità diversa decisa dal medico competente in funzione della valutazione del rischio.
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A
Informazione e formazione dei lavoratori. Nelle attività che comportano una esposizione a rischi derivanti da
vibrazioni, il datore di lavoro provvede a che i lavoratori ricevano informazioni e una formazione adeguata con
particolare riguardo a: a) le misure adottate a eliminare o ridurre al minimo i rischi derivanti dalle vibrazioni
meccaniche; b) i valori limite di esposizione e ai valori d'azione; c) i risultati delle valutazioni e misurazioni delle
vibrazioni meccaniche effettuate e alle potenziali lesioni derivanti dalle attrezzature di lavoro utilizzate; d) l'utilità e il
modo di individuare e di segnalare sintomi e lesioni; e) le circostanze nelle quali i lavoratori hanno diritto a una
sorveglianza sanitaria; f) le procedure di lavoro sicure per ridurre al minimo l'esposizione a vibrazioni meccaniche.
Formazione e addestramento uso DPI. Il datore di lavoro assicura una formazione adeguata e organizza, se
necessario, uno specifico addestramento circa l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI.
Formazione specifica uso macchina/attrezzo. Il datore di lavoro, quando sono superati i valori d'azione, assicura una
formazione adeguata e organizza uno specifico addestramento circa l'uso corretto e sicuro delle macchine e/o
attrezzature di lavoro, in modo da ridurre al minimo la loro esposizione a vibrazioni meccaniche.
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A
Misure generali. Il datore di lavoro elimina i rischi alla fonte o li riduce al minimo e, in ogni caso, a livelli non
superiori ai valori limite di esposizione.
Acquisto di nuove attrezzature o macchine condotte a mano. Il datore di lavoro privilegia, all'atto dell'acquisto di
nuove attrezzature o macchine condotte a mano, quelle che espongono a minori livelli di vibrazioni. Inderogabile per
A(8) > 5 m/s2.
Adozione di metodi di lavoro. Il datore di lavoro adotta i cicli di lavoro che consentano di alternare periodi di
esposizione a vibrazione a periodi in cui il lavoratore non sia esposto a vibrazione.
Adozione di sistemi di lavoro. Il datore di lavoro adotta sistemi di lavoro ergonomici che consentano di ridurre al
minimo la forza di prensione o spinta da applicare all'utensile.
Manutenzione attrezzi o macchine condotte a mano. Il datore di lavoro adotta un programma di manutenzione
regolare e periodico degli attrezzi o macchine condotte a mano.
Utilizzo corretto di attrezzi o macchine condotte a mano. I lavoratori devono applicare le modalità corrette di
prensione e di impugnatura delle attrezzature o macchine condotte a mano in conformità alla formazione ricevuta.
Procedure di lavoro e esercizi alle mani. I lavoratori devono assicurarsi di avere le mani riscaldate prima e durante il
turno di lavoro ed effettuare esercizi e massaggi alle mani durante le pause di lavoro in conformità alla formazione
ricevuta.
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Fornitura di indumenti per la protezione dal freddo e l'umidità. Il datore di lavoro fornisce, ai lavoratori esposti alle
vibrazioni, indumenti per la protezione dal freddo e dall'umidità.
Fornitura di DPI (guanti antivibranti). Il datore di lavoro fornisce, ai lavoratori esposti alle vibrazioni, guanti che
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eradicazione di specie aliene - Pag. 16
attenuano la vibrazione trasmessa al sistema mano-braccio.
Fornitura di DPI (maniglie antivibranti). Il datore di lavoro fornisce, ai lavoratori esposti alle vibrazioni, maniglie
che attenuano la vibrazione trasmessa al sistema mano-braccio.
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Gli attrezzi manuali (picconi, badili, martelli, tenaglie, cazzuole, frattazzi, chiavi, scalpelli, ecc.), presenti in tutte le fasi lavorative,
sono sostanzialmente costituiti da una parte destinata all'impugnatura, in legno o in acciaio, ed un'altra, variamente conformata, alla
specifica funzione svolta.
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Prima dell'uso: 1) Accertati del buono stato della parte lavorativa dell'utensile; 2) Assicurati del buono stato del
manico e del suo efficace fissaggio.
Durante l'uso: 1) Utilizza idonei paracolpi quando utilizzi punte e/o scalpelli; 2) Quando si utilizzano attrezzi ad
impatto, provvedi ad allontanare adeguatamente terzi presenti; 3) Assumi una posizione stabile e corretta; 4) Evita di
abbandonare gli attrezzi nei passaggi (in particolare se sopraelevati), provvedendo a riporli negli appositi contenitori.
Dopo l'uso: 1) Riponi correttamente l'utensile, verificandone lo stato di usura.
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Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) calzature di sicurezza;
c) occhiali; d) guanti.
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Attrezzatura a motore per operazioni di pulizia di aree incolte (insediamento di cantiere, pulizia di declivi, pulizia di cunette o
scarpa di rilevati stradali, ecc.).
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Prima dell'uso: 1) Accertati dell'integrità delle protezioni dagli organi lavoratori; 2) Assicurati che siano stati
correttamente ed efficacemente fissati gli organi lavoratori; accertati che i dispositivi di accensione ed arresto
funzionino correttamente.
Durante l'uso: 1) Provvedi a delimitare la zona di lavoro, impedendo a chiunque il transito o la sosta; 2) Assumi una
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posizione stabile e ben equilibrata prima di procedere nel lavoro; 3) Evita assolutamente di manomettere le protezioni;
durante i rifornimenti, spegni il motore, evita di fumare ed accertati dell'assenza di fiamme libere in adiacenza della
macchina; 4) Informa tempestivamente il preposto e/o il datore di lavoro, di malfunzionamenti o pericoli che dovessero
evidenziarsi durante il lavoro.
Dopo l'uso: 1) Pulisci l'attrezzo ed accertati dell'integrità della lama o del rocchetto portafilo.
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Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) calzature di sicurezza;
c) visiera; d) maschere (se presenti nell'aria polveri o sostanze nocive); e) otoprotettori; f) guanti antivibrazioni; g)
grembiule.
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Motosega con motore a combustione interna a due tempi alimentato solitamente con una miscela olio-benzina o elettrico, "guide
bar" che serve a trasmettere il movimento dal motore alla catena che funge da lama per il taglio di materiale vegetale di piccolo e
grande diametro.
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Prima dell'uso: 1) Assicurati della presenza e efficienza del carter di protezione; 2) Accertati che le feritoie di
raffreddamento, presenti sull'involucro esterno dell'utensile, siano pulite e libere da qualsivoglia ostruzione; 3)
Accertati del corretto fissaggio della catena; 4) Assicurati del buon funzionamento dei dispositivi di avviamento ed
arresto: in particolare accertati del buon funzionamento del dispositivo di avviamento "a uomo presente"; 5) Assicurati
dell'integrità della spina e del cavo di alimentazione; 6) Accertati che l'utensile sia a doppio isolamento (220V), o
alimentato a bassissima tensione di sicurezza (50V), comunque non collegato elettricamente a terra; 7) Provvedi a
delimitare la zona di lavoro, impedendo a chiunque il transito o la sosta; 8) Provvedi a segnalare la zona esposta a
livello di rumorosità elevato; 9) Assicurati dell'assenza di impianti in tensione nell'area di lavoro; 10) Assicurati che il
cavo di alimentazione non arrechi intralcio durante la lavorazione; 11) Assicurati dell'integrità dei tubi e delle
connessioni col compressore, accertandoti che non intralcino i passaggi e non siano esposti a danneggiamenti (per
alimentazione idraulica tramite compressore ad aria compressa).
Durante l'uso: 1) Assumi una posizione stabile e ben equilibrata prima di procedere nel lavoro; 2) Accertati di
utilizzare catene idonee alla lavorazione; 3) Evita assolutamente di manomettere le protezioni; 4) Evita assolutamente
di effettuare qualsiasi operazione di pulizia o registrazione su gli organi in movimento; 5) Durante le pause di lavoro,
ricordati di interrompere l'alimentazione elettrica o l'afflusso di aria dal compressore (per alimentazione idraulica
tramite compressore ad aria compressa); 6) Informa tempestivamente il preposto e/o il datore di lavoro, di
malfunzionamenti o pericoli che dovessero evidenziarsi durante il lavoro.
Dopo l'uso: 1) Assicurati di aver interrotto il collegamento elettrico o spento la macchina (nel caso di alimentazione
con motore endotermico); 2) Effettua tutte le operazioni di revisione e manutenzione dell'attrezzo secondo quanto
indicato nel libretto e sempre dopo esserti accertato che la macchina sia spenta e non riavviabile da terzi
accidentalmente.
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Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) calzature di sicurezza;
c) occhiali; d) otoprotettori; e) guanti.
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La scala semplice è un'attrezzatura di lavoro costituita da due montanti paralleli, collegati tra loro da una serie di pioli trasversali
incastrati e distanziati in egual misura. Viene adoperata per superare dislivelli o effettuare operazioni di carattere temporaneo a
quote non altrimenti raggiungibili: discesa in scavi o pozzi, salita su opere provvisionali, opere di finitura ed impiantistiche.
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eradicazione di specie aliene - Pag. 19
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Modalità d'utilizzo: 1) Se utilizzi una scala non vincolata, essa deve essere trattenuta al piede da altro lavoratore; 2)
Nel caso in cui sia possibile agganciare adeguatamente la scala, provvedi ad agganciare la cintura di sicurezza ad un
piolo della scala stessa; 3) Non effettuare spostamenti laterali della scala se su di essa è presente un lavoratore; 4)
Evita l'uso di scale eccessivamente sporgenti oltre il piano di arrivo; 5) Sia nella salita che nella discesa, utilizza la
scala sempre rivolgendoti verso di essa; 6) Ricordati che non è consentita la contemporanea presenza di più lavoratori
sulla scala; 7) Se utilizzi scale ad elementi innestabili per effettuare lavori in quota, assicurati che sia presente una
persona a terra che effettui una vigilanza continua sulla scala stessa.
Principali modalità di posa in opera: 1) La lunghezza della scala in opera non deve superare i m 15; 2) Per
lunghezze superiori agli m 8 devono essere munite di rompitratta; 3) La scala deve superare di almeno m 1 il piano di
accesso (è possibile far proseguire un solo montante efficacemente fissato); 4) Deve essere curata, inoltre, la
corrispondenza del piolo con lo stesso; 5) Le scale usate per l'accesso a piani successivi non devono essere poste una in
prosecuzione dell'altra; 6) Le scale poste sul filo esterno di una costruzione od opere provvisionali (ponteggi) devono
essere dotate di corrimano e parapetto; 7) La scala deve distare dalla verticale di appoggio di una misura pari ad 1/4
della propria lunghezza; 8) E' vietata la riparazione dei pioli rotti con listelli di legno chiodati sui montanti; 9) Le scale
posizionate su terreno cedevole vanno appoggiate su un'unica tavola di ripartizione; 10) Il sito dove viene installata la
scala deve essere sgombro da eventuali materiali e lontano dai passaggi.
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Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) calzature di sicurezza;
c) guanti.
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eradicazione di specie aliene - Pag. 20
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La cippatrice è una macchina usata per ridurre in piccole scaglie il legno. Le più comuni cippatrici sono di due tipi: cippatrice a
disco e cippatrice a tamburo.
Le cippatrici, a seconda delle dimensioni e della potenza, sono in grado di lavorare ramaglie di pochi millimetri di diametro fino a
piante intere con tronco e chioma per modelli industriali con potenze di centinaia di kW.
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Lesioni per punture, tagli, abrasioni di parte del corpo per contatto accidentale dell'operatore con elementi taglienti o
pungenti o comunque capaci di procurare lesioni.
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Prima dell'uso: 1) Controlla tutti i dispositivi di segnalazione (acustici e luminosi) e i gruppi ottici di illuminazione;
controlla tutti i comandi e i dispositivi frenanti; 2) Verifica che siano correttamente disposte tutte le protezioni da
organi in movimento (disco, tamburo, ecc); 3) Accertati che l'area di lavoro sia stata adeguatamente segnalata e che il
traffico veicolare sia stato deviato a distanza di sicurezza; 4) Durante gli spostamenti del mezzo, aziona il girofaro.
Durante l'uso: 1) Evitare assolutamente di allontanarsi dai comandi durante le lavorazioni; 2) Durante i rifornimenti,
spegni il motore, evita di fumare ed accertati dell'assenza di fiamme libere in adiacenza del mezzo; 3) Informa
tempestivamente il preposto e/o il datore di lavoro, di malfunzionamenti o pericoli che dovessero evidenziarsi durante il
lavoro.
Dopo l'uso: 1) Effettua tutte le operazioni di revisione e manutenzione della macchina secondo quanto indicato nel
libretto del mezzo e sempre dopo esserti accertato che i motori siano spenti e non riavviabili da terzi accidentalmente.
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Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) copricapo; b) calzature di
sicurezza; c) otoprotettori; d) guanti; e) indumenti protettivi (tute).
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Il trattore è una macchina adibita al traino (di altri automezzi, di carrelli, ecc.) e/o al funzionamento di altre macchine fornendo, a
questo scopo, anche una presa di forza.
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Progetto LIFE Natura N. LIFE09NAT/IT/000149
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Prima dell'uso: 1) Controlla tutti i dispositivi di segnalazione (acustici e luminosi) e i gruppi ottici di illuminazione;
2) Controlla tutti i comandi e i dispositivi frenanti; 3) Nel cantiere procedi a velocità moderata, nel rispetto dei limiti
ivi stabiliti; in prossimità dei posti di lavoro procedi a passo d'uomo; 4) Durante gli spostamenti del mezzo, aziona il
girofaro; 5) Evita di collegare eventuali macchinari alla presa di forza, con il motore il funzione.
Durante l'uso: 1) Evita assolutamente di scendere dal mezzo con macchine semoventi collegate alla presa di forza, con
il motore in funzione; 2) Evita di utilizzare il mezzo all'interno di locali chiusi o poco ventilati; 3) Durante i
rifornimenti, spegni il motore, evita di fumare ed accertati dell'assenza di fiamme libere in adiacenza del mezzo; 4)
Informa tempestivamente il preposto e/o il datore di lavoro, di malfunzionamenti o pericoli che dovessero evidenziarsi
durante il lavoro.
Dopo l'uso: 1) Azionare il freno di stazionamento; 2) Posiziona il mezzo nelle aree di sosta appositamente
predisposte, assicurandoti di aver azionato il freno di stazionamento; 3) Effettua tutte le operazioni di revisione e
manutenzione della macchina secondo quanto indicato nel libretto del mezzo e sempre dopo esserti accertato che i
motori siano spenti e non riavviabili da terzi accidentalmente.
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"Conservazione e ripristino di habitat e specie nel Parco Regionale del Bosco Incoronata"
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Apparecchi di sollevamento: (tipo gru, argani, elevatori a cavalletto e a palo, ecc.),
gli stessi potranno essere utilizzati dalle altre imprese appaltanti o sub appaltanti
previa autorizzazione anche verbale dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può
essere concessa solo se vengono rispettati gli standard di sicurezza di legge); il
mantenimento delle adeguate condizioni di sicurezza e di manutenzione dei citati
impianti compete all'impresa che li detiene salvo accordo raggiunto con gli altri
datori di lavoro che li utilizzano. L'uso degli apparecchi di sollevamento è
comunque sempre limitato a personale esperto delle imprese o dei lavoratori
autonomi. Prima della consegna dell'apparecchio ad altra impresa, l'impresa che lo
detiene fornisce tutte le informazioni sullo stato d'uso dell'apparecchio ed eventuali
raccomandazioni per il suo utilizzo.
Macchine operatrici, macchine utensili, attrezzi di lavoro: le stesse potranno essere
concesse alle altre imprese appaltanti o sub appaltanti previa autorizzazione, anche
verbale, dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può essere concessa solo se
vengono rispettati gli standard di sicurezza di legge); il mantenimento delle
adeguate condizioni di sicurezza e di manutenzione delle macchine e delle
attrezzature compete all'impresa che li detiene salvo, accordo raggiunto con gli altri
datori di lavoro che le utilizzano. L'uso delle macchine e delle attrezzature citate è
tuttavia concesso solo al personale in possesso di adeguata formazione ed
addestramento. Prima della consegna dell'apparecchio ad altra impresa, l'impresa
che lo detiene fornisce tutte le informazioni sullo stato d'uso dell'apparecchio ed
eventuali raccomandazioni per il suo utilizzo.
Informazioni e segnalazioni: in aggiunta alle informazioni di carattere generale
fornite agli addetti ai lavori dalle imprese esecutrici, ulteriori informazioni,
riguardanti la sicurezza sul lavoro, dovranno essere fornite secondo necessità
mediante scritte, avvisi o segnalazioni convenzionali, il cui significato dovrà essere
preventivamente chiarito alle maestranze addette. Le modalità di impiego degli
apparecchi di sollevamento, di trasporto ed i segnali prestabiliti per l'esecuzione
delle manovre dovranno essere richiamati mediante avvisi chiaramente leggibili.
Eventuali punti di particolare pericolo dovranno essere contraddistinti con
segnaletica atta a trasmettere messaggi di avvertimento, divieto, prescrizione e
salvataggio.
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Si fa obbligo a tutte le imprese appaltatrici e sub-appaltatrici dirette o indirette, ivi
compresi i lavoratori autonomi, di attenersi alle norme di coordinamento e
cooperazione indicate nel presente documento.
Durante l'espletamento dei lavori, il coordinatore per l'esecuzione provvederà,
qualora lo ritenesse necessario, ad indire delle riunioni di coordinamento tra le varie
imprese e i lavoratori autonomi, intese a meglio definire le linee di azione ai fini
della salvaguardia della sicurezza e della salute dei lavoratori.
Per quanto attiene lo scambio di reciproche informazioni tra le varie imprese ed i
lavoratori autonomi, questi dovranno attenersi alle indicazioni di legge con
particolare riferimento all'articolo 95 lettera g) del D.Lgs.81/2008.
Nello specifico, tra le imprese dovrà sussistere una cooperazione circa l'attuazione
delle misure di prevenzione e protezione dai rischi incidenti sull'attività lavorativa
oggetto dell'appalto; gli interventi di prevenzione e protezione dai rischi cui sono
esposti i lavoratori, peraltro indicati nella relazione tecnica di analisi delle fasi di
lavoro, dovranno essere coordinati anche tramite informazioni reciproche necessari
ad individuare rischi da interferenze tra i lavori delle imprese coinvolte
nell'esecuzione delle opere.
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Norme da seguire in caso di infortuni
IN CASO D’INFORTUNIO O MALORE verrà inoltrata una chiamata al
SOCCORSO PUBBLICO componendo il numero telefonico 118
Norme generali relative alla evacuazione del cantiere
L'impresa principale e le altre imprese individuano, tra le persone alle sue
dipendenze, colui o coloro che sono addetti all'emergenza.
Le operazioni di evacuazione sono dirette dal capocantiere che ha anche il compito
di avvisare telefonicamente i mezzi di soccorso. I lavoratori sono formati e
informati sulle modalità di evacuazione.
Procedure da seguire in caso di temporali
In presenza di perturbazioni atmosferiche a carattere temporalesco tutte le
lavorazioni all'aperto sono sospese.
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Al presente Piano di Sicurezza e Coordinamento sono allegati i seguenti elaborati, da considerarsi parte integrante del Piano stesso:
Allegato "A" - Diagramma di Gantt (Cronoprogramma dei lavori);
Allegato "B" - Analisi e valutazione dei rischi (Probabilità ed entità del danno, valutazione dell'esposizione al rumore e alle
vibrazioni;
Allegato "C" - Stima dei costi della sicurezza;
si allegano, altresì:
· planimetria del cantiere;
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Azione C6 - Miglioramento delle funzionalità dell’habitat prioritario 91AA* – Boschi orientali di Quercia bianca, del bosco planiziale e
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Per ogni lavoratore vengono individuate i relative pericoli connessi con le lavorazioni stesse, le attrezzature impiegate e le eventuali
sostanze utilizzate.
I rischi sono stati analizzati in riferimento ai pericoli correlate alle diverse attività, alla gravità del danno, alla probabilità di
accadimento ed alle norme di legge e di buona tecnica.
La stima del rischio, necessaria per definire le priorità negli interventi correttivi, è stata effettuata tenendo conto di:
1)
Entità del danno [E], funzione del numero di persone coinvolte e delle conseguenze sulle persone in base a eventuali
conoscenze statistiche o a previsioni ipotizzabili. Il valore numerico riportato nelle valutazioni è il seguente: [E1]=1
(lieve); [E2]=2 (serio); [E3]=3 (grave); [E4]=4 (gravissimo);
2)
Probabilità di accadimento [P], funzione delle condizioni di sicurezza legate principalmente a valutazioni sullo stato di
fatto tecnico. Il valore numerico riportato nelle valutazioni è il seguente: [P1]=1 (bassissima); [P2]=2 (bassa); [P3]=3
(media); [P4]=4 (alta).
Il valore numerico della valutazione del rischio riportato nelle valutazioni è dato dal prodotto dell’Entità del danno [E] per la
Probabilità di accadimento [P] e può assumere valori compresi da 1 a 12.
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planiziale e eradicazione di specie aliene - Pag. 3
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La valutazione del rischio rumore è stata effettuata, relativamente al cantiere sito in Foggia (FG) alla Parco Naturale Regionale
Bosco Incoronata, tenendo conto delle caratteristiche dell’attività di costruzioni, sulla scorta di dati derivanti da una serie di
rilevazioni condotte dal Comitato Paritetico Territoriale per la Prevenzione degli Infortuni, l’Igiene e l’Ambiente di Lavoro di
Torino e Provincia in numerosi cantieri, uffici, magazzini e officine variamente ubicati a seguito di specifiche ricerche sulla
valutazione del rumore durante il lavoro nelle attività edili, realizzate negli anni 1991-1993 ed aggiornate negli anni 1999-2000.
La ricerca condotta dal CPT (che è stata sottoposta a verifica in funzione delle nuove indicazioni normative contenute nel D.Lgs.
195/06), ha preso a riferimento, tra gli altri, i seguenti elementi:
1)
principi generali di tutela di cui all’art. 3 del D.Lgs. 19/9/1994 n. 626;
2)
altre disposizioni legislative (es. D.Lgs. 10/4/2006 n. 195, D.P.R. 19/3//1956 n. 303, D.Lgs. 15/8/1991 n. 277, D.Lgs.
19/9/1994 n. 626)
3)
norme di buona tecnica nazionali ed internazionali;
e ha portato alla mappatura della rumorosità nel settore delle costruzioni attraverso una serie di rilevazioni strumentali specifiche in
ottemperanza alle norme di buona tecnica.
In tutti i casi i metodi e le apparecchiature utilizzate sono state adattate alle condizioni prevalenti, con particolare riferimento alle
seguenti situazioni:
1)
caratteristiche del rumore misurato;
2)
durata dell’esposizione a rumore;
3)
presenza dei fattori ambientali;
4)
caratteristiche proprie degli apparecchi di misurazione.
La valutazione del rumore riportata di seguito è stata eseguita prendendo in considerazione in particolare:
1)
il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, ivi compresa l’eventuale esposizione a rumore impulsivo;
2)
i valori limite di esposizione ed i valori, superiori ed inferiori, di azione di cui all’art. 49-quater del D.Lgs. 19/9/1994 n.
626;
3)
gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore e quelli derivanti da eventuali
interazioni tra rumore e sostanze ototossiche connesse con l’attività svolta e tra rumore e vibrazioni;
4)
gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra rumore e segnali di
avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di infortuni;
5)
le informazioni sull’emissione di rumore fornite dai costruttori di attrezzature e macchinari in conformità alle vigenti
disposizioni in materia e l’eventuale esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l’emissione di
rumore;
6)
l’eventuale prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre all’orario di lavoro normale;
7)
le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria e dalla letteratura scientifica disponibile;
8)
la disponibilità di DPI con adeguate caratteristiche di attenuazione.
Ai fini del calcolo, preventivo, del livello di esposizione personale al rumore dei lavoratori si è proceduto come segue:
1)
suddivisone dei lavoratori operanti in cantiere esposti al rischio rumore secondo le mansioni espletate;
2)
individuazione, per ogni mansione, delle attività svolte e per ognuna di esse del livello di esposizione media equivalente
Leq in dB(A) e delle percentuali di tempo dedicato alle attività relative all’esposizione massima settimanale e all’intera
durata del cantiere, questi dati sono direttamente deducibili sulla scorta di quelli derivanti dalle rilevazioni condotte dal
CPT di Torino ed in particolare dalle schede di valutazione del rumore per gruppi omogenei di lavoratori elaborate dal
CPT di Torino;
3)
calcolo per ciascuna mansione, del livelli di esposizione personale LEX,8h e LEX,8h (effettivo) in dB(A) riferiti all’attività svolta
per la settimana di massima esposizione (comma 2 art. 49-quater D.Lgs 19/9/1994 n. 626) e all’attività svolta per l’intera
durata del cantiere, stima dell’efficacia dei dispositivi di protezione individuale dell’udito scelti (comma 1 art. 49-septies
D.Lgs 19/9/1994 n. 626).
L’attività di prevenzione e protezione è sempre riferita all’ esposizione massima settimanale, a tal fine in base risultati
ottenuti dal calcolo del livello di esposizione personale si è individuata per ogni mansione una fascia di appartenenza riferita
ai livelli di azione inferiore e superiore. Tutte le disposizioni derivanti dall’ attività di prevenzione e protezione sono riportate
nel Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) di cui il presente documento è un allegato.
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Condizioni di misura - I rilievi fonometri sono stati effettuati nelle seguenti condizioni operative:
1)
reparto a normale regime di funzionamento;
2)
la macchina in esame in condizioni operative di massima emissione sonora;
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planiziale e eradicazione di specie aliene - Pag. 4
Punti e metodi di misura - I rilievi fonometri sono stati effettuati secondo la seguente metodologia:
1)
fasi di lavoro che prevedono la presenza continuativa degli addetti: le misure sono state effettuate in punti fissi ubicati in
corrispondenza della postazione di lavoro occupata dal lavoratore nello svolgimento della propria mansione;
2)
fasi di lavoro che comportano lo spostamento degli addetti lungo le diverse fonti di rumorosità: le misure sono state
effettuate seguendo i movimenti dell’operatore e sono state protratte per un tempo sufficiente a descrivere la variabilità
dei livelli sonori.
Posizionamento del microfono:
1)
fasi di lavoro che non richiedono necessariamente la presenza del lavoratore: il microfono è stato posizionato in
corrispondenza della posizione occupata dalla testa del lavoratore;
2)
fasi di lavoro che richiedono necessariamente la presenza del lavoratore: il microfono è stato posizionato a circa 0,1 mt.
di fronte all’orecchio esposto al livello più alto di rumore.
Tempi di misura - Per ogni singolo rilievo è stato scelto un tempo di misura congruo al fine di valutare l’esposizione al rumore dei
lavoratori. In particolare si considera soddisfatta la condizione suddetta, quando il livello equivalente di pressione sonora si
stabilizza entro 0,2 dB(A).
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Secondo il D.Lgs. 15/8/1991 n. 277 allegato VI per l’effettuazione delle misure devono essere utilizzati strumenti di classe 1 come
definiti dagli standards IEC 651 e 804 e tale strumentazione deve essere tarata annualmente.
Per le misurazioni e le analisi dei dati rilevati di cui alla presente relazione (anni 1991-1993) sono stati utilizzati i seguenti
strumenti:
1)
analizzatore Real Time Bruel & Kjaer mod. 2143 (analisi in frequenza delle registrazioni su nastro magnetico);
2)
registratore Marantz CP 230;
3)
n. 1 fonometro integratore Bruel & Kjaer mod. 2230 matricola 1624440;
4)
n. 2 fonometri integratori Bruel & Kjaer mod. 2221 matricola 1644549 e matricola 1644550;
5)
n. 3 microfoni omnidirezionali Bruel & Kjaer:
a)
mod. 4155 matricola 1643684 da 1/2" calibrato presso il laboratorio I.E.C. il 14.1.1992 (certificato n. 92011M);
b)
mod. 4155 matricola 1640487 da 1/2" calibrato presso il laboratorio I.E.C. il 14.1.1992 (certificato n. 92012M);
c)
mod. 4155 matricola 1640486 da 1/2" calibrato presso il laboratorio I.E.C. il 14.1.1992 (certificato n. 92015M);
6)
n. 1 calibratore di suono Bruel & Kjaer mod. 4230 matricola 1234383 calibrato presso il laboratorio I.E.C. il 4.3.1992
(certificato n. 92024C).
Per l’aggiornamento delle misure (anni 1999-2000) sono stati utilizzati:
1)
n. 1 fonometro integratore Bruel & Kjaer modello 2231 matricola 1674527 calibrato presso il laboratorio I.E.C. il
6.7.1999 (certificato 99/264/F);
2)
n. 1 microfono omnidirezionale Bruel & Kjaer modello 4155 matricola 1675521 calibrato presso il laboratorio I.E.C. il
6.7.1999 (certificato 99/264/F);
3)
n. 1 calibratore di suono Bruel & Kjaer mod. 4230 matricola 1670857 calibrato presso il laboratorio I.E.C. il 7.7.1999
(certificato 99/265/C);
Il funzionamento degli strumenti è stato controllato prima e dopo ogni ciclo di misura con il calibratore Bruel & Kjaer tipo 4230
citato in precedenza.
Poiché il D.Lgs. 15/8/1991 n. 277 al punto 2.3 dell’allegato VI prevede che “tutta la strumentazione deve essere tarata ad intervalli
non superiori ad un anno da un laboratorio specializzato”, la strumentazione utilizzata per l’effettuazione delle misure è stata
controllata dal laboratorio I.E.C. di taratura autorizzato con il n. 54/E dal SIT-Servizio di Taratura in Italia-che ha rilasciato i
certificati di taratura sopra riportati.
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Seguendo le indicazioni del CPT di Torino, per il calcolo dell’esposizione personale al rumore è stata utilizzata la seguente
espressione che impiega le percentuali di tempo dedicato alle attività, anziché il tempo espresso in ore/minuti:
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dove:
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è il livello di esposizione personale in dB(A) riferiti all’attività svolta per la settimana di massima esposizione o
all’attività svolta per l’intera durata del cantiere;
è il livello di esposizione media equivalente Leq in dB(A) prodotto dall’i-esima attività;
è la percentuale di tempo dedicata all’attività i-esima relativa all’esposizione massima settimanale o all’intera durata del
cantiere.
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Ai fini della verifica del rispetto del valore limite 87 dB(A) per il calcolo dell’esposizione personale effettiva al rumore l’espressione
utilizzata è analoga alla precedente dove, però, nei casi in cui la protezione dell’udito sia obbligatoria si è utilizzato al posto di
livello di esposizione media equivalente il livello di esposizione media equivalente effettivo che tiene conto dell’attenuazione del
DPI scelto.
Il metodo di valutazione del livello di pressione acustica ponderata A effettiva a livello dell’orecchio quando si indossa il protettore
auricolare utilizzato è il “Metodo controllo HML” definito dalla norma tecnica UNI EN 458 (1995) riportata nell’allegato 1 del
D.M. 2/57 2001 – “Individuazione ed uso dei dispositivi di protezione individuale”.
A scopo cautelativo, si è utilizzato il valore di attenuazione alle basse frequenze L che, notoriamente, è inferiore rispetto al valore M
e H. L’espressione utilizzata per sottrarre l’attenuazione del DPI dai livelli equivalenti è la seguente:
L' eq i = Leq i − L
dove:
L’eq, i
Leq, i
L
è il livello equivalente effettivo, quando si indossa il DPI dell’udito;
è il livello equivalente della rumorosità;
è l’attenuazione del DPI alle basse frequenze, desumibile dai valori H-M-L forniti dal produttore dei DPI.
La verifica di efficacia dei dispositivi di protezione individuale dell’udito, applicando sempre le indicazioni fornite dalla UNI EN
458, è stata fatta confrontando il livello di esposizione effettivo L’eq i con quelli desumibili dalla seguente tabella.
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Maggiore di Lact
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Insufficiente
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Tra Lact e Lact - 5
Accettabile
Tra Lact - 5 e Lact - 10
Buona
Tra Lact - 10 e Lact - 15
Accettabile
Minore di Lact - 15
Troppo alta (iperprotezione)
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Il livello di azione Lact, secondo le indicazioni della UNI EN 458, corrisponde al valore d’azione oltre il quale c’è l’obbligo di
utilizzo dei DPI dell’udito. Il livello di azione Lact è stato posto pari a 85 dB(A), esso infatti, ai sensi dell’art. 44-D.Lgs. 19/9/1994
n. 626, è il livello oltre il quale il datore di lavoro fa tutto il possibile per assicurare che siano indossati i DPI.
,
Di seguito sono riportati i lavoratori impiegati in lavorazioni e attività del cantiere comportanti esposizione al rumore. Per ogni
mansione è indicata la fascia di appartenenza al rischio rumore sulla settimana di maggior esposizione e sull’attività di tutto il
cantiere.
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Le schede di rischio che seguono riportano l'esito della valutazione per ogni mansione, i riferimenti relativi ai dati del CPT di Torino
utilizzati nella valutazione, il calcolo dei livelli di esposizione personale LEX,8h e LEX,8h (effettivo), la fascia di appartenenza e la stima di
efficacia dei dispositivi di protezione individuale dell’udito scelti rispetto alle attività per le quali se ne prevede l’utilizzo.
Tutte le disposizioni derivanti dall’attività di prevenzione e protezione ed in particolare quelle relative all'utilizzo di dispositivi di
protezione individuale (art. 49-septies del D.Lgs. 19/9/1994 n. 626), all’informazione e formazione dei lavoratori (art. 49-nonies del
D.Lgs. 19/9/1994 n. 626) e alla sorveglianze sanitaria (art. 49-decies del D.Lgs. 19/9/1994 n. 626), sono riportate nel Piano di
Sicurezza e Coordinamento (PSC) di cui il presente documento è un allegato.
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Incoronata"Azione C6 - Miglioramento delle funzionalità dell’habitat prioritario 91AA* – Boschi orientali di Quercia bianca, del bosco
planiziale e eradicazione di specie aliene - Pag. 6
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Analisi dei livelli di esposizione al rumore con riferimento alla Scheda di Gruppo Omogeneo n. 285.2 del C.P.T. Torino
(Manutenzione verde - Manutenzione verde).
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Progetto LIFE Natura N. LIFE09NAT/IT/000149"Conservazione e ripristino di habitat e specie nel Parco Regionale del Bosco
Incoronata"Azione C6 - Miglioramento delle funzionalità dell’habitat prioritario 91AA* – Boschi orientali di Quercia bianca, del bosco
planiziale e eradicazione di specie aliene - Pag. 7
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La valutazione dell'esposizione al rischio vibrazioni è stata effettuata, relativamente al cantiere sito in Foggia (FG) alla Parco
Naturale Regionale Bosco Incoronata, tenendo in considerazione le caratteristiche dell'attività di costruzioni, coerentemente a
quanto indicato nelle “Linee guida per la valutazione del rischio vibrazioni negli ambienti di lavoro” elaborate dall'ISPESL.
Il procedimento seguito può essere sintetizzato come segue:Individuazione dei lavoratori esposti al rischio;
1)
individuazione dei tempi di esposizione;
2)
individuazione delle singole macchine o attrezzature utilizzate;
3)
individuazione, in relazione alle macchine ed attrezzature utilizzate, del livello di esposizione durante l'utilizzo delle
stesse;
4)
determinazione del livello di esposizione giornaliero normalizzato al periodo di riferimento di 8 ore.
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L’individuazione dei lavoratori esposti al rischio vibrazioni discende dalla conoscenza delle mansioni espletate dal singolo
lavoratore, o meglio dall’individuazione degli utensili manuali, di macchinari condotti a mano o da macchinari mobile utilizzati in
lavorazioni o attività di cantiere. E’ noto che lavorazioni in cui si impugnino utensili vibranti o materiali sottoposti a vibrazioni o
impatti possono indurre un insieme di disturbi neurologici e circolatori digitali e lesioni osteoarticolari a carico degli arti superiori,
così come attività lavorative svolte a bordi di mezzi di trasporto o di movimentazione, quali ruspe, pale meccaniche, autocarri, e
simili, espongono il corpo a vibrazioni o impatti, che possono risultare nocivi per i soggetti esposti.
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Il tempo di esposizione al rischio vibrazioni dipende, per ciascun lavoratore, dalle effettive situazioni di lavoro. Per gran parte delle
mansioni il tempo di esposizione presumibile è direttamente ricavabile dalle Schede per Gruppi Omogenei di lavoratori riportate nel
volume "Conoscere per Prevenire n. 12" edito dal Comitato Paritetico Territoriale per la Prevenzione degli Infortuni, l'Igiene e
l'Ambiente di Lavoro di Torino e Provincia. Le percentuali di esposizione presenti nelle schede dei gruppi omogenei tengono conto
anche delle pause tecniche e fisiologiche. Ovviamente il tempo di effettiva esposizione alle vibrazioni dannose è inferiore a quello
dedicato alla lavorazione e ciò per effetto dei periodi di funzionamento a vuoto o a carico ridotto o per altri motivi tecnici, tra cui
anche l'adozione di dispositivi di protezione individuale. Si è stimato, in relazione alle metodologie di lavoro adottate dalla singola
impresa e all'utilizzo dei dispositivi di protezione individuali, il coefficiente di riduzione specifico.
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La “Direttiva Macchine” 98/37/CE, recepita in Italia dal D.P.R. 24 luglio 1996 n. 459, prescrive al punto 1.5.9. “Rischi dovuti alle
vibrazioni” che: “La macchina deve essere progettata e costruita in modo tale che i rischi dovuti alle vibrazioni trasmesse dalla
macchina siano ridotti al livello minimo, tenuto conto del progresso tecnico e della disponibilità di mezzi atti a ridurre le vibrazioni,
in particolare alla fonte”.
Per le macchine portatili tenute o condotte a mano la Direttiva Macchine impone che, tra le altre informazioni incluse nelle
istruzioni per l’uso, sia dichiarato “il valore medio quadratico ponderato in frequenza dell’accelerazione cui sono esposte le membra
superiori quando superi i 2.5 m/s2”. Se l’accelerazione non supera i 2.5 m/s2 occorre segnalarlo.
Per quanto riguarda i macchinari mobili, la Direttiva prescrive al punto 3.6.3. che le istruzioni per l'uso contengano, oltre alle
indicazioni minime di cui al punto 1.7.4, le seguenti indicazioni: a) il valore quadratico medio ponderato, in frequenza,
dell'accelerazione cui sono esposte le membra superiori quando superi 2,5 m/s2; se tale livello è inferiore o pari a 2,5 m/s2, occorre
indicarlo; b) il valore quadratico medio ponderato, in frequenza, dell'accelerazione cui è esposto il corpo (piedi o parte seduta)
quando superi 0,5 m/ s2; se tale livello é inferiore o pari a 0,5 m/s2, occorre indicarlo.
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Per determinare il valore di accelerazione necessario per la valutazione del rischio, conformemente alle disposizioni del D.Lgs.
187/2005, si è fatto riferimento alla Banca Dati dell'ISPESL e/o alle informazioni fornite dai produttori, utilizzando i dati secondo le
modalità nel seguito descritte.
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Per la macchina o l'utensile considerato sono disponibili, in Banca Dati Vibrazioni dell’ISPESL, i valori di vibrazione misurati in
condizioni d'uso rapportabili a quelle di cantiere.
Sono stati assunti i valori riportati in Banca Dati Vibrazioni dell’ISPESL.
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Incoronata"Azione C6 - Miglioramento delle funzionalità dell’habitat prioritario 91AA* – Boschi orientali di Quercia bianca, del bosco
planiziale e eradicazione di specie aliene - Pag. 8
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Per la macchina o l'utensile considerato sono disponibili i valori di vibrazione dichiarati dal fabbricante.
Salva la programmazione di successive misure di controllo in opera, è stato assunto quale valore di vibrazione, quello indicato dal
fabbricante, maggiorato del fattore di correzione definito in Banca Dati Vibrazione dell’ISPESL, per le attrezzature che comportano
vibrazioni mano-braccio, o da un coefficiente che tenga conto dell'età della macchina, del livello di manutenzione e delle condizioni
di utilizzo, per le attrezzature che comportano vibrazioni al corpo intero.
A%B - <
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Per la macchina o l'utensile considerato, non sono disponibili dati specifici ma sono disponibili i valori di vibrazioni misurati di
attrezzature similari (stessa categoria, stessa potenza).
Salva la programmazione di successive misure di controllo in opera, è stato assunto quale valore base di vibrazione quello misurato
di una attrezzatura similare (stessa categoria, stessa potenza) maggiorato di un coefficinete al fine di tener conto dell'età della
macchina, del livello di manutenzione e delle condizioni di utilizzo.
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Per la macchina o l'utensile considerato, non sono disponibili dati specifici ne dati per attrezzature similari (stessa categoria, stessa
potenza), ma sono disponibili i valori di vibrazioni misurati per attrezzature della stessa tipologia.
Salva la programmazione di successive misure di controllo in opera, è stato assunto quale valore base di vibrazione quello peggiore
(misurato) di una attrezzatura dello stesso genere maggiorato di un coefficinete al fine di tener conto dell'età della macchina, del
livello di manutenzione e delle condizioni di utilizzo.
Per determinare il valore di accelerazione necessario per la valutazione del rischio, in assenza di valori di riferimento certi, si è
proceduto come segue:
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Nella redazione del Piano di Sicurezza e di Coordinamento (PSC) vige l’obbligo di valutare i rischi specifici delle lavorazioni,
anche se non sono ancora noti le macchine e gli utensili utilizzati dall’impresa esecutrice e, quindi, i relativi valori di vibrazioni.
In questo caso viene assunto, come valore base di vibrazione, quello più comune per la tipologia di attrezzatura utilizzata in fase di
esecuzione.
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La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio si basa principalmente sulla
determinazione del valore di esposizione giornaliera normalizzato ad 8 ore di lavoro, A(8) (m/s2), calcolato sulla base della radice
quadrata della somma dei quadrati (A(w)sum) dei valori quadratici medi delle accelerazioni ponderate in frequenza, determinati sui
tre assi ortogonali x, y, z, in accordo con quanto prescritto dallo standard ISO 5349-1: 2001.
L'espressione matematica per il calcolo di A(8) è di seguito riportata.
A(8) = A ( w )sum (T%)1 / 2
dove:
A( w )sum = (a 2wx + a 2wy + a 2wz )1 / 2
in cui T% è la durata percentuale giornaliera di esposizione a vibrazioni espresso in percentuale e awx, awy e awz sono valori r.m.s.
dell’accelerazione ponderata in frequenza (in m/s2) lungo gli assi x, y e z (ISO 5349-1: 2001).
Nel caso in cui il lavoratore sia esposto a differenti valori di vibrazioni, come nel caso di impiego di più utensili vibranti nell’arco
della giornata lavorativa, o nel caso dell’impiego di uno stesso macchinario in differenti condizioni operative, l’esposizione
quotidiana a vibrazioni A(8), in m/s2, sarà ottenuta mediante l’espressione:
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dove A(8)i è il parziale relativo all’operazione i-esima, ovvero:
A(8)i = A( w )sum ,i (T %i )1 / 2
in cui T%i e A(w)sum,i sono rispettivamente il tempo di esposizione percentuale e il valore di A(w)sum relativi alla operazione iesima.
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Progetto LIFE Natura N. LIFE09NAT/IT/000149"Conservazione e ripristino di habitat e specie nel Parco Regionale del Bosco
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planiziale e eradicazione di specie aliene - Pag. 9
La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni trasmesse al corpo intero si basa principalmente sulla determinazione del
valore di esposizione giornaliera normalizzato ad 8 ore di lavoro, A(8) (m/s2), calcolato sulla base del maggiore dei valori numerici
dei valori quadratici medi delle accelerazioni ponderate in frequenza, determinati sui tre assi ortogonali:
A( w )max = max ( 1,40 ⋅ a wx ; 1,40 ⋅ a wy ; a wz )
secondo la formula di seguito riportata:
A(8) = A ( w ) max (T%)1 / 2
in cui T% la durata percentuale giornaliera di esposizione a vibrazioni espresso in percentuale e A(w)max il valore massimo tra
1,40awx, 1,40awy e awz i valori r.m.s. dell’accelerazione ponderata in frequenza (in m/s2) lungo gli assi x, y e z (ISO 2631-1:
1997).
Nel caso in cui il lavoratore sia esposto a differenti valori di vibrazioni, come nel caso di impiego di più macchinari nell’arco della
giornata lavorativa, o nel caso dell’impiego di uno stesso macchinario in differenti condizioni operative, l’esposizione quotidiana a
vibrazioni A(8), in m/s2, sarà ottenuta mediante l’espressione:
n
A(8) =
1/ 2
A(8)i2
i =1
dove:
A(8)i è il parziale relativo all’operazione i-esima, ovvero:
A(8)i = A( w )max, i (T %i )1 / 2
in cui i valori di T%i a A(w)max,i sono rispettivamente il tempo di esposizione percentuale e il valore di A(w)max relativi alla
operazione i-esima.
Di seguito sono riportati i lavoratori impiegati in lavorazioni e attività del cantiere comportanti esposizione al rischio vibrazioni. Per
ogni mansione è indicata la fascia di appartenenza al rischio vibrazioni in relazione al corpo intero (WBV) e al sistema mano braccio
(HAV).
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Le schede di rischio che seguono riportano l'esito della valutazione per ogni mansione con l’individuazione delle macchine o
utensili adoperati e la fascia di appartenenza. Le eventuali disposizioni relative alle sorveglianza sanitaria (art. 7 del D.Lgs n.
187/2006), informazione e formazione, all'utilizzo di dispositivi di protezione individuale e alle misure tecniche e organizzative (art.
5 del D.Lgs n. 187/2006) sono riportate nel Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) di cui il presente documento è un allegato.
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planiziale e eradicazione di specie aliene - Pag. 10
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Analisi delle attività e dei tempi di esposizione con riferimento alla Scheda di Gruppo Omogeneo n. 285.2 del C.P.T. Torino
(Manutenzione verde - Manutenzione verde): a) preparazione terreno (utilizzo motocoltivatore) per 35%; b) utilizzo tagliaerba e/o
decespugliatore a motore per 35%.
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Incoronata"Azione C6 - Miglioramento delle funzionalità dell’habitat prioritario 91AA* – Boschi orientali di Quercia bianca, del bosco
planiziale e eradicazione di specie aliene - Pag. 11
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planiziale e eradicazione di specie aliene - Pag. 1
pag. 2
Num.Ord.
TARIFFA
DIMENSIONI
IMPORTI
DESIGNAZIONE DEI LAVORI
Quantità
par.ug.
lung.
larg.
H/peso
unitario
TOTALE
RIPORTO
LAVORI A CORPO
1
S.002.009.a
Kit in conformita al D.M. 388
ALL. 2, indicato per luoghi di
lavoro con meno di tre
lavoratori. La dotazione e
costituita da: 1 copia del D.M.
388 del 15\07\03; 2 paia di
guanti st ... chetto per rifiuti
sanitari mm 250x350; 1
libretto
di
istruzioni
multilingua per il pronto
soccorso. Per ogni armadietto
1,00
SOMMANO cad
2
S.003.035.b
1,00
34,54
34,54
7,05
2´474,55
26,50
106,00
118,00
118,00
Turca da cantiere, delle
dimensioni di mt. 1,00 x 1,00
x 2,70h, realizzato con
struttura portante monolitica
in profili di acciaio zincato a
caldo. Pareti in lamiera
zincata, greca ... ra zincata a
tenuta stagna, autonomia per
circa 100 utilizzi. Gradino
d'ingresso antiscivolo. costo
noleggio giornaliero
351,00
SOMMANO cad
3
S.003.002
351,00
Colonnina
per
porta
recinzione
di
colore
arancione. Robusto tubo di
acciaio a prova di ruggine con
rivestimento galvanico, base
pesante per una maggiore
stabilita. Altezza m.1,00.
4,00
SOMMANO cad
4
S.003.001
4,00
Recinzione di sicurezza di
elevata resistenza, di basso
ingombro, leggera e facile da
manipolare, da fissare su
struttura
portante
gia
predisposta.
Costruita
in
polietilene durevole ad alta
densita semi rigida. Elevata
resistenza
alla
trazione.
Dimensioni rotolo m.50x1,0.
1,00
SOMMANO cad
1,00
Parziale LAVORI A CORPO
euro
2´733,09
A RIPORTARE
2´733,09
COMMITTENTE: Comune di Foggia - ente gestore parco naturale regionale Bosco Incoronata
pag. 3
Num.Ord.
TARIFFA
DIMENSIONI
IMPORTI
DESIGNAZIONE DEI LAVORI
Quantità
par.ug.
lung.
larg.
H/peso
unitario
TOTALE
RIPORTO
2´733,09
T O T A L E euro
2´733,09
Parco Naturale Regionale
Bosco Incoronata, 05/05/
2014
Il Tecnico
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------A RIPORTARE
COMMITTENTE: Comune di Foggia - ente gestore parco naturale regionale Bosco Incoronata [ v.1/4]
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LEGENDA
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Recinzione
Viabilità Automezzi
Zona di carico e scarico
RC-2
RC-1
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VA-1
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45- ( +
Riferimento
DESCRIZIONE
RC-1
Recinzione
Perimetro = 4,55 m
RC-2
Recinzione
Perimetro = 1,79 m
VA-1
Viabilità Automezzi
Lunghezza totale = 40,98 m
ZCS-1
Zona di carico e scarico
Perimetro = 0,00 m; Superficie = 0,00 m2; senza recinzione
ZCS-2
Zona di carico e scarico
Perimetro = 0,00 m; Superficie = 0,00 m2; senza recinzione
ZCS-3
Zona di carico e scarico
Perimetro = 0,00 m; Superficie = 0,00 m2; senza recinzione
ZCS-4
Zona di carico e scarico
Perimetro = 0,00 m; Superficie = 0,00 m2; senza recinzione
COMMITTENTE: Comune di Foggia - ente gestore parco naturale regionale Bosco Incoronata