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Anno il. -
N. 19.
ToRI o,
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Ottobre rgo6.
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DI INGEGNERIA SANITAF\IA
Cont i nu azione : L' l NGEGN ERE IGI E N l STA -
È riservata la proprietà letter aria ed adistica degli articoli
e diseg11i pnbblicati ?!el/a RI V ISTA DI I NGEGNER I A SANITARIA.
MEMOI\IE 01\IGINALI
LA SCUO L A DI C HI MI CA CAVOUR DI TORINO
A::\'NESSA
ALL' ISTIT TO PROFESSI ONALE OPERA IO .
L 'insegnamento professionale va ass um endo in ogni
paese civile una parte molto importante, e chiunque co-
F ig.
L 'I NGEG N ERIA SANITARIA -
Anno VII .
I. -
Anno XVII .
T ori no in tal campo ha fatto rap idi progressi e da
poco tempo ha visto fu nzionare un Istituto che è md ubbiamente tra i migliori del genere. Da t empo però
fu nzionavano scuole professionali di vario genere, piLl
o meno bene concepi te e bene organ izzate, e tra q ueste
prime per impor tanza la scuola chimi ca Cavour.
E ssa ha per iscopo di ammaestrare g li operai negli
elementi della chimi ca e nelle applicazioni industriali eli
questa scienza, e fu fo nd a ta nel 1878 dal Municip io eli
T orino in segu ito ad un lascito testa mentario del marchese Ainarcli Benso di Cavour.
Veduta d ella sala del secondo corso.
nosce il vantaggio sociale d i avere lavori tecnici, non
può che rallegrarsi di q uesto risveglio.
In seguito la scuola ebbe una vi ta modesta, ma non
ingloriosa e non inutile. Nel rgoo, specialm ente per
1
RIVISTA DI INGEGNERI A SANITARIA
opera del prof. Benedetto Porro, che della scuola fu
negli ultimi tempi l' anima e la guida, il Mu nicipio s1
decise ad ampliare la scuola stessa.
scuola, fanno sì che essa non potrà mai essere frequentata da grande numer o d i allievi .
<< Queste circos tanze furono ben comprese dalle egregie
persone che com pilarono
lo Statuto stesso della
PRi i\IO CORSO
scuola, limitando in allora l'ammissione degli
per ogni corso al
allievi
Fig. 2. - Pian ta della disposizi one att uale d el locale.
numero di quindici.
« Esse in allora ben
compresero , come s1a
volgare il concetto di
fare dipendere l' im por{!
tanza di una scuola dal
d
b
numen co degl i allievi
che la frequenta no.
d
l
i d
« Se ques t' id ea può
~
=
aver e una parvenza di
IV
verità per le scuole nelle
e
a a
q uali basta una lavagna,
un pezzo di gesso ed
VI '--- 1-un buon organo vocale
altotonante per insegnar e, indifferentemente, a
cento od a duecento allievi secondo la capacità
dell'ambiente, ciò non è
NoRD- EsT
più app licabile per le
I. a Basamento in m a rmo nero . - b T arga in bron zo offerta d agli allievi in occas ione del 25° anni scuole sperimentali 111
versario della scuola - d Invetriate. - I bis . a Porta mantell i e porta omb relli . - b Forni
genere, ove è necessario
fusori in terra re frattaria . -- c Apparecc hi o Boule per concen traz ione o d istillaz ione a pressione
diminuita. - d V et rine per collezione prodo tti chimi ci inorgani ci. - e _f \ 'e trin e collezione
che l'allievo si stringa
mineral i e co mbustibili . - II. a Cattedra senza predell a. - b Cappa d ' as pirazione_ - c Tada vicino alla cattedra
,·olo ad asp iratore rovesciato . - d Bagno idro-pneumatico. - e Banco di lavoro degli all ievi.
- _f Vaschetta. - g S crittoio dell'assistente . - !t Soffi eri a per lavorazione de l vetro. - III.
ed osservi coi proprii
a Cappa di aspirazione. - b Lava ndino. - c Banchi per preparazioni . - d Vetrina strument i
occhi in tutti i loro parspecia li al primo corso . - IV. a Scrittoio . - b Scaffale libreria. - c Vet rina strumenti speciali al primo corso. - d T avo lo di marmo per bilancia di precisione . - V. a Vetrine per
ticolari i fenomeni speria pparecch i co mun i a l primo e secondo corso. - b V etrina a pparecchi speciali a l primo corso .
che avvengono,
mentali
- c Ta,·olo col microscopio. - d T avo le con bilancia. - e Tavolo per a nalisi volumetriche
ed eud iometriche. - _f Vetrina per s pett roscop io e polari m e tro . - g Viscosimetro Pagliani.
se si desidera che questi
- ! t Vetrina collez ione leghe me talli che speciali al secondo corso. -VI. Vet rin a uso li breria .
fe nom eni siano ben com- XVI. a c Vetrine prodotti. - b Banco deg li acidi puri .
presi ed assim ilati.
Il Porro, nella relazione che accompagnava
il progetto della nuova
scuola, a ragwne osSECONDO CORSO
PRiì\IO CORSO
serva:
<< L ' indole dell' inseSvo- OvuT
gnamen to pratico che si
impartisce alla scuola
Cavo ur, la spesa non
indifferente che naturalm ente porta con sè tale
insegnamento, la natura
dell'insegnamento stesso, la potenzialità della
città eli Torino nel fo rNoi\D- E. ::.r
o
~ !J 1rl
nire un contingente annuale di alli evi a questa
Fig. 3· - Pian t a del nuo vo loca le.
RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
« Se poi la scuola sperimentale si trasforma in scuola
operativa personale, la necessità di ridurre il numero
degli allievi emerge naturalmente dal fatto che ciascuno
ha bisogno di un certo spazio a sè, che necessita di attiYa e direi quasi personale sorveglianza, affinchè non
avYengano disgrazie che mettano a repentaglio la salute dell'allievo non solo, ma la riputazion e della scuola,
del personale insegnan te e ben anche la responsabilità
materiale dell'Amministrazione.
conoscenza alla scuola che li aveva ospitati, e non di
rado dimostrarono desiderio di rifrequentarla per attingere nuove cognizioni o per rinfranca rsi in quelle
che avevano ricevuto.
<< Noi potremmo dimostrare che la scuola benchè
con limitato numero degli allievi ha dato i suoi buoni
frutti e che ha corrisposto pienamente all 'idea del testatore mercè le saggie disposizioni statutarie.
<< Se per le ragioni elette non credo possibile un
Svn - Ovr.sT
v
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8
l
1
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•
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Fig. 4· -
Veduta dell'aula d e l secondo corso .
« Inoltre in una scuola operaia nella quale l'allievo
non può dedicarvi che la serata è necessario utilizzare il
te mpo, e questa utilizzazione non può avvenire se l'insegnamento non si fa per così dire personale e se non
è limitato il numero degli allievi . La nostra esperienza
eli venti ann i di insegnamento ha dimostrata la grande
ragionevolezza eli questo concetto inglobato nello statuto
della scuola, poichè è bene inoltre osservare a questo
proposi to che mentre nelle industrie meccaniche e grafic he si richiede abilità p ersonale dell'operaio, nelle industrie chimiche basta un operaio forse su venti che si
r enda conto teorico del lavoro che fa eseguire da manualensi.
« Gli allievi licenziati dalla scuola furono tutti ottimi, migliorarono g randemente la loro posizione sociale
ed in ogni tempo conservarono grande amore e g rande
grande aumento nel numerico degli allievi anche in
questa direzione qualche cosa si può fare quando si
voglia interpretare con maggior larghezza il titolo della
scuola, e si voglia accogliere in essa altre categorie di
persone ed inoltre si apra l'adito alla medesima alle
donne operaie, commesse eli drogheria, eli fa rmacia,
telegrafiste, operaie di fabbriche prodotti ch imici e
farmaceutici , cartucciere, tintore, galvanotipiste, smaltatrici, ecc.
<< Ove la scuola però può essere gradatamente perfe ttibile si è coll ' istituzione di special i sezioni di insegnamento. Queste sezioni speciali possono essere an nesse
alla scuola, o coll ' istituzione eli un terzo corso coll'aumento numerico delle lezioni dei due anni eli corso statutari , cosicchè ad esempio potrebbero gli a llievi del
prim o a nno fare contemporaneamente un corso eli chi-
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Rl\'ISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
288
mica generale inorganica ed orgamca naturalmente
sempre d 'indole elementare, ed un corso elementare di
fisica del quale ne è ,.i,·amente sentito il bisogno.
« Nella prima metà del secondo anno si potrebbe
fare l'insegnamento d ella chimica analitica, mentre la
seconda metà dell'anno sarebbe ded icata agli insegnamenti speciali, ed è in questo secondo periodo di lezioni che g li allievi si dividerebbero in gruppi a seconda dell'interesse particolare di ciascuno di essi.
mentari di fisica e chimica tanto indispensabi li per l'applicazione di un'arte di tal natura, ed accorre rebbero
certamente ad iscri,·ersi tanto più volentieri, quando sapessero che oltre alle cogn izi on i gen erali ,.i attingessero
cogn izioni speciali.
« Ques ta sarebbe la prima cuoia operaia di fotografia
impiantata in Italia. 'n'altra sezione non meno importante al giorno d 'oggi sarebbe quella della tintoria, e
la scuola di chimica Cavour fu frequentata durante la
sua esistenza da non
pochi di questi operai.
<< Un'altra sez ione di
primaria importanza saSECOI\DO CORSO
r ebbe quella della conceria. L ' indu tria della
co ncia, specialmente a
Torin o, occupa migliai a
Fig. 5· - P ianta de ll a disposizione attuale d e l locale .
di operai e potrebbe fornire un buon contingen te
di allievi.
« Pei fuochisti, macch inisti e meccanici potrebbe interessa re grandemente un corso un
po' esteso sui combustibili, fumivorità e sulle
a c leghe metalliche, argomento quest'ultimo che
e
e
e
VI
non è trattato che io mi
sappia in alcuna scuola
/
/
d ' Italia, e che pur tuttavia è per l' industria
di un gra nd e interesse.
Jcc1Ld di l: lo o
« Accenno ancora ad
l
G:;. ·-=un
altro tema di applilo~
o· ( 2 .l ~ 5 6
7 & 9
cazione immensa, delle
I te r. - ,. V etrin a apparecchi in vetro graduati e tarati. -!t Yetrina collez io ni prodotti orgavernici e dei colori per
ni ci. -"'i Porta mante lli e po rta o mbre lli. - \T a \'etrina uso libre ria . - \'Il. a S crittoi o .
i quali si hanno cogni- b Cappa eli aspirazione. - c Banco da Ja,·oro . - d Bilancia eli precisione . - e \' etreri e e
st rum e nti speciali a l secondo co rs o . - .f \' etrina reagentario. - g \' asc hetta. - li Tavolato.
zioni troppo empi riche,
- \'11 I. ab \'etrina e ta,·o lo per bil;mcie. - c \' e trin e campionari . - IX. a Cappa eli asp irae
che potrebbe dar luogo
zione. - b Banco e scarfale reage ntari o . - c Cattedra con aspiratore rovesciato. - d Banco
supplementare p e r distillazione e microscopia. - e 22 banchi pe r allie,·i. -.fII cap pe eli
ad un numero non masp irazio ne . - g I2 Ja,·a nclini in grès . - /1 Forni fusori a gas. - i Forni a muffola per
differente di lez ioni.
calcina zione . - k SofTieria per la Ja,·o razio ne del vetro . - XJli. a Banco da lavoro . b Ampio lavato io . - c Aspiratore diretto. - d Aspirntore eli nmbiente.- e Bussola a doppia
<< Basterebbero le seporta . - X l\' . a Grande lavatoi o a due acque.- b L a mbi cco per la di s tillazion e d e ll 'acq ua.
zioni
summenzionate da
- c Gasometri. - d T a ,·ole eli sen·izio. -X\'. a Scaffa le divisorio . - b T a,·olo. - d Vetrata.
sole a costituire un' importantissima parte della
<< Fra le sezioni speciali di insegnamento che si poscuola, ma non sarebbero le sole che potrebbero Yenir
trebbero annettere utilm ente alla cuoia cite rò in prima
annesse.
linea una sezione di fotografia, il di cui bisogno è al
<< Naturalmente non c'è da illudersi che le sezwm
giorno d'oggi vivamente sentito.
speciali possano ogni anno ven ire frequentate da un
<< Oramai la fotografi a non è semplicemente una cosa
grande numero di allievi, ma la scuola potrebbe esse re
di lusso, ma è entrata nelle abitudini d ell ' industria e
organizzata in modo che questi corsi speciali si ripericeve una quantità enorme di applicazioni alle arti g ratessero solo regolarmente ogni due anni, e che all' iscrifiche, e rende inoltre segnalati sen·izi alla scienza.
zione di questi corsi avessero in primo luogo diritto
<< Gli operatori fotografi sono in gran num ero e pogli allievi che hanno frequ entato il corso generale della
trebbero alla scuola Cavo ur attingere quelle nozioni elescuola Cavour ed in seconda linea altri allievi che di-
DDDDDDD
- - - -
sala ha una superficie eli 20 mq. , illuminata da un 'a mpia
finestra ed ha tre porte eli comunicazione: una coll a camera delle preparazioni , una co l corridoio e l'altra colla
camera successi,·a degli appa recchi.
mostrassero di avere cognizioni speciali da poter trarre
pro fitto dalle lezioni da impartirsi.
<< Naturalmente l'aumento di sezioni e delle lezioni
co rrispondenti porterebbero con sè ad aumentare la dotaz ione della scuola: a ciò potrebbe conco rrere il Comune, che ora non vi concorre che per minimissima parte,
la Camera di commercio, il Governo ed i Yari enti locali interessa ti a sezioni speciali di insegnamento >> .
Sala comwte al I 0 e 2 ° corso . - Questa sala,
d ella superficie eli mq. 67 circa, è illuminata da due
ampie finestre e co nti ene per ora cinque scaffali.
S .\L.\ \ ' .
VI. Libreria. - Ques ta sa·la, d ella superficie eli
mq. 36, è illuminata da una finestra ed ha ancora tre
porte eli comunicazione cogli altri ambienti.
S .\L:\
O ra i lodevoli desideri del Porro sono stati coronati
e la scuola ha ora ambienti ampi e spaziosi, e adatti
alla natura dei lavori
che vi si compiono.
In total e, come le uSCUOLA MlNICrPALE DJ
r.;:- nite piante dimostrano,
PRESSO IL REGIO ISTilLJTO NOUSTRIALE
so no ad ibiti oltre 650
mq. al nuovo Istituto.
Pochi dati completeranno quanto già ri sulta
dalle piante.
S.\L.\ I. lugresso .
L'ingresso \'errà limitato '
acl occupare una superficie eli 28 mq. , pit't che
sufficiente al suo en•tzio. Esso è sepa rato dalla
scala da un'apposi ta inYetriata.
E
PROFTSSIONALE
A l A lO.
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TORII'-0.
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SAL.\ I bis. Disimpegno di accesso ai locali desti nati al r 0 corso
di mq ..p.
SALA I fer . - Disimpegno di accesso ai locali destinati al 2 ° corso
CHIMlCÀ. CAVOUR
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)
J;,;., ./, 1./f/d
ti==-;.._~
-
~
__-___-_-___
----Fig. 6. -
Pianta d e l laboratorio.
di mq. 33·
II. Aula del I 0 corso. - Questo ambiente, della
superficie di mq. 90 circa, è illuminato da nove amplissime finestre.
Il prof. Fino per l'arredamento eli questa sua aula
delle lezioni adottò pel banco degli allievi la disposizione
a ferro eli cavall o.
Questa disposizione non è simile a quella adottata
nelle scuole diurne di chimi ca pratica, ma è la più conven iente per l'indole della nostra scuola serale. E negli
oramai 29 an ni trascorsi di esisten za della scuola, questa
speciale disposizione non dette occa ione al benchè minimo inconveniente.
SALA
III. Sala per le preparaz ioni del I 0 corso. Questa sala, della superficie eli mq. 39, è illuminata da
due ampie finestre ed ha tre porte eli comuni caz ione:
una coll'aula, una col corridoio ed una collo studio del
professore.
SALA
SALA
IV. Studio del professore del
I
0
corso. -
Questa
VII. Studio e laboratorio del professore det 2 °
corso. - Questa camera, della superficie eli 36 mq. , è
ampiamente illuminata da due finestre ed ha due porte
di accesso.
SALA
SALA VIII. Camera delle bilancie. Questo camerino
è della superficie di 9 mq. ed è illuminato da una finestra. Precede l'aula del 2 ° corso.
ALA IX. Aula del 2 ° corso. Questa sala, della superficie eli I 55 mq., ha una lunghezza eli circa I 5 m. per
una larcrhezza di m. IO. Essa è illuminata da otto ampie
"'
finestre ai due lati pit't lunghi.
La disposizione generale dei banchi d egli allievi è
quella già adottata a ferro eli cavallo, di posizione che,
come ho già avuto occasione eli menzionare, è la più
adatta per una scuola specialmente serale. Qui però,
a differenza del I o corso, la cattedra è sopra elevata dal
liYello della scuola mediante predella, poichè così esige
il ,....crenere eli servizio a cui è destinata. N el 2 ° corso gli
RIVISTA DJ INGEGNERIA SA
allievi dedicano non meno di tre quarti del tempo
disponibile ad operare, ed in queste condizioni, anzichè
come nel I 0 corso che de'Jbono venire attorno alla catted ra ad esaminare i particolari delle esperienze, esigono
piuttosto che il professore ne sorwgli la lavorazione
dall'alto della sua cattedra e scenda lui stesso ad impartire singolarmen te le istruzioni quando scorge che l'alli evo non opera come dovrebbe operare.
Per quanto riguarda i banchi degli allievi essi sono
disposti nella sala a ferro di cavallo; però a differenza
degl i altri banchi sono uno ad uno compl etamente isolati.
La ragione d i questa nuova disposizione dei banchi è
duplice, cioè: essa a bi tua l'allievo a non sconfinare ed
a serbarsi molto ordinato nel suo lavoro ed a curare
quelle minuziose regole di pulizia e di ordine che tanto
si convengono a chi lavora in chimica. In secondo
luogo non essendo i banchi legati tra di loro e legati
al suolo, riesce facile in breve volgere d 'ora il rimuoverli,
vuoi per le riparazioni eventuali singole, vuoi per dare
ai banchi nella sala un'altra disposizione per le lez ioni,
vuoi ancora per disporli alla periferia della sala onde
lasciare libero il centro per quelle conferenze pubbliche
che si dovessero tenere , per necessità di sperimentazione,
nell'aula stessa, anzichè come si è fatto sinora in un 'aula
dell' Istituto professionale.
Questo banco, ideato dal Porro, ha poi una curiosa particolarità. Esso ha due facciate : una dalla parte dell'allievo,
l'altra dalla parte opposta, e costituisce così due distinti
armadietti poco profondi, come si convengono per l'ordine e la pulizia. Uno di questi armadietti , chiuso da
apposito lucchetto, è al servizio dell'allievo, l'altro al
servizio della scuola e porta così un valido sussidio di
magazzinaggio e ripostiglio per quel non poco materiale che occorre in una scuola di chimica pratica. Sul
coperchio si avvitano due aste di ottone ad uso ostegno. Il banco è privo dei soliti trad izionali cassetti.
Esso porta poi due tavolette mobili ap ren tisi l'u na verso
l'allievo, l'altra verso l'interno della sala e che servono
di valido sussidio per aumentarne la superficie, ed all'allievo segnatamente per prendere eventualmente quelle
note della parte orale della lezione.
S ALE X e XI. - Questi due ambienti, che sono sovrapposti uno all'altro, occupano appena dodici metri
quadrati ciascuno e costituiscono: quello più basso il
gabi netto fotografico o camera oscura per lo sviluppo
dei fototipi e quello soprastante è destinato ad accogliere
gli apparecchi di proiezione macro e microscopico.
SALA X II . - Questo ambiente, della superficie di
mq. 30, costituisce la parte posteriore del gabinetto del
professore del 2° corso ed è destinato ad uso magazzino
di vetrerie comuni.
hzg. BRE:'\'TINI.
R IVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
ITARIA
SU ALCUNI TIPI DI ST FE PI
I:'\' RAPPORTO
l\IODERNE
ALLE CONDIZ I ON I IGIENICO-SANITARIE
DEGLI
A M B I E~T I.
Ing. R. BIA:'\'CHIXI e Dott. P. BAXDI:'\'I
(Continuazione - Vedi Xum. preced. )
Fodor usò questa tecn ica allo scopo di porta re, in
presenza della soluzione di sangue, una massa considerevole d'aria.
Così, fissato il CO nel sangue si versa questi in un
matraccino con tappo a d ue fori e lo s i riscalda a bagno
maria, avendo prima posto in comunicazione detto matraccino con altri, pure muniti di tappi a d ue fori, contenenti: H 2 S0 4 diluito, ace ta to di piombo e soluzione
di Pd CJZ ( 2 a Iooo).
S'innalza quindi la temperatura nel bagno maria fi no a
raggiungere i 90°-95 ° e si scuote il recipiente ripetutamente; se il campione di sangue ha fissa to CO, ad un
certo punto, al momento del coagularsi del sangue, il CO
viene reso libero e rapidam ente si fo rma una pell icola
nera facilmente visibile alla superficie del Pd Cl 2 e poi
un intorbidamen to generale e un precipitato nero .
Per evitare cause di errore nella de terminazione, si
dispone, precedentemente al recipi ente contenente il
sangue, un palloncino con Pd CF, in modo eli fissare
l'eventuale CO che può essere presente nell'aria d ella
stanza di lavoro. Montati così i matraccini si fa comunicare detto sistema di palloncini, con un usuale aspiratore che agisca molto lentamente e che richiami l'aria
atmosferica attraverso ai varii reagen ti.
Dalla quantità di palladio metallico precipitato si può
infine dedurre il quantitativo di CO.
Agendo con tutta la maggior diligenza a noi fu possibile, in qualche determinazione, di avere d ei risultati
veramente sodd isfacenti, in quanto che potemmo determinare dosi di CO poco superio ri al o, I per mille.
Nel prelevamento dei campioni in alcu ne determinazioni, oltre che operando col metodo indicato da Fodor,
usammo il seguente artificio , che ci diede buoni risu ltati :
soffiavamo nel pallone per la durata di un minuto
circa, per mezzo eli un ordinario soffietto, l'aria sospetta
con tro la superficie del sangue, quindi si tappava il pallone e si lasciava in riposo per breve tempo (5 minuti),
ripetendo quind i la stessa operazione 7 od 8 volte.
All'analisi, mentre col metodo d i prelevamento del Foclor
non si ebbe precipitato, qualche volta così facendo ottenemmo, invece, un leggiero precipitato metalli co. Si capisce che con tale mezzo non si può tener con to del
volume esatto di aria portata in presenza del sangue e
quindi l'analisi non può avere che il valore eli una buona
ricerca qualitativa.
Prelevati tutti questi campioni si ch iude la porta, si acce nd e
la st ufa, inizi ando l 'esperienza ad ore I6,4o. Dopo poch i ista nti
sentiamo un odore acre come eli sostanza organ ica in combustione, che tende ad a um entare gradatamen te. L a combustio ne del gas è regolar issi ma. Sul coperchio della stufa il
termometro sale rapid a mente .
Alle ore I 7,40 si termina l 'esperienza. Il termometro sul
coperchio della stufa raggiunge una temperatura massima eli
ISOo circa.
11 co ntato re segna un co nsum o eli li tr i 366. Le tempe rat ure
sono : parete d es tra m età 2r ,I, soffitto 22 ,5; parete sin istra
metà 22,!, soffitto 2-1,8; parete uscio soffitto 22,4, sul tavolo
2r ,s. Si spegne la stufa e si ripre nd o no i ca mpioni eli C02CO- N J-I:l_ C 2 H 2 - H 2 S - I-120- 0 2 , coll 'ordine e colle
modalità più sopra indi cate; pel C0 2 : soffitto pallone I-I 4900,
pavimento pallone A 5296; pel CO: pallone
495S (Fodor)
e pallone Y (\\'elzel) ; per l'umidità si usano i tubetti B, C, D.
Alla fine dell'esperienza s i prova un senso el i pesantezza alla
testa ed è pure sensibile un marcatissimo odore di tanfo.
pARTE SPECIALE.
RICERCHE SPERIME IT ALI
Stufe a gas
con riversione dei prodotti della combus tione
nell ' ambiente (Ing. BrANCHINr) .
Stufa n . I. - Stufa a gas, a fiamma bianca, di forma
sferica, di g hisa ve rni ciata, sostenuta da un t ripode, co n
coperchio movibile, sprovvista del tubo eliminatore dei
prodotti della combustione, internam ente munita di un
tubo circolare di otto ne, con fo ri disposti alla distanza
di un cm. l'uno dall'altro, per il passaggio del gas.
Per dare un criterio del nostro modo di proced ere
nelle ricerche riportiamo qui il verbale di questa esperienza, tralasciando poi, per brevi tà, la trascrizione di
tutti g li altri.
« E ntriamo nell a stanza e dopo aver prelevato i campioni
di coz- CO- N J-I3 - czJ-p- J-I 2S- I-FO e 0 2 , legg iamo le te mperature s ui termometri disposti su ll e pareti a
varie altezze: Parete d estra a lto I9°, ce ntro I9o; parete posteriore alto I9o; parete s inistra a lto I90, centro I9° ; temp eratura s ul tavolo d i lavo ro I9o. I campioni di C0 2 si preleva no un o a ll'altezza de l pavimen to, l'altro a q uella del soffi tto
e rispettivamente nei pall oni E 4555 cc . , G ss6o cc.
I campion i di CO si raccolgono nei palloni X 64I0 (Fodor)
e B S945 (\ Velzel ). Il ca mp io ne di N H 3 si prende facendo gorgogliare per mezzo di un asp iratore so litr i d'aria attrave rso
a so cc . d i soluzione N 10 di J-I 2 S0 4 • Contemporaneamente s i
preleva a nche un campione per la determinazione col m etodo
del Ness le r.
Si preleva qu indi il camp ione el i H 2 S face nd o go rgogliare
so litri di aria a ttraverso un a so lu zione N 100 d i iod io; contempo ra nea mente si procede a ll a determinaz ione qua litat iva
medi a nte ca rt ine inumidi te a ll 'acetato eli piombo ; il campione
eli C 2 H 2 facendo go rgogliare so litri d'aria invece attraverso una
solu zione di acetone puriss imo, quello per l' u midità facendo
passare una corren te d ' aria (36 litri) attrav erso ai tubi 3, 2, I ,
contenenti cloruro di calce; qu e ll o per l' 0 2 colle b urette e
pipette di Hempe l (Ioo cc.).
TABELL A
A.
Stufa n.
~
c
Numero
"'
~-~
delle esperienze
o"'
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Ini zio
I. ) Fine
l
C02 p . mille
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R isu ltati delle dete r minazioni.
lNJ ZlO.
C2J-I2.
J-I2S.
oz.
Fcm.
C0 2 •
CO.
Pa,·imento 5,2 per mill e - Soffitto 5,8 per mille.
- l\Ietoclo Foclor, o,r pe r mille - \ Velzel, colorazione m arcata.
KJ-I3. - Quantitativa, negativa Qualitati,·a (Kessler) ,
leggera colorazione.
C2J-I2.- Negativa.
J-I 2S .
Negativa.
0 2•
IS per cento.
I
-
Riassum iamo per brevità alcune esperienze eseguite
colla stufa suddescri tta, nel seguente specchietto.
a gas senza t u b o eliminat o re dei prodotti della co m bu s t io n e .
CO
p. mille
NH3 p. mille
J3
H•S p. mille
~
E
·;;
Welzel
Fodor
Nessler
titat.
l
a."
ora
o,s
s,8
o,6
5,2
-~
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IQuan-
l
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~~.g
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lo
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o, I
-
o,I
Traccie lievi
Col. intens .
-
-
-
-
-
-
-
Posit.
l
Soffitto
l Metà
1 Soffitto
l Soffitto
Parete sinistra
riore.
--
l Metà
s:.=
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i5
v
2,49
-
-
-
-
-
-
-
-
19
22,5
2! , I
19
22,4
I9
24 ,8
22 , I
2,70
I9,s
22
I9,5
21 ,s
19,5
2!,8
19,8
22,8
I9,S
21 ,8
309
-
4,06
22
29
22
27
22
28
22,9
30
22
28
700
-
-
S,98
22, I
22
27,7
22,1
22,5
29 ,9
29,3
31 ,5
22
29,2
!073
22
27,1
22
25 ,2
22
26,6
22 ,9
28 ,8
22
26,6
340
-
0,4
6,3
0,4
6,2 Posi t.
III.
)
Ini zio
Fine
2 ore
0,4
8,6
o,s
8 ,3
-
-
Color. evicl.
I V.
l
Inizio
F ine
o,6
3 ore Io,6
o, s
9.9
-
-
Color. legg.
0,4
7,2
o,s
-
-
-
-
-
-
-
-
8,I
Col. intens .
-
-
-
-
I ora
l Par~te
pose·
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I9
I ora
Inizio
Q.
-
Inizio
F ine
) Fine
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3
l
(*)V.
Parete destra
-·-Cl)
II.
(
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l
Traccie lievi
Col. intens.
-
C'H '
l """'"cf
Temperatu re in gradi centigr.
· -:::::;
_g
l
l
Pavimento o,6 per mi lle - Soffitto o,5 per mille.
;\[etodo Fodor, negati,·a - \ Velzel, negati,·a .
Quantitativa, nega ti va Qual itativa (Nessler) ,
traccie liev issime.
Negativa.
Kegativa.
I9 per ce nto .
C0 2 .
CO.
K J-I3.
2,13
19
366
(*) L'esperie nza fu eseguita spargendo poh·ere sul coperchio della stufa.
Come si vede dalla tabella A i! tipo di stufa presa
in esame produce una quantità di C0 2 veramente note-
vole, quantità che ya aumentando col prolungarsi dell'esperienza. In qualche esperienza il C0 2 ri sultò in quan-
RIVISTA DI INGEGNERIA SA TIT ARIA
tità q uasi eguali tanto al pavimento che al soffitto, e
questo fenomeno pit'1 che ad errore eli determinazione
fu da noi interpretato come fatto naturale, in quan tochè
il C0 2 assu mendo la temperatu ra eli regi me dell'ambiente, risulta pit'1 denso dell 'a ria, e tende quindi a precipitare in basso.
In generale questa stufa ha dato piccola quantità eli
NH '\ non determinabile q uantitativamente.
In c1u an to al CO, questo si rese manifesto solo nelle
due prime esperienze e precisamente quando era ancora
sensib ile quel particolare odore, da noi indi cato nel Yerbale, ma non fu riscontrato nell'esperienza fatta cospargendo polvere sulla stufa.
Risultato negativo ha nno d ato le ricerche dell 'H 2 S
e del C 2 l-V
L 'a um ento di umidità assoluta fu notevole, sensi bilmente proporzionale al consum o del gas ed alla durata
delle esperienze.
Acl onta del rimarchevole quantitativo di CO Z, dell'odore di tanfo, della presenza di CO, della eleYata temTABE LLA
B.
S t ufa n.
~
l
:E
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Numero
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8 g;
delle esperienze
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l
II.
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III.
IV.
(*) V.
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Fine
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Fine
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l
Ini zio
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Fine
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CO p. mille
Welzel
0,4
l I ora
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3,5
o, 6
3,3
o,s
3 ,2 Pos it.
2 ore
o,6
5,1
o ,s
4 ,8
3 or
o,s
5,8
0,4
5,2
-
0,4
3,3
0 ,4
3,0
-
r ora
lI
o ra
3,2
Stu:fa n. 2 . Com e seconda si usò una stufa cilindrica , di lamiera laminata eli ferro, con fiamme bianche
a ventaglio, disposte nella parte inferi ore. Qu esta stufa
aveva un piatto di maiolica bianca a tto a riflettere il calorico d'irradiazione; un corpo cilindrico central e racchiudeva tre tubi di terra refrattaria, superiormente era
provvista di coperchio metallico verniciato. i\1ancava il
tubo eli minato re dei prodotti della combu sti one.
I risu ltati delle esperie nze sono riportati nella seguente tabella B.
NH3 p. mille
l
Posi t.
Fodor
3 l
o"'
C'H'
-
-
-
-
-
I,8o
3,06
-
Trae. lie,·iss.
Color. mare.
-
-
-
Color. m are.
-
-
-
-
-
Traccie lievi
Color. mare.
-
-
-
-
-
-
-
Colo r. mare.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Parete des tra
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Q.
"
Color. mare.
-
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-
Temperature in gradi ce ntigr.
~
"
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C"·)
-
"
~
-oos
-
-
l
Qua ntitat.
-
-
Nessler
·-
H:!S p. mille
----
"
!l.
l
peratura, dell'impoverim ento eli 0 2 ( r ), non nota mmo
disturbi notevoli; solo in alcune esperienze provammo un
senso di so nnolenza e leggera opp ressio ne alla testa.
Il consum o med io fu di 350 litri all'ora, e il r eddito
termico corrisponden te fu eli 3 gradi e mezzo circa per
ogni ora. Questo rapporto si mantenne quasi costante
anche per esperienze di 3 o re, il che dimostra come
calorimetricamente lo stato eli regime non fosse a ncora
raggiunto.
a gas senza tubo eliminatore dei prodot t i della combustione .
o
'J)
-o
I.
CO'
2
RIVISTA DI INGEG ERIA SA TITARI A
l
I ,99
4,15
Metà
1 S offitto
23 ,2
23 , 2
25
26
23 , 2
25,2
23,2
26,2
l
l
l
Parete sinistra
l
o :S
E=
g~ ·-:::::
u
Metà
J Soffitto
23,2
26
23,2
26
23,6
27,8
207
23 ,2
26,2
2J,2
23 ,8
27,8
I90
364
26
23,2
23,2
23,2
23,2
25,9
26,9
26 ,9
26 , r
24
28
23
26
2J, I
23,I
27,2
23
23 , 5
27,2
27
29
23,2
23 ,2
26,8
26,5
23
26
23,5
28,2
23
1,93 1 25,2
""'
Cl)
-Parete
posteriore.
Soffitto
530
l
216
(".) L'esperienza fu esegu ita spargendo poh·ere s ul cope rchio della stufa.
('•''") Precipitato ev id ente , ma non de te rminab ile quantitati,·amente , ri tenibile eli poco inferiore a l o , r per mill e .
Appare ev idente dalla tabella B come anche in questo
tipo eli stufa la produzione di C0 2 è notevole e ragg iun ge (diremo così) uno stato di regime dopo circa
due ore.
Il CO fu riscontrato col metodo di \Velzel e con quello
di F odor sol tanto nella prima esperienza, nella quale
notammo quel caratte ristico odore di tanfo.
L 'N H 'l con questa stufa si potè sempre dimostrare
presente nell'ambiente, ma in q uantità molto piccole, e
non rilevabili che co lla reazione del Nessler.
Il C 2 H 2 e l' H 2 S non furono mai riscontrati.
L a differenza eli umidità assoluta tra l'inizio e la fine
fu rilevante, sempre in rapporto con la durata d ell 'esperienza e con il co nsum o di gas .
L a presenza della p oh ·ere sul coperchio non aumentò
il quantitativo di C0 2 nell'ambiente, ciò è spiegabi le
perchè la temperatura del corpo della stufa si mantenn e
inferiore a 70° c., probabilmente per la presenza delle
matto nelle refrattarie esistenti nell 'interno della stufa.
Il reddito termico in rappo rto al consumo eli gas
può ritenersi per questa stufa di circa I grado per ogni
I OO litri di gas consum ato.
Il regime calorimetrico non fu ragg iunto nemmeno
dopo tre ore di fun zionamento. Il consumo medio fu
eli ci rca 200 litri per ora.
Nessuna sensazione speciale si ebbe, tranne nelle prime
due esperienze, quando la combustione della vernice d ella
s tufa non si era a ncora completata.
(Continua) .
( r ) \'ecl i più avan ti la tab e ll a speciale ri g ua rd a nte l ' impoverimento eli 0 2.
IL TIFO NELLA PROVINCIA DI BERGAMO
p el D ott.
STEF.\:-<0 B.\LP
(Continuazione -
Vedi Numero 17)
Idrologia profonda. - Colla cartin a topografica n. I,
si è cerca to di dare un criteri o d'insieme per gi udicare
sulla profondità delle lenti acq uee sotterranee. Essend o
basata su dati desunti unicamente dalla profondità d ei
pozz i no n può, na turalme nte, rile,·a rl a che nelle zone in
cui esisto no i pozzi , ma vi sono località (e non risultano
che in parte sulla ca rta) in cui esisto no acque sotterranee,
ove per l'abbondanza di sorgenti naturali si è tralasciato
di ricorrere ad esse, e sono segnate fra le mancanti eli
pozzi.
ì\fa p oichè l'attenzi o ne nostra è rivolta essenzialm ente
alle acque che si be,·ono, l'anzidetta deficienza dell a
carta idrografica perde d'importanza. Si de,·e del resto
ritenere che, salve poche eccezioni, nella zona tratteggiata in chiaro non esiste falda acquea sotterranea.
I\ o n vi mancano p erò raccolte acq uee sotterranee, e
le stesse condizioni geologiche che riducono la provinci a
eli Berg::tmo ad un immenso serbatoio eli acque profonde,
fa nno sì che sia difficile trovare in essa acque di sorgenti
naturali no n soggette ad into rbid amenti, a nche quando
nascono al fondo di gallerie naturali ; come è difficile
trovare acque aventi una temperatura molto bassa.
La ragione del fatto è in parte dovuta alla scarsa protezione che offrono le masse detriti che, ed in parte ad
altra causa. Avvi ene infatti di ,-edere che in ce rti punti
in cui per opera dell 'acqua e degli agen ti atmosferici
si è sgretolato il rivestimento moreni co, appaiono allo
scoperto grotte, caverne, gallerie, archi, prodotti dal secolare lavorio d 'erosione dell 'acqua e che sono mediante
meandri di piccoli e grossi canali uniti ad altre invisibili raccolte acquee.
Le loro pareti nei pe riodi eli pioo-gia sono in parte
coperte dall 'acqua; in siccità si scop rono e vaste superfici di parete vengono in conta tto coll 'aria , si sfogliano,
si coprono di una polvere umicliccia impalpabile che poi
col repentino innalzarsi delle acq ue viene d'un tratto
trascinata all'esterno intorbidanclo la sorgente.
Quest'intorbiclamento non è quindi sempre l'indice di
un pericolo dal punto di vista igienico, ma semplicemente d ' un inconve niente al quale è facil e rimedi are.
Vi sono però molti acquedotti ave nti opere di prese
supe rfi ciali ed in cui il materasso filtrante, formato di
g rossi detriti, è troppo poroso od è tropp o sottile, ed
allora nell'acqua torbida crescono a dismisura i germi
provenienti dalla superficie del suolo ed il pericolo di
inquinamento è graYe .
La falda aquea sotterranea attin g ibil e mediante pozzi
si comincia a trovare in qualche tratto di alta montagna,
ma più specialmente nella parte della zona collinosa che
g ià confina colla pianura. lvi avviene di trovarla specialmente ai la ti della provincia, presso ai due fiumi che
293
la delimitano ed a profondità variabi lissim e. Non si
tratta, infa tti , della vera falda acquea monta na che è
qui vi ancora molto profonda, ma eli raccolte acq uee formatesi su fondi lacustri.
H o pure tentato, basandomi in parte su dati eli fatto
ed in parte in via di indu zio ne ( r), eli segnare l'andamento dell a falda acq uea mon ta na. A Berga mo bassa
si dovrebbe rinYenire alla profondità di circa r oo metri:
seguendo il decorso del Se rio, che ne è il grande regolatore ed emuntore, la si rinviene più vicina alla superficie del suolo man ma no che si abbassa il piano inclinato che forma la pianura bergamasca, fin chè affiora
nella zona tratteggiata dai segni + + + + dove la quota
altim etri ca è per l'appunto inferi ore di IOO metri a
quella di Bergamo bassa si comincia a troYare qualche
sorgente, e man mano che si scende al confine sud d ella
provincia si fanno pit'1 frequenti e ricche. P a rimenti la
profondità dei pozz i nella pia nura bergamasca va decrescendo d al monte al piano, ma non in modo uniforme:
i due la ti della pia nura, cioè le sponde dell'Adda e
dell' Oglio sono formati da due terrazze clilnYi ali eli
qualche decina di metri pitt alte del pelo d 'acqua no rmale del Se rio, ed ivi la profondità dei pozzi è maggiore
e meno regolare .
I\ ella parte pit'1 alta della pia nura tra la superficie del
terreno e la lente acquea profonda sono interposte altre
lenti acquee di profondità varia, alle quali attingono i
pozzi di molti Comuni, alimentate da acq ue pionne, da
acque di irrigazione e da filtrazio ni laterali dei fiumi .
L e loro co ndizioni ig ieniche sono in relazione colla qualità e collo spessore del materasso filtrante di terreno
che le protegge.
L a falda acquea montana invece si può ritenere come
protetta da ogni inquinazione (fatta forse eccezione per
le sue prime polle) ed i fatti epidemiologici confermano
questa supposizione : ritengo a nzi che anche le sue prime
sorgenti, o\·e fossero prote tte da una zona di rispetto
adeguata, darebbero probabilmente acq ua batteriologicamente potabile.
Esaminando quindi , sotto l'aspetto della po tabilità, le
condizioni delle acque superficiali e profonde della provin cia, avremo:
In alta m ontagna : acque di torrenti non ancora
inqu inate, ma facilmente inquinab ili; acque di sorgenti
libere in cui il pericolo cl'inquin az ione è in relazione
colle co ndizi oni geologiche loca li , ed acque di sorgenti
captate in cui il pericolo di inquin az ione è in relazi one
non solo colle condi zioni geologiche locali , ma anche
coll e condizi oni delle opere di presa e di condo tta;
I
0
2 ° Zona collinosa e di bassa m ontagna: acque di
fiumi e torrenti inqu inabili ed inquinate, acque di sorgenti libere e capta te nelle condi zioni in cui al capo precedente e q ua e là acq ue eli pozzo soggette ad inqui-
(1) \ 'ecl i carta n. I: Profondità delle lenti acquee sotterranee.
294
RIVISTA DI I GEGNERIA SA ITARIA
RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
nazioni , sta coi mezzi di estrazione, sia per inqui nazione
diretta della falda acquea;
3° Alta jnanura: due acquedotti, quello di Bergamo
e quello di Ubbiale-Treviglio, danno acqua a parecchi
Comuni, ma in quantità non sempre sufficiente alle esigenze. Pozzi molto profondi, non molto ricchi d'acqua
ed inquinabili coi mezzi comuni di estrazione e coll'irrigazione; acqua di canali irriga tori inquinatissima;
4 o fl/ledia pianura: pozzi poco profondi inquinati
dalle acque di irrigazione e dai mezzi di estrazione;
qualche pozzo tubulare che dà acqua sana; qualche sorgente in piano, canali irrigatori derivati dai fiumi e canali
di acque sorgi ve inquinati;
5° Bassa pianura: grande copia di acque sorgi ve in
piano, acqua di canali irrigatori; non pare vi esistano
pozz1.
Vediamo ora come si distribuisca il tifo in relazio ne
all'alimentazione idrica, ai mezzi naturali ed artificiali di
difesa della purezza delle acque, alle condizioni geologiche del terreno ed alle condizioni economi co-sociali
della popolazione.
Co efficienti economici e sociali
nella lotta contro le m a latt ie infettive.
I struzione. - L a provincia di Bergamo occupa nell'istruzione con onore il quinto posto fra le consorelle
italiane, venendo dopo T orino, Como, Sondrio e Novara.
Ha il I 8 per cento di analfabeti nella popolazione di
età superiore agli anni sei.
Condizioni economiclze. Agricoltura. - L a terra bergamasca è fertilissima in prodotti del suolo ed è ricca
per l'allevamento del bestiame. L a ricchezza è però poco
divisa: il numero dei proprietari corrisponde al I O per
cento della popolazione ed è assai inferiore alla media
generale del R egno, sebbene fra i due censimenti sia
aumentato di circa un terzo. Vi ha attualmente un rilevante numero di agricoltori che lavorano terreni proprii ,
ma sono, come generalm ente avviene, montanari; la
parte piana della provincia, che è pure la più fertile,
non ha che il 6 per cento di proprietari: in media vi
sono nella provincia I 3 proprietari ogn i chilometro quadrato. Il patto agricolo è alquanto diverso da quello che
vige in L om bardia, nella quale predominano i contadini
a lavoro obbligato, qui predomina la mezzadria e non
sono ra re le affittanze collettive di grosse p roprietà a
gruppi di agricoltori, che devolvendo il guadagno del
fittaiuolo a benefizio del coltivatore, migliorano assai
le condizioni economiche di quest'ultimo.
L'agricoltura dà pane e lavoro al 26 per cento della
popolazione adulta.
lndusb'ia. - Lo sviluppo industriale nella provincia
di Bergamo in questi ultimi anni fu meraviglioso: ha
trasformata tutta la valle seriana in un immenso opificio,
ne ha utilizzate tutte le risorse ed anzi vi ha importata
l'energia elettrica anche dalla vicina valle brembana. Ha
dato lavoro a tutte le braccia disponibili non solo, ma
fa da richiamo alla maestranza delle vallate vicine. La
sua influenza sulle condizion i igieniche della popolazione
è immensa; dovunque un camino taglia colla sua svelta
linea l'orizzonte ivi è zona di rispetto per la pellagra,
come dimostrerò presto.
In valle brembana la maggior parte delle energie meccan iche furono assorbite da industrie che si svolgono
fuori della vallata. L e sue condizioni igieniche sono perciò
meno buone e meno buone anche le condi zioni economiche, onde l'alto con tingen te all'emigrazione.
Se si dovesse esaminare la questione alla sola luce
dell 'interesse igienico della vallata, sarebbe il caso di
invocare una limitazione nell'esportazione delle risorse
locali; ma l'igiene non può essere localista nei suoi scopi;
ciò che non si può o non si sa utilizzare in un luogo,
migliorerà le condizioni economico-igieniche altrove.
L 'i ndustria occupa il I 7 per cento della popolazione
ad ulta.
Commercio. - Vivono del co mmercio 54·376 persone e fra queste !4·376 fra osti, albergatori, liquoristi
ed in genere venditori di bevande alcooliche.
Dal complesso di queste circostanze parrebbe che trova ndoci di fronte ad una popolazione ricca, laboriosa
ed istru ita si debba attendere da essa un certo g rado
di coltura igienica, ma ciò non è: occorre ancora un'attivissima propaganda igienica per strappare in un tempo
non troppo lontano dalle case del popolo le malattie
infettive ed i tre fl agelli che imprimono così profonde
stimmate nelle razze, cioè l'endemia tifoidea, la pellagra,
l'alcoolismo.
Infatti, per ciò che riguarda il tifo, indipendentemente
dalle questioni riflettenti l' alimentazione idrica, delle quali
ci occuperemo in seguito, è da rilevare che le abitazioni
dei co ntadini, come quelle degli operai, sono spesso in
condizioni igieniche infelicissime per pulizia, aereaz ione,
fognatura domestica, agglomero di persone e facilità di
epidemie per trasmissione diretta.
Ne favoriscono del pari l'attecchi mento e contribuiscono a rendere più micidiali le epidem ie, la cattiva alimentazione (quasi esclusivamente maidica), pregiudizi
ig ienici, poca cura della pulizia della persona, alcoolismo
esteso ed una fatalistica rassegnazione che spinge la
popolazione ad accettare le epidem ie come inevitabili
flagelli inviati da un nume corrucciato e spegne in essa
ogni velleità di lotta per allon tanare i pericoli di malattie infettive, migliorando le condizioni igieniche in
CUI
VIVe.
Così avviene che la provincia di Bergamo ha una
mortalità p er tifo assai superiore alla mortalità media
del Regno per tale infezione, come appare dal prospetto
che segue:
Morti
Casi
Anno
T otale
Per 1oo.ooo
abitanti
Totale
I898
I899
I900
I90I
1902
I903
1904
84I
737
563
64I
II04
996
I343
I85
I6I
I22
I38
238
2I I
28 2
265
2I2
200
I 50
215
I94
276
Per
roo casi
5I
28
35
?~
-.)
19
20
22
Per 1oo .ooo ab i t.
Regno
Provincia
58
47
43
32
45
41
57
54
46
46
36
34
35
36
Si nota inoltre che il numero dei casi di tifo e dei
morti è in aumento, ma che la proporzione fra il numero dei colpiti e quello dei morti è in diminuzione.
Ciò significa che vi ha bensì un aumento nel numero
dei colpiti da tifo, ma in parte apparente è dovuto più
specialmente a maggiore regolarità nel servizio delle
denunzie.
( Continua) .
295
richiesti congegni automatici, che funzionano quasi
sempre in dipendenza di variazioni nella pressione del
gas: per questa ragione fondamentale è ovvio che nel
maggior numero dei casi si rendono necessarie due condutture principali, poichè gli utenti privati, e tanto meno
gli industriali , non possono essere esposti ad oscillazioni
molto notevoli nella distribuzione del gas. Non insisto
q ui su tutti quei sistemi, e sono numerosi, basati sul
principio dell' uso della spugna di platino.
Fino ad ora quindi, per molte ragioni, può ritenersi
la questione allo stato iniziale e, malgrado la buona vo-
(j?UEST I Of.J. I
TECNICO-Sf\NITf\RIE DEL GIORNO
MODO PRATICO DI ACCENSIO IE
DEI FANALI STRADALI.
È cert o che con la geniale applicazione dell 'incandescenza all'illuminazione stradale, l'uso del gas-luce, che
sembrava dover cedere rapidamen te il posto all'energia
elettrica, è tornato a farsi apprezzare dalle pubbliche
Amministrazioni , come mezzo che ancora offre qualche
vantaggio, malgrado le maggiori facilità di servizio che
in suo paragone offre l'illuminazione fornita dal carbone
bianco.
Uno dei lati pitt debol i di questo pubblico serviziO
è però sempre la difficoltà di accensione dei fanali. Per
una città popolosa e dove il movimento sia di certa
importanza, senza dubbio è necessario che l'illuminazione venga effettuata ovunque quasi contemporaneamente: sull'opportunità di questa condizione è inutile
qui insistere più ulteriormente.
Convinte di questo fatto, sia le Società esercenti le
pubbliche illuminazioni a mezzo del gas, che le Case
che producono in dipendenza di quest'industria, si sono
agitate e continuano ad agitarsi per trovare qualche
mezzo pratico e semplice che faciliti il problema.
Molti metodi si sono ideati all'uopo . Qualcuno veramente ingegnoso e forse anche pratico, ma ... costoso;
altro, pure ingegnoso e pratico, ma tale da richiedere
importanti modificazioni all 'insieme d ell'impianto del servizio, e quind i poco ben accolto dagli enti. Tra questi
ultimi vanno ricordati in prima linea q uei metodi a
<< veilleuse >> continua e combinati in modo che dalla
officina direttamente sia possibile l'accensione contemporanea di intere zone di una città.
Per lo pitt con queste disposizioni abbisognano, almeno in prossimità dei fanali, due condotte; sono pure
lontà di tanti, vediamo ancora sempre i pubblici accenditori correre affz.nnosamente di fanale in fanale per ridurre, per quanto è materialmente possibile, le disparità
di trattamento tra g li isolati di case componenti uno
stesso quartiere.
Ma, anche accettando queste condizion i, molte volte,
per ragioni meteorologiche, pure questo servizio resta
non solo ostacolato ma qualche volta assolutamente impedito. L e aste, col piccolo recipiente in cima metallico,
e relativa fiamma all 'olio quasi non servono più. Oggi poi ,
precisamente per l'applicazione del becco incandescente
Auer, anche la tradizionale asta, o meglio il recipiente,
richiede modificazioni tali da rendere possibile l'avvicinamen to dell ' utensile al becco di gas perfezionato, in
modo che l'operazione si compia con una certa rapidità.
Per questa ragione, alcuni industriali do tati di senso
pratico e opportuno, più che ricercare un mezzo di
a utoaccensione simulta nea d elle lampade, han no rivolto
i loro studi a questo campo del problema piLI semplice,
molto piLI semplice, ma forse di meno diffi cile a ttuaziOne.
E anche 111 q uesto campo, benchè limitati ssim o, svari atissime furono le trovate: g iornalmente, oserei dire,
nelle Riviste specialiste dell 'industria d el gas escono
nuove proposte di acce nditori , d ei quali si magnifi ca no
l' utilità ed i vantaggi; ed intanto nella maggior pa rte
delle città continuano sempre ad essere in uso i vecchi
sistemi.
Oggi è la volta dell 'acetil ene; esso dovrebbe risolvere
bene il problema, e quello che piLI interessa in modo
econo mico, il J ournal.fiir Gasbel. und TVa sserver., n. 23,
eli quest 'anno, descrive, elogiandolo, il co ngegno rappresentato dalla annessa grafica, dov uto alla Società per
apparecchi a gas ed elettricità di Coloni a.
Il carburo di ca lci o (so g r.) è disposto nel corpo
centrale del cilindro; l'acqua arriva ad esso per la produzione del C2 H 2 dal basso, il gas si sYolge verso l'alto
arrivando al beccuccio in C. L a vite a pressione a serye
a regolare la fi a mma; b è la leYa per comandare i ro·
binetti dei fa nali. L a capacità del congegno è calcolata
in modo che una fiamma co n una pressione di So mm.
può funzionare regolarmente per un 'o ra e mezza; tempo
bastevole perchè un accenditore possa compiere tutto
il giro d ei fanali a lui affidati. Dalle grafiche si vede
pure molto bene il funzion a mento del congegno.
Con la disposizione proposta certamente riman e e vitato l'inconyeniente dello spegnimento in caso di forti
venti, come pure rim a ne di molto facilita ta la diretta
acce nsione del fanale e quind i, sotto questi aspetti almeno, il congegno merita considerazione.
BI ;s'L
SPANDiì\IENTO AGRICOLO
E DEP RAZIO.:'\E BIOLOGICA.
La Rivista, che della depurazione biologica delle acque
luride si è occupata in ogni tempo con interesse specialissimo, ha a suo tempo fatto parola dell e vivaci discussioni sollevate da Vincey alla Soci età di igiene e di
genio sanitario, a Parigi , in merito alla pretesa bontà
teorica e prati ca della depuraz ione biologica.
Il Vincey aveva attaccato con molta vivacità la depurazione biologi ca in genere, g li impianti di Calmette
(Lilla) in specie; ed a\'e,·a rilevato le esagerazioni apparse
sul rendimento eli qu esto metodo e sulla praticità, ed
aveva finito col sostenere che sotto ogni rapporto più
razionale, più pratico, e più economico si presenta il
metodo ·dei campi di spanclimento, che ha fa tto ovunque
lodeYole proYa e che no n vi è ragione per abbandonare.
Calmette ha risposto ora a ll e accuse, e i suoi rili evi
meritano eli es ere accennati , perchè costituiscono una
difesa completa d el metodo biologico.
Calmette ha anzitutto premes o che nelle accuse mosse
da Vincey alla depurazione bio logica si è partito da
raffronti che assol uta mente non possono reggere alla
critica. Così si è detto che la nitrificazione avviene as ai
meglio e più intensa mente per le acque lurid e di Parigi,
depurate collo spanclim ento agricolo, che non colle acque
di Lilla depurate med ian te l' impia nto della i\Iacldalena.
A ragione egli osserva l' impossibi lità del raffronto, perchè
enorm emente diversa è la quantità di azoto ammoniacale dell'una acqua in confronto dell'al tra.
Inoltre, anche il fare delle comparazioni basate sulla
ossiclabilità delle sostanze o rga niche (titolazione al permanganato), non può avere un qualsiasi valore per la
pratica. Si conosce infatti co me assai diverso sia il comportamento delle sostanze organiche di fron te al pe rmanganato: tal un e tolgono a questo, nell 'ossidarsi, ingenti
q uantità di ossige no, mentre altre ne tolgo no assai poco.
Si è detto che la gassificazione nelle fosse settiche della
;.raclclalena è molto scarsa c Calmette pro testa co ntro
l'asserzione. Egli dice che basta vedere l'aspetto delle
fosse per accorge rsi del pullulare delle bolle di gas,
segno indubbio di atti ,·a ferm entazi o ne.
P er ultim o rifà tutti i calcoli circa le aree da occuparsi nelle installazioni per la depurazione biologica e
nell e relative spese di impianto e di funzi onamento. A
tal proposito si è ,·oluto fa re i conti sulla installazione
dell a ì\Iadcl alena a Lilla, ed i critici della depurazione
biologica non hanno ma ncato di alterare le cifre, gettand o sul conto della superficie occupata dai letti e dalle
fosse, anche lo spazio che è invece esclusiva mente occupato a Lilla da impianti sperimentali, pei tcntati,·i di
depurazion e chimi ca. Con I mq. per I mc. d'acqua da
depurare si riesce acl avere una buona depuraz ione : cifra
fo rse un po' elevata, ma che in ogni caso lascia comprendere che anc he essendo p essimisti, il rendimento
d ella depurazione biologica, d eve pur sempre essere
elevato.
Pel prezzo, partendo dalla installaz ione sperimentale
della Maddalena, e tene ndo co nto di tutti i fattori , si
è voluto fare un progetto-schema eli cos to di un impianto destinato a tratta re sooo mc. al giorno .
Il progetto calcola il terreno a 3000 lire all 'ettaro;
anche tenuto conto di tutto i tecnici stimano il prezzo
degli impianti a L. 30 p er mc. d 'acqua da trattare e
quindi L. I so.ooo.
Per contro gli impia nti di d epurazione coi campi di
spandi mento verrebbero a costare almeno I so.ooo lire di
solo valore d ei terreni adoperati per la depuraz ione, oltre
a L. so.ooo di spese per il drenaggio d el terreno, e ol tre
a una non indifferente spesa di manutenzi one, spesa che
non si ha col funzionam ento automatico degli impi anti
di depurazione biologica.
Forse all a depurazione biologica si può muovere l'ohbiezione che le acq ue depurate so no a ncora molto ri cche
in germi: e per yero l' esame dei conteggi, di ce che i
germ1 sono assai num erosi in queste acque depurate .
ì\Ta Calm ette fa osservare che ciò non deve far me-
297
RIVISTA DI INGEGNERIA SA ITARI A
RIVISTA DI I GEGNERIA SANITARIA
raviglia: la trasform azione dei materiali ternari e quaternari, avviene per opera di germi , e non può fa r meravigli a che si abbiano quindi molti germi nelle acque
stesse anche dopo la depuraz ione. Basta però lasciar a
sè q ues te acque, anche per un brevissimo periodo di
tempo, perchè subito il teno re in g ermi si riduca ensi bilissimamen te.
E il critico equanime no n cle,·e d 'altro la to nasconde re i pericoli che si hanno nella d epurazi one co i ca mpi
di spandimento. Si vieta quasi ovunque l' irrigazione degli
e rbaggi col cess ino, e poi si permette l'irrigazi one più
intim a e permanente di enormi campi di erbaggi colle
acque di fog na.
Casi indubbi di diffusione di fo rm e infettive, casi nume rosi di elmintiasi si conosco no oggidì , come dovuti
alle irrigazioni colle acqu e di fogn a, perchè a tale proposito possono sussistere dei dubbi.
Se a questi si aggiungono i p ericoli eli fessuramento
del terreno, che rend e spesso più che irrisoria la filtrazione, si co mprenderà facilm ente che molti dei primitivi
e ntusiasmi pei campi di spandimento, non hanno più
ragione eli essere.
P er Calm ette la depurazione biologica non è un tocca
sana: essa però si p resenta oggiclì come il metodo più
economico e piLI pratico in generale per depurare le
acque luride, senza però escludere senza altro che anche
al tri metodi , e primo tra questi lo spandim ento agri colo,
possa no dare talora buoni risulta ti.
Queste osservazioni di Calm e tte, il quale senza essere
un vero esalta tore del metodo biologico, ne difende però
meriti e i lati prati ci.
Vincey ha risposto brevemente:
Egli non nega i pericoli del metodo d i spanclimento,
e soltanto co ntesta la bontà eccessiva che si è Yoluto
tro vare nel rendim ento dell a depurazione biologica.
Ripassando gli stessi dati di Calm ette nell e determ inazioni fatte a Lilla, dim ostra (e non nascondia mo che
la sua dimostraz ione è realm ente impressio nante, se an che
non è del tutto persuasiva), che il fenomeno di nitrificaz ione nella depurazione biologica, è assai meno intenso,
di q uanto lascierebbero credere g li entusiasti del ·modernissimo metodo depurativo .
La discussione è a questo punto e min accia di protrarsi: il che non impedisce che a Lilla le prove continui no. A ragio ne però ha osservato Calm ette, che quasi
tu tte le città inglesi e americane, si sono credute costrette ad abba ndo na re il metodo dello spanclimento,
pe r ri correre a tipi diversi eli impianti di depurazion e
biologica.
B.
RICERCHE DI TRACCIE
DI OSSIDO DI CARBO IlO
IELL ' AT}10SFERA.
Le asfissie di avvelenamento da ossido di carbonio
prodo tto da gas-luce, quantunque frequenti, sono tuttavia
meno numerose o meno temibili che l'intossicazione
lenta che produce que!.;to gas all orchè egli esista permanentemente ed in piccola quantità nell'atm osfera. Gran
numero di locali industria li e di apparta menti mal riscald ati si trovano in q uesta condizione.
Ciò che rend e assai pericoloso questo gas si è la
mancanza completa di odore ogni volta occorre l'aiuto
di opemzio ni chimiche per poterlo rivelare. Vari metodi
esistono all ' uopo, ma un metod o rapido e facil e per
S\·elare la presenza di questo gas allorch è si trova in
piccole quantità nell 'aria, sia puro che mescolato co n
altri, non è a tutt'oggi ancora stato rinvenuto.
L o scopritore è il signor Henri Dejust, il quale, studiando l'azione riduttri ce dell'ossido di ca rbonio, ha
constata to che la temperatura ordinaria in ambiente secco
riduce l'ossido di argento.
L 'ossido d 'a rgen to nelle co ndizioni citate imm ediatamente mette in libertà l'argento metalli co con una
elevazi one di temperatura che porta la massa verso
I 30 gradi.
co _L Ag 2 o = 2 Ag C0 2 •
+
Talora è necessario elevare legger mente (40° a 50° C.)
la temperatura dell 'ossido per fornire il lavoro preliminare: una volta incominciata, la reazione dura appena
qualche secondo dando origine a dell 'argento metallico
e ad anidride carbonica assorbita con la potassa. In
presenza d 'acqua si o ttiene egualm ente una riduzione,
ma la massa non potendo elevare la tempera tura, la
riduzione dell'ossido d'a rgento è lentissima e diffi cilissima. Dissolvendo l'ossido d'argento nell 'ammoniaca si
ottiene un liquido incoloro in cui la riduzione per mezzo
dell'ossido di carbonio s i fa assai facilm ente: la soluzione
imbruni sce, poi annerisce dal mom ento che cominciano
a passare le prime bolle di ossido di carbonio. Si ha
parim en ti la fo rm az ione di argento metallico e una soluzione co nten ente acido carbonico ed argento in sospensione, il quale può essere ricuperato per filtrazion e attraverso carta finissima o meglio ancora per mezzo di
una ca nd ela Chamberland.
Questa reazi one è suffi cientemente sensibile e si può
ba a rvi sopra un metod o di ri cerca dell'ossido di carbonio molto rapido e parti cola rmente applicabi le <ti dosaggio dell 'ossido di carbo ni o che può essere mescolato
all'atm osfera.
Brevemente la tecni ca a seguirsi è la seguente : un
imbuto della capacità di 20 c~ n c . termina in un cannello
affilato : inferiorm ente a questo si trova un cristallizzatore della medesima capacità. L 'affi latura del cannello è
abbasta nza fine perchè il rea ttivo co ntenuto nell' imbuto
impiegh i un'o ra p er passare a goccia a goccia nel cristallizza tore : il rea ttiv o viene così tre volte in contatto
con l'atmosfera, nell a quale si tro va l'appa recchi o : una
prim a nell 'imbuto, una second a nel cristalli zzatore, una
terza all a superfi cie eli ogni goccia mentre si forma e
mentre cade.
Per ser virsi dell'apparecchio si versano 20 eme. c1rca
di reattivo nell ' imbuto e si lascia cadere goccia a gocc1a
RIVISTA DI I NGEGNE RI A S AN ITARIA
n el cri s ta lli zzato r e. Vuo tato l' im b uto lo SI ri e mpi e d i
nu ovo ( ciò p er à u e ri prese) c o l r ea t t iv o g ià u sa to.
r es ta p iù a llo r a c h e
on
co mpa r a r e l a colo raz io n e ch e h a
pre s o il li q uido primitivam e n te incolo r o, co n q u ella di
un a s cala colo ra ta ch e va unita a ll 'ap p a recchi o . Questa
s cala co mpr e nde t r e tinte co rrispond en ti a s o lu z io ni di
costit ui sce in d ub b ia m e nte il pi ù g ra nde t ub o costrutto al
m o ndo .
Si t ratta d i un enorme tub o d i m . 3,8o eli di am etro intern o,
so pport a nte circa 3 cm . el i pressio n e, e lun go m. r o r8 . La p o rtata del t ubo è calcolata a 35.ooo li tri per seco nd o : e sco po
dell ' immane s ifo ne è el i po rtare per un certo t ra tt o le acq ue d el
ca nale d ' Arragona e Ca t a logna.
ossido di carbo n io a ll' u n o pe r mille, un o p e r c in qu e mila
e un o p e r di ec i mil a.
so n o l' a ce ti le ne e l ' idrogen o so lfo r a t o: m a o ltre c h e il
lo ro o d o re è fac ilme nte r ic o n oscib ile, s i posso n o elimin a r e d a ll 'a mbi e n te ove s i o p e r a .
un a piccola sca tol a di
tra spo rto .
~UO VA
I
6
X
a ccesso r i so n o
I 2
riunì ti
111
c m . : è q u in di el i fac ile
A.
B EN I G~ ET T I.
C HIUS U R A IDR AU LI CA P E R LAT R I I\E .
Il nu ovo ti po d i s ifo ne è d ov uto a lla Ditta K e mni tz e U hli z
d i Berlin o ed è d.irett o a d evita re in g ra n par te l'asp iraz ion e
che avv ie ne de ll ' acq ua esiste nte ne l braccio d e i s ifo ni , per cacciate d ' acq ua che s i effet t uano a va ll e d i essi. L ' in co nveni ente
è rea lm ente m o lto se ri o e m e rita se mpre l'attenzio ne d e i cos t rutt o ri , perché possono d eri varn e cause el i a mm o rba m ent i el i
a ri a per odo ri, che q ualche vo lt a posso no a nche ri d urre l' a m b ie nt e ina bitabil e .
L 'a pparecc h io , es trem a m e nte se m p lice, si co mpo ne eli un
vaso a d U , foggiato press'a poco co me g li ord in ar i s ifo ni ; a d
esso è a nn esso un t ubo o ri zzon t ale 4, che po ne il co rpo de l
s ifo ne in co muni cazione con la
co nd otta ge nera le el i sca ri co .
Il b racc io cieco 2, di s pos to nell a
parte s upe riore da l lato d es t ro
de l s ifo ne, co nti ene costa ntem e nte a r ia . È n o to che a nche
pi ccole q ua nti tà d 'a ria posso no
d isturba re l' innesca m ent o el i un
s ifo ne .
Or a, anche a mm ette nd o ch e
il li q uid o immesso in I a rr iv i fin o a 3 , e che, per un a vio lenta
cacc ia ta ne lla co nd otta p rin cipale, dovesse venir richi a m at o
verso 4, ne l suo m ovimento tumultu oso trascinerebbe cert o
un a certa qu antità eli a ri a de l serb at o io 2 e qu ind i la colo n na
li q uid a resterebbe spezzata. L'acq ua r ica d re bbe a l li vello 5
e la chiusura idrau lica s i m ante rrebbe in b uo ne co ndizioni.
L ' ari a p oi pe l tub o 4, a equ ilib ri o r istab ili t o dei liqu id i, t o rnerebbe a l tu bo serba t oio 2 .
D ato che l'ap parecch io ri spo nd a bene n elle p ratiche app licazio ni , p uò prese nta re certam ente vantaggi no tevoli su a ltri
d el genere, inq ua ntochè s i potrebb e ri sp armi are l ' a ppl icazi o ne
d el tub o d i ventilaz io ne d el s ifo ne, e q uin d i p otrebbe veni re
a ppl icato in b uo ne co nd izioni di fun zio nam en to senza b isogno
R eo.
di g ra ndi op ere mura rie in q uals ias i ambi ente.
IL GRAN D E SIFON E DI S OS A .
S e bbene il fa tto s ia p iù eli cu riosità che di interesse tec nologico, diam o q u i un a immagine d ell 'eno rm e s ifo ne che sta per
essere ina ug urat o a S osa (Spagna, p rovincia el i Huesse), e che
cos icché resta fredd o fin o d ali ' ini zio d ell a su a m essa in servizio a nche p rim a che s i s ia accumu lata l'acqu a d i co nd ensazione, a s ufficie nza , per ri e mpirl o. Concentri cam ente, p o i, a
q uesto congegno è in oltre d isp osta u na m oll a in fi li d 'accia io
tem p era to, collegata a l tub o R , in m odo d a rinfo rzare tutti i
m o vimenti de l tub o circo la re e render lo quin d i sens ib ile anche
a p iccole d ifferenze d i p ressio ne esercitate s ulle superfi ci.
R eo .
1\ECENSIONI
I due gas ridutto ri ch e p o sso no influe n zar e la ri cer ca
Appa r ecch io, r eatti vo, e d
RIV ISTA DI INGEGN ERIA SANITARIA
I l sifo ne fu cos trutto p er evita re d ue gran di ,·iaclo tt i ne l
passaggio el i du e ,·alli su ccessive m olto profo nde , via d o tti che
sa re bbero cos tati e no r me me nte. P er ciò d opo m o lte d isqu is izio ni pro e cont ro , dopo g li studi necessa ri ed i re lat ivi ca lcoli, ha t ri o nfato l' idea eli so rm o nta re la d ifficoltà colla costr uz io ne el i un imm ane si fo ne che in d efin it iva riu sciva assa i p iù
eco no mi co d e i viadotti . C iò che el i nu o vo ,·' ha nel s ifon e
è che lo s i cost rui sce in tera m ente in cem en to a rm ato, e la
nostra ill ust raz io ne lascia ass ai bene co mprend e re il fatto .
K.
l\UO\' I ì\'I AI\O i\I E TR I A l\I O LL A .
S o no a pparecch i b revettati, s istem a Rose nkra nz (r), eli cu i
la fi g ura dà la sez io ne col t ubo a m o ll a pe ndente e for ma nte
serbato io d 'acq ua el i co nde nsazio ne, n onché co n m olla co mp lem e nt are d i acc iaio .
Ess i fi g urano ne lla
Mos tra in tern az io nale
el i Milano e so no sperim archecia lmente
vo li p er se mpl icità eli
m ecca n ismi .
Nel m a no m etro s i
è di sp ost o , co ntra ria m e nte a q ua nto s i fa
in ge nera le, il tub o a
m olla p endente . In t al
posizione esso è sempre pieno d'acq ua e
quindi fredd o, condi zio ne ques ta favo revole per o ttenere indi6
caz io ni esatte qua ndo
J
l 'apparecc hi o deve misura re pressio ne el i vapo r d'acq ua. Per p recauzio ne st r iem pie
q uest o t ubo el i g li cerina prima eli co nseg na re il m anomet ro,
(r ) Casa rapprese nta ta p er l 'Ita lia da l sig. Ado lfo F errari
di Mila no.
299
L. difende la it'émie : no n la di fe nd e in base ad un a assolu ta co ncezione teo ret ica; r ico nosce, a nzi, che essa è un m e d iocre r ip iego. A ragio ne però s i d o m an da se p er le latrine
p ro,·vis te d i s ifo ne ve ntil ato e q u indi asso lutam ente e necessariam ente in odo re, n o n v'è luogo a tolle rare un a d ispos izio ne el i cose, che p otrà b eni ssimo no n ra ppresenta re un a
cosa idea le, m a che in ogni caso no n p resent a ness un serio
incon veni ent e. E per q u esto do m a nd a un a r ifo rma, che pure
tute la nd o t utte le es igenze ig ie ni ch e , pe rm etta l' uti lizzazione
logica di spaz ii che a lt r imen t i sar a bbero da co ns idera rs i co m e
s p az ii m o rti .
K.
Riscaldamento e ventilazione del Gt'aud H otel St. JY!oriz . « S ch\\·eizeri sc he Ba uzei tun g » , n . ro , rgo6.
R . PER ISSÉ: L e c!zauffage des habitatiotts
P a ri s, G a ut h ier-Vill a rs, rgo6 .
U n uni co impia nt o centrale di p rodu zio ne term ica fo rni sce
il r iscald a me nto a ll' intero edifi cio di stribu e ndo lo co n du e be n
d is t int i s istemi. Il ,·a po re a bassa p ressio ne circola nei sotte rra ne i, ne l pi an o terreno ed in du e ava nco rp i a to rre , esiste nt i d a l lato s ud d e l fabbr ic;,t o . U n siste m a invece mi sto,
a vapo re a bassa press io ne ed a cqu a, p rovved e a l riscaldam ento d el res to d ell ' edifi cio, che s i co mpo ne co mpl essivamente eli sei pi ani.
L ' intero s iste ma è d iv iso in qu attro zo ne eli ri scald a men to
ben d istin te l ' un a d a ll 'a lt ra , cos icché è se mpre facile , o per
rag io ni el i cond izioni eli ser viz io, cioè q ua ndo l'a lbergo è poco
freq uenta to , o \'Olendo a um entare il reddi to termi co d i alc uni
am b ie nt i, di isola re pa rzia lme nte pa rte d e lla co nd ut tura .
Le sa le di soggio rn o d ei freq uen tato ri e le cucine so no
provviste di ven til azione prop ri a . Così di casi pei locali d e i
bagni e delle lat rine .
Il s istema di ri sca ldam ento, n el suo co m p lesso, fu calcola to
capace el i ci r ca 2.3oo.ooo ca lo ri e o ra ri e . Furo no studi ati a pposi ti d ispositivi pe r d imi nuire le p erdite d i calo r ico attra,·erso a lle pa reti più esposte a i ,·enti ed a lle inte mperie , così,
furo no ri ves t ite, qu e lle estern e , co n sug he ro, m entre le svasat ure de lle fi nestre furo n o p rotette co n r ives t imenti d i fe ltro.
Il calcolo fu co nd otto in base a d una temp eratu ra este rn a
m ini ma di - 40o C. , co n un a intern a m ass ima d i
r 8° C .
Il fabb isogno el i ca lo ri co ,·iene fo rnito d a sette calda ie tu bolari co n co mp lessi vam e nte 42 m q . di s up erfi cie risca ldante,
coll ocate ne l sottop iano de ll e fondaz io ni a 59 m. sot to il p ia no
pi ù alto .
La p ressio ne no rm ale è di un qu a rto di atm osfe ra , che viene
poi rid o t ta, ne i co rpi ri scald a nti , ad un d ecim o; q uest i ultimi
so no co mpleta m ent e li sc i e d ispost i ne lle s in go le sta nze in
a mp ie ni cc h ie r icavate ne l muro , in condi zio ni da po ter esse re
p uliti scrup olosa m ente.
A scop o d i evita re corrent i m oles te agli a bi tato ri , l'ari a ,
che ent ra negli ambient i p er la ventil az io ne, ha passaggio in
piccole aperture ri cavate nei soffi tti e m ascherate, per ragio ni
deco ra ti ve, d a la min ette sovra pposte. Il siste ma di aeraz io ne
è a tti va to d a ventilato ri e le ttrici as piranti l'a ri a vizia ta in
ca m ini . L 'impi anto è stato proget tat o ed eseg uito d a lla Casa
Fratelli Sulzer, di \ Vin terthur , e m erita segna laz io n e per g ran d iosità d i ins ie me accop p iata a stu d io d ettag liato dei vari
pa rticolari.
BI NI.
Il vo lume no n p uò essere m olto p rofo n do, e del resto no n
è in te nzio ne de l P. fo rnire un trattato ove tu tte le qu is t io ni
che ha nn o a ttin e nza a l ri scalda m ento s i presentin o de finitiva m en te risolte.
È un piccolo m anu a le e bisogna q uindi g iu d ica rl o co me tale .
L ' A . si occ up a a nzitutto de lle condi zio ni gene ra li de ll' imp ia nto d ei calo r ife r i, de ll e p erdite eli calo re, de lla sed e d el
calo r ife ro, ecc. In d i stu d ia s is te m a ti ca m e nte i vari t ipi : ad
a r ia, a d acq ua, a va po re.
No i no n staremo qu i a ripetere cose e fatti uni versalmente
no ti a q u anti ha nn o av uto occas io ne di occupars i di im p iant i
d i r iscald a me nto, o a nche solo di tec no logia sanita ri a : solt a nto rip o rt iam o la co ncl us io ne d i P. ch e cioè, là ove ap pena
è poss ib ile, co nvien r ico rrere a l ri scalda m ento a vap ore a
bassa pressio ne, m o d ifi ca nd o p er ò d ispos it ivi e insta ll az io ni ,
caso per caso.
E.
+
LACAN : Sttll'impiego delle « Trémies » a P arigi. d ' H ygiè ne » , V I , r go6 .
« R evue
È no to in che cosa con sist a la tr ém ie : un o spazio cioè
(dovre mm o dire un a s pecie eli co rto e largo canal e) che p ermette di d are luce e a ri a a p iccoli a m b ienti che no n g ua rd a no
direttam ente a ll 'ap er to , e che quind i n o n potre bbero essere
nè ventilati , n è illumina ti . A P a ri g i i nu ovi regolam e nt i ig ienici viet ano la tr émie, e d o m a ndan o che a nch e i p iccoli a mbie nti no n d es tinat i a ll ' ab itaz io ne perm anente sia no venti la ti
e illu m inati d iretta m ente d all'esterno .
Pat' calorifàes. -
ZAC HER : L e assiowazioni degli oper ai all'estero. A . Tresc he!, 1905.
Be rlin ,
Il volume va segna la to ag li indust ri a li e a q ua nt i s i in teressano a l proble ma d ell 'ass icuraz ione d egli o p era i.
L 'op era ri g ua rda s pecia lm e nte lo stato de lle ass icurazio ni
in In g hil terra (sull e q ua li ri fe ri sce \ Volff in un a prima pa rte
co mprend ente 140 pag in e) , in A u stria (ne rife risce K ogler
a m p iam ent e), in U ng he ri a (a ut o re K ogler ), in Ru ssia (la tratt az io ne è fatta d a Ska rzynski ) e in Finla ndi a (Hjehl t).
\ Volff nella parte ri g uard a nte le ass icurazio ni op e ra ie in
I ng hilter ra, s i occ up a sp ecia lm ente d ei pr ogressi che in q ues to
ca mp o s i son o fatti colà d opo il r897 .
Il più g rand e p rogresso m o ra le in qu es to cam po è d eri vat o
da l fatto stesso che s i è d iffuso il co n cetto di co ns ide ra re
l 'assicurazio ne degli o p erai co m e un a is titu zio n e socia le . In
I ng hilte rra non regna pe rò l 'ass icu raz io ne obbli gatoria, sebbene
p er talune catego ri e l'opera de lle Trade Unious a bbi a fatto sì
che l'assicuraz io ne fosse ge ne ra le.
L a riform a a ustr iaca d ell 'ass icuraz io ne d egli opera i data dal
1897 : e K ogler h a vo luto sov ra tutto fare una inchi esta su i
r is ultati d i q uesta ri fo rm a legale. D e i risultati sta t ist ici d i
questa rifo rm a , com e dell 'ap plicazio ne de l nu ovo regolam ento
a ustri aco into rn o a lle assic uraz io ni (1904) si occupa estesame nte il vo lume.
P er l' U ng he ri a K ogler ripo rta la stat isti ca de l r8g8 e il rapporto m ini steria le de l 1903 s ull a nu ova legge di assicuraz io ne
d egli operai. La legge r ig ua rd a n o n solta nto le ass icurazio ni
s ug li in fortuni i, m a a nche qu e lle s ull 'i n va lidità e su lla vec ch ia ia. Sebbene anche q ui s ino a d ora l'assicuraz io ne no n s ia
un a fun zione socia le di S tato , p ure vi son o iscritti g ià o ltre
27.ooo soci.
In R ussia esis te un a legge del 1903 ed un ukase de l 1904
into rn o ad alc uni g ruppi d i operai (d elle min iere e dell e foreste e operai d i Sta to), p e i qu a li son o stab ili te le norm e
d e ll ' ass icuraz io ne, no nché l'obb li go eli q uesta m edesima ass icurazione.
300
Anno
RIVISTA DI I GEG TE RIA SA TITARI A
Ancor megli o o rganizzata è l'assicuraz ione in Finla ndi a ove
esiste una serie eli leggi intorn o a lla ass icurazione.
G. Zache r ha raccolto e coordi nato tutto questo ingente
mate rial e, ed ha reso un \·ero sen·izio a quant i s i occu pan o
eli ques ta parte de ll ' igi ene sociale.
E.
Atti della Commissione permanente per la tutela della silvlcolilwa ne/lavoro del Se/e.- Roma, Casa eclitr. ital ia na, 1905.
n d ec reto reale d e l 1903 ist ituisce una Commissione perma ne nte per la tutela d ella s ih·icoltura ne l bacin o d e l Se le, a
p rotezion e d e l costru end o a cq ued otto pugliese, attrib ue nd o
al la Commissione le attribuz ioni eli concreta re e proporre a l
Governo il programma dei la vo ri per rendere efficace qu esta
tutela, esaminare e dar pa rere in lin ea tecnica sui progett i eli
rea li zzazione eli qu es ta tutela, so r veglia re le opere e i provved ime nti fores ta li e dare le disposizioni occo rre nti al persona le ad de tto , esa min a re i rico rsi e le co ntes taz ion i rig ua rdanti
l'applicazio ne de lla legge fores ta le e d e lle leggi 26 giugno 1902
e s maggio 1903 . A fa r parte d ella Commissione eran o chiamati l' in g . i\Iaga nzini , De-:\I arch i, Brun o, Calett i, Frasega,
Sa ntoro, Di Scanno e più tardi il cm·. 1\arclulli.
Il volume che esce ora rigu a rda i lavori della Commissione
nel 1903-1904 : la \·ori svariati e non indifferenti che s i collega no al programma di difesa for esta le e protezione idrica, pe r
il quale la Commissione fu nomi nata.
Vi s i comprendono studi d ettag li ati s ull e co ndi zioni bosch ive
e colti\·e de l bacino d el Se le, s ulle riform e d a ado ttare nelle
colti\·az ioni, su tutte le opere eli arginat ura , eli in cana lame nto , ecc . Specialmen te is tru tt iva è l'opera eli rimboschime nto pro posto: e \"icl ente me nte la Commissi o ne non ha formulato a ltro se no n il lavo ro prepa ratorio a lle ope re eli
rimb oschim ento, e d ha a ll 'uopo fatto i rilievi necessa ri, ed
allega anche a questi atti a lcu ne ta\·ole es pli ca ti\·e.
Bisog na c01w enire che la Commission e ha lavorato: e se è
impossibi le da una relazio ne anche ana liti ca farsi un co ncetto esatto d e l \·alore che le ope re proposte potrann o m·ere
in pratica, res ta pe rò che s i cle \·e rico nosce re lo zelo e la
bu ona \'O io ntà che hann o animata la Comm issione.
K.
\\'. : Stufe elettric/ie « 1/"il/lielm Knapp >> .
H a ll e a S ., 1907.
L'ope ra no n trop po \'Oiuminosa com prende quan to può inte ressa re qu es to ramo tanto attua le dell a moderna termica. L: na
breve premessa a ll 'o pera co mpe ndia molto chiaram ente la parte
general e teorica, riass unta più che a ltro in fo rm a le eli pra tica
e facile app licazio ne . L 'A. quindi ana li zza i va ri metodi di
produzi o ne di ca lo ri co in rapp o rto all'energia elettri ca, di\·icle ncloli in du e g randi grupp i: ca lo ri co prod ott o da res iste nze,
calo ri co prod otto da luce. Se nza d ilunga rsi troppo B. cl esc ri\·e
e divid e s inteti ca mente principi i teo ri ci ed i \·antaggi dei
vari sistemi.
Passa po i acl es po rre i va r i s istemi eli stufe pe r co nclud e re
a ragionare sul l' util ità d ell ' impi ego dell'elettri cità acl uso eli
ris caldam e nto . L 'o pe ra è molto co ncisa nell 'espos izione pe rò
chiara e ordinata e la edizi o ne è a rri cc hita eli n um e rose e
precise illu st razi o ni.
B1:-11.
BPRC H ESS
mass imo , il fuo co deve esse re egua le, ben distribu ito, il cine ri o be n regola to, così che pass i il mass imo d 'aria. Sovratutto qu es ta registrat ura del l'aria in a r ri\·o è opera d iffic ile,
e no n tutti g li operai sanno praticarla bene.
Si è qu in d i pe ns ato da tempo a lla sostituzio ne mecca ni ca
pe l carico eli carbo ne : e co n questo ca ri camen to meccani co,
che è trad otto in prat ica co n varii appa recc hi che portano
bre \·etti divers i, s i realizza no note \·oli \·a ntaggi , e così a A rlesberg , mentre col caricamento manual e s i aveva un redd ito
eli 6,31 kg. eli \·apore per I kg. eli ca rbo ne, col ca ricame nto
m ecca ni co s i è giunt i acl un re ndim ent o eli kg. 7, 09 . L ' econo mi a che s i rea lizza è quindi molto rile \·ante e può gi ungere
a L. 0. 79 per ogn i litro eli acqu a vaporizzata.
K.
LA::-.:DAUZY: Pnlviscolo e tubercolosi. P a ri g i, · marzo 1906.
IL -
N.
20.
ToRI NO,
f\1\/I~lrl\
A
A
Si è osserv ato che, indipend ente mente da tutti g li a ltri fattori , il consumo el i carbon e ne i focola i a nn essi a ll e caldai e
varia sensibilmente in dip ende nza d ella qua lità de ll 'operai o
add etto a l riscaldam ento. Le variazioni ne l co ns umo eli ca rb one possono raggiunge re a nche il 15 OJO; mentre con un ab ile
operaio si ha co n I kg. eli ca rb one 9 kg. eli vapore, co n un
o peraio inabil e s i han no so lta nto kg . 7,4 : quindi un a differe nza eli \'aporizzaz ione ciel 22 OJO. P erché il rendimento s ia
A
5 Ottobre
A
I
go6.
A
A
DI INGEGNEF\IA 5ANITAF\IA
Continuazione : L ' I NGEG N ERE I GI E NI ST A -
L ' IN GEG N ER IA SANITAR IA -
Anno VII.
Anno XVII .
« Acacl. d e i\1écl. >>,
L. rip orta mo lti dat i statistici s ull a m ortal ità per tuberco losi
ne lle vari e professio ni , allo scopo di dimostrate la perniciosa
influ enza d e l pul\·isco lo su ll o svi luppo d ella tu be rco los i.
Gli imba ll ator i, i pulitori el i pavim enti , ecc ., offrono una
mo rtalità per tub e rcolosi che può esse re più che doppia el i
qu e lla eli professi on i me no es poste a inspirare pulviscolo, sebbene s ian o ug ua li g li a lt ri coefficenti eli vita socia le .
K.
f\PPUNTI TECNICO-LEGf\Ll
Regolamenti edilizi - Proprietà privata - Divi eto di fabbricare - Illegalità - E spropriazione per pubblica utilità Piano regolare .
La proibizione asso luta eli fabb ri ca re in deter minate zo ne
esorbita e vid e nteme nte da ll a ma teria e dall e norm e de i regolamenti edilizi o eli ornato, i qua li possono dettare le prescrizio ni rigu a rdant i le cost ru zio ni , i restauri, le d emo li zio ni e
g li o bbl ighi re lati\·i de i propri e tari, a ll 'oggetto che non sia
impedita la viabilità, non sia deturpato l'as petto d e ll'abi tato;
ma non possono inte rdire la costruzio ne eli fa bbricati s ull e a ree
eli pri\·ata proprietà, se no n mediante la espropriazion e per
causa eli pubblica utilità o la form az ione de l pian o regolatore
o di a mpli amen to.
(Consigli o eli Sta to, 22 dicembre 1905 ).
Forno - Tubo fumario - Muro di visorio - Acq uisto di comunione - Rimozione del tubo - Inammessibilità Opere per evitare danni .
Il vici no, che ac::tuista la co muni one eli un muro divisor io,
no n può chi ed ere la di s tru zione eli un ca mino o forno e relativo tubo fumari o , che vi si tro \·a no costru iti ante ri o rm e nte
a ll'acq uisto della co mun io ne d e l muro ; pe rò ha il diritt o a
pretendere che eli questi manufatti non se ne usi in modo
pregi ucl izievo le e che s i esegua no , da chi ne usa effetti\·ame nt e, quelle ope re che \'alga no acl ev itare ogni pregiudizio.
(Corte cl' Appello eli Trani , 24 febb ra io 1906) .
È 1'Ùe17Jata la p roprietà letteraria ed adistica degli articoli
e diseg?ti p ubblicati 11ella RI V I STA DI I NGEGNE RIA S AN ITARI A.
MEMOI\IE 01\IGI NA LI
IL GRANDE P A I IFICIO TORI
q u es ti ultimi m es i, senza sole nnità , m a in co m penso con
g ran d e serietà eli inten ti , dim os tra c h e n o n soltanto è
possibile l' industria del pane, ma c h e essa può prospera re e vi ncer e .
L a concezione c h e g uid ava il d ott. P e roni, ch e del
ESE.
P rogetto dell'Ing. P. F ENOGLIO.
panificio fu r ealmente l'anima v ivificat ri ce, e ra bella: r a dunare in un g ra nd e stabilimento co n m ac inaz io ne propria,
L'industria del pane in Ita lia è rim asta ba mbina, a n c h e
una importante q uota della fabbricazione pan a ri a d i To-
q uand o all'ester o essa s ubiva una ra dica le tras fo rm azio n e,
rino; determinare un ri basso del prezzo eli vendita tale,
cessa nd o d 'esser e un ' indus tri a casalinga, p er di ve n ta r e
da permettere a nc h e eco no mi ca m e nte la co nco rre n za e
u n a vera e propria g rande indus tria . L ' Ing hilterra in
fa b b ri ca r e, in un a m bien te strettamente igie ni co, un pane
mod o p a rtico lare, in minor g rado la G e rm an ia, l'Austria
o ttim o.
e llo s tesso tempo egli iniziava prove più in p iccolo,
e la Francia, a ndava n o spingend osi su questa via, giu n-
paesi d i campagna, cos tru e ndo panifici rura li raz io nali ,
gendo a l ris ultato di otten ere un pane migli o re, p itt
111
a ppetitoso e più ig ie ni co , co n minore spesa .
a lime ntati da proprii mulini, panifici d es tin a ti a co mpi er e
S a rebbe un luogo co mune ril evar e qui l'importanza
sociale d e l pane e p er conseg ue nza dell ' industria ch e lo
n e i piccoli ce ntri delle provincie, c iò c h e il g rande panifi cio t o rin ese s i accingeva a co mpi er e in Torino.
produce. T a nto b e ne lo san n o g li inglesi, e lo
ha nn o co mpreso d a te mpo, ch e son gi unti a fonda re d e lle propri e e ver e scu o le di panificaz ione,
nelle quali g li o perai son o a mmaestrati i nto rn o
a lle basi teore ti c h e della panificazione, d ella c himica del pane, della fe rm e ntazione, ecc.
In Ita lia la panificazione è rim as ta e d è a ncora, q uas i uni versalm e nte, un a ind u stri a do m e stica o s ubd o m es ti ca . I piccoli e innoc ui tentativi di panifici m eccanici, h a nn o rapprese nta t o
un fatto lode vole, m a
n on h a nn o influe nzato
sensibilmente il sor gere di una ve ra e p ropri a
ind u s tria del pane.
P e r trova re una appli cazi o n e , che r ealmente
meriti il n o m e di t e nta tivo industri a le, o cco rre
g iungere al I905 , quando sorse il p rim o grande
CONCORSI, CONGRESSI, ESPOSIZIONI, RIUNIONI D'INDOLE TECNICA
pa nifi cio di C a mi glia no, presso Ge nova. N o i
ab biamo g ià ri cordato q ues to stabilim ento e non
L a sostiln:::ione degli operai addetti ai focolari delle caldaie
con appa recchi meccanici.
A
I
Roma. -È aperto un concorso a du e posti eli a lli e\·o ingeg nere nel R. Corpo d e lle mini ere.
Stipendi o L. 2000, oltre a du e indennità st rao rdin arie pe r
viaggi d' istru zione.
Per schiarimenti rivolgersi al i\Iiniste ro d' agri coltura, Indu stria e Co mm ercio no n più tardi d el 15 no vembre p. v.
Dott.
ERNESTO BERTARELLI ,
R edattore-nsponsabile.
TIPOGRAFIA EREDI BOTTA- TORINO, VIA DEL CARMINE, 29 (CASA PROPRIA).
Fig. r. -
Prospetto clell'eclificio.
c i ripe te rem o: c iò c h e solo qui vogli a m o dire
è c h e l' opera cor aggiosa, a n ch e se non p e rfe tta , d ella
Il panificio to rin ese sorse r apidamen te; e in m e no di
Socie tà genovese di panificazion e, fu un esempio assat
un a nn o il g ra nde ed ificio, gli an nessi, col galle tti ficio,
bello, non tanto pel lato eco n omico dell'intrapr esa, quanto
che integra il p ia no industriale d e ll' intrapresa, furono
pel lato sociale e ig ie nico.
S e la prova di Camigliano dim os trava che la g ran d e
co ndotti a termine.
industria del pa ne e ra tecnicam e nte possibile a n che da
il quale ha voluto svolgere q u esto co ncetto organico:
no i, il g rand e panifi c io torin es e, c h e s i è in a ug urato in
p o rre in un a g r a nd e sala i forni a riscaldame nto indi -
I l progett o d ell'edificio è oper a d ell 'i ng. P. F e noglio ,
RIVISTA DI INGEGN ERIA SANITARIA
30 2
retto, così che le bocche d ei forni form assero du e serie
parall ele. A tergo stanno invece i ca rbonili e le bocche
di carica d ei forni stessi. Tra forno e forn o si son lasciate qua e là delle ca mere destinate alla li eYitaz io ne :
cam ere che utilizzano il calore stesso dei forni .
L a g rande corsia centrale, verso la quale guard ano i
forni , è destinata alle vari e lavorazioni: impasta mento,
laminazione, foggiamento, ecc. A bella posta si è voluto
abbondare nello spazi o, perchè ogni movimento fosse
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Fi g .
2. -
Pl anime tria gene ra le .
ben li be ro, e perchè la pulizia fosse praticabile con ogni
fa cilità. Anteriormente poi era ideato il distributorio, la
pesatura, ecc.
P er una piLt esatta descrizio ne ci soffermeremo prima
d 'ogni cosa, sul salone centrale, costituente il panific io
propriamente detto. L o spazio li bero è divi so in 3 g ra ndi
co rsie, amplissim amente illuminate d all 'alto, e cos trutte
in cemento arma to. L e pareti limitanti lateralmente le
corsie risultano per un certo tra tto d 'altezza dalle fronti
d ei fo rni, al di sopra delle quali fronti , so rgono d elle
vetrate, d elimitanti verso l' interno le camere di essiccamento che si hanno appunto al di sopra dei forni.
Co me risulta dalla pi anta l'am plissim o sal o ne è lungo
oltre 100 m. e perm ette un ulte riore sviluppo dello stabilimento, capace g ià sin d' o ra di una produzione di
2 00-3 00 quintali al g iorno. L ' illuminaz ione è o ttenuta
dall'alto: ed è resa maggiore per l' intonacatura bi anca
delle pareti e del soffitto, e per le matton ell e ceramicare che ri vesto no le pareti a nteri ori dei forni. Di notte
l' illuminazione è fatta con lampada ad arco. -e risulta
che la luminosità è assoluta e per tal rapponto, la la vorazione si s volge in condizio ni ideali ,
che fann o pensare co me mai si toll erino ancora - quando è possibile
lavo rare bene - g li orre ndi piccoli
p anifici do mestici, privi perennemente
della lu ce solare.
P er la ventilazi one si è provvisto
coll e vetrate inclinabili ed a pribili dal
In realtà il bisogno di ventisoffitto.
o
+
lazione è pressochè trascurabile, data
l'enorm e cubatura dell 'a mbi ente e le
+
tampie comunicazioni anterio ri. Ad
ogni modo, durante l' esta te si possono aprire innum e revoli sfi a tatoi dai
lucerna ri, ed è tutto disposto perchè
presentandosi la necessità, dettata
dall' espe ri enza , si possano applicare
anche de i ventilatori.
Per il riscalda mento si è calcolato
iche, salvi gli uffici per i quali si è
-t- +
provvisto in modo speci ale, l' irradia+ +mento d ei forni possa essere suffi.... +
ciente per mantenere una buo na te m+
peratura: anche per qu esto, però,
-+-tut~o è disposto affinchè, appena se
+
ne presenti il bisogno , imm ediata+l
+
mente possa provved ersi ad un adatto
T
impianto di term osifon i.
Un cenno speciale merita il macchinario, trattandosi di un vero impianto sperimentale che ta nto interessa la tecnica igi enica. Tutto il macchinario è colloca to nel salone. Esso
comprende delle impastatri ci di tipo
e fabbri che diverse : l'amministrazione
ha voluto formarsi un concetto p ersonale sui tipi ch e g od ono di fama speciale, e quindi co n una selezione opportuna p reliminare, ha però mantenuto in funzi one tipi
di versi d 'impastatri ci. Ogni impastatrice è anche munita
della corrispondente do. atrice, con acqua fredda e calda,
talchè l'impastamento può farsi in modo quasi automatico.
L a pasta è porta ta dalle impastatrici ai la minatoi (cilindratrici), d al tipo comune, e di p oi alle camere di
li evitazio ne, stabilite com e si è detto, tra i forni medesimi. I trasporti i fann o in carrelli metallici, riducendo
al minim o possibile i contatti diretti d elle ma ni d ell'operaio. - Anche la di visione della pasta può essere
RJVISTA DI INGEGNERJ A S A NITARIA
fa tta meccanicam ente per mezzo dell e coup euses inglesi,
e la Società di panificazio ne ne possi ede esempla ri nume rosi . In p ratica, però, esse
non servono, a cagio ne dei tipi
sva riatissimi di pane che si fabbri cano da noi e che rendono
inutile l'opera dell'apparecchio.
I forni so no a tipo g enovese,
salvo due esempla ri di forni inglesi ed un forno pi emontese
p er grissini. Qu esti forni
genovesi, dell a Soci età dei
forni di Genova, so no in
terra refrattaria con ri scalda mento indiretto, e con
un a in g eg nosa utilizza zione dei prodotti della co mbusti one. S ono assai ampi
(oltre 3 m. di diametro),
L
a pi attaforma ro tante, muniti di registri per l'introduzi one di vapor d'acqua
e di pirometro e di la mpada elettrica. Funzionano
in ge nerale bene e sono
P ~o<; ho
di un g rande rendim ento :
esigono però una certa
sorveglia nza e un lavoro
a ttento, a cagione appunto
d ell 'ampiezza del forno.
I forni ing lesi funzi onano pure
bene : sono più piccoli , meno
perfetti, ma di buon rendim ento.
In realtà i prod otti ottenuti
in 3 mesi di lavoraz ione dimostrano all" eYidenza che la grand e
Fi g. 3 ·
industria panaria è piLt che possibile, e che co n essa si possono
avere dei prodotti meravi g li osi , quali non si ottengo no
certamente coi vecchi sistemi di lavorazione casalinga.
cosicchè è facil e mantenerli a tempe ratura ada tta, a nche
sospendendo per qualche ora la lavoraz io ne.
E si, poi, sono di un a assoluta puli zia, e sotto tale
rapporto il riscalda mento indiretto rappresenta un vero
g uadagno ig ieni co.
L e camere di essiccamento o no poste al di sopra dei
forni ed utili zzano il calore stesso irradiato dai forni.
Queste camere, a mpii ssim e e luminose sono utilizzate per
diversi scopi: essi cca mento di gaiette, di biancheria pulita, ecc. In un ce rto tratto è anche P ?~,!o,,_~_!l~ ~-~r_9~~~?
di acqua con un p articolare dispositivo, in modo che
possa ve nit~e utilizzato il calore stesso dei fo rni pel riscalda mento dell 'acqua. A tale scopo esiste una doppia
tubazione, media nte la quale l' acqua fredda arriva al
forn o riscaldandosi, e può ritornare al pi ccolo serba toio
ove in tal modo si ha una continua somministrazione
di calo re.
P arte dell 'acqu a cald a oltre che a t fo rni va all e d osatrici.
U n cenno speciale meritano o·li impianti annessi. Taluni sono di carattere strettamente
~J!~ --- --- 4- -- -- _.; ;7. H - - - -- - - ig
ienico, altri inl
vece sono fatti per
11
esi genze ammtm+=--~+
strati ve . Tra i priFA5 +<JT l
'O <>)_~'(I o
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mi ricordiamo le
- -- -~- - - -~
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- - - con fo nce
mento,
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-+- -lI l <('1\~ o A~'1nJ.o
~~~rl+
l
do a vasca e affio-+
-- - --~------1-"'"
ratore, così da renl
dere possibile la
--- - -- - - --- - - - - - - - 52 6 ~ - - - - - - - - - ~-- - - - >-'<'- - - - - - - - - - - - .4 •' . .90- - - - ·- - - - - - - - - _,
lavatura dei piedi .
Fig. 4·
L e doccie sono in
num ero di se i e vengono prese eli norm a alm e no una
I forni genovesi , poi, rappresentano una più che discreta
voi ta per se ttim ana.
econorni a di combustibil e e cedono lentam ente il calore,
+ + ++ + -4=--c= + o.-+ -+
+
..
-+
+ + ++ l + + ++ + -+--:31::·
-:--+ . '
t -+
+ -t
+ +
+ +
&r+ , $·
o
RIVISTA DI I GEGNERTA SANITARIA
RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
L e latrine sono 111 ferro smaltato, con poggia-piedi
detto e i carbonili è co mpleta, cosicchè impossibile sari alzato e cunette acl allagamento, con forte cacciata
rebbe da parte d el fuochista l'andam ento d ell ' interno d ei
d 'acqua; lo scarico avviene periodicamente a tratti ed
forni , si sono stab iliti dei portavoce che permettono le
in total e sono di buon funzi onam ento.
comunicazioni orali tra le due parti.
Annesso alla sala delle d ocL 'energi a impi egata è la
cie è uno spogliatoio riscalelettrica. I trasporti son fatti
dato . Si è pure provvisto
in auto mobili chiusi, e va
per un piccolo impianto di
adottandosi anche l'uso dei
lava nderia, destinato specialsacchetti di carta per la dim ente p er la biancheria destribuzion e al minuto. Evigli operai e per quella dei
dentemente la distribuzione
bagni.
di qualche centinaio di quinon manca a nche un amtali di pane, presenta talune
pio refet torio per gli operai,
difficoltà molto gravi, e solo
con una piccola cucina, ove
con un serviz io r egolato a
gli operai potranno riscaldare
puntino è possibile provvei cibi quando l'orario contidere al rifornim ento di tutti
nuativo renderà necessario di
gli innumerevoli negozi di
prendere i pasti n ello stabirivendi ta.
limento. Per tale rapporto,
Accanto al panificio soranzi, si è avuto la maggior
gerà tra breve un moderniscura, p erchè lo stabilimento,
simo molino, col g uadagno
creato p er speculazione pridi una rigorosa sorveglianza
vata, ma con vedute larghe,
sopra il grano acq ui s tato,
poggianti specialmente sui
cosa che difficilmente può
miglioramenti tecnici e igiefarsi invece sulle farine.
nici, riuscisse veramente deIl molino sarà provvisto di
gno delle speranze che ne asilos, e le farine prodotte e
vevano accompagnato il soropportunamente selezionate
gere.
potranno essere direttam ente
-t-·
Nessun in te resse parti co·
portate al panificio dal far i!are presentano gli uffici e il
naia, per mezzo di una vite
distributorio e i magazzini:
perpetua. Il m ol ino sarà mosl' osservazione minuta d ella
so ad elettricità e opportu napianta dimostrerà però all 'emente provvisto eli un binavidenza che l'ideatore, mgerio di raccordo colla ferrovia.
gnere F enogli o, ha tenuto il
Accanto al molino, poi,
massimo conto delle necessorge già un gallettificio per
sità tecniche d ell 'industria, e
biscotti inglesi , capace di
quindi ha, opportunam ente,
una lavorazio ne di 3000 kg.
disimpegnati in modo logico
al giorno, e che costituisce,
tutti i servizi.
senza dubbi o alcuno, l' imRazionali sono an ch e i
pianto più perfetto del gecarbonili: lo scarico d el carnere esisten te in Italia.
l
'
bone è fatto colla massima
facilità, e i piccoli serbatoi
carboniferi permettono di teFig. 6.
La descrizione sommana
nere nel carbonile le necesche abbiamo data porge sosarie provviste, senza tropp o inceppare l'ambiente.
lam ente un ' idea m olto d ebole dell' importanza tecnica d el
P er le rimanenti parti e per i dett9.gli ricorderemo annuovo panificio. La grande industria d ella p anificazione,
co ra che i pavimenti sono in ce mento, che esiste una
ancora in fas cie da noi , troverà nel panificio di T orino
abbondante distribuzione d 'acqua in ogni punto , e che
un m odello mirabile di stabilimento razionale di p anifisi sono poste lancie di inaffiamento per ogni dove. Per
cazione.
le necessità di man tener e talune sostanze in ambiente
essuno d ei la ti tecni ci ch e potevano servire a dare
fresco, si sta fa cendo anche un piccolo tratto di cantina.
un ambiente sano e prati co, fu tralasciato ; e se qualche
Siccome poi la divisi one tra il pa nifi cio propriamente
menda si trovasse, si d ovrebbe ricordare co me il co-
+
+
+
t
+
+
o
+
struttore abbia dovuto creare quasi ex uovo il tipo del
suo panificio.
essu no d ei grandi pa nifici dell'Europa continentale
( Amburgo, Amsterdam, ecc.) in realtà può ri valeggiare
col panificio di T orino, che è il p iLt razionale ed igieni co
d ei panifici d 'Europa, eccezio ne fatta per l' Ing hilterra.
P er tutti i rapporti sociali e igienici che la lavo razione
panaria offre, e ra doveroso segnalare questo stab ilimento,
ch e rappresenta indubbi amente una savia e civile rivoluzione nel ca mpo eli una lavorazione, lasciata sino a ieri
nelle più deplorevoli condizioni.
E. B.
IL TIFO
+
+
+
+
+
+
+-
Dott.
STEFANO BALP
(Continuazione- Vedi Num. preced. )
P er quanto riguarda il modo di distribuzi o ne dei casi
di tifo p er mesi risulta che vi ha una Ieggiera differenza
tra il circondario di Treviglio che comprende quasi tutta
la parte irrigata d ella provincia e quelli di Bergamo e
di Clusone che ne rappresentano la zona m ontuosa.
In questi ultimi si verifica il maggior num ero di casi
nel m ese di settembre, invece nel primo l'ac me dell'infezione h a luogo nel m ese di agosto, cioè nel mese
in cui avviene su piLt vasta scala l'irrigazione.
Se si vuol vedere qual sia la percentuule ann ua della
morbosità p er tifo in relazione alle condi zioni geologiche
dei terreni dai quali scaturiscono le acque potabili , seg uendo la guid a della tavola, riportata a pagina 259,
risulterebbero i seguenti dati p er Iooo abitanti :
ERA
Dati epidemiologici
sul tifo in rapporto alle acque potabili .
Scorrendo i risultati d ell' inchiesta sul tifo e dividendola in due periodi, cioè prima del I 899 e dopo il
I goo, si rileva che, per quanto i dati circa la presenza
TERRENI
condotta
Paleozoica .
+
+
--l-- -- *'
ELLA PROVINCIA DI BERGAMO
pel
t
Tra ttandosi di dover gi udi ca re sulla difesa della purezza delle acque potabili in dipendenza delle qualità
geologiche del terreno, non si poteva, nel calcolo d ell' indice di inquinazione, tener calcolo d elle acq ue di condotta , dove l'opera dell'uomo pu ò com pletare o guastare
q uella d ella natura, nè d ell e acque di cana li scop erti
in cui , per ta le condizione di fatto, l'inquinazi one è indipendente dalle condizi oni geologiche. Le ci fre d ell'indice eli inquinazione rappresentano quindi la media
a nnuale dei casi di tifo ch e si verificano fra le popolazioni dO\·e si usano acq ue potabili, quali si trovano in
na tura, cioè quelle d ei p ozz i e d ell e sorgenti, o la media
delle due cifre dove vi sono p ozzi e sorgenti.
La massim a morbosità per tifo si trova nelle popolazioni che bevono le at::que di pozzi profondi d ei terreni
diluviali: sono pochi Comuni di p oca importa nza e si
ved rà più oltre la causa di questa grande morbosità che
è in parte indipendente dall 'acqua dei pozzi. Vengo no
in seco nda linea le acq ue che scaturiscono d ai terreni
friabili del trias medio ed inferiore, quindi i terreni
morenici, i calcari argillosi e mamosi.
Così le presunzioni abbozzate nelle brevi notizie sulla
inquinabilità d ell 'acqua, in relazione alla costi tuzione geologica d ei ter reni, trovano in questi d a ti epidemiologici
la loro conferma.
P ermiani
Carboniferi .
Protozoici .
Cretacei .
Mezozoica .
***
Cenozoica . )
Neowica
·l
ACQUA
di
sorgenti
pozzi
2,2
Arenarie.
Puddinghe
Marne
I ,6
cana!Ì
INDICE
di
inquinazione
07
005
07
005
o6
o6
3,06
3
Giurese .
Calca ri argillosi
I,I
Lias .
Calcari argillosi ross1
Calcari gngt
I ,6
Infralias.
D olomie .
Calcari neri .
I,4
Trias.
Dolomia principale
Calcari neri .
Arenarie rosse .
! ,6
M o rene
T errazze .
Alluvioni
2,3
r ,6
! ,6
2,2
2 ,6
2,7
o8
2, I
o6
o6
I ,3
o8
I ,2
3.05
2
1,2
I ,S
! ,2
4
4>4
Pliocene.
Eocene
2,2
6
3
?
1,3
J06
R IV IST A DI I NGEGN ERI A SAN ITA RI A
e la g ravi tà d i ep idemie tifose Siano, nel primo period o,
puram ente mnemonici, mol ti no mi d i Co mun i in allo ra
colpi ti si trovano p ure fra i colpiti del secondo periodo,
c taluni d i ess i che fra il I 899 ed il I go I trasform ar o no i loro sistemi di provv ista d 'acqua n0n compaiono
pit'r fra i colpiti del secondo periodo .
DiYide ndo q uindi in ragio ne dei sistemi d i p roYvista
d'acq ua i Comuni che a ricor do d egli ufficia li san ita ri
ebbero, p rima d el I 8gg, a soffrire di epid emie tifose
SI ha:
Co muni p rovYisti d i co ndo tte in ma teriale impermeabile e non ave nti altre acque potab ili : nulla risulta;
Comuni p rovvisti d i acq ue ut s up ra e d i acq ue di
p ozzi e di canali (*) : Bonate Sopra , Jembro, P arzanica,
Presezzo, Sorisole, R ovetta;
Condotte in muratura od in cotto o miste : Ave rara,
Se rina, T ave rnola, Colzate, Oneta, Pia ni co, P oscantc,
Sta bello;
Roggie e canali : Berzo, S . F ermo, L enna, L ocatello,
:\1azzole ni , Ornica, S . Gall o, S elino, Valsecca, . Clusone,
Gorno, Ga nd ino, Valgoglio;
Acque di sorgenti na tu rali: Bedulita, B rzmtino,
Corna, Ende nna, F uipiano al B rembo, S. P ellegrino,
Vigolo ;
Acqua di pozzi: Almè, Borgo di terzo, Cisano, Corlago, Gr ignano, S. Gervasio, Mapello, P o nteranica, P onte
S. P ietro, S . P aolo, Sa rni co, T elgate, Valtesse, Calcinate,
F ontanella, Ma rtin engo, P alosco, R omano, Riva di solto,
S eriate, rg nano.
Dal I 90 I al I 90.S:
Comuni nei quali si ebbero epidemie d i ti fo (la
scrittura in cara ttere corsivo indica i Comun i più g ravemente colp iti, la cifra a des tra d el no me d el Co mune
indi ca il num ero delle epidemie nel quinq uennio) :
Comuni che bevono escl usi vam ente acq ua di condo tte di r ecente costruzione e bene esegu ite: nessuno
colpito;
Comuni provvisti di condotte in g hi sa e cemento
e di altri sistemi di provvista d 'acqua potab ile : P arz a?tica, 3 - Sedrina, 2 - S orisole, I - Trescore, I T orre B oldone, 3 - Zogno, I ;
Comuni prov visti di condo tte in mura tura e cotto:
Gandosso, I - Ved eseta, I - A m biz>er e, 2 Clenesso, I Credaro, 2 P oscante, 4;
Comuni p rovv isti di p ozzi: Brembate S otto, I Corte, I - Ponte S . Pietro, 2 - Scano, 2 - Esmato, I
- B rembate Sopra, 3 - Gngnano, 2 - L ocate, 2 ;1-fontem arenz o, I S. Gervasio, I Torre dei R overi, I - Canonica, I - Palosco, I - R omano, I ;
Comuni pr ovvisti d i canali scope rti : Bolgar e, 2 F uipiano al Brem bo, I (acqua di sorgente in pa rte) Cassiglio, 2 F ondra, 2 Trabucltello, 3 Valtorta, 2 ;
(*) I Comun i
cu i nomi sono scntti m carattere corsivo
furono colpiti da epidemie di tifo in a mbedue i periodi .
RIVISTA DI INGEGNE RI A SAN ITA RI A
Comun i provvisti d i sorgenti: Lo rentino, I - Oltre
il colle, I - R ossino, r - Bia nza no, 2 - Bruntino, 2
- V1golo, I.
I Co muni in cui si beve esclusivamente acqua di cond otte bene costrutte so no 2r, e nessun o di essi fu colpito da l ti fo nè nel p rim o, nè nel secondo period o.
I Com uni che bevono acqua d i co ndo tte in muratura
od in terra cotta in q uinabili sono circa 39 ed oltre il .so
per cento di essi ebbe a soffrire g ravissime ep idemie
tifose.
Tutti
Comuni in cui si beve acqua di canali scoperti, e molti fra q uell i in cui si beve acq ua di so rgenti
naturali o d i pozzi, ebbero epidemi e di tifo più o meno
g ravi.
Riassum endo con da ti sta tistici l'a ndamento d ell 'infezione ti fosa in rapporto all 'alimen tazione idrica si ha :
bevono acqua di rigagnoli.
condotte inquinabili .
condo tte non inquinabili
sorgenti inq uinabili .
sor genti non in q uinabili
pozzi profondi d a I a 7 m.
.pozzi profondi d a 8 a I-.J m.
pozzi profondi d a I 6 a 25 m.
pozzi p rofondi oltre 25 m .
TECNICO-Sf\NITF\R IE DEL GIORNO
CAtiiPAG~ A
s.-t
PER FITTAV O LO O A tiDII::.JISTRATO RE .
4,2
o,8
2,4
o,8
I ,7
IA
I , ..j.
o ,g
La costru zio ne di case coloni che, o d i case des tinate
ad a lloggio di grossi fittavol i impresa ri , è uno d ei problemi più inter essa nti per l'a rchitetto. N el pr oge ttare
un o di questi edifici il buon tecnico d ovrebbe tenere
sempre presente che esso rim ane espos to a variazioni
no tevolissime di co ndizioni clim atologiche e che, quindi ,
il tipo di cos tru zione d ev'esse re a tto a pr o teggere g li
ab ita tori d ai g ra ndi freddi e
da i cocenti raggi solari, dalle
g randi pioggie torrenziali e
s
dalle g randi nebbie, d ai Yenti
forti ssimi e d alle precipitazi oni di quantità considereYoli di nevi.
Come pu ò ri sp ondere un
ed ific io a tutte ques te esigenze,
F ig. r. - Pi ano sottotetto.
quando specialm ente nell' inB Sottotetto usufruibile.
S Stanze di abitazione.
terno si d evono provvedere
M Stanza da letto persona serviz io.
a nche ambienti spaziosi e speciali pel ri covero delle vari e d erra te ? E cco un p roblema
no n troppo fac ile a risolvere, e che per q uesta r agio ne
fo rse viene molto spesso trasc ura to. L e case d i campag na vengono fa tte genei<-- - -- ------1 &,5..5--- ---- -----~
ra lmente da capomastri
che non concepi scono al- --r
tro, pe r costruire solidamente ed eco no mi camente, che di seg uire il vecchio concetto d ell a casa
parallelepiped a co n po rticato davanti, finestre picF ig. 2 . - Pi ano terreno.
cole e mal collocate, e
K Cucina . - B Bagno.
S Stanza di riunione e da pranzo.
sola i non ad atti alla coZ Stanze da letto e abitazione.
struzione.
La p oYera salute d egli abitatori fini sce, po i, col restare sacr ifi cata, ed anche tra i contadini , che pure v ivo no in cond izioni ig ieniche, buone sotto molti punti
In tre Comuni appartenenti alle due ultim e categori e,
con p ozzi molto profondi ma scar si di acqua e di num ero (d a uno a tre pozzi per tutto il g ruppo di popolazione), si ebbero I 2,8 casi di tifo per mille a bitanti.
O ccupano quindi il p rimo posto, sia per g ravità d ell' infezione che per numer o, i Comuni in cui si beve
acq ua di rigagnoli , quindi quelli che si servono di acq ue
di condotte mal e costrutte in mura tura od in semplici
semi-cana li d i terraco tta, che non rappresentano, come
p r otezione contro g li inquinam enti , g ran che di p iù di
un sempli ce rig ag nolo. N ei rima nenti l'alim entazione
idrica è generalmente rappresentata da di ver si sistemi,
salvo che nella zona p ianeggia nte in cui si beve q uasi
escl usiva mente acqua d i pozzo . G iova rilevare l'and amento d ell ' infezione tifosa nei Comuni prov visti d i b uone
condo tte ed in quelli ave nti sorgenti naturali al sicuro
d a inq uinaz ioni, in confronto coi Comuni provvisti di
acqua inq uinabile .
È particolarmente istruttivo ciò che succed e nella
cosidetta isola, cioè in q uel tria no·olo di terreno irrigabile ma no n irrigato che è d elimita to dall'Adda ed il
Brembo fi no al lo ro co nfluente, ed a nord dalla Yallata
morenica percor sa d alla fe rroYia Bergamo-Cap rino.
Si trovano in q uel tra tto di terreno circa 20 Co muni
che bevono tutti acqua d el sottosuolo: g li uni a ttingend ola m edi ante pozzi-scavo e secchia p r ofondissimi, g li
altri cap tandola alle sue sorgenti naturali sotto la terrazza d iluviale, 0\·ve ro sollevandola ed eseguendone la
di stri buzio ne mediante condo tte.
d i v ista, la tubercolos i fa vittim e, e purtroppo ne fa
molte.
Nei paesi più prog red iti si è consci di q ues to pen-·
colo, al q ua le s0 no esposti a nche q uesti benemeriti lavo rator i, e si p rov\·ede non ri sparm iando nelle comod ità
e nel tipo dell e costru zioni . Riportia mo dal Z entralblatt
der B auverzvaltung, 1'\. o, d i q uest'a nn o, le pi ante ed il
(èOEST I Of'l i
CAS A DI
Casi di tifo p er I ooo abitanti.
Comuni che
Id . id. di
Id . id. di
Id. id. di
Id . id. di
Id. id. di
Id . id. di
Id. id. di
Id . id . d i
Otto di essi forn iti d i acq ued otto recente e di buona
costruzione non ebbero nel quinq uenni o che 0, 7 casi di
tifo per I ooo abitanti; q ua ttro p rovvist i di anti chissi mi
acq uedo tti in mura tura ebbero 3,6 casi di tifo per mille;
dieci bevo no acq ua di pozzi in genere m olto p ro fondi
ed ebbero 6, I 7 casi di tifo pe r m ille, ed uno d i essi
ne ebbe fino a 76 per mille. In questo Comune, da ta
la frequen za d el ti fo, si d eYe ri te nere che la q uasi totalità d ell a popolaz ione ab bia g ià contratto fo rm e g ra\· i
o li evi d i tifo ed a bbia quindi un a certa immuni tà : ogni
an no veng ono colpiti i non immuni.
( Continua)
_'L__
Fi g. 3· -
Veduta prospettica della cas ina.
prospetto d 'un buon tipo di casina di campagna costruita
in York , d estinata ad alloggiare un a mministratore .
D all e pia nte ri sulta come di ogni co modità d ella vita
si sia tenuto co nto dall 'a rchitetto nell o studio d el p rogetto. L e stanze di a bitazio ne sono tutte a mpie, ben
on fu
illuminate e meglio provv iste di ae reazione.
dimenticata l' installazione d el bag no e a nzi per questo
servizio fu asseg nata una sta nza molto g rande. L a cucina, malg rado che la costru zion e sia in pi ena ca mpagna, e quindi le in comod e esalazioni trovino facile
sfog o, è disposta in un angolo e rim ane isolata dall'insieme d elle camere di ordinaria abitazione.
Jel pia no d el sotto te tto sono ancora ricavate due
sta nze per alloggio, una d elle q uali è d estina ta alla
persona di servizio. Il resto d el pi ano è tutto adi bito
a ricovero d elle derrate. I magazzini so no molto spaziosi , e ricevo no ab bonda nte ari a e luce d a abbain i ricavati diretta mente sul tetto. In tutti due i piani il
disimpegno è ottenuto con un corridoio centra le che
serve pure d a gabbi a d ella scala.
L ' intero edificio è ca ntina to ; per no n ecced ere eli
troppo nella spesa d ello scavo, l' insieme della costruzione è alq uanto sopraelevato d a l pia no di campagna
circostante; q uesto ri p iego, tanto utile per r ende re g li
ambienti più sani per g li abitatori , conferisce lo ro pure
molta gaiezza, inquantochè la vista, per questo rialzo,
spazia in un orizzonte molto più a mp io.
Alla ca nti na si arri va per due scale; una è interna
e sen ·e per g li ordinari usi d omestici, l'altra è este rna
e ha l'uffi cio di facilitare il ri covero di quei raccolti
che si conserYa no meglio in a mbienti esposti a pi ccole
osci llazioni nell a tempera tura.
Q uanto p er ò è pit'I rim archevole m questo studio di
RIVISTA DI I NGEGNER IA SA
RIVISTA DI INGEGNE R IA SA TITA RI A
pianta, è la ottim a disposizione della linea planimetrica
dell'insieme del fabbricato. Il perimetro, pure essendo
molto spezzato, è regolare nel suo complesso, gli avancorpi , e rispettivi retrocorpi, sono tutti calcolati per mig liorare la distri buzione in terna, e per aumentare la
ricchezza di illuminazione e di aereazione.
Da questa felice disposizione ne risulta poi un tutto
molto razionale che si sente riprodotto nell 'esterno della
casa, nella parte decorativa. Ed infatti questa segue armonicamente, con la massima semplicità nei dettagli ,
la disposizione interna e sopratutto, pur regnando il
buon gusto, nella linea architettonica, è mantenuto, in
ogni particolare e finimento, il carattere campestre.
Richia mandomi a qua nto ho accennato in principi o,
d ella necessità, cioè, che queste costruzioni abbiano tipo
speciale per la variet à delle condizio ni climatologiche a
cui sono esposte, è bene osservare come il tetto, molto
pendente, sia utile e per lo smaltim ento di g randi masse
di neve e per la protezione del pia no abitato dai g randi
caldi e dai ri gidi freddi , per merito della g rande massa
di a ria isolante che racchiude. E così dicasi del pi ano
sottos uolo che in parte ha eguale ufficio. Co me pure
estremamente utile per protezione dai venti e dalle
pioggie è il tetto tanto sporgente.
BI N I.
L ' UFFICIO MUNICIPALE DELL'AB I TAZIONE
A STUGGARD E COLO IlA.
eli' Hjtgiène générale, L evy-Da rville e Filossier, pubbli cano un curi oso articolo sul mag istrato dell' abitazione,
che si trova in alcune città tedesche.
Noi riassumiamo ampiamente lo studio.
I. - In molte ci ttà tedesche la municipalità regola
l'affittanza in modo che male sembrerebbe tollerabile ai
nostri spiriti latini. Essa si incarica cioè di informare
g li abitanti sulla natura degli alloggi, sul prezzo, sulle
condizioni di abi tabilità, ecc. Esiste quindi un ufficio
municipale dell'abitazione. A Stuggard, ad esempio, esso
fu nziona dal 1 901 e oltre al semplice ufficio d i a rchivio,
esso organizza anche delle periodiche ispezioni alle
abi tazioni.
II . - L o scopo di questi uffici è anzitutto l'annuncio degli apparta menti vuoti da affittare, e quello di
far cessare subito l'annuncio eli messa in locazione non
appena trovato l'inquilino.
E sistono a ciò bollettini dettagliati che permettono di
avere tutte le indicazioni, sia sul locale che deve essere
locato, sia sull 'inquilino che diventa locatario.
III. - L 'ufficio dell'abitazione non si limita nell'opera sua, soltanto alla casa propriamenre detta, ma
estende l'opera sua anche agli stabilimenti industriali.
È q uindi un vero orga nismo pubblico di coll ocamento
di locali: una specie di agenzia collettiva di alloggi.
I V. - L 'ufficio dell'abitazione come si è detto non
s1 limita a sostituire l'agenzia di collocamento, ma fa
qualcosa di p1u. Cioè, esso risparm ia ai cittadini di g irare 111 cerca d 'alloggio anzitutto: ed ai desiderosi eli
all oggi mos tra pianta e dettagli , cosicchè sui cartogrammi è g ià possibile trovare l'alloggio d esiderato.
Ma oltre a questo l' uffic io tiene un regolare casellario
statistico-descrittivo delle case: il che non è senza nnportanza per tutta la vita civile della città.
E per ultimo l'ufficio delle case si incarica di raccog liere le lagnanze rig uardanti le abitazioni e fa eseguire
le relative ispezioni.
V. - L 'ispettore delle case, allorquando trova una
abitazione comunque difettosa, la dichiara dannosa per
la vi ta, la salute o anche per la moralità degli abitanti.
Quindi l'ufficio degli ispettori non è semplicemente igieni co, ma può essere in taluni casi a nche morale. L 'ispezione poi è permanente e si esercita su determinati am bienti, che possono più faci lmente presentare caratteri
di insalubrità. Allorquando si tratta d i appartamenti con
almeno 4 camere, abitati esclusivamente da una sola
fami g lia, l'appartamento è ritenuto a priori come salubre.
I n tal modo l'ufficio dell' abitazione esercita una vera
azione profilattica di indole generale. Il che è confermato da quanto a \t\Turtemberg fa questo ufficio. Quivi
esso è di ventato anche un vero organo di propaganda,
e ad esempio nel 1900, per combatte re i pericoli dell'insalubrità, l'ufficio emanava una ordinanza che suona
così :
« Durante la stagione fredda, si constatò la penetrazione della umidità in molti ambienti. Questa um idi tà
è cagionata da una difettosa ventilazione, e proviene
dalla cottura degli alimenti e dallo asciugamento della
biancheria lavata che con ta nta frequenza si fa neg li
ambienti.
<< Gli ambienti umidi favorisco no lo sviluppo di vegetazioni nocive,. e predispongono quindi l'insorgere delle
malattie. I noltre le camere umide più difficilmente si
mantengono secche, di quelle calde.
<< Si potrà evitare negli appartamenti l' inconveniente
dell 'umidità, osservando le seguenti prescrizioni :
<< I 0 aerare, a nche nella stagione fredda, ~bbondan­
temente g li ambient i ;
« 2 ° ap rire le finestre per qualche minuto almeno
dopo i pasti , dopo il sonno, e prima di porsi a letto;
<< 3° negli am bienti ove si sviluppa d el vapor d'acqua
(cucine, luoghi ove si lava o si stende biancheria), si
ap ra la parte superiore della finestra ;
« 4° non si lasci asciugare mai la biancheria in un
a mbiente chiuso : e se per forza, si ricorra ad una camera per questa operaz ione, si abbia po i cura d 'aerare
completamente.
« L 'ispezione delle abitazi oni ha anche verificato che
spesso negli a ppa rtamenti regna il disordine e la sporcizia. P er questo, l' ufficio raccomanda la maggiore
pulizia, la q uale deve essere sempre fatta con ogni
scrupolo ».
A Colonia, unito all 'ufficio del lavoro, funziona pure
un ufficio della casa, che funziona nell 'identico mod o e
che funzi ona molto bene anche come casellario sanitario.
Di amo qui un modulo di questi ona rio di questi uffici:
NOME
PROFESSIO:-<"E
1::-<D!R!ZZO
L ocator e ....
Proprietm' io ....
a) strada ..... vicolo .. ... ; b) in
avmtfi. .. . nel m ezzo.... a terg o ... . ; c) sottosuolo .... amm ezzati ..... 1nansm'de .. ... primo, secondo, ter zo, qum' to,
quinto piano ... .
iVmnero delle camere : came1·e .... cucine .... 1nansm'de con
o senz a cami11o ....
Prezzo e coudizi01ti di pagamento : per anno .... p er m ese ....
È già stato abitato ? .. .. Da quando ? ... .
L'alloggio è libero p er ....
L'allogg io può considerarsi come pm,ticolare .'i' ... .
H avvi acqua, smaltitoio.ì' .. .. Ove si b'ovano .ì' ... .
I l wate1'-closet ave si b'ova .ì' .. . .
È esso speciale o in co1mm e .f! . •••
Sonvi locali adattabili a ujjicio .ì' .... Ove sono e come sono ? .. .
Vi lta spazzacasa, locale p el bucato, g im'dini, cortile? ... .
Quante .famiglie so1w nella casa ? ... .
Sonvi 11ella casa negozi, industrie ? .... Quali ? ....
I negoz i /zanna accesso speciale .i ' ....
So1tvi 11ella casa artigia1ti eserce1tti il l01'0 m estiet·e.ì' ....
È lecito subbajjittare .ì' .. . .
r. Situazione dell'alloggio:
2.
3·
4·
S·
6.
].
S.
9·
10.
I 1.
I2.
13.
I
4·
IS .
I6 .
lTA Rl A
T ali perfezionamenti, co nsi derati sotto l' aspetto pm
generale, sono di due ordini: intesi a disporre negli
apparecchi dispositivi tali da impedire auto mati camente
fughe di gas, anche se eventualmente per dimenticanza
il robinetto di un fornello rimanesse ap erto; secondariamente, p oi, intesi ad impedire in modo assoluto l'accensione eli un apparecchio , in caso di caldaie, se pnma non
si apre l'i mmissione dell'acqua nell 'interno del corpo
riscaldante. Di questi ultimi congegni molti se ne sono
ideati e possono venire compresi in due specie: automatici, ossia comandati dall'erogazione dell'acqua d irettamente; e meccanici, inquantochè il robinetto d el gas
no n può venire aperto se pr ima non è azionato quello
d el liquido.
Generalmente la prima ser ie di congegni sono sempre
basati sul pri ncipio della proprietà che hanno i corpi
di dilatarsi sotto l'azione del calorico; è sempre un pezzo
metallico in alcuni, in altri una certa quantità di aria,
che meccani camente vann o ad agire contro una valvola
che interclude il passaggio al gas.
Schematicamente rappresento due di questi congegni .
Nel primo il bastoncino metallico b è fissato alla parte
inferiore del beccuccio e contrasta inferiormente contro
la valvola a, mantenuta in sede per azione della molla
Come si vede si tratta di una savia e provvida istituzione municipale, d estina ta a rendere o ttimi servizi.
K.
IL GAS -LUCE
1
EGLI I MP IANTI DOMESTICI.
Da qualche anno la diffidenza del pubblico per g li
impianti di riscaldamenti dell'acqua a mezzo del gas,
per uso di bagni o per altri scopi dom estici, è man
mano diminuita e le installazioni si fa nno più frequentemente, anche per piccoli appartamenti. Questa maggio re
d iffusi one in g ran parte è dovuta alla mig lio re educazione ig ienica della popolazione, ma però è anche conseguenza delle mig liorie e dei perfezionamenti introdo tti
nei vari tipi dei congegni usati allo scopo.
Prova certa d i questo fatto è la statistica degl'infortuni causati, sia da esplosioni di caldaie, che da asfissie
prodotte da fughe di gas. L e disgrazie sono quasi
ovunque in numero stazionario, mentre gli impianti sono
in a umento co ntinuo e considerevole. Ciò sta a dimostrare, in modo certissimo, che l'industri a si perfezionò
sensibilm ente, poichè è poco probabile che g li utenti
conduca no g li apparecchi con maggio ri cautele, inquantochè oggi i ri scaldamenti a gas, per piccoli impianti di
bagni. si trovano in uso anche tra le classi di pop olazione appena agiate e sono quindi adoperati da persone,
molte volte poco conscie del pericolo, e quasi sempre,
poi , poco curanti di usare cautele nell 'uso di questi
apparecchi.
Fig. r.
F ig.
2.
e della pressiOne stessa del gas, che arn va a sua volta
al congegno dalla parte inferiore; il robine tto è d isposto sotto. Anche aper to il robi netto il -gas non può
fuoruscire. Spinto in g iù b e acceso il beccuccio, per la
d ilatazione che subisce il bastonci no si abbassa la valvola, q uindi il funzionamento è continuo; spenta la
fiamma anche se, per una causa qualsiasi, rimane aperto
il robinetto, la valvola automaticamente ritorna nella sua
sede e rimane chiusa la co municazione tra l'interno
della condotta e l'a mbien te.
Il secondo di questi co ngegni si compone invece di
un recipiente metallico b, internamente cavo e racch iudente aria, e tenuto in comunicazione con un tamburo a
diafram ma spostabile e, medi ante il tubetto e'; detto diaframma comand a una molla che abbassa la valvoletta i
RIVISTA DI I GEG ERIA SANITARIA
310
della cond otta d 'arrivo del gas. P er azi ona re l'apparecchio si olleva la leva l e si accend e il beccuccio ; il
calorico della fiamma dilata l'aria che a sua vol ta mantiene la valvoletta i aperta; qnando, per una causa qualsiasi, venisse a spegnersi la fiamm a, l'a ria ritorn a al volume normale e la detta valvola a utom aticamente chiude
la tubatura del gas.
Con l'adozione di tutti q uesti perfezionamenti il problema resta certamente risolto q uasi interamente per
Fig. 3·
quanto può avere rapporto cogli infortuni dovuti a cas i
accid entali per fughe di gas: quindi rimangono eliminate cause di scoppi o di intossicazio ne p er fugh e.
P erò i riscalda menti , co n caldaie disposte direttamente
nei locali del bagno, presentano in conve nien ti sanitari
forse più g ravi ancora di qu elli ai quali ho accenn ato,
inquantochè sono inavvertibili dagli utenti e sono eli
azione continua .
Voglio alludere al ri versa mento di parte d ei prodotti
della combustione negli ambien ti ; o rm ai è dimostrato
che anche appl icando dei tubi elimin atori, disposti nelle
migliori condizioni , per vari e cause, forse non ancora
ben e stabilite, parte dei prodotti della com busti one non
si eli1ninano attraverso al can1ino, n1a si riversano invece
nell'ambiente della stanza.
Non è ce rto l'ossido di carboni o che si d eve ricercare
perchè o rm ai coi forn elli perfezionati moderni questo gas'
non sfu gge più alla rid uzi one dovuta alla co mbu stione;
ma sarà una quantità , molte Yolte ben notevole, di an idride ca rbo nica, sarà un a umento molto sensibile di
um id ità assoluta, che si riscontre ra nno nelle stanze dopo
un certo tempo dell 'esercizio degli apparecchi di riscal.
damento. Ora, per qua nto g li inco nvenienti più sopra
lamentati non rapp resentino un dan no sa nita rio assoluto, cos tituiranno però sempre un inconveniente ig ieni co
che potendo sarà bene togliere radicalmente, ed in ogni
caso ridurre al più possibile.
Va poi a ncora accenna to ad un in com·en iente g rave,
conseguenza diretta di quanto ho esposto, e che può determin are anche un rovinio abbasta nza rapido dell e suppellettili esistenti nel locale, ossia la forte precipitazione
eli umidità che si verifica, a funzionamento finito, nell e
stanze da bagno. Il fenomeno è propri am ente dov uto
all 'a ttuale uso di dispor re i ri scaldatori nell 'a mbi ente;
in fa tti , durantP. il tempo che la stufa è in esercizio la
tempera tura dell'ambiente si eleva, per questo stato termi co dell 'a tmosfera e per la presenza di una massa di
acq ua ri scalda ta aum enta fortem en te il grado assoluto
di umidità dell 'aria. Q ua ndo l'esercizio è finito generalmente, a nche p er ragio ni econ omiche, viene spenta la
stufa, a ll ora si abbassa la temperatura e ben pres to si
a \Tà uno strato di rugiada sulle pareti della stanza e
sopra i mobili esistenti. Come vedremo in seguito tale
fenomeno può, alm eno in g ran pa rte, venire ovviato.
Questi incom·eni enti, che brevemente ho riassunto,
non sono trascurabili ed i loro effetti possono eli venire
in realtà molto serii; basta, per convi ncersi di ciò, riflettere:
0
I
che generalm ente le stanze d estinate per bagni
sono sempre rela tivamente poco a mpie ;
2 ° che ormai l'uso del bagno si è generali zzato e che
fo rtunata men te poche ono le perso ne che non abbiano
l'impia nto in casa, e che non lo usino giornalmente.
In altri termini, l'in stallazion e eli bagni non è più un
lusso, pri,·ilegio di pochi , ma è una necessità della vita
ordinari a, portata dalla maggiore educazione igienica
delle popolazioni.
Dato questo principio la tecni ca deve perciò occuparsi
seriamente anche di questo nuovo a rredamento necessa rio nelle moderne cos truzio ni , e stabilirlo in mod o tale
che i vantaggi di comodi tà siano reali , e non appa renti,
e chi ne usufrui sce non debba a Yerne più danno che
utile.
Sotto questo rapporto, dato che anche i mi g liori sistemi eli combustione del gas danno sempre dei residui ,
alquanto notevoli e dannosi, ne ri sulta, come prima condizione, la necessità, per risolvere bene il problema, eli
eliminare la macchina riscalda nte l'acqua, dall 'ambiente
dove si prende il bagno.
L 'applicazione di questa condizione offre però dell e
difficoltà non piccole; così, ad esempio, accennando solo
3II
RIVISTA DI I NGEGNERI A SANITARIA
agl i inconvenienti maggiori, con questa disposizione non
è fac il e regolare la temperatura d ell 'acqua e il se n ·izio
pel funzionamento rimane notevolmente aumentato e
sopratutto reso più inco mod o.
La tecnica, pe rò, di questi imp ianti ha sopperito molto
bene a togli ere g ran parte di questi difetti, studiando
congegni a tti a ri spondere bene, in appli cazi oni pratiche, e sopra tutto facilitando l' in sieme dei servizi eli un
intero caseggiato.
Come dai riscald a men ti locali , a g rado a grado, vincendo difficoltà non piccole, si è g iunti ormai avunque
a q uelli centrali che ser vono contempora neamente più
appartamenti; così dalle macchine a gas locali, quasi
pel passato conseguenza necessaria del bagno, oggi si è
a rrivati all ' impi a nto g enerale fatto per un inte ro g ruppo
di alloggi, disposto in un locale a sè, no n ri chiedente
sorveglianza e con funzionam ento au tomati co.
Con quest a disposizi one si è ovviat o ai pericoli sani tari di cui parlai più sopra. Ciò che ancora restava
ad eliminare era la umidità assoluta, prod otta dalla vapori zzazione dell 'acqua; a questo inconveniente, che,
come ho detto piLI sopra, può avere conseguenze g ravi ,
si è rimedi ato disponendo nell 'a mbiente del bagno un
termosifone, nel quale circola l'acqua prima di esse re
utilizza ta: quest'ultimo ha per ufficio di eleva re la temperatura dell 'ari a nella stanza. In tal modo il grado di
um idità relativa res ta di molto abbassato e i pericoli di
dan no vengono molto ridotti , tanto più se si provvederà la stanza di un ricambi o di aria alquanto attivo.
In questi limiti il problema era completamente tecnico,
e la meccanica ha risolto le difficoltà di applicazione in
modo pratico con co ngegni , che pur essendo automatici, sono molto semplici per funzionamento e per costruzione .
Di questi se ne hanno in uso di Yarie specie, quasi
tutti però sono basa ti sul sollevamento, di una o p iLI
valvole, effettuato a mezzo della pressione dell 'acqua.
L a unita fig. 3 dà lo schema di un impianto di riscaldam ento fa tto per più piani , con macchina pel riscaldamento disposta nel piano sotterraneo. L a condotta
prin cipale di acqua arriva da a e p er mezzo del tubo
a colonna ascendente b, arriYa nelle Yarie di ramazioni c
dei singoli appartamenti. I tu bi d e Q ap porta no, invece, negli all oggi l'acqua, che, pur provenendo dalla
condotta principale a , attraversa prima la macchina ::\1,
nella quale havvi una piccola caldaia a pressione.
P er arrivare alla caldaia l'acqua però è obbli gata di
passare nell a valvo la V, dell a quale la figura 4 dà un
particolare molto schematico della sua costitu zione.
Il funzionamento dell 'insieme dell'impianto è il seg uente : erogando acq ua d a Q si prod uce un richiamo
nella co ndotta principale a ed il li q uido vin ce la forza
della molla che mantiene in sede la valvola V soll evandola, l'acqua indi per il tubo a/ continu a la sua corsa
entrando in caldaia . Come risulta nella grafica la valYoletta è solidale ad una leva l che con un congegno op-
portuno va a comandare il robinetto di apertura del gas
del fornello disposto inferi ormente alla caldaia. Detto
fornello a mezzo di una veilleuse si accende a utomaticamente. Quando la erogazione cessa, la valvola ritorna
in sede e quindi si chiude pure il passaggio del gas
al forn ell o.
Negli impianti al posto del robinetto, che è rappresen tato in figura, im·ece è disposto un insieme di valvole, cosicchè la leva, comanda ta dall 'acqua, trova meno
resistenze per funzionare, come pure il passagg io del gas viene
regolato meglio, e la
l
fiamma riesce se m p re
~·
proporzionale al quantitativo di acqua che
attraversa la sezione
dell'apparecchio.
In Germania, d ove
di q uesti impianti se
Fig. -l·
ne trovano appli cati
g ià molti , le caldaie
sono calcola te in modo che l'acqua esce con una temperatura di ci rca 6o 0 C. , cosicchè può poi arrivare nei
singoli apparta menti con temperature no n inferiori a
+5 ° C. circa, sufficiente per provvedere anche al riscaldamento del termosifone ; naturalmente questo da to è
suscettibile a variazioni g ra ndissim e, perchè dipendente
da cause che devono venire valu tate di volta in volta.
Invece di disporre l'appa recchio riscaldante nei sotterranei, nel qual caso la caldaia funzi ona sempre in
pressione, esso può anche essere collocato nel sottotetto,
ed allora può funzionare anche aperto, solo che in questo
caso alla caldaia va unito un sistema di valvola automati ca speciale, basata su di un principio un p o' differente
da quella più sopra sommariamente descritta.
Quali sono i vantaggi ed i difetti di q uesti modernissimi
impianti? Tra i primi van no a nnoverati intanto tutti i benefici ig ieni co-sanitari dei quali ho parlato piLI sopra, a
questi va poi anche aggiunto quello di generali zzare le
installazioni dei bagni a domicilio, pe rchè più facili ad
eseguirsi. Tra i secondi può essere accennato a lla promiscuità del servizi o e quindi alla diffi coltà di poter
stabilire la q uota di spesa che spetta a ciascun inquilino,
per il consu mo di acqua e di gas. Però a questo inconveni ente si può rimediare con l'applicazione di contatori disposti in prossimità della erogazione del bagno,
o forse meglio appli cando per ogni famiglia una quota
proporzionale al num ero dei componenti e includend o
questa spesa nel fitto , poichè non è proprio ammissibi le
che vi sia gen te ta nto poco ed ucata da consumare acqua
e gas per sola malvagità.
Vantaggio poi reale e di ordin e generalissimo d i
q uesti impianti , è quello economico; una sola caldaia
può essere bastevole per vari appartamenti e q uesta può
essere greggia, priYa di q ualsiasi rivestim ento elegante,
l
l
,
e
e
O
n
a
n
1
RIVISTA DI I GEGNERIA SANITAR I A
RIVISTA DI I GEGNERIA SA ITARIA
3!2
come si usa in quelle che attualmente si installano negli
Il funzionam e nto d e ll 'apparecch io è il segu e n t e: U na
alloggi. Dall' insieme dunque risulta c he i pregi di qu esto
sola volta in principio si riempiono fino a rifiu to le ri-
sistema certamente compe nsano e superano di m o lto i
piegature F ed I d e l sifone, ciò ch e si
piccoli inconve nien t i propri ad esso a cui ho acce nn a to,
con facilità per m ezzo d e ll 'ap e rtura J del piccolo tu b o.
Supponiamo ora c he il serbatoio d'a cq u a od altro c u i
come pu r e compensano largamen te, in ordine economico,
può esegui re
alla s p esa prodotta dal piccolo consumo di g as della
l'apparecchio è appli cato venga ri e mpito; appena il li-
veilleuse che d e ve fu nz ionare continuamente.
vello raggiunge la luce A , la massa d 'aria contenuta
BINI.
nell 'apparecchio vi resta imprigionata, ed in virtLt d e lla
legge di Ma riotte, si può immediatamente osse n ·a re u n
dislivello nel liquido ve rsato in F e d I. Il live llo nel
SIFO NE « BOCCA-S I FO ID E »
ramo ascenden te r esta al disotto di q u ello
S I S T E 1A BRUYÈR E.
L a Rivista delle Invenzioni,
.
+,
d e l serba-
toio, m e ntre la forza e lastica d e ll 'ar ia, respinge ndo l'acq ua
di quest'anno, n-
trO\·a ntesi in F ed I , fa abb assare il livello ne 1 ram 1
porta la g rafica di questo nuovo appa recchio, idea to
d all'ing. Bruyère, e ch e fu p r e miato all'Espos izio n e di
d iscende nti dei due tub i.
L iegi.
L'appar ecchio è molto semplice, funziona senza a iuto
AB, il liquido, se nulla d 'anormale avviene in questo
istante, ·cadrebbe nel ramo discend e n te in q u a nti tà
di valvole e può esser e p r ovvisto di d ime nsioni molto
eguale a que ll a
varie . Così pure le applicazioni a cui può servire pos-
r ecchio se rvi rebbe semplicemente come uno sfìoratore. Ma
sono esser e svaria t issime. Può pre star e u tilissimi serv izi
la lu n g h e zza del ramo p i colo D I è calcola t~ in modo
che il livello del liq ui do a rri va alla cu r vatura I ne l
anche in caso di bonifiche e p e rciò cred ia m o utile di
Ora, quando il livello arriva all a sommità d e l ra m o
c h e alime nt a
il serbatoio,
e
l'appa-
ricordarlo anche nella nostra R iv is ta.
Esso è costitui to di due tubi AB e CE di d iffe r ente
d 'aria sfugge dal tubo IJ e l'equilibrio è rott o. A llora
a ltezza, co m e nei sifoni o r dinari . Il r amo
l' acqua si precip ita, per effe tto della p r essione o dis li-
disce n d e nte
tempo stesso c h e arr iva in B. A questo punto una bolla
vell o dell 'acqua, nel serbatoio, trascina l'a ri a e m ette
in funzio n e l'apparecchi o. Questo funziona finc h è il li-
La nostra Ri vista cerca di te ne re i suoi lettori continuamente
a l co rrente di quanto s i produce in materi a, e perciò riporta
ogni nov ità del genere che le è poss ibil e proc ura rs i. Oggi
ricordiamo un regolatore propos to da lla Apparate-Bauanstalt
d i Dortmund.
L'apparecch io è co ngegnato in m od o d a ag ire esclus ivamente sulla co mbus ti one, attivando o riduce nd o il tiraggio
diretta mente nel fo cola re.
L' acqua ris caldata che esce da ll a caldaia viene immessa nel
tubo lateral e, a piccola luce a, a mezzo del quale viene con-
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a
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1P
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Il
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r es ta in attivo , mentre le curvature F ed I conserva no
le loro chi u sure idrauli che . Il tubo CE deve esser e calcolato in man iera che la velocità dell 'acqua sia m o lto
grande al p r incipio, in modo che la pressione in D non
sia ma i super iore a quella della colon na d'acqua DJ,
se nza d i c h e l'acqua potrebbe sfuggire dal piccolo t u b o
ad
U. Quan do
il serbatoio venga n u ovamente a riempirs i
ricomincia a u tomaticamen te lo stesso fe nomeno .
S i deve notare c h e quando convenga imped ire l'attivamento
automatico,
basta
chiuder e
l'orifici o J del piccolo tubo e non
mome nto preciso nel quale
SI
ermeticamente
a prirlo
se
non
al
vuol e p rovocare il p ro-
sciugamento del se rbatoio.
L 'apparecchio si fa in rame, ghisa, piombo, oppure
anch e in cemento per i casi di grandi volum i d 'acqua;
quando si t ratta d i liquidi
corrosivi, può
strutto interame nte in grès .
essere
co-
R.
~
D
dotta nel regolatore b, per ritorn are poi , med iant e la cond otta
di ritorno de l sistema, attrave rso al tubo d, nu ovamente in
ca ld aia.
E ntro all'apparecchio b, il vero e proprio regolatore, è
disposto uno stantuffo che oscilla in dipend enza con la velocità dell 'acqua. Sicco me la velocità è a s ua volta in rapporto
diretto co n la temp era tura de l liquido, si comprend e chiaramente come, co n mecca nismi mo lto semplici ed automatici, s i
possa no trasformare le variazioni di te mperatura in movimento.
Il braccio di leva, disposto superiormente, alzandosi od abbassandos i ri spetti\·amente, apre o chiude la sa raci nesca, disposta sotto il fo colare, e quindi agisce in modo abbasta nza
diretto sulla combustione.
Questo congegno ha il vantaggio di esse re pos to in co mmercio a prezzo modi co e di poter venir a pplicato co n piccole
opere a qua lunque insta llazione. Però la sua azion e, molto probabi lmente, non sarà rapida, e ques to, in qualche caso pratico, può esse re uno svantaggio non indiffere nte .
BINI.
NOTE PI\ATf(fiE
BAROMETRO PORTATILE A MERCURIO.
REGOLATORE A UTOMATICO PEL FUNZIONAJ\'IENTO
termina con una curvatura inversa di quella in alto, ma
tale che l'orific io G sia un po' a l disotto della luce A
(e
non
tato in
al disopra
figura) . Un
piegato ad
U,
come
err oneamente è
secondo
tubo,
rapprese n-
p tu picco lo e ri-
è innes tato in D verso il basso d el ra mo
discen den te e co m u ni ca in alto libe ram e nte coll'atmosfera.
DI CALDAIE.
Di qu es ti congegni se ne so no costruiti molti e co ntinuamente se ne producono. La loro uti lità per l'esercizio dei riscaldamenti, speci e per quelli a termosifone, è tanto grande e così
importa nte che s i compre nde la ragi one di questa affannosa
produzio ne dell e Case specialiste d ' impianti di riscaldame nto.
m odo che la pressione dell 'aria este rn a possa però agirvi.
Q ues to se rbato io co munica co n un tub o ricur vo in vetro, largo
ne lla parte rimontante e cap illa re d a ll a curvatura a l serbatoio.
La parte capilla re è di I75 m m. di bnghezza; il volume corris pond e nte ad una lung hezza di I cm. , segnato su tale tratto,
ra ppresenta circa la nova ntes ima pa rte del tub o ri curvo .
L'apparecchio posto o ri zzontalme nte non permette l' entrata
del merc uri o nel tubo, il quale è allora ripi eno d'aria a lla
pressio ne atmosferica es te rn a : a llorché viene raddrizzato il
mercu rio affond a nel tu bo cap illa re e tanto più quanto più la
press io ne barometrica è debole.
Basta graduare l'apparecchio con un barometro ordinario
per leggere diretta mente ne l tubo capillare la pressione barometrica .
L'apparecchio è sensibilissimo. Sta ndo alle misure precedentemente indica te il mercurio scende di 125 millimetri
quando il barometro segna 750 millimetri e di ISO allorché
segna 725. Si osserva che ne i limiti ordinari nei quali varia
la pressione barometrica, le differenze di livello del me rcurio
sono se ns ibilmente proporzionali alle diffe renze delle pressioni
ba ro metriche.
D . B ENJGN ETTl.
QUANTO POSSONO COSTARE I SANATORI POPOLARI.
~
vello nel se r batoio non raggiu n ge la luce A. A llo rc hè
c iò si ver ifica, l'aria penetra nel sifo n e e l'apparecchi o
~
ID
3I3
Questo barometro, immaginato da ì\L A . S. D av is, è basato
s ul principio che se s i co nsidera dei volumi egua li di un medesimo gas preso a pressioni diffe re nti , la clim inu zio rie di volume prodotta da una stessa soprapressione è di ta nto più
debo le quanto più il gas e ra stato preventivamente co mpresso .
L'apparecchio si compon e eli un serbatoio conteile nte del
me rcurio, chiuso pe r impedirn e la sfuggita, ma di sposto in
Al recentiss imo Congresso internazional e contro la tubercolos i, tenuto a ll 'Aia, è stata posta a ll'ordine del g io rno, e lungamente discussa, la qu es ti o ne del prezzo dei S anatori popola ri .
Sull 'argo mento s i sono anzi avuti tre rapporti , intorno ai quali
la disc ussion e è stata vivacissima.
Ri ass umiam o s ingolarmente i \·ari rapporti presentati al Cong resso .
Il no rvegese Kl a us Haussen-Be rgen po ne come punto di pa rte nza nel giudizio intorno a l costo dei Sanatori popolari qu es ti
fatti. E cioè, il costo di costruzion e eli un Sanatorio po pola re
deve fatalmente dipend e re d a questi fattori: I 0 da ll e condizioni
igieniche ; 2° da ll e condi zioni el i costruzione; 3° dall a situazione
del Sa natori o.
Si comprend e come ne i s in goli casi tutti questi fatt ori possano va riare all ' infinito, specialmente gli adattamenti del te rren o e le vie eli accesso a l Sanato rio. Molte volte pe r rend ere
il Sanatorio access ibil e occo rre fare de lle funi cola ri , il che evide ntemente eleva sensibilm ente il prezzo di ogni letto. Anche
senza funicolare, quand o debbonsi fa re lunghe strade d'accesso,
deriva che il costo della strada grava e normemente su ll e spese
totali.
Circa il costo de l terreno per lo più le co ndizioni sono ottim e . Seco nd o il relatore, a nche abbondando nei prezzi e nelle
zone di bosco, co n Iooo-r2oo lire per letto, di terreno, si può
essere al co pe rto da ogni so rpresa ne i calcoli.
L a cos tru zio ne principale, partendo dai dati eli Sanatori già
costrutti , può costare lire 3200-3400 pe r le tto , e gli a nn ess i
poco più di 300 lire per letto. ·vanno aggiunte le spese per le
installaz io ni speciali, il ri scalda mento, ecc . ; cosicché si può
calcolare attorno a 6ooo lire per le tto .
Se l'edifi cio è costrutto in località buona e di fac ile accesso,
senza particolari difficoltà di comunicazioni stradali, le spese
posso no scendere de l w 0/ 0 .
Lo Schrotter di Vienna nel suo rappo rto si basa sugli stessi
principi i generali , per stabi lire razionalmente il prezzo di un
Sa na torio popo lare, ed anche egli è d 'op inione che tra le
55oo-6ooo lire per letto, in generale un Sa nato ri o popolare
possa sempre costrursi.
Circa il funzionam ento dà co me esempio la cifra ri levata con
ogn i ri gore ad Allaucl, e secondo la quale ogni ammalato costerebbe giorn alme nte attorno a lire 3· Pe rò chi conosce le necess ità imprescindibili de i Sa natori , a nche se popola ri , e sa quale
pa rte ne lla cura abbia fat almente la buona a lim entaz ione e la
RIVISTA DI INGEG ERIA SANITARIA
RIVISTA DI INGEG 1 ERIA SA ITARIA
314
ipernutri zio ne, pensa che la cifra sia molto bassa. In a ltri Sanatori indu bb iam ente essa si m ant iene su lle lire 4 gio rn a liere.
Anche dalla di scuss io ne che seguì lo svo lg imento delle comunicazioni e d e i rapporti intorno a l prezzo di co t ru zione di
un Sanatorio popolare , ri su lta che in gene rale s i va luta il prezzo
di questo attorn o a lle ssoo-6ooo li re p er le tto , ed il funziona me nto dalle 3-4- 5 lire per amma lato .
E queste cifre, . e bbene no n assolute, posso no essere prese
di base negli st udi e ne i preventivi sui Sanatori po polari.
I ng. BR ENT I:-II.
-----------------
1\UOVO REFR IGERANTE A DOPPIA C IR COLAZ lO~E
D'ACQUA.
In chimi ca g li appa recchi refrige rant i ha nn o se mpre un a importanza gra ndi ss ima e sva ri at issime sono le loro form e . Tutti
p erò hanno per co ndizione principale di utili zzare nel mi g li o r
m odo possibi le il li quido frigorifero senza che il co ngegno
assu ma proporzioni di g randezza troppo considere ,·oli.
La Ditta dott. Peters e Rost di Berlin o ne pro pone o ra un o
che vera m e nte m eri ta co ns ide raz ione p e r se mpli cità di m ezzi
impiegati e per utilizzazione
d i spazio . L ' appa recchi o si
1,
co mp o ne, co m e mostra l' annessa grafica, di due sfere di
vetro con centri che, disposte
e ntro un imbuto, pure di vetro ,
chius o inferi orm ente nel collo
da un turacciolo di go mm a
forato . Entro a questo fo ro è
forzat o il prolungamento e in
vet ro d ella sfera es te rna de l
s istem a a nzidetto. Alle sfere
ed all' imbuto sono poi collegati a ltri tubi pure di vetro
che se n ·ono p el fun zion a mento
del refri gera nte.
S'i ntroduce, pe r m ezzo d el
tubo c, il gas o il liquido d a
raffred da re nel vano esistente
tra le due sfere e che res ta in
co muni caz io ne co n l'esterno a
m ezzo de l tub o inferi o re e; il
liquido refrigera nte a rri va prim a d a a ed entra nella piccola
s fe ra ce ntrale, i vi m anti ene
la pressione dell a co nd otta e
q uindi , co ntinu a nd o ad afflu ire liquido all 'apparecchio, q uesto
rimonta ne l tubo ri cun·o b per cadere s ull a parete es terna della
s fe ra 1 ~1aggiore, ri empire l' imbuto e uscire fin almente da d,
al quale ,·ie ne appli cato un robinetto , d es tinato a regolare il
li ve llo d e l liquido ne l recipiente .
Co n questa cost ruzi o ne s i è raggiunta una s up erfi cie refrio-e ra nte no tevole in spazio relati vamente piccolo, co m e pure
;i utili zza molto bene il potere frigorifero d el li q uido a ll ' uo po
destinato , inqua ntochè g li s i d à due co ntatti s uccessi,·i, prima
de llo scari co, co n il m ateri ale da raffreddare.
A pa rità di altre co ndi zio ni , seco nd o la Casa costruttri ce,
questo apparecchio d ovrebbe rendere dal 15 al 20 per cento
Reo.
p iù di altri co ngeg ni ad esso s imili.
,e
RECENSIONI
Impianti n.f1·igerauti a distanza per le case. - « Chemnitzer
Tageblatt », g iu gno 1906.
In a lcu ne città am eri ca ne, acl ese mpi o a ew-Yo rk , Bosto n ,
~s.-Louis, Baltimora , ecc., si sono fatti impianti di refri ge-
ra nti per a ll oggi privati a dista nza. L a lun g hezza di queste
in sta llaz ion i è perfino di 27 km. In alcu ni casi s i usa l'ammoniaca, in altri in vece un liquido in co ngela bile . Co n l' ultimo
s istema sono baste ,·oli , p e r la distribuzion e del freddo a domi ci li o, co nd utt ure co mp oste di due seri e di tu b i correnti para lle la m ente; un a seri e se r ve pe r co ndurre il li quido a ll'e lem ento frigorifero d isposto ne i s ingo li vani, l' a ltra è ill\·ece
usata per rico ndurre nu ova m e nte il liquido a ll ' impi anto central e.
Col primo s istem a, cioè quello ad ammoniaca, abbisogn a
in vece una cond otta costituita di tre tu b i ; due se n ·ono rispettivam ente pe r l'a nd ata ed il rit o rn o dell'ammoniaca, il terzo
m ette in com uni caz io ne i corpi refrige ranti con l' impianto
centra le eli po mp e, e se rve a produrre il nioto re lativo in el etti
elem enti , pe r far es pande re il gas.
Tutti i tubi in dist intamente sono prov,·is ti di mezz i protetti,·i per la dispers io ne d el calo ri co ; a ll' uo po s i usa mol to
s ug he ro im b ibito di parafin a o res in a per e ,·itare le cond ensazioni di umidità.
Le co ndotte st rada li so no fatte co n ogni m aggio r cura. l tu b i
co rro no entro appos iti ca na li eli ceme nto chiu s i e rm e ti ca me nte ,
cosicché no n hav,·i il peri colo di fughe, eli gas o eli liquido ,
a nche quando la primari a cond o tt a d i m etallo avesse casua lm e nte a guasta rsi.
~ e i siste mi co n a mm o ni aca appos iti co ngegni auto m atic i
gar a nti sco no l'e,·apo razio ne eli tutt o il liquido in mod o che,
ne lla cond otta di rit orno, non si abb ia più a co nd ensa re. In
caso di g ra ndi impi anti: a lberg hi , caffè, sale eli riunion e,
teat ri , ecc ., è provv ist o agli impi a nti co n installaz io ni speciali
da offrire le m agg io ri garanzie ne l funzi o na me nto.
Onde facilitare in tutti i modi questo impo rtante . ervizio, la
di s tribu zio ne d el fr ed do ne lle case è fatta a contatore e ogni
ute nte paga in rag io ne di qua nt o co ns um a; ogni inqu ilin o è
così compl eta ment e indipe nd ente dagli altri a bitat o ri della casa.
BINI.
Prof. Ing. H EINEL C.: F abbricazio11e ed esercizio dei .fngori.feri. - i\Ionaco-Berlin o, Oldenburg, 1906.
Primieramente l'A . tratta m o lto sinteti ca mente del prin cipio
fi s ico-chimi co d ell a produzione a rtifici a le d el fredd o . Per rende re ma ggiorm ente chi ar i i concetti teor ici sono riportati d iagram mi , molto espli cati vi, specia lmente utili per dimostrare
soll ecitamente le va ri e fa s i d ei fenom eni del co ngelame nto.
In altra pa rte, s uccessiva m ente sono a nalizzate, con ogni
m aggio re diligenza, le possibili cause di perturbamento nel
fun zio nam ento di un impianto e le va ri e p erdite proprie di
qu es ti esercizi .
Come concl usi one di qu es ta parte l 'A . co nsig li a una quan tità di precauzioni specialme nte utili n e l progettare esercizi
di ta l genere nu ovi. All'opera sono a nche annesse num erose
t avo le con dati m o lto importanti , per le tubazioni , p er i sistemi
di pompe, p er le m o tri ci, p er le caldai e, ecc .
Dall'insieme del l;n·oro s i possono ri ca,·are dati bastevoli
per studi are impi a nti nu ov i , o pe r modificarne qualcuno in
cattive co ndizi o ni , o eli red dito o di funzionamento, e, dato
il g rande sv iluppo che prend e questo genere d i industria
ov unqu e, q ues to nu o,·o m a nu ale tecni co-scie ntifi co offre ce rtam ente un inte resse specia le .
BINI.
Riscaldame11 to e ve11tilazioue del 1movo Palazzo della Dogaua
a JVew- York.- « The Eng ineerin g R eco rd », Ne\1·-York,
maggio 1906.
La costr uzio ne s i compo ne di sette pian i, è co mpl eta m ente
isolata ·e ha rispettivamente prospetti di m. 91, 91, 85 e 61.
Nell'interno travasi un co rtil e eli m. 30 X 45· Il materiale impi egato, ne l g randi oso ed ifi cio, è per g ran parte di gra nito con
lega me nti di ferro, a solai e muri interni di ferri e m atto ni .
i
Tutti gli a m b ienti so no ri scald ati co n s iste ma misto, vapore
e aria, qu est ' ultima vie ne poi spi nta nelle stanze m eccanicamente a mezzo eli ve ntil ato ri . In tutto lo stabile il sis tem a è
atti ,·ato da quattro ben distinti impianti funzionanti indipen dente m e nt e un o dall 'altro. I ventil ato ri ha nn o diam etri di
m . 3.45, so no racchi us i in ca m er e a la mi era di zinco, az iona no 2830 m c. di aria al minuto con una velocità pure a l
m inuto di 140 g iri. Ogni impi anto h a p er forza m otrice dell e
d in a m o eli s o HP .
Le aperture d e ll e bocche pel ri scald ame nto di ogni ambien te
so no regola te au tomaticamente co n appa recchi sistem a Po\\·er;
cosicch é sono impossi bi li nelle sta nze e nei co rri do i temperat ure eccess i,·e, co me p ure n on si posso no produrre co rrenti
d'ar ia, per la ,·entil azione, m o les te . Rimarch evole, in q ues to
importa nte im pi a nto, è che la tempe ratura negli u ffici non
p uò in ness un caso, venire modificata dagli ab itatori.
Nell a Ri vista a merica na, d a ll a qua le togliamo q ueste notizie ,
so no riprodotte le piante e le sezio ni de ll 'edificio , è in oltre
fo rnito un o sche ma de ll a distribuzion e d e i cana li p er la ,-e nt ilazion e e pe r il ris ca ldamen to, co m e pure son o riprod o tti
a lcuni utili parti co lar i ùe ll' o ri g in a le cos tru zio ne . Una bre,·e, m a
precisa relaz ione, illust ra infine le num erose grafiche.
Reo.
_\ 'uovo impianto di depurazione delle acque di.fogna di Silbey.« Sun·eyor », vol. 29, I 0 g iu g no 1906.
La pi ccola città di Silbey co nta circa 3000 a bitanti ed ha
tes tè in a ug urato un impi anto d i depuraz io ne de lle acque di
fog na . La fognatura è calcolata in base ad un a portata di circa
200 m c . in giorhate o rdin a ri e se nza pioggia . È ritenut a in vece
trip la in caso el i cad ute me teoriche .
Per la raccolta del li qua m e, prodotto durante la n otte, s i
so no cos truiti 2 pozz i ca pac i ciasc un o di c irca 77 m c. Due
po mpe az io nate da m otori a petrolio portano il liqu ame in un
pozzo settico di sedime ntaz io ne, capace di circa s oo m c . ;
ques t' ultimo ha fo rm a cilindri ca con di a m etro di 2r m. ed è
diviso, seco ndo un di a met ro, da un muro in due parti eg ua li.
Il liqu a m e è introdotto nell a pa rte ce ntrale del pozzo ed è
ob bligato a rim o nta re verso la periferia.
Da questa fossa settica e di sed imentaz ione il liquid o passa
in a ltra ca m era chius a pe r indi arri vare a 3 ca mpi di ossidazio ne. D etti ca mpi h ann o form a circola re; il diam et ro è di
m. rs ci rca co n superfi cie to ta le d i circa mq. 175 x 3 =m q . 525;
il loro s pessore è di m. 1 ,6o.
Lo spandime nto d el liquame avv ie ne a m ezzo di a rganet ti
idra uli ci, siste m a Fiddian, rota nti a utomatica me nte. Con q uesto
a rtificio la caduta d e l liqu a m e avv ie ne a l massi m o fraz ionata .
I ris ultati ottenuti , secondo l' artico lis ta, so no molto b uo ni ;
il liquid o che ne esce è perfettamente in odoro, incolore e per
nu ll a denso; batteriologica m ente potrebbe esse re riversato in
q ualunque co rre nte s up erfi cia le di acque senza pericolo.
La spesa totale de ll ' impianto, co mp resa la provvista del terren o, c irca 2 ettari , s i aggirò intorn o a lle 30o.ooo lire . Il ri sana me nto di questa pi ccola città d ovrebbe essere preso in se ri a
considerazione e servire d' incitame nto a q ue i gross i centri che,
co n la giustificazione d ell o s tudi o, continuano a null a fare .
BI);J.
Olio « Staud~ttin » p er fissare la polvere nelle strade.-« Ges und. Inge ni e ur », n. 40, 1906.
Q uesto nuovo mezzo per co mbattere la polve re delle strad e
è proposto da ll a « S ta ndul-Òl-Co mpa ny » di Dresda. Second o
quanto riferisce l'autorevole Ri vista tedesca la sua az io ne
dovre bbe essere m olto efficace.
Il prodotto d ov rebbe venir m escolato co n l'acq ua usata pe r
l'inaffia m ento, diretta me nte nelle botti delle vetture impiegate
all'uo po . Una solu zione al 5 p er cento dovrebbe essere bastevole pe r o tte ne re buoni risult at i nell o sp a ndim e nto.
Gra ndi vantaggi d i questo nuo vo m ezzo sarebbero : di esse re
in od oro; di non produrre fango e di permettere a lle st rade di
asciugars i m o lto rap ida me nt e; cos icc hé rim arre bbero evitat i i
pericoli eli sd ru cciolame nti dei passeggieri o d i cad ute degli
anima li .
L o Stand~ttin dovrebbe m a nte ne re le st ra d e li be re da polve re
per 8 o IO giorn i e il costo no n doHebbe superare la spesa
necessa ria pe r l' in affia m e nto semplice g iornaliero. Il liquido d i
fissaggio sarebbe stato esperim entato già m olto ,·antaggiosamente in mol te città tedesche (Berlino, Colonia, Dresda,
K arl sbad, Blasewitz, ecc .), sotto il co ntrollo d e lle pubbli che
a mminist raz io ni ; i ri su lta ti otte nuti sa re bbero stati molto soddisfacenti.
Infine questo o li o p otre bbe a nche venire usato in sta nze di
ord inaria abitazio ne a ll o scopo p ure eli fi ssa re la polvere . BINI.
Pro f. A. CHASSERAUT : L a viziazione dell'm-ia dei locali delle
· swole pubbliche e private . - « L'H ygiè ne généra le et appliqu ée », n. 9, settembre 1906 .
In q ues to ra ppo rto prese ntato al Congresso interna zio nal e
sull ' ig ie ne e su ll a salu brità dell e ab itaz io n i, l'A. ri corda da
prima tutt i i peri coli d ' indole sa nita ri a a i qu ali posso no a ndare in co ntro gli scola ri che soggio rnin o in locali n on corrispond e nti a lle ri ch ieste e orma i note esige nze igi e nich e, e a a ll' uopo
cita e co mm ent a i regola menti specia li francesi creati per la
difesa d eg li scola ri.
Le leggi e le re la ti ve dis p osizio ni regolame ntarie francesi
possono , a questo prop osi to, g iu sta me nte co nsidera rs i buone,
ma per la Francia, co me per al tri paesi, la qu es tione ca m bia
co mpl eta me nte aspetto, quando la si co ns ideri dal punto di
vis ta pratico e reale .
Difatti da un a ta,·ola s intetica che l'A. rip o rta ne lla s ua
mem ori a e nella q uale so no e len cate un certo numero di classi
di sc uole co munali di Parigi, s i vede s ubito co me il cubo di
aria usufruibil e da ciasc un a llievo ,·ari i in limiti estesi e co m e
in m o lte sc uole questo limite sia eli m olto infe ri ore a l minimo
ri chi es to d a l regola m ento francese .
U n 'altra tavola riportata d a ll ' A . e sulla quale sono riunite
alcu ne an a lis i eseg uite da A. L évy, dimostra inoltre co me sca rsa
sia la ve nti laz ione ed e le vat issim a invece la pro porzione . di
C0 2 , giacchè in q uas i tutte le classi il qu a ntitat ivo di C02 è
assai s uperi o re dell ' r per mille, ritenuto co m e limite m ass imo
dai fi siologi e ig ie ni sti.
L'A . si sofferm a lun gam ente s ull a question e della ventilazio ne d ell e scuole, e co n dati a ll a m a no dimostra tutta l' importanza e l' indisc utibile necess ità che questa si effettu i in qu a lsiasi scuola e semp re att i,·am ente; condanna il concetto che
si possa s upplire colla sola ampiezza dei locali a ll a necessari a
distribuzione d e ll ' aria espira ta.
Dopo ave r parlato breve mente dei principali processi pratici
di ve ntil az io ne l'A. pre nde a tratta re a nco ra delle due grandi
cause d ell 'alterazio ne d e ll ' aria d e lle a ule scolastich e cioè a
dire: d ell ' illuminaz ion e artificia le e del riscald a m ento'.
P er la prima questione indica com e m ezzo mi g liore d a adotta rs i la luce e lettri ca, ammette però anche l' illuminaz io ne a gas
illuminan.te, purchè venga no osse rvate un certo num ero di
norm e e di cautele; quando d ebba nsi usa re d e ll e la mpade portatili C. proscri,·e l' impiego d e ll 'acetile ne in m odo a soluto
dando invece la preferenza all ' illuminazione per incandescenz~
otte nuta per la co mbusti o ne d e ll 'alcool.
Per ciò che ri guard a il riscaldamento, fra tutti i m ezzi di
riscaldamento che m eglio rispondono ai bisogni di una sc uola
è, seco nd o l' A ., que ll o d e l ris cald a me nto a d acq ua calda, co nd an n a invece i calo rife ri ad acqua cald a qualunque sia il loro
modello e la lo ro cost ru zione, perchè tutti p ossono in qualche
p arte logorars i e lasciar passare dell'ossido di ca rb o nio e inquina re g ravemen te l 'aria dell 'ambiente.
BANDTNI.
316
RIVISTA DI INGEGNERIA SANITAR IA
Dott. A. FILASS IER: Sulla legislaz ione .fraucese Ùt rappodo
alla i11salubrilà delle abilazioui. - « L'H ygiène généra le
et appliquée », n. 9, settembre 1906.
In q uesta m e m o ri a , presenta ta a l seco nd o Congresso internazi o nale s ull ' Igiene d elle a bitazioni in Ginevra il sett embre
1906, l 'A. e nume ra e di sc ute i mezz i di difesa che la legislazione fr ancese possiede per assi curare la salu b rità e l' igiene
delle ab itazioni.
Dopo aver passa to in rassegna e di scusse tutte le leggi e i
regolamen ti franc esi in vigore che in qu es to momento regolano
e stabiliscono le no rm e pra ti che per l' igie ne d e lle abitazioni,
l' A ., in seguito ad un accurato esam e critico desunto d ai
fatti e dalla interpretazione delle leggi, indica quali riform e
dovrebbero ancora esse re apportate alle leggi vige nti p er as s icurare alle abi tazi oni le più perfette condizioni di salubrità.
A questo propos ito, F. fa subito una dist in zione tra le abitazi o ni situate in campagna da que lle ed ifi cate nelle città e,
seco nd o il rel atore , perché n ell a campagna (date le naturali
buone condizio ni in cui quivi s i trovan o le a bitazio ni ) saranno
il più d elle volte s ufficienti d elle semplici prescrizioni , sov ratutto intese a so r vegliare il reg olare funzion a m ento delle
latrine, la conveni ente distanza da qu este , dei pozzi, d elle
fosse dei depositi di letame , ecc., ecc.
P e r le abitazioni si tua te nell e ci ttà l 'A. distin g ue q uelle in
cui è possibile apportare dei miglioramenti d a quelle per le
q uali sa rà necessa ri o ricorrere alla compl eta d emolizion e.
Per iL primo caso l' A. di ce che le leggi vi genti permettono
di ottenere un buon effetto su ciò che concerne il mi g lioram ento d elle abitazi o ni malsane , tuttavia raccomand a, g iacché
l'essenziale è di scoprire quali siano le case insalubri , che
venga genera li zzata l ' istitu zione dei casier s sauitaires, che
venga stabilita la cosidetta placca di salu brità da appli ca rsi
facoltativ a mente a lle abitazioni riconosciute in buone condizioni, e l ' istitu zione di una cassa di prestito p er i propri etari ,
utile quest'ultima per impedire a coloro che si trovasse ro
n ell ' impossibilità mate ri ale di eseguire i la vo ri prescritti , di
ricorrere a fal si ripi eghi .
Parla inoltre di altre modificazioni da ap portarsi ai regolamenti ,·ige nti specialmente per ciò che con cerne l' uso delle
vie private che nelle città costituiscono soven te d e i veri focola i
contagi os i è sull ' ig iene e salubrità d ei locali da lavoro .
P er ciò che riguarda le abitaz ioni che n o n possono essere
mi g li o rate l'A: dice che le leggi p resenti sebbene abbiano
reali zzato un . vero progresso, sono però imperfette e impotenti
per combattere una battagli a veramente seria co ntro le mal atti e
infettive e in partico lare la tub ercolosi che d eci mano l ' um anità ;
perciò 1' A. ins iste che i Consigli municipali rec hi mino dal
Go ve rno l 'autorizzaz ione di espropriare tutti i terreni d estinati
alle vie d ( co municazione e ad altri usi o servizi pubbli ci,
a llo stesso modo che le proprietà che sieno comprese nel
piano genera le d ei lavo ri p rogettati, e quand o s i esegui sca no
lavo ri a ll o scopo di mi gli orare le condizi01i i ig ienich e di ~n a
determinata zona 6 di costruirne una nu ova.
Non si dimentich.e rà b en inteso ch e ad una dem o li zione de~e
contemporaneamente accompagna rsi .la costruzione di nuo ve
a bitazi o ni, a d atte a riceve re gli in d ivi dui poveri che ab itavano
le località d em olite, poiché in c;so contrario l'esp eri enza ha
dimostrato come qu esta pove ra gente s i rifugi nelle località
più vicin e acc rescend o cosi l'agglomeramento e l' insalu b rità.
Riassumiam o infine i deside1·ata che 1'A . sottopone al voto
d e l Congresso :
Che l' esecuzio ne d e i lavori di mi g lio ramento sieno facilitat i
a m ezzo di una legge d 'esp ropri azione pu bbli ca in causa d ' insalu brità , la quale s i preoccupi egualm ent e de ll a ricos tru zio ne
d elle a bitazioni salubri a buon m ercat o s ul lu ogo stesso, o
n elle vicin a nze degli stabili esp ropriati ; che s ieno creati d e i
casiers sanitaù·es in tutte le città , che sia se mplificata la pro-
cedura per ciò che concerne le di spos izioni in riguardo alle
vie pri vate, che l' amministrazione s ia autorizzat a a procedere
non solamente ve rso i prop ri etari delle abitazioni insalubri
m a bensì anch e verso tutti coloro che nu oceranno alla insa~
lubrità d ella casa, che l'amministrazione aiuti i proprietari
nel l' esecuzione d ei lavo ri per m ezzo di una cassa di prestito
o in qualunque altro mod o, che l' esec uzi o n e d elle leggi igienich e sieno affidate a dei funzi o nari dipendenti da un'amministrazione a uto no ma.
BANDINI.
Vel/1tre per il trasporto rapido ed igie11ico dei rifiuti.
« Eng ineering News », 1905.
In tale periodico tro viamo descritto un nuo vo sistema di
trasp o rto d e i rifiuti che fun zio na da qualche anno ad Oakland
(California) e che corrisponde al doppio scopo d ella rapidità
e dell 'igiene.
Ciascuna a bitazio ne è p rov vista di recipienti meta llici ci lind rici di un mod ell o unico , capaci di 45 litri e p esa nti 25 kg.
in media a ll o rch é sono pieni. Questi recipienti so no muniti
di coperchio ermeti co e quando sono ch iusi possono esser
maneggia ti facilment e e rapidamente senza dar luogo ad a lcun
odore né p olvere .
La ve ttura collet trice tutta in m et allo è facilment e nettabile:
può portare sessanta recipienti : porta, inoltre, d e i reci pienti
vuoti e steri lizzat i che vengono cambiati in città con quelli
pi eni. Il vuotame nto s i fa automaticamente e rapidamente ed
i recipi enti vengono in segui to puliti e sterili zz ati in gu isa
che , collocati nell e abitaz io ni , non possano dare lu ogo ad
infezion i.
Le ruote della vettura sono munite di pneumatici ed i recipienti sono collocati in scomparti muniti di di spositi vi in
caoutchouc amm o rtizza nti g li urti: ciò che permette all a vettura d i circola re rapid a mente ne lla città senza alcun rumore.
In qu es te condi zioni ed a causa de ll a rapidità d el trasporto
dei rifiuti , si possono fare un g ran numero di viaggi nella
g io rnata.
D. BEN.
f\PPUNTI TECNICO-LEGf\LI
Infortuni sul lavoro- Legge Nesso di causalità.
Interpretazione estensiva-
È prevalente la teorica che la legge. s ugli infortuni non è
legge eccezionale o di ùts sùtgttlare e quindi di interpretazio ne res tritti va , è b e nsì legge d ' indole generale e come tal e
deve esse re interpetrata es tensivamente .
Vi ha il nesso di causali t à fr a l' infortunio e il lavoro q uando
un opera io, che dim o ra in un locale ove eseguonsi dei lavo ri
perché addetto ad essi, trova la m or te per recars i da tale locale al lavoro attraversando ambienti perico losi.
(Tribun ale civile di Napo li , 9 marzo 1906).
Esercizio arbitrario delle proprie r!!,gioni - Elettricità - Fili
conduttori - Utente - Mancato pagamento del consumo
- Taglio dei fili - Facoltà dell'impresa.
U na ditta, assuntrice de ll ' illuminazio ne privata con l 'e nergia
elettrica, non commette un arbitrario esercizio d elle proprie ragion i se, no n pagata d all ' ute nte, tagl ia i fili conduttori , perch é
s iffatta fac o ltà costituisce la vera e pronta g uarenti g ia d egli
ass untori ed è fondata nel g iusto principio che niuno sia tenuto a continuare la so mministrazio~e di quello che non g li
sia sta to pagato .
(Corte di Cassazione di Napo li , 7 ma~g io 1906 ).
Dott. ERNESTO BERTARELLI, R edattore-responsabile.
TIPOGRAFIA ERED I BOTTA- TO RINO , VIA DEL CARM IN E, 29 (CASA PROPRIA).