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Consiglio Nazionale delle Ricerche
Istituto Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata
Documento di Valutazione Rischi
Art.28 d.lgs. n.81/2008
Elaborato in data: 24/11/2008
Indice generale
Sezione 1 - Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR): Metodologie, criteri adottati ed
organizzazione specifica del CNR ........................................................................................................
Sezione 2 - Generalità /Struttura ..........................................................................................................
Sezione 3 - Individuazione e valutazione dei rischi .............................................................................
Sezione 4 - Misure adottate e da adottare .............................................................................................
Indicare le pagine delle singole voci
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Introduzione
L'elaborato è frutto di un processo di analisi e di valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza
dei lavoratori; correlati ai luoghi di lavoro, alle attrezzature utilizzate e all'impiego di sostanze e
preparati pericolosi fin dalla fase del loro acquisto, alle attività svolte dai lavoratori e alla relativa
organizzazione del lavoro.
Tale processo di analisi e valutazione dei rischi e, conseguentemente, il documento di valutazione,
verrà sottoposto a riesame nell'ambito delle riunioni periodiche di prevenzione previste dall'art. 35
del D.Lgs. 81/2008.
Il documento sarà inoltre rielaborato in occasione di modifiche del processo produttivo o
dell’organizzazione del lavoro, significative sotto il profilo della tutela del lavoratore, nonché in
relazione alla evoluzione della tecnica e delle procedure di prevenzione e protezione. Il documento
sarà inoltre rielaborato nel caso in cui si verifichino infortuni significativi correlati alle attività
lavorative o nel caso in cui i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenziassero la necessità.
Ad ogni rielaborazione del documento corrisponderà contestualmente un aggiornamento delle
misure di prevenzione.
I principali aspetti trattati dal presente documento sono:
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Organizzazione del CNR e gestione della sicurezza nelle unità produttive
Criteri e Metodi adottati nel processo di valutazione dei rischi
Descrizione generale della unità produttiva.
Analisi, Valutazione dei rischi e misure attuate
Programma di attuazione degli interventi individuati e i nominativi dei responsabili
incaricati
Organizzazione del CNR e gestione della sicurezza nelle unità produttive
Aspetti generali
La peculiarità della attività di ricerca, per gli aspetti di tutela del lavoratore, consiste essenzialmente
nel fatto che, indipendentemente dall’ambito disciplinare di afferenza, non si sostanzia mai in
procedure di tipo ripetitivo e in qualche modo standardizzabili.
In questo ambito la gestione di procedure di sicurezza che garantiscano lo stesso livello di tutela
della salute e di sicurezza per ciascun addetto, indipendentemente dal tipo di attività e dalla sede in
cui questa si svolge, presuppone lo sviluppo di un modelli operativi di gestione della sicurezza
estremamente articolati e flessibili.
Per far fronte a questo tipo di problematiche nel 1981 il CNR ha istituito un proprio Servizio di
sicurezza.
Attualmente la struttura denominata “Ufficio Prevenzione e Protezione” è articolata in una
Direzione centrale, con compiti di indirizzo e orientamento, e con sedi territoriali con compiti di
carattere operativo.
A seguito del processo di riordino dell’Ente CNR il Datore di Lavoro (DL) è identificato nel
Direttore di Istituto/Struttura; il DL si avvale della consulenza dell’Ufficio anche attraverso la
nomina dei Responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) all’interno del personale
afferente all’Ufficio stesso.
Relativamente alla gestione della sicurezza sul lavoro i soggetti che compongono il sistema sono:
• Istituto/Struttura: unità produttiva dotata di autonomia finanziaria e tecnico-funzionale, con
una o più sedi, il cui Direttore è identificato come Datore di lavoro (DL);
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Dirigente: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di
lavoro organizzando l'attivita' lavorativa e vigilando su di essa;
Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri
gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, sovrintende alla
attivita' lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta
esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa;
Lavoratore: persona che indipendentemente dal tipo di contratto svolge attività lavorativa
nell’ambito dell’organizzazione dell’istituto/ struttura, con o senza retribuzione, anche al
solo fine formativo o di addestramento;
Servizio prevenzione e protezione: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni
all'Istituto/Struttura finalizzati all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali
per i lavoratori;
Medico Competente: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e
professionali di cui all'articolo 38, che collabora, con il datore di lavoro ai fini della
valutazione dei rischi ed e' nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e
per tutti gli altri compiti previsti dalla vigente normativa;
RLS (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza): persona/e eletta o designata per
rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza
durante il lavoro.
La complessità sia organizzativa che propria delle attività di ricerca ha determinato la nascita di una
ulteriore figura che è parte integrante del sistema sicurezza di Istituto/Struttura: quella del Referente
per la sicurezza, figura non strutturata dall’impianto normativo ma che si è resa necessaria per
garantire efficienza ed efficacia al sistema. Questa figura è individuata dal Datore di lavoro con
funzione di interfacciare l’Istituto/Struttura con il Resp. SPP incaricato.
L’Ufficio di Prevenzione e Protezione del CNR si è dotato di una serie di modelli e procedure per
rendere omogenee le attività di sicurezza a livello nazionale tra cui:
o modello per il Documento di Valutazione del Rischio (DVR), comune a tutte le unità
produttive, costruito sulla base del supporto informatico on line denominato “Gestione 626”,
accessibile tramite password, e che viene completato, personalizzato ed adattato ai singoli
Istituti/Strutture a cura del Datore di lavoro, coadiuvato dal Responsabile SPP, dal Medico
Competente ove nominato e dalle altre figure previste attraverso sopralluoghi negli ambienti
di lavoro e la compilazione di liste di controllo. All’interno del DVR sono previsti ulteriori
modelli di specifici documenti, tra i quali si evidenziano:
1. modello operativo per la gestione delle emergenze, comune a tutte le unità
produttive. Il piano di emergenza viene personalizzato localmente e le procedure in
esso indicate sono diffuse ai soggetti interessati.
2. modello operativo per la redazione del Documento Unico di Valutazione dei Rischi
Interferenti (DUVRI).
3. Scheda di Destinazione Lavorativa, strumento utile alla sintesi dei fattori di rischio
individuali presenti nei luoghi di lavoro al fine dello scambio di informazioni, ad
esempio, tra Datore di Lavoro e Medico Competente
4. modello informatizzato per la valutazione del rischio da manipolazione di sostanze
chimiche pericolose.
4
o procedure per la predisposizione e la organizzazione della sorveglianza sanitaria, effettuata
attraverso Medici Competenti esterni al CNR. Anche tale attività si avvale del supporto
operativo del data base informatizzato “Gestione 626”
L’Ufficio organizza e svolge Corsi di informazione, formazione, e addestramento sia presso la
Direzione nazionale che presso le sedi territoriali. Inoltre è disponibile una piattaforma
multimediale per la Formazione A Distanza (FAD) on line per tutti i lavoratori dell’Ente. I
percorsi formativi riguardano temi diversi, sono auto consistenti, strutturati in forma modulare e
prevedono una valutazione dell’apprendimento.
Inoltre l’Ufficio effettua - tramite personale qualificato – indagini strumentali e campagne di
misura volte alla valutazione dell’esposizione dei lavoratori ai diversi fattori di rischio.
La disponibilità di modelli e procedure comuni a livello nazionale, seppure necessariamente
personalizzati in base alle attività effettivamente svolte in un Istituto/Struttura, permette una
omogenea applicazione del sistema sicurezza all’interno dell’Ente, e tende a garantire lo stesso
livello di tutela e di sicurezza a tutti i suoi lavoratori.
Organigramma funzionale del CNR
A seguito della emanazione del Regolamento di organizzazione e funzionamento del
Consiglio Nazionale delle Ricerche (Decreto del Presidente del 4-5-2005 prot. 0025033) sono stati
individuati quali Datori di Lavoro – in materia di sicurezza ed igiene del lavoro – i Direttori degli
Istituti/Strutture. Tali figure devono provvedere alla redazione del documento di cui all'art. 17
comma 1 lett.a) del D.Lgs 81/08 nonché all'individuazione dei soggetti incaricati dell'attuazione
delle misure di sicurezza che di volta in volta si rendono necessarie.
Fatto salvo quanto specificato dall’art. 299 del Dlgs 81/08 si intende che il Direttore
dell’Istituto/Struttura ha la responsabilità delle attuazioni delle misure di sicurezza.
L'organizzazione del lavoro nel CNR si fonda sul presupposto che i programmi di attività (Progetti)
vengano definite dalle strutture scientifiche dell’Ente, per attività che costituiscono ordinariamente
lavorazioni sperimentali; che i responsabili delle lavorazioni - in quanto personale di norma
professionalmente qualificato, nel porre in essere le lavorazioni ne posseggano padronanza piena
anche per quanto attiene alle cautele per la sicurezza e l'igiene del lavoro, ivi comprese, in
particolare, le lavorazioni sperimentali.
Pertanto la competenza sull'attuazione delle misure di sicurezza è ripartita lungo la linea operativa
(linea gerarchica) dell'Istituto/Struttura del CNR, lungo la quale si distribuiscono i poteri, i doveri e
le connesse responsabilità di tipo penale e amministrativo, quindi tra:
- il Datore di lavoro (DL) ai sensi del D.Lgs. 81/2008 già individuato nel Direttore
dell’Istituto/Struttura;
- i Dirigenti, individuati in coloro che attuano le direttive del DL organizzando l’attività
lavorativa e vigilando su di essa;
- i Preposti, individuati in coloro che sovrintendono alla attività lavorativa garantendo
l’attuazione delle direttive ricevute e controllandone la corretta esecuzione da parte dei
lavoratori;
- i Lavoratori come precedentemente definiti.
Per il personale in formazione scientifica (per esempio tirocinanti, specializzandi etc.) è individuata
la figura del tutor che cura l'informazione/formazione - ai fini della sicurezza - circa la pericolosità
delle operazioni che vengono effettuate, le misure di prevenzione e protezione da adottare e verifica
la corretta applicazione. La figura del tutor, salvo diversa indicazione, è identificato nel
responsabile organizzativo della attività.
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L'attuazione delle misure di sicurezza spetta ai soggetti che sono responsabili ufficiali o anche di
fatto delle lavorazioni, soprattutto quando - come ordinariamente avviene nelle attività di ricerca chi progetta la specifica attività di ricerca ne cura anche l'attuazione e deve quindi integrare le prassi
inerenti la sicurezza nelle lavorazioni fin dalla fase progettuale. Tale figura potrà essere individuata
nel Dirigente come definito dal D.Lgs 81/08.
Il responsabile della attività potrà, a sua volta, ripartire le responsabilità della attuazione delle
misure tra il personale a lui afferente dandone comunicazione al Direttore. Anche l'identificazione
del tutor in persona diversa dal responsabile organizzativo della attività verrà fatta a cura di
quest'ultimo con atto formale, sottoscritto per accettazione dal designato.
In generale, i preposti invece devono, tra l’altro:
• sovrintendere alla attività lavorativa e vigilare sulla esatta esecuzione di norme
procedurali, regolamentari, linee guida, ordini di servizio e metodiche operative attinenti
al proprio ambito di competenze, con un funzionale potere di iniziativa;
• segnalare tempestivamente e formalmente al Direttore i rischi per i quali non possono
essere correttamente attuate le misure di prevenzione/protezione indicate dallo stesso
Direttore.
• segnalare formalmente al Direttore le inadempienze da parte di propri sottoposti.
• attuare le misure di emergenza, ivi compresi l'interruzione delle apparecchiature e/o
lavorazioni in caso di rischio grave ed imminente;
A tale fine, la figura del preposto può essere individuata, ad esempio, nel Responsabile di
Laboratorio/Reparto.
Organizzazione dell’Ufficio di Prevenzione e Protezione (UPP)
A seguito della emanazione del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio
Nazionale delle Ricerche (Decreto del Presidente del 4-5-2005 prot. 0025033), i compiti inerenti il
coordinamento e gestione delle attività di sicurezza sono affidati all’Ufficio di Prevenzione e
Protezione che è una struttura della Direzione Centrale Supporto alla Programmazione e alle
Infrastrutture.
Per quanto attiene i compiti dell’Ufficio di Prevenzione e Protezione si veda il provvedimento
ordinamentale del Direttore Generale del CNR n.015868 del 18/05/2001 in cui si confermano le
funzioni definite nel DPCNR n.14600 del 15/01/1998 nonché la deliberazione n.69/2005 del
Consiglio di Amministrazione del CNR.
Il Direttore dell’Ufficio PP del CNR è Ing. Rinaldo Paciucci
Nell’ambito dell’organizzazione dell’Ufficio operano i Responsabili SPP nominati dai diversi
Direttori di Istituto/Strutture.
In considerazione dell'articolazione territoriale dell'Ente, dell'autonomia finanziaria e gestionale
degli Istituti i singoli Datori di Lavoro hanno nominato un Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione (RSPP) per ogni Sede territorialmente distinta. Gli RSPP operano in
stretto coordinamento tecnico con l’Ufficio PP centrale del CNR, che svolge tale funzione
attraverso i Responsabili dei Servizi Operativi Regionali (RSOR).
All’Ufficio di Prevenzione e Protezione del CNR è affidata, come detto, anche la predisposizione ed
organizzazione della sorveglianza sanitaria dei lavoratori CNR ai sensi della normativa vigente.
Nello specifico, analogamente a quanto riportato per gli RSPP, il Direttore dell'Istituto/Struttura
nomina (ai sensi dell'art. 18 comma 1 lett. a) un Medico Competente per ogni Sede territorialmente
distinta. I Medici Competenti incaricati, fatte salve le autonomie professionali proprie di tale figura,
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operano in accordo con quanto proposto dal Coordinamento di Medicina del Lavoro operante
presso il UPP centrale del CNR.
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Sezione 1 - Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR); Metodologie, criteri adottati e
organizzazione specifica del CNR
Metodologia
Per redigere la presente relazione sono state prese come riferimento le Direttive dell'Unione
Europea, i provvedimenti legislativi di valenza nazionale, in particolare il DLgs 81/08, le circolari
d'attuazione ministeriali, le Linee guida della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle
Province Autonome, le norme tecniche.
La valutazione dei rischi dell’Istituto/Struttura ha seguito un processo consequenziale che ha
previsto:
1.riunioni di coordinamento tra il Datore di lavoro (Direttore) e il Responsabile del Servizio di
prevenzione e protezione(SPP), il Medico competente e il personale che sovrintende ad attività
specifiche;
2. raccolta ed analisi della documentazione già acquisita in relazione a:
- documentazione relativa all'immobile, agli impianti, alle macchine, alle sostanze utilizzate,
alle mansioni, ecc.;
- organizzazione e analisi della documentazione comprendendo anche lo studio dei dati storici
riguardanti gli aspetti infortunistici e sanitari;
3.sopralluoghi tecnici finalizzati all'individuazione ed alla analisi delle fonti di potenziale pericolo
per la sicurezza e la salute dei lavoratori, sia relative all'ambiente di lavoro che all'espletamento
delle loro mansioni. I sopralluoghi hanno previsto la mappatura dei rischi effettuata anche
mediante la divisione dell’Istituto/Struttura in aree dove operano gruppi di attività omogenee per
caratteristiche funzionali e ambientali (tipologia delle operazioni svolte, sostanze impiegate,
apparecchiature presenti, ecc.).
Le analisi sono avvenute:
- attraverso l'ausilio di liste di controllo;
- osservando direttamente le operazioni svolte.
4. valutazione dei rischi che possono derivare dalle strutture e dalle attività poste in essere;
5. elaborazione di un piano delle misure di tutela con l'individuazione e la programmazione delle
misure di prevenzione e protezione da intraprendere, in considerazione della gravità del possibile
danno e la sua probabilità di verificarsi, del numero di lavoratori esposti e della complessità e
realizzabilità delle misure da adottare.
E' necessario sottolineare che per ciascuna misura di prevenzione e protezione da adottare sono
definite le priorità, le specifiche tecniche, le risorse necessarie e le responsabilità esecutive.
6. verifica dell’attuazione delle misure di prevenzione e protezione poste in essere.
Criteri di valutazione
Prima di entrare nel merito dei criteri che sono stati adottati per valutare i rischi, è utile ricordare
alcune definizioni, in parte mutuate dagli Orientamenti della Comunità Europea e fatti propri dal
DLgs 81/08 riguardo alla valutazione dei rischi sul lavoro:
Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare
danni;
Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o
di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione;
Valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza
dei lavoratori presenti nell’ambito della organizzazione in cui essi prestano la propria attività,
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finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il
programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza.
Ai fini delle valutazione successive si definisce anche che qualunque elemento e/o condizione
presente nell’ambiente di lavoro che sia intrinsecamente capace di alterare le funzioni psicofisiche
dell’organismo umano diviene fattore di rischio quando la probabilità che esso effettivamente alteri
le funzioni psicosomatiche dell'organismo umano ha un valore stimato diverso da zero. La stima di
questa probabilità può essere fatta sia con metodi quantitativi che semiquantitativi, tenendo presente
che questa probabilità è funzione della intensità dell'agente di rischio e del tempo di esposizione del
lavoratore a quell'agente.
Con il termine danno s'intendono le lesioni, le disfunzioni e le alterazioni che portano ad una
diminuzione, più o meno grave ed evidente, d'efficienza e/o di prestigio alla persona.
Al fine di valutare i rischi si è ritenuto di adottare i criteri di stima del rischio complessivo
comunemente utilizzati che prendono in considerazione contemporaneamente la consistenza degli
eventi incidentali (la magnitudo del danno) e la loro probabilità di verificarsi, utilizzando un
giudizio di tipo semiquantitativo, che può essere espresso secondo la seguente formula:
R = f(D,P)
R = magnitudo del Rischio
D = magnitudo delle conseguenze ( danno ai lavoratori)
P = Probabilità di frequenza del verificarsi delle conseguenze.
La Probabilità P è espressa, ad esempio, valutando il numero di volte in cui il danno può verificarsi
in un dato intervallo di tempo.
La Magnitudo M, indica l'intensità del danno a carico del lavoratore.
La determinazione delle funzione f di rischio presuppone di definire un modello dell'esposizione
dei lavoratori ad un dato pericolo, consente di porre in relazione l'entità del danno atteso con la
probabilità del suo verificarsi.
La riduzione del rischio può avvenire mediante misure atte a ridurre la probabilità del verificarsi di
un determinato danno atteso.
La definizione della scala delle Probabilità fa riferimento all'esistenza di una correlazione più o
meno diretta tra la carenza riscontrata ed il danno ipotizzato; è inoltre opportuno considerare il
livello di sorpresa che l'evento provocherebbe nella realtà considerata.
La scala di gravità del Danno chiama in causa una competenza di tipo sanitario, poiché fa
riferimento alla reversibilità del danno, distinguendo tra infortunio ed esposizione acuta o cronica.
Sulla base della ormai ponderosa letteratura in merito, è possibile individuare le seguenti scale
quantitative per la valutazione dei due parametri fondamentali, P e D:
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Scala delle Probabilità
Valore
Livello
4
Altamente
Probabile
3
Probabile
2
Poco Probabile
1
Improbabile
Scala dell'Entità del danno
Valore
Livello
4
Gravissimo
3
Grave
2
Medio
1
Lieve
Definizione Criteri
1.Esiste una correlazione diretta tra la mancanza
rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato.
2.Si sono già verificati dei danni per la stessa
mancanza rilevata nell'Azienda considerata o in
situazioni operative simili
1.La mancanza rilevata, potrebbe provocare un
danno, anche se non in modo automatico o diretto.
2.E' noto qualche episodio in cui alla mancanza ha
fatto seguito il danno.
3.Il verificarsi del danno, comporterebbe una
moderata sorpresa in Azienda.
1.La mancanza rilevata potrebbe provocare un
danno solo in circostanze sfortunate di eventi.
2.Sono noti solo rari episodi già verificatisi.
3.Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe
grande sorpresa.
1.La mancanza rilevata può provocare un danno per
la concomitanza di più eventi poco probabili
indipendenti
2.Non sono noti episodi già verificatisi
3.Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità
Definizione Criteri
1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con
effetti letali o di invalidità totale
2.Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente
invalidanti
1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con
effetti di invalidità permanente parziale
2.Esposizione cronica con effetti irreversibili e
parzialmente invalidanti
1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con
effetti di inabilità temporanea anche lunga ma
reversibile
2.Esposizione cronica con effetti reversibili
1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con
inabilità temporanea, breve e rapidamente
reversibile
2.Esposizione cronica con effetti rapidamente
reversibili
Definiti il danno D e la probabilità P , il Rischio viene automaticamente graduato mediante la
formula
R=PxD
Ed è raffigurata mediante una rappresentazione grafico-matriciale che riporta in ascisse la gravità
del danno ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi.
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Matrice di validazione del rischio
4 (-)
3 (-)
2 (-)
1 (.)
8 (+)
6 (+)
4 (-)
2 (-)
12 (*)
9 (*)
6 (+)
3 (-)
16 (*)
12 (*)
8 (+)
4 (-)
1 (.) = Rischio Sotto Controllo. Azioni da programmare secondo la definizione di Prima possibile
2-3-4 (-) = Rischio Basso. Azioni da programmare secondo la definizione di Entro breve.
6-8(+) = Rischio Medio. Azioni da programmare nel breve periodo (sollecitamente)
9-12-16(*) = Rischio Elevato. Azioni da programmare secondo la definizione di Urgente.
I rischi di maggiore entità occupano nella matrice le caselle in alto a destra (danno letale,
probabilità elevata), quelli minori invece si trovano in posizione prossima all'origine degli assi
cartesiani (danno lieve, probabilità trascurabile). Una tale rappresentazione costituisce il punto di
partenza per la definizione delle priorità e per la programmazione temporale degli interventi di
prevenzione e protezione da adottare.
Si ritiene comunque opportuno precisare che tale metodologia di valutazione non deve essere
utilizzata in modo automatico, ma solo come una guida a supporto del valutatore, ed in ultima
analisi del Datore di Lavoro, il quale rimane il responsabile dei giudizi che formula, in quanto dalle
sue considerazioni emerge il grado di urgenza delle misure da adottare in ciascuna realtà analizzata
e valutata.
Per ciascun lavoratore sono stati analizzati, tra l’altro:
• il normale esercizio;
• gli ambienti di lavoro;
• le principali attrezzature utilizzate nonché qualunque sostanza o agente potenzialmente
pericoloso ;
• le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, includendo anche attività saltuarie
e/o di emergenza;
• l’informazione ricevuta e quella programmata;
• la formazione somministrata e quella programmata;
• l’addestramento effettuato e quello programmato;
• il genere;
• l’età anagrafica;
• la provenienza da altri paesi;
• il contesto organizzativo;
Essendo la valutazione indirizzata ai rischi professionali non si è tenuto conto in toto dei rischi
derivanti da comportamenti individuali non corretti; alcuni aspetti, comunque, sono presi in
considerazione in specifici ordini di servizio. Tale eventualità è comunque minimizzata attraverso la
effettuazione dei programmi di informazione e formazione trattati nel capitolo dedicato e nelle varie
sezioni dedicate alla valutazione dei singoli fattori di rischio.
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Ad ogni buon fine una sintesi dei rischi individuali è riportata nelle schede di destinazione
lavorative allegate.
Sono stati valutati i problemi correlati alla presenza di gruppi particolari intendendo con tale
dicitura le categorie di lavoratori per i quali, rispetto alla media dei lavoratori, i rischi relativi ad un
medesimo agente sono comparativamente maggiori per cause soggettive dipendenti dai lavoratori
stessi. In particolare è stata valutata la presenza di lavoratori diversamente abili e di lavoratrici in
gravidanza.
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Sezione 2 - Generalità Istituto/Struttura
Consiglio Nazionale delle Ricerche - Piazza Aldo Moro, 7 - ROMA
Rappresentante legale dell'Ente: Prof. Luciano Maiani
La Sede di Servizio di Tor Vergata dell’Istituto dei Sistemi Complessi è ubicata in Via del Fosso del Cavaliere, 100 00133 Tor Vergata - Roma
Telefono
Fax
e-mail
0649934598
0649934663
[email protected]
Nella sede di Servizio di Tor Vergata dell’Istituto dei Sistemi Complessi si svolgono attività di Ricerca-Servizio come dagli
allegati piani di attività approvati dal Regolamento Ente
Organizzazione ai sensi del D.Lgs 81/2008
Datore di lavoro: Direttore dell'Istituto che riveste le attribuzioni di Datore di lavoro
LUCIANO PIETRONERO
I Dirigenti, Preposti e Tutor:
Dirigenti di Ricerca
1.Selci Stefano
Preposti: Responsabili di:
Sezione, Linea di Ricerca, Laboratorio, Servizio, Tutor
1.Caliendo Cinzia
2.Cilloco Francesco
3.Cordero Francesco
4.Di Paolo Paola
5.Petri Alberto
6.Pitolli Luca
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)- nominato dal Datore di lavoro
ai sensi dell'art. 17 comma 1 lettera b) del D.Lgs 81/08- su indicazione del Direttore del UPP-CNR
è Salvatore Lovello Dipendente CNR Tel. 0690626906
La nomina del RSPP è stata comunicata alla Direzione Provinciale del Lavoro di Roma ed alla
A.S.L. Roma B di Roma in data 19-04-2005
Il Medico Competente è:
Vittorio Giuggioli
I Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza sono:
Nicola Angelini, Giulia Barbiero, Antonio Berti, Bruno Buongiorno Nardelli, Marco Bianchini,
Richard Hugh Butler, Eelvio Semprini, Angelo Viola, Carla Catasta, Gaetano Chionchio, Patrizia
D’Amico, Nicola Fruscella, Anna Gigli, Andrea Ilari, Angelo Incletoli, Americo Maresci, Raffaele
Occhiuto, Lucia Primerano, Enrico Rotondi, Rosa Ruscitti.
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Il Referente per la sicurezza è: Fabrizio Corvasce………………………………………
Il Responsabile del Servizio Operativo Regionale è: Rinaldo Paciucci Tel. 0649937616
Dipendente CNR
Organi di Vigilanza
L' ASL competente per territorio è la A.S.L. Roma B - Servizio SPISSL V.le B. Bardanzellu, 8
Roma - 00155 Tel. 0641434946
La Direzione Provinciale del Lavoro di Roma è ubicata in V.lo D'Aste, 12 Cap.00159
Tel. 0643261-1
Il Il Comando Provinciale dei VV.FF. di Roma è ubicato in Via Genova, 3/a Cap.00184
Tel. 0646721
Lavoratori, Gruppi, Tutor, Ambienti di Lavoro e Servizio, Impianti, Attrezzature:
In allegato vengono riportati gli elenchi relativi ai lavoratori in forza. I lavoratori sono suddivisi, in
relazione alle attività lavorative svolte ed ai rischi presenti, in gruppi di attività omogenea. I fattori
di rischio dei singoli lavoratori sono riportati in dettaglio nelle schede di destinazione lavorativa.
Sono quindi elencate le informazioni relative ai luoghi di lavoro e di servizio di pertinenza
dell'Istituto/Struttura, nonché le eventuali attrezzature presenti, con la relativa assegnazione ai
singoli lavoratori. Sempre nell'allegato sono riportati gli impianti di pertinenza
dell'Istituto/Struttura.
Orario di lavoro
L'orario di lavoro è regolamentato dal CCNL del comparto ricerca; per il personale di ruolo è di 36
ore settimanali, articolato su 5 giornate lavorative con orario flessibile.
Sorveglianza Sanitaria
I lavoratori sono sottoposti a sorveglianza sanitaria secondo il protocollo stabilito dal Medico
competente. Per approfondimenti si rimanda al Protocollo della sorveglianza sanitaria e alle
relazioni redatte dal Medico Competente, sui risultati anonimi collettivi degli accertamenti, allegati
al presente documento.
Primo Soccorso - D.M. 388/03
Classificazione
In relazione alla applicazione del D.M. 388/03 Regolamento recante disposizioni sul primo
soccorso aziendale in attuazione dell’articolo 45 del Dlgs 81/08 e successive modificazioni e sulla
base delle indicazioni del Medico Competente e del RSPP, questa Direzione ha provveduto a
classificare secondo l'indicazione dell'art.1, comma 1 del DM stesso le attività presenti nel
GRUPPO B.
Attrezzature P.S.
Nella sede dell'Istituto/Struttura sono presenti n. 2 Cassette di Primo Soccorso ubicate:
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N.
Cassetta Primo Soccorso
Ubicazione
1
Cassetta PS con pacchetto
medicazione conforme all'all. 2 DL.
388/2003
Cassetta PS con pacchetto
medicazione conforme all'all. 2 DL.
388/2003
Edificio U - stecca B - piano 1:
stanza 1B25 Misure Elasticità
(1B25)
EDIFICIO F - piano terra: stanze
0F13-0F14 Officina meccanica
(0F13-14)
2
i cui contenuti sono conformi all'allegato 1 del decreto citato.
Il Medico Compente non ha dato indicazioni di eventuali requisiti aggiuntivi alle attrezzature
minime di equipaggiamento ed ai DPI previsti per gli interventi di primo soccorso.
La persona incaricata della verifica periodica delle attrezzature di primo soccorso, della
sostituzione in caso di scadenza e del ripristino delle dotazioni è il referente per la sicurezza:
Fabrizio Corvasce, come risulta da lettera di incarico che si allega al presente documento.
Tali verifiche vengono regolarmente eseguite, a cura dell'incaricato stesso, attraverso l'apposito
sistema computerizzato utilizzato dalla Struttura per la gestione della sicurezza ed attraverso
ispezioni dirette.
Addetti al primo Soccorso
Per questa sede sono stati a suo tempo designati quali addetti al primo soccorso ai sensi dell'art. 45
del DLgs 81/08 i lavoratori come riportati in allegato.
I dipendenti individuati e designati hanno frequentato il corso di formazione rispondente ai requisiti
del DM. 388/03; e vengono avviati all'aggiornamento ogni tre anni come previsto dal predetto
Decreto. Gli attestati dell'avvenuta attività formativa sono conservati presso il Datore di Lavoro.
Informazion, formazione e addestramento dei lavoratori.
L'informazione e la formazione dei lavoratori , e dei loro rappresentanti, sono elementi centrali del
sistema di prevenzione.
In base alla normativa vigente il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva
un'adeguata informazione su:
•
rischi per la sicurezza e la salute connessi all'attività dell'impresa in generale;
•
le misure e le attività di protezione e di prevenzione adottate;
•
i rischi specifici a cui è esposto in relazione all'attività svolta, le normative di
sicurezza e le disposizioni interne in materia;
•
i pericoli connessi all'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle
schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona
tecnica;
•
le procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l'evacuazione dei
lavoratori;
•
il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente;
•
i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi ,
primo soccorso, evacuazione dal luogo di lavoro in caso di emergenza e le procedure da
seguire
I programmi di formazione sui temi della salute e della sicurezza del lavoro sono articolati in modo
da prevedere:
•
l'addestramento dei lavoratori senza la necessaria esperienza alla mansione specifica;
15
•
la formazione per funzione degli addetti;
•
la formazione continua dei lavoratori.
Più specificatamente i contenuti della formazione programmata ai sensi dell’art. 37 del Dl gs
81/08 riguardano:
1) i concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione nella
sede di lavoro, diritti e doveri dei vari soggetti del sistema di tutela , organi di vigilanza,
controllo e assistenza.
2) i rischi propri delle mansioni svolte, i possibili danni, le misure e le procedure di
prevenzione e protezione.
La formazione potrà avvenire anche con l’uso di mezzi telematici.
I lavoratori incaricati della gestione delle emergenze partecipano ad eventi formativi mirati, in
particolare:
· gli incaricati per la prevenzione incendi e lotta antincendio hanno seguito un corso ai sensi
del DM 10.3.1998;
· gli incaricati per il primo soccorso hanno seguito l'apposito corso ai sensi del DM 388/03.
Ai lavoratori sono distribuiti, al momento dell'assunzione e/o del cambio di attività, materiali
informativi specifici; la consegna è registrata a cura dell’Incaricato Attività Formative (IAF).
Il personale in formazione e quello ospite è assistito nella formazione da un tutor.
I lavoratori sono informati sulle attribuzioni previste dalle norme per le figure coinvolte nella
gestione della sicurezza, sulla dislocazione delle vie di fuga e dei presidi antincendio.
I lavoratori addetti alle attività di ricerca sono informati sui rischi specifici, sulle norme di buon
comportamento cui attenersi in laboratorio e sulla gestione dei rifiuti, e sono affiancati al momento
dell'inserimento da personale esperto.
Sono state predisposte le procedure di sicurezza per i settori di attività più a rischio dell'Istituto/
Struttura.
Per quanto riguarda le sostanze chimiche, le schede di sicurezza (in 16 punti, conformi al D.M.
(Sanità) del 28/01/1992, pubblicato sul S.O. n° 50 alla G.U. del 29/02/1992 classificazione e
disciplina dell'imballaggio e della etichettatura dei preparati pericolosi in attuazione delle
direttive emanate dal Consiglio e dalla Commissione delle Comunità Europee e successive
modifiche e integrazioni), sono archiviate a cura della Direzione e sono a disposizione del Referente
per la sicurezza, nonché dei Dirigenti e Preposti responsabili di attività, secondo le rispettive
attribuzioni. Ogni laboratorio possiede una copia delle schede relativamente alle sostanze utilizzate.
Presso la Direzione dell'Istituto/Struttura è conservato un registro delle attività informative e
formative aggiornato dal IAF, e contenente la seguente documentazione:
· attività informative prescritte per legge ai lavoratori (all'atto dell'assunzione, periodica, sui
nuovi rischi o nuove tecnologie o nuove attività intraprese o nuove macchine o impianti
attivati);
· sessioni formative attuate e programmazione di quelle future (comprese quelle rivolte a
personale esterno quale dipendenti da terzi operanti presso l'Istituto/ Struttura, lavoratori
autonomi e studenti).
Presso la stessa sede è conservata la copia delle istruzioni fornite ai lavoratori circa:
· norme interne di informazione sulla sicurezza per le varie linee lavorative con l'indicazione
dei comportamenti da tenere nelle varie situazioni;
· l'uso dei dispositivi di protezione individuale
· l'impiego di nuova strumentazione;
·
nuove metodologie di lavoro.
16
Infortuni sul lavoro - Statistica degli infortuni
È stato istituito il Registro per gli infortuni della Struttura ai sensi del D.M. 12-09-58 ; il Direttore
ha incaricato la sig.ra Paola Di Paolo della regolare tenuta ed aggiornamento dello stesso.
In tale registro, ai sensi dell'art.4 comma 5, lettera o) e del D.M. 5.12.96, devono essere annotati gli
infortuni che provochino una inabilità temporanea di almeno un giorno escluso quello dell'evento,
di cui va data comunicazione (denuncia) all'INAIL
Gli indici di seguito riportati consentono la misura del fenomeno infortunistico, anche per la
comparazione dei dati statistici a livello di comparto produttivo, temporale o territoriale.
L'indice di incidenza infortunistica è dato dal rapporto fra il numero di infortuni avvenuti e il
numero medio dei lavoratori presenti nell'anno, cioè è la percentuale di lavoratori che, in rapporto a
quelli esposti a rischio, hanno subito infortuni.
Indice di incidenza II = n. infortuni x 1.000/n. lavoratori anno
L'indice di frequenza infortunistica è il rapporto fra il numero di infortuni avvenuti e il totale delle
ore lavorate in un arco di tempo (nell'anno di riferimento).
Indice di frequenza IF = n. infortuni x 1.000.000/n. ore lavorate<
L'indice di gravità infortunistica è il rapporto fra i giorni di assenza per infortunio e il totale delle
ore lavorate in un arco di tempo (nell'anno di riferimento).
Indice di gravità IG = n. gg. durata totale x 1.000/n. ore lavorate
La registrazione degli infortuni accaduti, gli indici calcolati nel periodo di riferimento secondo lo
schema seguente e le relative valutazioni, sono riportati in allegato
Dispositivi di protezione individuale
I lavoratori hanno a disposizione i dispositivi di protezione individuale (DPI) riportati nella Scheda di destinazione
Lavorativa e, per gruppi, nella Scheda di Attività. La fornitura dei DPI risponde ai criteri generali descritti nella
normativa ed in particolare nel D.Lgs. 475/92, nel D.Lgs 626/94 e nel D.M. del 2/5/2001.
L'acquisto dei DPI avviene, dopo aver consultato il SPP ed il Medico Competente nonché la documentazione relativa
alle sostanze manipolate (scheda di rischio), alle attrezzature e alle valutazioni ambientali.
La consegna dei DPI ai singoli lavoratori è registrata su apposita scheda (allegato)
La consegna, la registrazione e l'archiviazione dei dati inerenti le dotazioni distribuite sono effettuate dal Responsabile
DPI. In occasione della consegna e/o su richiesta dei preposti viene consegnato materiale informativo ed effettuato
l'addestramento sul corretto uso dei DPI.
Le informazioni e le istruzioni d'uso fornite dal fabbricante sono conservate dal Responsabile DPI.
La conservazione dei DPI avviene lontano dai luoghi di lavoro, in appositi armadi a cura dell'utilizzatore.
In occasione della riunione periodica e dei sopralluoghi del medico competente negli ambienti di lavoro viene effettuata
la verifica della adeguatezza quantitativa e qualitativa dei DPI anche in relazione a problemi soggettivi specifici. Le
valutazioni sono riportate nei relativi verbali. (vedi allegato)
Gestione Documentazione
L'elenco della documentazione di interesse per la sicurezza e l'igiene del lavoro è riportato nella Sezione Allegati.
Contratti d'appalto e Contratti d'opera
Con riferimento all'art. 7 del DLgs 626/94 e s.m.i. sono riportati i dati relativi agli appalti in corso con l'indicazione
delle relative scadenze.
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Elenco Contratti d'appalto.
Ragione Sociale
Gruppo Franci srl
Tuscolana Giardini
GESTIONE SERVIZI INTEGRATI SRL
Nuova Frimac srl
Serim srl
KONE s.p.a.
SIPRO srl
Gruppo Franci srl
In allegato N. 16 sono riportati i Documenti
indicate le misure preventive adottate.
Tipo Appalto
Dal
Al
Pulizie
13-07-2004
Giardinaggio
13-07-2004
Gestione Mensa
13-07-2004
Manutenzione
13-07-2004
Manutenzione
13-07-2004
Manutenzione
13-07-2004
Sorveglianza
13-07-2004
Trasporto/Facchinaggio 01-07-2004
Unici di Valutazione dei Rischi Interferenti (DUVRI) nei quali sono
Divieto di Fumo.
E' vietato fumare in tutti gli ambienti di lavoro, come stabilito dal provvedimento del Direttore Generale del CNR Pos.
6-9 Prot. 0000665 del 5 gennaio 2005, riportato in allegato (Procedure)
18
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata
Sezione 3 - Individuazione e valutazione dei rischi
Si riportano in allegato i risultati di quanto elaborato secondo le metodologie illustrate nella Sezione 1 di questo
Documento, in particolare per quanto riguarda le liste di controllo (Check List).
La valutazione dei fattori di rischio non analizzati attraverso questa metodologia esclude la presenza di rischi per la
sicurezza e la salute dei lavoratori
19
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Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Rischio Attrezzature
1.Frigoriferi - Congelatori
1.I frigoriferi sono dotati di marchio CE (macchina acquisita dopo il 1997)
2.Sono installati secondo le istruzioni del fabbricante
3.Esiste il manuale d'uso ed il manuale istruzioni per la manutenzione, entrambi in italiano
4.La efficienza della macchina viene periodicamente verificata, e le operazioni di manutenzione sono annotate
nell'apposito registro
5.E' istituito il registro delle manutenzioni, dei controlli e delle verifiche, regolarmente aggiornato
6.Poiché posizionati in locali con potenziale presenza di vapori infiammabili, sono classificati 'antideflagranti'
7.I frigoriferi sono collocati lontano da fonti di calore ed a debita distanza dalla parete
8.La parte elettrica di pertinenza ed i collegamenti alla rete di distribuzione di elettricità rispettano le normative vigenti
9.I contatti elettrici (interruttore, manopole di regolazione, ecc.) sono posizionati all'esterno
10.Sono presenti procedure operative scritte per operare in sicurezza (vedi procedure)
11.La macchina è stata scelta in funzione delle attività svolte e degli agenti manipolati
20
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Rischio Attrezzature
1.Laser
1.L'apparecchiatura è dotata di marchio CE (macchina acquisita dopo il 1997).
2.E' installata secondo le istruzioni del fabbricante.
3.Esiste il libretto di manutenzione.
4.Esiste il manuale di sicurezza specifico.
5.La manutenzione viene eseguita regolarmente da Ditta abilitata.
6.Sono presenti procedure operative e mezzi idonei per effettuare operazioni nell'apparato.
7.La parte elettrica esterna di pertinenza dell'attrezzatura LASER è realizzata in esecuzione almeno IP 44 (protezione da
agenti esterni)
8.Esistono occhiali protettivi per la lunghezza d'onda di emissione
9.Esiste la segnaletica specifica e la cartellonistica adeguata all'esterno ed all'inteno del locale di utilizzo, nonchè sulla
macchina stessa.
10.Esiste all'esterno del locale di utilizzo un idoneo sistema di sicurezza ottico e acustico che segnala la messa in
funzione dell'apparecchio LASER.
11.Esiste il dispositivo con chiave per l'accenzione
12.L'orientamento del fascio è tale da non poter colpire gli occhi.
13.L'orientamento del fascio è tale da non poter colpire superfici riflettenti.
14.Esiste il dispositivo 'beam stopper'.
15.Esistono involucri di protezione del fascio.
16.Le parti amovibili e le connessioni di servizio sono contrassegnate in funzione del pericolo correlato in caso di
sconnessione.
17.E' stato nominato il tecnico esperto di sicurezza LASER.
18.La zona è delimitata da idonea barriera fisica.
19.E' espressamente indicato il divieto di accesso al personale non addetto alla attrezzatura LASER.
20.Sono in uso procedure scritte di utilizzo in sicurezza dell'apparecchiatura LASER, affisse nei locali di pertinenza.
21.I lavoratori che utilizzano dispositivi LASER sono informati, con modalità scritte, sui rischi connessi con tale
utilizzo.
22.I lavoratori interessati sono formati, con modalità scritte e con esecuzioni pratiche, sull'applicazione delle procedure
esistenti (utilizzo DPI, modalità operative, gestione emergenze, ecc.) per minimizzare i rischi legati all'utilizzo di
LASER.
23.Il personale in formazione scientifica e quello ospite è assistito da un tutor ed affiancato da personale esperto e già
formato ai fini della sicurezza.
21
24.Sono in atto verifiche periodiche dell'apprendimento dell'informazioni e dell'applicazione delle procedure di
sicurezza.
25.I lavoratori interessati dal rischio LASER sono regolarmente sottoposti a sorveglianza sanitaria secondo quanto
disposto dal D.Lgs 626/94 e successive modificazioni ed integrazioni.
26.I dati forniti dal Medico Competente sui controlli sanitari eseguiti sui lavoratori esposti non hanno evidenziato in
maniera significativa affezioni riconducibili all'effetto dei dispositivi LASER.
27.Non sono mai occorsi eventi accidentali con esposizione a LASER con conseguenze sanitarie anche di entità
limitata.
28.I rischi collaterali legati all'utilizzo delle apparecchiature (UV, IR, criogeni, incendio, rumore,dye ecc.) sono stati
individuati e valutati nell'allegata relazione del tecnico esperto in sicurezza.
29.In funzione di tali rischi sono a disposizione adeguati DPI (guanti, indumenti, ecc.)
22
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Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Rischio Attrezzature
1.Mola
Generalità macchina
== 1a.La macchina è adeguata al DPR 547/55.
2.E' installata secondo le istruzione del fabbricante.
3.Esiste il libretto di manutenzione.
4.La manutenzione viene eseguita regolarmente.
5. Esiste il dispositivo di emergenza comunque raggiungibile dall'operatore.
6. Il dispositivo di avvio della macchina e di azionamento delle parti in movimento sono protetti contro l'avviamento
accidentale.
7.In caso di interruzione di corrente elettrica, esiste un dispositivo di blocco del riavvio automatico (rele' di
alimentazione).
8. E' presente il segnale di divieto di pulire, oliare, ingrassare gli organi in moto.
9. E' presente il segnale di divieto di operazioni di riparazione, registrazione su organi in moto.
10.Gli organi in movimento sono protetti.
11.Sono presenti procedure operative e mezzi idonei per effettuare operazioni di pulizia e lubrificazione.
12.Sono presenti procedure operative e mezzi idonei per effettuare operazioni di riparazione o registrazione su organi in
moto delle macchine quando necessità tecniche li impongono.
13.Esistono macchine con più lavoratori addetti dislocati in parti diverse e non perfettamente visibili tra loro.
== 13a.La messa in moto della macchina è preceduta da segnale acustico convenuto.
== 13b.Il sistema di comando è provvisto di blocchi multipli che ne consenta la messa in moto in modo che ciascun
addetto alla macchina abbia disinserito il dispositivo di blocco particolare.
14. Sono regolarmente utilizzati i necessari DPI.
Macchina: Mola
1.La macchina molatrice a velocità variabile è provvista di un dispositivo che impedisca l'azionamento della macchina
ad una velocità superiore a quella prestabilita in rapporto al diametro della mola montata.
2.La mola è protetta da robuste cuffie metalliche, che circondino la massima parte periferica della mola, lasciando
scoperto solo il tratto strettamente necessario per la lavorazione.
3.La mola è dotata di schermo paraschegge.
4.E' munita di adatto poggiapezzi opportunamente regolato.
5.E' presente il cartello indicante l'obbligo di utilizzare i dispositivi di protezione individuali (DPI) necessari (protezione
dell'apparato visivo, respiratorio, delle mani e del tronco).
6.E' presente il cartello indicante il diametro massimo della mola che può essere montata in relazione al tipo di impasto
ed al numero dei giri del relativo albero.
23
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Rischio Attrezzature
1.Tornio
Generalità macchina
== 1a.La macchina è adeguata al DPR 547/55.
2.E' installata secondo le istruzione del fabbricante.
3.Esiste il libretto di manutenzione.
4.La manutenzione viene eseguita regolarmente.
5. Esiste il dispositivo di emergenza comunque raggiungibile dall'operatore.
6. Il dispositivo di avvio della macchina e di azionamento delle parti in movimento sono protetti contro l'avviamento
accidentale.
7.In caso di interruzione di corrente elettrica, esiste un dispositivo di blocco del riavvio automatico (rele' di
alimentazione).
8. E' presente il segnale di divieto di pulire, oliare, ingrassare gli organi in moto.
9. E' presente il segnale di divieto di operazioni di riparazione, registrazione su organi in moto.
10.Gli organi in movimento sono protetti.
11.Sono presenti procedure operative e mezzi idonei per effettuare operazioni di pulizia e lubrificazione.
12.Sono presenti procedure operative e mezzi idonei per effettuare operazioni di riparazione o registrazione su organi in
moto delle macchine quando necessità tecniche li impongono.
14. Sono regolarmente utilizzati i necessari DPI.
Macchina: Tornio
1.E' previsto il comando a doppio consenso per l'azionamento nel caso della presenza contemporanea di due lavoratori.
2.Tutti i comandi di azionamento sono a due movimenti.
3.I ripari sono interbloccati.
4.E' in dotazione il gancio per rimuovere i trucioli.
5.Esiste un sistema di illuminazione localizzata a bassa tensione (24 V) e non scarica.
6.Il mandrino è protetto.
7.Il sistema di illuminazione localizzato è regolabile e protetto meccanicamente.
8.Esiste un sistema di lubrificazione (olii da taglio) del pezzo.
9.Il sistema di lubrificazione è facilmente regolabile.
24
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Rischio Attrezzature
1.Trapano a Colonna
Generalità macchina
== 1a.La macchina è adeguata al DPR 547/55.
2.E' installata secondo le istruzione del fabbricante.
3.Esiste il libretto di manutenzione.
4.La manutenzione viene eseguita regolarmente.
5. Esiste il dispositivo di emergenza comunque raggiungibile dall'operatore.
6. Il dispositivo di avvio della macchina e di azionamento delle parti in movimento sono protetti contro l'avviamento
accidentale.
7.In caso di interruzione di corrente elettrica, esiste un dispositivo di blocco del riavvio automatico (rele' di
alimentazione).
8. E' presente il segnale di divieto di pulire, oliare, ingrassare gli organi in moto.
9. E' presente il segnale di divieto di operazioni di riparazione, registrazione su organi in moto.
10.Gli organi in movimento sono protetti.
11.Sono presenti procedure operative e mezzi idonei per effettuare operazioni di pulizia e lubrificazione.
12.Sono presenti procedure operative e mezzi idonei per effettuare operazioni di riparazione o registrazione su organi in
moto delle macchine quando necessità tecniche li impongono.
14. Sono regolarmente utilizzati i necessari DPI.
Macchina: Trapano a Colonna
1.E' presente il poggiapezzi con morza di fissaggio.
2.E' presente la protezione per la punta ed il sistema di blocco della stessa.
3.E' presente il ripiano intorno al poggiapezzi per trapani a bandiera.
25
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Rischio Chimici Pericolosi
1.Chimici Pericolosi
1.Gli agenti chimici in uso nelle attività lavorative sono quelli a minore pericolosità tra quelli utilizzabili.
2.E' disponibile in Istituto la scheda tecnica di sicurezza dell'agente chimico pericoloso, consegnata da fornitore.
3.Sono state effetuate valutazioni sulle possibili interazioni tra gli agenti chimici pericolosi manipolati, delle quali si
tiene conto nelle procedure adottate.
4.Gli agenti chimici pericolosi sono utilizzati in quantità estremamente ridotte e per tempi ridotti, il loro impiego non è
di regola ripetitivo.
Ambiente di Lavoro
5.Le lavorazioni potenzialmente pericolose sono effettuate in locali o zone di locale dedicati ed appositamente
concepiti.
6.Gli arredi sono progettati e installati secondo le norme di buona tecnica.
7.Le attrezzature sono coerenti con le norme di prevenzione degli infortuni e dell'igiene del lavoro per le attività svolte,
sono correttamente utilizzate e sottoposte a manutenzione periodica da parte della ditta Nuova Frimac srl
8.Sono presenti frigoriferi dedicati (di tipo antideflagrante per gli infiammabili) per gli agenti chimici che richiedono la
conservazione a bassa temperatura.
9.Sono a disposizione delle scalette per raggiungere i ripiani più alti.
10.Ai locali/zone suddetti hanno accesso i soli lavoratori abilitati. L'elenco di detto personale è affisso all'ingresso dei
locali/zone di pertinenza.
11.I pavimenti e le pareti dei locali, nonché le superfici dei banconi su cui sono manipolati agenti chimici pericolosi,
consentono la facile e completa pulizia anche in caso di versamento degli stessi.
12.I locali sono dotati di cappe chimiche in numero adeguato per addetti normalmente presenti e per le lavorazioni
previste.
13.Nei locali di deposito sono predisposti bacini di contenimento e cordolature all'intorno dei recipienti che contengono
agenti chimici pericolosi, al fine di evitarne lo spandimento incontrollato.
14.Nei locali di lavoro vengono effettuate periodiche ed accurate pulizie da parte della ditta Gruppo Franci srl
15.Nei locali dove si impiegano agenti chimici pericolosi al contatto sono disponibili soluzioni neutralizzanti.
16.Nei locali dove possono verificarsi schizzi di agenti chimici pericolosi per contatto, sono disponibili sistemi di
lavaggio.
17.I locali sono dotati di un sistema di ventilazione generale.
18.I tempi di utilizzo degli agenti chimici non permettono una valutazione dell'inquinamento ambientale con le normali
metodiche di campionamento che prevedono tempi di acquisizione di gran lunga maggiori della durata dell'impiego di
tali prodotti.
19.Vengono in ogni caso eseguite periodicamente misure ambientali volte a determinare l'efficienza delle cappe e
l'entità dei ricambi d'aria (minimo 60 m3/persona/giorno).
Procedure Di Sicurezza
26
20.Esistono procedure scritte per lo svolgimento in sicurezza delle attività che prevedono l'utilizzo di agenti chimici
pericolosi(immagazzinamento, trasporto e manipolazione, pulizia dei locali, gestione dei rifiuti), compresa la gestione
dell'emergenze, affisse in prossimità dei luoghi dove sono effettuate le operazioni.
21.Le procedure da attuare in caso di emergenza sono state formalizzate nel 'Piano di emergenza interno'.
Contenuti Minimi delle Procedure
22.I recipienti dell'agente chimico vengono sempre tenuti chiusi.
23.L'immagazzinamento dei prodotti pericolosi avviene separando i prodotti chimicamente incompatibili, ai fini della
sicurezza, nonché separando quelli infiammabili ed esplosivi dagli altri.
24.Nei locali di lavoro (laboratori) vengono detenute quantità minime di prodotti (impiego giornaliero).
25.Gli agenti chimici pericolosi vengono sempre conservate nei contenitori originali, contrassegnati ed etichettati
secondo le vigenti norme.
26.I recipienti vengono custoditi in appositi armadi ben ventilati (reagentari, armadi per acidi e per solventi), al riparo
da calore e reagenti pericolosi.
27.Gli agenti chimici pericolosi non strettamente necessarie al processo lavorativo sono depositate in locali idonei, non
presidiati o costituenti vie di transito.
28.Esiste un divieto scritto di mangiare, bere, fumare all'interno dell'ambiente di lavoro.
29.E' espressamente vietato l'uso improprio del frigorifero destinato a custodire agenti chimici pericolosi (esempio per
la conservazione di vivande).
30.Le lavorazioni che prevedono l'utilizzo agenti chimici pericolosi per inalazione sono effettuate sotto cappa (chimica).
31.Al termine della lavorazione viene effettuata, da parte del lavoratore, la pulizia del piano del banco ed il riordino
della propria postazione.
Informazione e Formazione
32.I lavoratori interessati dagli agenti chimici pericolosi sono informati, con modalità scritte, sui rischi connessi con
l'esposizione all'agente.
33.I lavoratori interessati dagli agenti chimici pericolosi sono formati, con modalità scritte e con esercitazioni pratiche,
sulla applicazione delle procedure esistenti (utilizzo attrezzature e DPI, modalità operative, gestione delle emergenze,
ecc.) per minimizzare i rischi legati alla manipolazione di agenti chimici pericolosi.
34.Il personale in formazione scientifica e quello ospite è assistito da un tutor ed affiancato da personale esperto e già
formato ai fini della sicurezza.
35.Sono in atto verifiche periodiche dell'apprendimento delle informazioni e della applicazione delle procedure di
sicurezza.
Altri Agenti Chimici
36.Esistono agenti chimici non classificati pericolosi, che possono generare pericoli per le condizioni in cui vengono
utilizzate o per le modalità di lavorazione, per i quali sono state elaborate ed applicate procedure scritte per minimizzare
i pericoli derivanti da non corrette modalità di utilizzo.
DPI-Presidi
37.Nei locali in cui si impiegano agenti chimici pericolosi è disponibile un adeguato numero di dispositivi di protezione
individuali e di presidi, le cui caratteristiche e modalità operative sono indicate nelle procedure di sicurezza.
Rifiuti
27
38.I rifiuti di agenti chimici pericolosi sono raccolti e asportati secondo le procedure di sicurezza previste in
ottemperanza alle vigenti normative, tenendo conto delle eventuali incompatibilità chimiche e delle eventuali
incompatibilità con il recipiente.
Sorveglianza Sanitaria
39.I lavoratori interessati dal rischio agenti chimici pericolosi sono regolarmente sottoposti a sorveglianza sanitaria, in
accordo con i contenuti della Circolare SPP-CNR applicata nelle strutture CNR e di seguito riportata.
40.I dati forniti dal Medico Competente: Vittorio Giuggioli sui controlli sanitari eseguiti sui lavoratori esposti ad
agenti chimici pericolosi non hanno evidenziato in maniera significativa affezioni riconducibili all'effetto tali agenti
chimici.
41.Non sono mai occorsi eventi accidentali con esposizione a agenti chimici pericolosi con conseguenze sanitarie anche
di entità limitata.
28
ASPETTI GENERALI PER GLI ORGANI DEL CNR (Circolare SPP 6
Ottobre 2005 prot.0981/05)
Valutazione del rischio agenti chimici pericolosi
(mansioni di tecnico di laboratorio e ricercatore comportanti utilizzo dei agenti chimici)
In questa scheda sono presi in considerazione, raggruppati per semplicità, i rischi dovuti all'uso di agenti chimici
connessi alle attività di laboratorio come definiti dal Titolo VII bis ' Protezione da agenti Chimici' del D.lgs 626/94.
Premesso che i rischi chimici oggetto della valutazione sono esclusivamente inerenti il personale addetto ai laboratori
chimici; si tratta di rischi legati alla manipolazione delle sostanze che vengono utilizzate sempre in bassissime quantità
da personale esperto e qualificato. Al riguardo si veda anche la nota prot. 0983 del 2 luglio 2002 circa l'applicazione del
D.lgs 25/2002 per gli Organi del CNR (riportato in allegato) di cui questo documento rappresenta la parte esplicativa
relativa alla struttura in oggetto.
L'esposizione professionale ad agenti chimici degli addetti ai laboratori di ricerca è con le attuali conoscenze tecnicoscientifiche, di difficile valutazione poiche' tale attività prevede l'impiego di una elevata variabile di prodotti in quantità
per lo piu' estremamente basse (di norma nell'ordine del ml) e con un'impiego che, per ogni singolo preparato, può
essere concentrato in alcune fasi dello studio o diluito in periodi più prolungati ma quasi sempre sporadicamente nel
corso della giornata e dell'anno.
Normalmente i tempi di utilizzo degli agenti chimici non permettono una valutazione dell'inquinamento ambientale con
le normali metodiche di campionamento che prevedono tempi di acquisizione di gran lunga maggiore della durata
dell'impiego di tali prodotti.
Si evidenzia inoltre che i risultati anonimi collettivi degli accertamenti clinici e strumentali effettuati, come risulta dai
dati di sorveglianza sanitaria precedenti all'entrata in vigore del D.lgs 626/94, dal documento di valutazione dei rischi
della struttura e dai verbali delle riunioni periodiche di sicurezza ex art. 11 del D.lgs 626/94 (allegati a questo
documento di valutazione dei rischi) confermano l'assenza di tecnopatie la cui causa possa essere collegata alla
mansione lavorativa.
L'esposizione nei laboratori della nostra strutturaè legata al possibile impiego delle sostanze e dei preparati che sono
indicati nelle schede di destinazione lavorativa di pertinenza di ogni lavoratore, redatta e firmata a cura del datore di
lavoro (Direttore della Struttura), anch'esse facenti parte del presente documento di valutazione dei rischi.
Le Schede di Sicurezza degli agenti chimici pericolosi sono conservate nei laboratori dove vengono utilizzati, a cura del
responsabile dello stesso; tutto il personale e' informato sulla collocazione delle stesse ed e' soggetto alla informazione e
formazione sottoindicata.
Personale che utilizza agenti chimici
Sono potenzialmente esposti in quanto utilizzatori di agenti chimici pericolosi tutti i lavoratori addetti ai laboratori
di ricerca.
Il tipo, le frasi di rischio, la quantità degli agenti chimici utilizzati da ciascun lavoratore, una breve descrizione delle
modalità operative attraverso le quali cui l'agente chimico è utilizzato (frequenza d'uso e durata), è riportato nella
sezione '; Uso di agenti chimici' della citata 'Scheda di destinazione lavorativa' personale, scheda che fa parte del DVR e
conservata in copia presso il Datore di lavoro e presso l'archivio del medico competente.
Dispositivi di Protezione Individuale
I lavoratori hanno a disposizione i DPI riportati nell'apposita sezione (vedi § 'Dispositivi di protezione individuale')
della Scheda di Destinazione lavorativa già citata. La formazione sull'uso dei DPI viene effettuata dal Responsabile del
Laboratorio/commessa al momento della prima consegna ed al momento dell'introduzione di nuovi DPI.
Misure generali di prevenzione in uso:
·
le strutture sono appositamente progettate e realizzate coerentemente con l'utilizzo previsto secondo le
indicazioni della buona tecnica del settore;
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gli ambienti e gli arredi interessati all'utilizzo dei prodotti chimici sono dotati di idonea segnaletica di
sicurezza; sono presenti idonee docce e lavaocchi da utilizzare in caso di emergenza;
gli arredi sono progettati e installati secondo le norme di buona tecnica;
vengono eseguite periodicamente misure volte a determinare l'efficienza delle cappe (idonee per le
manipolazioni effettuate in relazione alla capacità di estrazione delle stesse) e l'entità dei ricambi i aria;
all'accensione della cappa viene valutata la funzionalità della stessa (strumentalmente qualora necessario);
è controllata periodicamente l'efficienza delle docce e dei lavaocchi;
I lavoratori sono informati sui rischi presenti nelle attività di laboratorio e il personale in formazione e quello
ospite e' assistito nella formazione da un tutor e/o affiancato da personale esperto;
il personale è informato, anche attraverso la distribuzione di materiale specifico, sulle norme di buon
comportamento cui attenersi nei laboratori;
l'accesso ai laboratori è consentito solo al personale appositamente autorizzato e l'elenco di detto personale è
affisso all'ingresso di ogni singolo laboratorio;
le quantità di prodotti conservate negli ambienti di lavoro sono modeste, limitate alla normale conduzione delle
attività di ricerca;
tutte le sostanze sono conservate negli appositi armadi ventilati realizzati secondo norme di buona tecnica
(reagentari, armadi per acidi ed armadi per solventi);
i contenitori sono etichettati;
la manipolazione delle sostanze chimiche avvengono sotto le idonee cappe aspiranti;
le reazioni in corso sono costantemente controllate;
i residui delle reazioni sono stoccati ed eliminati secondo indicazioni precise, in ottemperanza alle norme
vigenti;
lavoratori sono informati sulle regole di buon comportamento da tenere in laboratorio, che sono formalizzate
(vedi 'Norme generali di buona prassi in laboratorio' allegate alla presente e quelle specifiche allegate al DvR);
sono stati individuati dei responsabili di gruppo di ricerca che seguono, direttamente o tramite preposti,
l'inserimento dei nuovi arrivati e le attività di laboratorio; ( si veda organigramma dell'organo nel documento di
valutazione ex art. 4 D.lgs 626/94;
nel Piano di Emergenza della struttura e' indicato il comportamento da tenere in caso si sversamento di
sostanze chimiche nei laboratori e ove reperire l'apposito materiale assorbente;
lavoratori sono sottoposti a sorveglianza sanitaria da parte del Medico Competente;
Per la tutela della salute dei lavoratori sono state disposte le seguenti misure igieniche:
·
è vietato assumere cibi e bevande in tutti i laboratori e nelle zone di lavoro;
·
e' vietato fumare in tutti i locali dell'istituto (vedi circolare del Direttore Generale CNR)
·
contrassegnate dai cartelli di divieto; con l'indicazione della relativa norma, delle sanzioni
·
applicabili, del soggetto cui spetta vigilare sulla osservanza del divieto;
Informazione e Formazione:
·
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·
è stato disposto che i responsabili di commessa forniscano al personale afferente ai laboratori, facendone
accusare ricevuta, il manuale di funzionamento e/o di scheda informativa di rischio, nel caso in cui vengano
introdotte nell'ambito dell'attività lavorativa nuove apparecchiature e/o nuove sostanze, che possono generare
una situazione di rischio nelle modalità operative previste;
è stato richiesto ad ogni responsabile di laboratorio, di linea di ricerca e di reparto, di preparare per ogni
singola specifica linea di attività una breve relazione, al fine di poter rilevare ed individuare in prima analisi le
situazioni lavorative eventualmente a rischio presenti nell'Istituto;
sono disponibili in ogni laboratorio le schede di sicurezza dei prodotti utilizzati, che ogni responsabile è tenuto
a far conoscere ad ogni utilizzatore delle sostanze;
si sono incaricati i responsabili delle singole linee di ricerca e dei servizi di controllare ed assicurare che nei
laboratori a cui sono preposti, vengano scrupolosamente osservate le previste norme di sicurezza e
prevenzione;
si è disposto che tutto il personale non dipendente che collabora all'interno dell'Istituto (a titolo di incaricato di
ricerca, tesista, visitatore. ecc.) è tenuto a rispettare le norme vigenti in materia di sicurezza;
si e' disposto che e' obbligo dei responsabili di progetto di ricerca segnalare i nomi dei propri collaboratori non
dipendenti operanti nel proprio gruppo e verificare sia l'idoneità specifica alla mansione che la copertura
assicurativa individuale;
sono state distribuite ai responsabili di ricerca alcune norme di comportamento, dando priorità ai settori di
attività dell'Istituto più a rischio
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Inoltre i lavoratori sono stati informati dai responsabili di progetto di ricerca/commessa sui rischi specifici della
mansione e formati alle corrette procedure d'utilizzo delle sostanze chimiche.
Particolare attenzione è stata posta durante la formazione :
·
sul significato delle indicazioni contenute nelle schede di sicurezza dei prodotti (come utilizzarli correttamente,
cosa fare in caso di versamenti accidentali, contaminazioni, ecc.);
·
sulla corretta etichettatura dei recipienti contenenti i preparati in laboratorio;
·
sull'utilizzo delle cappe d'aspirazione e dei DPI;
Agli atti dell'Istituto sono conservati i programmi di formazione specifica già realizzata e normalmente nella riunione
periodica annuale viene programmata la eventuale formazione da realizzare nell'anno successivo (si vedano i verbali
delle riunioni periodiche).
Conclusioni
Sulla base di quanto alla nota del 2.7.02 prot.n. 0983 del SPP-CNR di Roma, delle premesse circa la particolarità della
attività di ricerca non paragonabile alle attività industriali, che prevedono l'uso di piccolissime quantità di agenti chimici
tali da rendere non applicabile l'attività di monitoraggio ambientale degli aerodispersi, delle informazioni sugli agenti
chimici in uso ricavate dalle schede di D.L. individuali del personale di questo Organo CNR 'Uso di agenti chimici non
cancerogeni', delle misure igieniche e preventive attuate e delle conclusioni della sorveglianza sanitaria effettuata fino
ad oggi si valuta cautelativamente che il rischio da agenti chimici per le attività in corso sia da ritenersi Moderato
I criteri ed i metodi della esecuzione della sorveglianza sanitaria sono esplicitati nel paragrafo specifico.
31
LA SORVEGLIANZA SANITARIA PER AGENTI CHIMICI PERICOLOSI
I principi generali delle attività di protezione della salute nel luogo di lavoro trovano le loro consolidate fondamenta nel
riconoscimento, da parte della Unione Europea, del diritto alla salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro
come diritto imprescindibile
(Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea -'Articolo 31: Condizioni di lavoro giuste ed eque: Ogni lavoratore
ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose'-, obiettivo ribadito negli artt. 136 e ss. del
Trattato che istituisce la Comunità Europea-versione consolidata).
Un altro famoso documento che definisce i principi generali di impostazione delle attività in questione è quello
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che attraverso l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) nel 1959 ha
sancito gli obiettivi della Medicina del Lavoro: promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, mentale e
sociale dei lavoratori in tutte le occupazioni; adoperarsi per prevenire ogni danno causato alla salute da condizioni
legate al lavoro e proteggere i lavoratori contro i rischi derivanti dalla presenza di agenti nocivi; destinare e
mantenere i lavoratori in occupazioni consone alle loro attitudini fisiologiche e psicologiche, in sostanza adattare il
lavoro all'uomo e sistemare ogni persona al posto giusto.
Più recentemente (1998) è stato pubblicato da parte dell'ILO un altro importante documento, dal titolo Linee Guida
tecniche ed etiche per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, dove vengono elencati gli indirizzi generali ed i
contenuti specifici della sorveglianza sanitaria. In particolare viene esplicitamente dichiarato che la sorveglianza
sanitaria (health surveillance) è uno dei principali componenti di ogni programma di prevenzione nel luogo di lavoro,
Viene specificato inoltre che tale sorveglianza deve essere correlata (appropriate) ai rischi lavorativi presenti.
In merito ai contenuti del controllo sanitario in senso stretto, controllo che si pone a valle della valutazione del rischio,
il documento individua per esso cinque principali finalità:
1.
2.
3.
4.
5.
Valutazione della efficacia delle misure di controllo (del rischio) nel luogo di lavoro
Individuazione di anormalità precliniche e cliniche nella fase in cui possono trarre beneficio da un intervento
Prevenzione di ulteriori danni alla salute per il lavoratore
Supporto alle strategie di sicurezza e mantenimento della salute sul lavoro
Valutazione di idoneità (appropriatezza) dei diversi tipi di lavoro (mansioni), essendo l'obiettivo l'adattamento
del lavoro all'uomo.
Circa i programmi di sorveglianza sanitaria, il documento specifica che debbono essere adeguati ai rischi, non invasivi e
con verifica della loro efficacia. Gli accertamenti complementari debbono essere pertinenti ai rischi (the contents of
these examinations should be relevant to the nature of hazards).
In sintesi potremmo dire che tali obiettivi sono parte di quelli propri delle attività di gestione del rischio residuo attività
che non rappresentano certamente una mera routine ma che invece, sempre con l'obiettivo della prevenzione degli
infortuni e delle malattie professionali, devono essere periodicamente rivalutate nei loro presupposti e nelle loro
procedure applicative.
La valutazione dello stato di salute del lavoratore come parte della gestione del rischio residuo, secondo questi indirizzi,
deve essere quindi prioritariamente finalizzata alle attività di verifica della efficacia degli interventi atti a
minimizzare i rischi lavorativi presenti ed alla protezione dei soggetti che, per varie ragioni, appaiono ipersuscettibili
ai rischi, laddove si ipotizzi che il lavoratore standard; sia protetto da effetti avversi alla sua salute.
La enunciazione di tali principi è propedeutica alla determinazione dei criteri che determinano la effettuazione della
sorveglianza sanitaria relativamente agli agenti chimici pericolosi come definiti dal D.Lgs 626/94.
Criteri operativi
Sulla base delle indicazioni fornite dal Servizio Centrale di Prevenzione e Protezione del CNR e dal medico
competente, l'Istituto in oggetto ha provveduto ad individuare e classificare comeModerato il proprio livello di rischio
nei confronti della manipolazione di agenti chimici pericolosi, in funzione delle modalità operative (quantità e qualità
della manipolazione, misure di abbattimento del rischio) e delle indicazioni derivate dalle attività di sorveglianza
sanitaria svolte sul personale esposto. (vedi sezione specifica).
Il successivo aspetto da affrontare è quello della definizione delle modalità di attuazione della sorveglianza sanitaria.
32
Innanzitutto è bene ricordare che, ai sensi dell'art.72, comma 2 del D.Lgs 25/02, Se i risultati della valutazione dei
rischi dimostrano che, in relazione al tipo e alle quantità di un agente chimico pericoloso e alle modalità e frequenza di
esposizione a tale agente presente sul luogo di lavoro, vi è solo un rischio moderato per la sicurezza e la salute dei
lavoratori e che le misure di cui al comma 1 sono sufficienti a ridurre il rischio, non si applicano le disposizioni degli
articoli 72-sexies (misure specifiche di prevenzione), 72-septies (disposizioni in caso di incidenti o di emergenze), 72decies (sorveglianza sanitaria), 72-undecies (cartelle sanitarie e di rischio).
Sulla base di tale articolo, quindi, in presenza di rischio moderato ed avendo ritenuto le misure tecniche adottate
sufficienti a ridurre il rischio (situazione certamente soddisfatta sulla base di quanto descritto nelle sezioni dedicate),
non si configura l'obbligo di esecuzione della sorveglianza sanitaria come previsto negli specifici articoli. Tale
impostazione richiede alcune osservazione e commenti al fine di definire e giustificare le strategie operative successive.
In primo luogo è opportuno segnalare che, in tema di limiti di esposizione professionale agli agenti chimici, l'ACGIH ha
evidenziato fin nelle premesse delle proprie indicazioni igienistiche circa l'utilizzo e soprattutto i limiti dei valori
espressi, che a causa della notevole variabilità della sensibilità individuale, una piccola percentuale di lavoratori può
accusare disagio in presenza di alcune sostanze la cui concentrazione sia pari o inferiore al TLV e, in una più piccola
percentuale di individui, si può osservare un effetto più marcato per l'aggravarsi di condizioni preesistenti o per
l'insorgere di una malattia professionale.
In relazione a tale problema viene inoltre aggiunto: 'Alcuni individui possono inoltre essere ipersuscettibili o sensibili in
modo fuori dal comune a talune sostanze in conseguenza di fattori genetici, età, abitudini personali (fumo, alcool, altre
droghe), cure mediche o esposizioni pregresse. Tali lavoratori possono risultare non adeguatamente protetti contro
effetti avversi per la salute da parte di sostanze presenti a concentrazioni pari o inferiori ai TLV. Il Medico del Lavoro
deve valutare il grado di protezione addizionale consigliabile per tali soggetti.
Emerge quindi la possibilità, piccola ma non trascurabile che una frazione di lavoratori (valutata intorno al 5-10%) non
sia protetta dal rispetto dei valori limite indicati. L'applicazione quindi del TLV, sebbene rappresenti un importante
valore di riferimento anche da un punto di vista sanitario, non può essere in via esclusiva applicato per valutare il
rispetto dei principi di prevenzione e protezione della salute sui luoghi di lavoro.
In questo senso le attività di sorveglianza sanitaria appaiono strumento indispensabile per completare in modo corretto
le attività di prevenzione. Come si è visto, anche nei documenti dell'ACGIH viene esplicitamente sottolineato il ruolo
del Medico del Lavoro (e quindi della sorveglianza sanitaria) come strumento preventivo fondamentale, finalizzato in
questo caso alla protezione dei soggetti ipersuscettibili.
Più in generale è noto che gli scopi della sorveglianza sanitaria (intesa in modo estensivo come prevede il D.Lgs
626/94) sono quelli di partecipare alla valutazione del rischio, di valutare lo stato di salute della popolazione esposta (e
quindi di evidenziare eventuali ricadute sanitarie per esposizioni anche di modesta intensità), di valutare le protezioni
aggiuntive da applicare al lavoratore che, per vari motivi, risulti a maggior rischio rispetto al lavoratore medio.
A ciò è necessario aggiungere che la moderna impostazione della filosofia prevenzionistica prevede che l'obiettivo
primario di tali attività sia il perseguimento dello stato di salute, inteso comestato di completo benessere fisico, mentale
e sociale (OMS). In questo senso l'importanza di promuovere adeguatamente la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro
deve essere finalizzata alla prevenzione non solo delle malattie professionali, ma anche delle patologie correlate al
lavoro ed alla promozione di stili di vita che preservino il citato benessere psicofisico.
Una valutazione periodica dello stato di salute della popolazione lavorativa (sia in termini di gruppo che del singolo
lavoratore) rientra quindi necessariamente tra le attività preventive nel loro complesso, anche come 'indicatore' della
bontà dei sistemi di prevenzione adottati.
Nel caso specifico ci troviamo di fronte ad una situazione nella quale le valutazioni quantitative, come ampiamente
riferito nella apposita sezione, non sono in grado di misurare una esposizione, che pertanto rimane oggetto di una
valutazione qualitativa. E' evidente però che le considerazioni effettuate rimangono ugualmente applicabili anche in
assenza di concentrazioni ambientali confrontabili con limiti di leggeo di buona prassi, poiché i temi della
ipersuscettibilità, delle valutazioni sanitarie di gruppo e comunque del controllo sanitario finalizzato al benessere
psicofisico del lavoratore sono parimenti applicabili.
Da un punto di vista strettamente normativo, la effettuazione del controllo sanitario in questo caso ottempera al meglio a
quanto previsto dal combinato disposto degli art. 4 comma 1 (Il datore di lavoro, in relazione alla natura dell'attività
dell'azienda ovvero dell'unità produttiva, valuta tutti i rischi per la sicurezza e per la salute dei lavoratori) e dell'art. 3
comma 1, che, tra le misure generali per la protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori derivanti dalla
suddetta valutazione inserisce, alla lett. l) il controllo sanitario dei lavoratori in funzione dei rischi specifici.
33
Da tali articoli emerge infatti un obbligo di controllo sanitario dei lavoratori esposti, derivante dalla individuazione di
un rischio (come prima definito) non trattato specificamente nella normativa vigente. In altre parole, dalla lettura dei
citati articoli si evince che, qualora sia stato individuato un rischio per la salute (definito come probabilità di effetto
avverso) e per tale rischio non sia esplicitamente prevista la sorveglianza sanitaria in nessuna delle norma specifiche
attualmente in vigore, tale sorveglianza trova la propria legittimazione nella applicazione degli articoli suddetti.
L'obbligo di sorveglianza sanitaria in tali situazioni deriva quindi proprio dalla applicazione degli art. 4 e 3, che
rappresentano la normativa vigente prevista all'art. 16 del D.Lgs 626/94 e che determinano l'obbligo di un controllo
sanitario ad opera del medico competente in quanto attuatore, insieme con il DL delle misure per la tutela della salute e
dell'integrità psico-fisica dei lavoratori, tra cui rientra, all'art. 3, il controllo sanitario dei lavoratori.
Concludendo quindi la disamina dei criteri e delle procedure applicative, in caso di rischio da agenti chimici definito
moderato, è opportuno ribadire che, anche se il rischio è stato ridotto al minimo (secondo le procedure indicate al
comma 1 dell'art. 72 quinquies,), non è possibile escludere a priori la possibilità di effetti avversi per salute dei
lavoratori, in particolare di quelli che, per i motivi citati anche dall'ACGIH, si trovino in condizioni diverse dal
lavoratore 'medio'.
Tali considerazioni, unitamente alla necessità di disporre dei dati sanitari per le valutazioni di efficacia delle
misure preventive adottate, depongono quindi per la applicazione, a fronte di un rischio definito 'moderato',
della sorveglianza sanitaria ai sensi dell'art.16 e del combinato disposto degli art. 4 e 3 del D.Lgs 626/94. Appare
altresì evidente che tale sorveglianza, essendo istituita in presenza di rischio moderato, non dovrà ottemperare
agli obblighi procedurali e documentali aggiuntivi previsti agli art. 72 decies ed undecies.
Per quanto attiene ai contenuti della sorveglianza sanitaria per il rischio da agenti chimici pericolosi, si rimanda al
Protocollo complessivo di Sorveglianza Sanitaria prevista per i lavoratori operanti nella Struttura elaborato dal M.C.
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Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Rischio VideoTerminali
1.VDT
1.Sono presenti lavoratori che utilizzano attrezzature munite di VDT, in modo sistematico o abituale, per almeno 20 ore
settimanali, dedotte le pause di cui all'art.54 del D.Lgs 626/94.
Attrezzature di lavoro: Piani di lavoro (Scrivanie)
2.La superficie è sufficientemente ampia per disporre i materiali necessari e le attrezzature (video, tastiera, ecc.) nonché
consentire un appoggio per gli avambracci dell'operatore davanti alla tastiera, nel corso della digitazione.
3.Ha una profondità tale da permettere una corretta distanza visiva dallo schermo, distanza funzionale alle dimensioni
dello schermo stesso (50-70 cm per schermi di 15-17 pollici).
4.Ha il colore della superficie chiaro, e non riflettente.
5.Ha un'altezza compresa fra 70 e 80 cm.
6.Ha uno spazio idoneo per il comodo alloggiamento e la movimentazione degli arti inferiori e per infilarvi il sedile.
7.I supporti utilizzati per i documenti sono stabili e collocati in prossimità dello schermo al fine di ridurre al massimo i
movimenti della testa e degli occhi.
Attrezzature di lavoro: Sedili
8.I sedili sono del tipo girevole, saldo contro slittamento e rovesciamento, dotato di basamento a cinque punti di
appoggio.
9.Dispongono del piano di seduta e dello schienale regolabili in maniera indipendente così da assicurare un buon
appoggio dei piedi ed il sostegno della zona lombare.
10.Hanno i bordi del piano smussati, in materiale non troppo cedevole, permeabile al vapore acqueo e pulibile.
11.Sono facilmente spostabili.
12.In caso di operatori di bassa statura, sono dotati di un poggiapiedi separato, per far assumere una postura adeguata
agli arti inferiori.
Ambiente di Lavoro
13.Le postazione di lavoro sono correttamente orientate (parallelamente) rispetto alle finestre presenti nell'ambiente di
lavoro, al fine di evitare riflessi sullo schermo, abbagliamenti dell'operatore ed eccessivi contrasti di luminosità.
14.Le finestre sono dotate di opportuni schermi regolabili per attenuare la luce diurna.
15.L'illuminazione artificiale dell'ambiente è realizzata con lampade provviste di schermi, poste al di fuori del campo
visivo degli operatori.
16.Sono comunque evitati l'abbagliamento dell'operatore e la presenza di riflessi sullo schermo qualunque sia la loro
origine.
17.La temperatura, l'umidità e la circolazione dell'aria sono adeguate alle attività svolte.
18.Per quanto non specificamente indicato, i posti di lavoro dei lavoratori individuati ai sensi dell'art.51 e l'utilizzo delle
attrezzature munite di VDT da parte degli stessi sono conformi a quanto previsto dall'Allegato VII del D.Lgs. 626/94 e
dal D.M.
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Procedure di sicurezza
19.Esistono procedure scritte per il corretto utilizzo delle attrezzature munite di VDT, fornite ai lavoratori interessati
(allegato).
Informazione e formazione
20.I lavoratori individuati ai sensi dell'art.51 sono informati circa i rischi emersi dai processi di valutazione effettuati e
sulle misure applicate per la minimizzazione degli stessi.
21.I lavoratori individuati ai sensi dell'art.51 sono periodicamente formati sull'applicazione delle procedure esistenti per
il corretto utilizzo delle attrezzature munite di VDT.
22.Sono in atto verifiche periodiche dell'apprendimento delle informazioni e dell'applicazione delle suddette procedure.
Sorveglianza sanitaria
23.Gli obblighi di sorveglianza sanitaria sono ottemperati mediante l'attività del Ufficio Prevenzione e Protezione del
CNR (DPCNR n.14600 del 15/1/98).
24.I lavoratori individuati ai sensi dell'art.51 sono regolarmente sottoposti a sorveglianza sanitaria secondo quanto
disposto dal D.Lgs 626/94 e successive modificazioni ed integrazioni
25.I dati forniti dal Medico Competente: Vittorio Giuggioli sui controlli sanitari eseguiti sui lavoratori individuati ai
sensi dell'art.51 non hanno evidenziato disturbi riconducibili all'utilizzo di apparecchiature munite di VDT.
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Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Sicurezza antincendio e gestione dell'emergenza - Rischio di incendio
In attuazione dell'art. 13 comma 1 del D.L.vo 626/94 è stata eseguita la valutazione dei rischi di incendio cosi come
stabilito dal D.M. (Interni) del 10/3/1998, che e' parte integrante del presente documento. Tale esame è stato condotto
ponendo l'attenzione alla globalità dei dipendenti dell'Istituto e tenendo in considerazione le caratteristiche proprie
dell'attività svolta da ciascuno di essi.
Si è fatto riferimento tra l'altro ai seguenti elementi:
·
principi generali di tutela di cui all'art. 3 del D. Lgs. 626/94;
·
indicazioni di cui al D.M. 10/3/98
Il D.M. 10 marzo 1998 Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro
stabilisce, in attuazione al disposto dell'art. 13, comma 1, del D.Lgs. 626/94 e successive modifiche, i criteri per la
valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro ed indica le misure di prevenzione e protezione antincendio da
adottare, al fine di ridurre l'insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi.
Obiettivi della valutazione dei rischi di incendio
La valutazione dei rischi di incendio è finalizzata all'adozione dei provvedimenti necessari per la salvaguardia della
sicurezza dei lavoratori e delle altre persone presenti nei luoghi di lavoro.
Questi provvedimenti comprendono:
·
la prevenzione dei rischi;
·
l'informazione dei lavoratori e delle altre persone presenti;
·
la formazione dei lavoratori;
·
le misure tecnico-organizzative destinate a porre in atto i provvedimenti necessari.
La valutazione del rischio di incendio tiene conto:
·
del tipo di attività;
·
dei materiali immagazzinati e manipolati;
·
delle attrezzature presenti nel luogo di lavoro compresi gli arredi;
·
delle caratteristiche costruttive del luogo di lavoro compresi i materiali di rivestimento;
·
delle dimensioni e dell'articolazione del luogo di lavoro;
·
del numero di persone presenti.
Criteri adottati per la valutazione del rischio di incendio
La valutazione dei rischi di incendio si articola nelle seguenti fasi:
·
individuazione di ogni pericolo di incendio;
·
individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nel luogo di lavoro esposte a rischi di incendio;
·
eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio;
·
valutazione del rischio di incendio;
·
verifica della adeguatezza delle misure di sicurezza esistenti ovvero individuazione di eventuali
ulterioriprovvedimenti e misure necessarie ad eliminare o ridurre i rischi residui di incendio;
·
verifica, nei luoghi di lavoro, della presenza di attività soggette al controllo da parte del comando dei Vigili del
Fuoco ai sensi de D.P.R. 577/82 e comprese nell'elenco di cui al D.M. 16 febbraio 1982 o comunque
assimilabili per tipologia;
·
classificazione del livello di rischio di incendio dell'intero luogo di lavoro o di ogni parte di esso (Basso Medio - Elevato) in riferimento a quanto previsto nell'allegato IX del D.M. 10 marzo 1998
Fasi seguite per la valutazione dei rischi di incendio
Per la Valutazione del Rischio Incendio si è proceduto con le seguenti modalità:
·
sopralluogo tecnico/conoscitivo finalizzato all'acquisizione di tutte le informazioni necessarie alla valutazione
del rischio incendio
·
acquisizione documentazione attestante il rispetto della normativa antincendio (CPI in presenza di attività
soggette, registro dei controlli, ecc.)
37
·
·
·
descrizione delle caratteristiche dell'edificio (tipo di attività; materiali immagazzinati e manipolati; attrezzature
presenti nel luogo di lavoro compresi gli arredi; caratteristiche costruttive del luogo di lavoro compresi i
materiali di rivestimento; dimensioni e articolazione del luogo di lavoro; numero di persone presenti.)
identificazione delle eventuali attività soggette al controllo da parte del comando dei Vigili del Fuoco ai sensi
de D.P.R. 577/82 e comprese nell'elenco di cui al D.M. 16 febbraio 1982 o comunque assimilabili per
tipologia;
individuazione di aree omogenee di rischio alle quali attribuire il medesimo livello di rischio incendio (BASSO
- MEDIO - ELEVATO) facendo riferimento a quanto previsto nell'allegato IX del D.M. 10 marzo 1998,
secondo i criteri di cui all'allegato 1 dello stesso
Risultati della valutazione
Analogamente a quanto precedentemente riportato per gli altri rischi, anche per il rischio incendio la valutazione, oltre
alla metodologia già indicata, si avvale dell'ausilio di check-list. per rilevare e valutare le condizioni di sicurezza degli
impianti antincendio, e contestualmente per individuare le priorità operative necessarie per il miglioramento continuo
del livello di sicurezza. Tali informazioni integrano quelle riportate nella sezione Anagrafica impianti di questo
Documento e quelle contenute sui documenti di valutazione specifici già citati e che sono riportati in allegato.
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Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Misure di tutela della salute delle lavoratrici gestanti e madri
Premessa
Il Decreto Legislativo del Governo n. 151 del 26 Marzo 2001 prevede le misure per la tutela della sicurezza e della
salute delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento fino a sette mesi dopo il parto e il sostegno della
maternità e paternità.
Le misure sono prese dal Datore di Lavoro, per le lavoratrici che hanno informato il datore di lavoro del proprio stato,
conformemente alle disposizioni vigenti, fatto salvo quanto previsto dal comma 2 dell'articolo 8. (Esposizione a
radiazioni ionizzanti, ove E' fatto obbligo alle lavoratrici di comunicare al datore di lavoro il proprio stato di
gravidanza, non appena accertato)
I soggetti interessati dalla problematica risultano essere:
·
·
·
·
·
Il Direttore di Istituto (Datore di Lavoro)
Il Responsabile di Sede (se delegati dalla Direzione dell'Istituto)
L'Ufficio del Personale
Il Medico Competente
Il Servizio di Prevenzione e Protezione
L'ente preposto alla vigilanza nello specifico settore è la Direzione Provinciale del Lavoro.
Valutazione dei rischi (art. 11 D.Lgs.151/2001)
La tutela della maternità comprende il periodo di gravidanza e fino a 7 mesi di età del figlio (art. 6 D.Lgs. 151/2001)
della lavoratrice e il periodo embrionale, fetale e i primi anni di vita (fino al 3°anno) del bambino.
La valutazione dei rischi per la lavoratrice, tenendo conto anche degli aspetti relativi al bambino, deve essere effettuata
nell'ambito della complessiva valutazione dei rischi, quindi a priori.
Questa valutazione utilizza criteri specifici, in quanto ha l'obiettivo precipuo di tutelare la lavoratrice in particolari
situazioni fisiologiche (gravidanza, allattamento) o di responsabilità genitoriale e il prodotto del concepimento, prima
del parto e nei primi anni di vita.
Ai fini di tale valutazione, è necessario tenere conto degli effetti specifici che la tipologia e l'entità dei rischi esistenti
nell'abito lavorativo hanno sulle situazioni e sugli eventi tutelati, considerando la particolare organizzazione di lavoro e
l'esistenza o meno di idonee misure preventive.
Ai fini della tutela della salute sono considerati il periodo di gravidanza da quello di allattamento, mentre il puerperio,
cioè il periodo di tempo compreso tra il parto e la ripresa dell'attività ciclica ovarica (durata convenzionale di 8
settimane e fino a 12 settimane del bambino) non viene preso in considerazione in quanto è coperto in Italia dal periodo
di congedo obbligatorio per maternità.
Rischi per la gravidanza
Per quanto riguarda il problema all'interno della Struttura CNR, si può ritenere che vadano considerati incompatibili con
lo stato di gravidanza i seguenti rischi (eliminare quelli non presenti):
a) Rischio Chimico: lavori con esposizione agli agenti chimici pericolosi (ai sensi dell'art.72-ter del D.Lgs 626/94), o
cancerogeni (art.61 D.Lgs 626/94). Per l'estrema molteplicità e variabilità degli agenti chimici presenti nel comparto
ricerca è necessario di volta in volta valutare la pericolosità per la gravidanza dell'esposizione ai singoli prodotti.
Sono da considerare (anche qualora si tratti di rischio definito moderato): lavori con esposizione a sostanze e preparati
classificati tossici (T), molto tossici (T+), corrosivi (C), esplosivi (E), nocivi (Xn) o estremamente infiammabili (F+):
Sono da considerare comunque attività a rischio le attività con esposizione a sostanze e preparati classificati e
comportanti uno o più rischi descritti dalle seguenti frasi:
·
·
·
·
·
pericolo di effetti irreversibili molto gravi (R39);
possibilità di effetti irreversibili (R40);
può provocare sensibilizzazione mediante inalazione (R42);
può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle (R43);
pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata (R48);
39
·
·
può danneggiare i bambini non ancora nati (R61);
lavori con manipolazione di antiblastici, antivirali e antimitotici;
b) Rischio Biologico:lavori con rischio di esposizione ad agenti biologici potenzialmente infettivi (gruppi di rischio da
2 a 4 di cui art. 75 ed All.XII del D.Lgs 626/94), sia come uso deliberato che come potenziale esposizione
(manipolazione di sangue e derivati, contatto diretto con animali), nella misura in cui sia noto che tali agenti, o le
terapie che essi rendono necessarie, mettono in pericolo la salute delle gestanti e/o del nascituro. (durante la gestazione
e per 7 mesi dopo il parto)
c) Postura incongrua:Lavori che comportano uno stazionamento in piedi per più di metà dell'orario di lavoro, o che
obbligano ad una posizione particolarmente affaticante o ergonomicamente incongrua per lo stato di gravidanza; ad es.
posizione obbligata a sedere per tutto il turno di lavoro senza la possibilità di alternare la postura (durante la gestazione
e per 7 mesi dopo il parto);
d) Movimentazione Manuale Carichi (MMC) - sollevamento, trasporto e spinta - di grado medio-elevato (durante la
gestazione e per 7 mesi dopo il parto);
e) Rischi Fisici
·
lavori che comportano l'esposizione diretta o riflessa alle radiazioni ionizzanti (durante la gestazione e per 7
mesi dopo il parto);
·
lavori che comportino colpi o vibrazioni meccaniche (fino al termine del congedo di maternità);
·
lavori che comportino esposizione a rumore (valori di Lepd superiori a 80 dBA) (fino al termine del congedo
di maternità);
·
lavori che comportino esposizione ad elevate temperature e sbalzi termici;
g) Conduzione e altre mansioni a bordo di mezzi di trasporto (auto, pulmini, furgoni, elicotteri) (fino al termine del
congedo di maternità).
h) lavoro in atmosfera di sovrapressione elevata, ad esempio in camere sotto pressione, immersione subacquea; lavori
su scale ed impalcature mobili e fisse, ad esempio durante le attività di restauro di opere d'arte (fino al termine del
congedo di maternità).
E' vietato il lavoro notturno e la reperibilità (dalle ore 24 alle 6), dall'accertamento dello stato di gravidanza fino al
compimento di un anno di età del bambino, mentre è facoltativo per la lavoratrice madre fino all'età di tre anni del
bambino, ex art. 53 Dlgs. 151/2001;
Rischi lavorativi per l'allattamento
Per quanto riguarda il problema all'interno della Struttura CNR, si indicano a titolo esemplificativo alcuni rischi che
potrebbero essere considerati incompatibili con l'allattamento (eliminare quelli non presenti):
a) Rischio Chimico: devono essere valutate caso per caso le esposizioni, considerando il possibile passaggio della
sostanza nel latte e/o i possibili effetti dannosi sulla madre che, durante il periodo di allattamento è in condizioni di
maggiore suscettibilità nei confronti delle sostanze pericolose.
b) Rischio Biologico: Lavori con esposizione diretta a materiali biologici potenzialmente contaminati da agenti
infettivi, o manipolazione deliberata di agenti biologici dei gruppi 2-3-4, nella misura in cui sia noto che tali agenti o
le terapie che essi rendono necessarie possano costringere la lavoratrice ad interrompere l'allattamento;
c) Rischi Fisici: che comportano l'esposizione a radionuclidi (art. 8, Comma 3 D.Lgs. 151/2001
d) Lavori che comportano esposizione ad elevate temperature e sbalzi termici.
Procedure per l'attuazione della tutela della maternità nel periodo di gravidanza e fino al settimo mese di età del
figlio
L'iter complessivo degli adempimenti è il seguente:
40
1.
2.
3.
4.
La lavoratrice deve segnalare per iscritto al Direttore dell'Istituto il suo stato di gravidanza, allegando
certificato medico con la data presunta del parto. Il Direttore ne invierà comunicazione per conoscenza
all'ufficio del Personale. In caso di gravidanza a rischio, per usufruire del congedo di maternità immediato,
consegna il certificato del ginecologo direttamente alla Direzione Provinciale del Lavoro;
Il Direttore dell'Istituto, se l'attività della lavoratrice non risulta a rischio per la gravidanza (vedi la precedente
sezione 'Rischi per la gravidanza'), non effettua modificazioni del lavoro della gestante; in caso contrario deve
valutare la possibilità di riorganizzare il lavoro in modo da renderlo compatibile con lo stato di gravidanza
oppure dovrà spostare la lavoratrice in un luogo di lavoro che presenti rischi compatibili con lo stato di
gravidanza; per tutte queste finalità si avvarrà della consulenza del Medico Competente e del Responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione, i quali analizzeranno i rischi specifici relativi alla lavoratrice in oggetto,
considerando con particolare attenzione l'esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici, nonché i processi e le
condizioni di lavoro che potrebbero determinare danni alla salute della gestante e/o del nascituro. Al termine
redige un ordine scritto in cui definisce le attività e i compiti che la lavoratrice deve o non deve eseguire.
L'ordine scritto deve essere messo a conoscenza della lavoratrice, del responsabile del
Laboratorio/Ufficio/Struttura e del Medico Competente, nonché dell'Ufficio del Personale se trattasi di attività
che prevedano indennità giornaliere specifiche.
Nell'eventualità che la riorganizzazione dell'attività o lo spostamento non siano praticabili, il Direttore
comunicherà per iscritto alla Direzione Provinciale del Lavoro che non sono praticabili soluzioni che
permettano la permanenza al lavoro della lavoratrice in gravidanza, mandandone copia per conoscenza al
Medico Competente e all'Ufficio Personale. La lavoratrice sarà quindi inviata alla Direzione Provinciale del
Lavoro per ratificare il congedo di maternità anticipato per esposizione a rischio.
La lavoratrice è tenuta a presentare al Direttore di Istituto, entro trenta giorni dalla data del parto, il certificato
di nascita o la certificazione sostitutiva, contenente cognome nome della madre, cognome e nome del bambino
e data di nascita del bambino. Il Direttore ne invierà comunicazione per conoscenza all'ufficio del Personale.
Si sottolinea quindi che, per la definizione del provvedimento relativo al congedo obbligatorio per maternità, la
necessaria documentazione (certificato contenente la data presunta del parto, e, successivamente, il certificato di nascita
o l'autocertificazione contenente tutti i dati necessari per il provvedimento), dovrà tempestivamente pervenire all'Ufficio
del Personale.
Flessibilità del congedo di maternità (Art. 20 Dlgs. 151/2001)
Ferma restando la durata complessiva del congedo di maternita', le lavoratrici hanno la facoltà di astenersi dal lavoro a
partire dal mese precedente la data presunta del parto (D.P.P.) e nei quattro mesi successivi al parto, a condizione che il
medico specialista del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionato e il Medico Competente (se la lavoratrice
è sottoposta a sorveglianza sanitaria ai sensi dell'art.16 del D.Lgs 626/94), attestino che tale opzione non arrechi
pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro.
Procedure attuative specifiche:
La lavoratrice che desideri usufruire della norma prevista nell'art. sopracitato dovrà, entro il termine del 7° mese :
1.
2.
3.
4.
Acquisire un certificato del proprio ginecologo (del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato) che
attesti la fisiologicità della gravidanza in quel periodo (7° mese);
Se la lavoratrice è sottoposta a sorveglianza sanitaria ai sensi dell'art.16 del D.Lgs 626/94, deve presentare, per
il tramite del SPP, richiesta al Medico Competente (ed al proprio Direttore per conoscenza) per visita medica,
al termine della quale il Medico dovrà attestare che l'opzione di posticipare di un mese il congedo di maternità,
continuando l'attività, lavorativa non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro;
Tali documenti saranno inviati dalla lavoratrice all'Ufficio Personale per gli aspetti di competenza;
L'U.O. Personale ne informerà per iscritto il Direttore
Procedure per la gestione delle lavoratrici dopo il rientro dalla gravidanza
L' art. 6 del DLgs. 151/2001 prevede
.. la tutela della salute delle lavoratrici durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio, che hanno
informato il datore di lavoro del proprio stato..
Nell'assegnazione del lavoro al rientro dalla gravidanza deve essere escluso il lavoro notturno e le reperibilità notturne
fino al compimento di un anno del bambino (art. 53 DLgs. 151/2001).
Fino all'età di tre anni del bambino, il lavoro notturno può essere svolto solo con il consenso della lavoratrice (art. 53
DLgs. 151/2001).
41
L'orario di lavoro potrà essere ridotto nella misura prevista dall'art. 39 del Dlgs. 151/2001 (2 ore al giorno per orari
uguali o superiori a 6 ore, 1 ora al giorno per orario inferiore a 6 ore), per la durata di un anno.
Procedura ( fino al 7° mese post-partum e durante l'allattamento)
·
·
·
·
se la lavoratrice viene inserita nel lavoro precedente al congedo di maternità (attività non a rischio) non vi è
necessità di ulteriori visite da parte del Medico Competente, a meno che la lavoratrice non la richieda
espressamente per iscritto (visita occasionale), per problemi di salute sopravvenuti o se sia in scadenza la
precedente visita periodica;
se la lavoratrice viene inserita con mansione diversa rispetto a quella svolta precedentemente al congedo di
maternità, il Direttore, qualora l'attività in questione risulti a rischio, deve valutare la possibilità di
riorganizzare il lavoro della lavoratrice in modo da renderlo compatibile con il suo stato e/o con l'allattamento
(se certificato), oppure dovrà spostare la lavoratrice in un luogo di lavoro che presenti rischi compatibili con il
suo stato e/o l'allattamento. Può avvalersi della consulenza di Medico Competente, del RSPP, dell'Esperto
Qualificato (se previsto), e deve fare un ordine scritto in cui definisce le attività e i compiti che la lavoratrice
deve o non deve svolgere. L'ordine scritto deve essere messo a conoscenza del responsabile di
Laboratorio/Ufficio/Struttura e del Medico Competente.
Nell'eventualità che la riorganizzazione dell'attività o lo spostamento non siano praticabili, il Direttore
comunicherà per iscritto alla Direzione Provinciale del Lavoro che non sono praticabili soluzioni che
permettano la permanenza al lavoro della lavoratrice fino al settimo mese, mandandone copia per conoscenza
al Medico Competente e all'Ufficio Personale. La lavoratrice sarà quindi inviata alla Direzione Provinciale del
Lavoro per ratificare il congedo di maternità posticipato per esposizione a rischio.
In caso di patologia insorta durante il periodo di gravidanza, il Medico Competente è a disposizione della
lavoratrice che lo richiedesse per una valutazione clinica e l'aggiornamento della cartella sanitaria prima
dell'eventuale rientro al lavoro.
Rientro dopo 7 mesi dal parto o in tempi successivi
·
·
·
·
se la lavoratrice viene inserita nel lavoro precedente alla maternità non vi è necessità di ulteriori visite da parte
del Medico Competente, a meno che la lavoratrice non la richieda espressamente per iscritto (visita
occasionale), per problemi di salute sopravvenuti o se sia in scadenza la precedente visita periodica;
se la lavoratrice viene inserita con mansione diversa rispetto a quella svolta precedentemente alla maternità,
deve essere inviata alla visita dal Medico Competente, sempre che per tale mansione sia prevista la
sorveglianza sanitaria (art. 16 D.Lgs 626/94);
in caso di patologia insorta durante il periodo di gravidanza, il Medico Competente è a disposizione della
lavoratrice che lo richiedesse per una valutazione clinica e l'aggiornamento della cartella sanitaria prima
dell'eventuale rientro al lavoro.
qualora la lavoratrice manifesti l'intenzione di allattare il bambino anche dopo 7 mesi dal parto, sarà facoltà del
Datore di Lavoro, se possibile, inserirla in un lavoro senza rischi per l'allattamento.
Il Medico Competente, nel caso in cui la mansione nella quale viene inserita la lavoratrice fosse a rischio per
l'allattamento e fossero passati i 7 mesi dal parto, dovrà comunque registrare l'esistenza dei rischi per l'allattamento,
specificandoli singolarmente, valutando altresì la possibilità di prescrizioni nell'espressione del giudizio di idoneità.
Normativa di riferimento
1. L. 30/12/1971 n. 1204: Tutela lavoratrici madri
2. DPR 25/11/1976 n. 1026: Regolamento esecuzione della L. 1204
3. DLgs. 25/11/1996 n. 645: Tutela Lav. Madri (Recepimento norme CEE)
4. L. 5/02/1999 n. 25 (Art. 17) Divieto del lavoro notturno delle gestanti
5. L. 8/03/2000 n. 53: Flessibilità dell'astensione obbligatoria
6. Decreto Intermin. 21 luglio 2000, n.278. Reg. attuazione dell'art. 4 della Legge 53/2000
7. DLgs 26/03/2001, n. 151: Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della
maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53
Da portare a conoscenza del personale
Promemoria per la lavoratrice madre
42
·
·
·
·
·
·
La lavoratrice segnala per iscritto al Direttore di Istituto/Ufficio il suo stato di gravidanza fisiologica (vedi
Allegato A) , unitamente al certificato medico con la data presunta del parto;
In caso di gravidanza a rischio, per usufruire del Congedo di maternita' anticipato, consegna il certificato del
ginecologo attestante il suo stato direttamente alla Direzione Provinciale del Lavoro;
Nel caso la lavoratrice volesse usufruire della flessibilità del congedo di maternità ai sensi dell'art. 20 del
DLgs. 151/2001 (astensione dal lavoro dal mese precedente la data presunta del parto e nei quattro mesi
successivi al parto), acquisisce, entro il 7° mese di gravidanza, certificato medico del proprio ginecologo che
ne attesti le condizioni in quel periodo; successivamente, qualora la lavoratrice sia sottoposta a sorveglianza
sanitaria ai sensi dell'art.16 del D.Lgs 626/94, richiede la visita al Medico Competente per il rilascio del
relativo certificato; al termine consegna entrambe le certificazioni all'Ufficio del Personale.
Entro 30 gg. dal parto presenta il certificato di nascita del figlio o certificazione sostitutiva contenente i
seguenti dati: cognome nome della madre, cognome e nome del bambino e data di nascita del bambino (art. 21,
comma 2 D.Lgs. 151/2001);
Almeno 15 gg. prima del rientro dal congedo di maternità contatta il proprio Direttore di
Istituto/Ufficio/Struttura per stabilire la data di rientro e la destinazione lavorativa;
Nel caso la lavoratrice allatti naturalmente il figlio, presenta certificato medico del ginecologo o pediatra che lo
attesti.
Al rientro al lavoro, in caso di patologia insorta durante il periodo di gravidanza, il Medico Competente è a disposizione
della lavoratrice che lo richiedesse per una valutazione clinica e l'aggiornamento della cartella sanitaria prima
dell'eventuale rientro al lavoro.
Si ricorda che:
·
·
·
La lavoratrice madre non può essere adibita al lavoro notturno o a reperibilità notturne fino al compimento di
un anno del bambino (art. 53 DLgs. 151/2001).
Fino all'età di tre anni del bambino, il lavoro notturno può essere svolto solo con il consenso della lavoratrice
(art. 53 DLgs. 151/2001).
L'orario di lavoro potrà essere ridotto nella misura prevista dall'art. 39 del Dlgs. 151/2001 (2 ore al giorno per
orari uguali o superiori a 6 ore, 1 ora al giorno per orario inferiore a 6 ore), per la durata di un anno.
Normativa di riferimento
1. L. 30/12/1971 n. 1204: Tutela lavoratrici madri
2. DPR 25/11/1976 n. 1026: Regolamento esecuzione della L. 1204
3. DLgs. 25/11/1996 n. 645: Tutela Lav. Madri (Recepimento norme CEE)
4. L. 5/02/1999 n. 25 (Art. 17) Divieto del lavoro notturno delle gestanti
5. L. 8/03/2000 n. 53: Flessibilità dell'astensione obbligatoria
6. Decreto Intermin. 21 luglio 2000, n.278. Reg. attuazione dell'art. 4 della Legge 53/2000
7. DLgs 26/03/2001, n. 151: Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della
maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53
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Sezione 4 - Programma di attuazione delle misure di miglioramento
Sono riportate in questa sezione, secondo quanto già indicato nelle specifiche sezioni dedicate ai rischi lavorativi, le
anomalie emerse in fase di valutazioni tramite check-list e che necessitano di misure correttive da adottare per la
minimizzazione dei rischi, secondo l'ordine di priorità degli interventi individuati attraverso la valutazione quantitativa
elaborata sulla base dei parametri P e D.
In relazione al divieto di fumo (circolare del Direttore Generale del CNR Pos. 6-9 Prot. 0000665 del 5 gennaio 2005). è
stato incaricato Dott. Alberto Petri di procedere alla contestazione di eventuali infrazioni, di verbalizzare e di riferirne al
Direttore per la comunicazione all'autorità competente, come previsto dalla normativa vigente.
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Anomalie riscontrate e programma di miglioramento
FrigoriferiCongelatori : Nessun Rilievo
Laser : Nessun Rilievo
Mola : Nessun Rilievo
Tornio : Nessun Rilievo
TrapanoColonna : Nessun Rilievo
CheckChimiciPericolosi : Nessun Rilievo
CheckVDT : Nessun Rilievo
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CONCLUSIONI:
Le conclusioni e le conseguenti azioni operative che risultano dalla individuazione dei pericoli e dalla valutazione dei
rischi connessi a tali pericoli, contenute nel presente documento, risultano conformi a quanto indicato negli
Orientamenti comunitari sulla valutazione dei rischi sul lavoro pubblicati dall'Unione Europea nonché alle indicazioni
ed ai principi delle linee guida citate nell'introduzione.
Esse sono state definite sulla base
·
delle modalità operative dell'attività;
·
delle analisi dei rischi effettuate;
·
dei mezzi di protezione adottati;
·
delle misure di prevenzione e sicurezza poste in atto;
·
dei lavori di adeguamento previsti;
·
della considerazione che il personale addetto alle attività è comunque altamente qualificato e
professionalmente preparato.
Si ritiene che il rischio insito nell'attività di questo Istituto è, in relazione al programma di miglioramento individuato,
controllabile e ridotto attualmente al minimo tecnicamente ottenibile
Nell'ambito del riesame periodico della valutazione di cui al presente documento, ulteriori considerazioni, ai fini della
tutela del benessere psico-fisico sul lavoro, potranno essere effettuate in occasione delle riunioni periodiche di
prevenzione e protezione dai rischi (art. 11 del D.L.vo 626/96).
Il presente documento, o parte di esso, sarà comunque rielaborato quando previsto dalla normativa vigente ed in
particolare nelle seguenti occasioni:
1. ogni volta che si presenti una sostanziale modifica dell'attività;
2. ogni volta si introducano nuove attività, apparecchiature, modalità di lavoro, sostanze
3. in caso di variazione della sede di lavoro.
Si dispone che:
·
copia del presente documento sia fornito al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, al Medico
Competente, al Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e all'esperto qualificato (quando presente).
·
copia del presente documento sia depositato presso la segreteria.
I contenuti del documento sono stati e costituiranno oggetto di informazione per tutto il personale.
45
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Allegati
Allegato Titolo
1.
Elenco del personale
2.
Elenco Luoghi di Lavoro
3.
Elenco Luoghi di Servizio
4.
Elenco Impianti
5.
Elenco Attrezzature
6.
Schede Destinazione lavorativa
7.
Elaborati Planimetrici
8.
Nomine: RSPP, Medico Competente, Preposti,Addetti PS ed Emergenze
9.
Verbali Riunioni
10.
Protocolli Formativi/verbali Corsi effettuati/attestati
11.
Risultati anonimi accertamenti collettivi
12.
Procedure di Sicurezza
13.
Procedure di Emergenza
14.
Nomina Direttore
15.
Verbali Sopralluoghi
16
Procedure di Coordinamento ex art. 7 (DUVRI)
17
Valutazione Esposti Agenti Chimici Pericolosi
18
Registro Smaltimento Rifiuti
Protocolli Sanitari (standard CNR disponibili presso il medico competente)
Certificazioni impianti (disponibili presso i Servizi Comuni di Area)
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Allegato N.1
Elenco del Personale
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Prospetto Riepilogativo dei lavoratori
Lavoratori
Dipendenti contratto tempo indeterminato
Dipendenti contratto tempo determinato
Borsa
Assegno di Ricerca
Laureando
Tesista
Tirocinante
Dottorando
Coll. Volontario
Incarico Coll. Scient.
Contratto d'opera
Altri non Dipendenti
Dipendenti altre strutture
Coll. Professionale
Interinale
Prest. d'opera art.89
Ricercatore Associato
Lavoratore atipico
Collaboratore Amm.
21
16
2
1
0
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Lavoratori con Rapporto di lavoro concluso Anno corrente
Lavoratori
Cessazione
1.Metalli Fabrizio
12-05-2008
2.Dilecce Nunzia
01-07-2008
3.Castellano Carlo
01-09-2008
48
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Elenco Lavoratori
Lavoratori
1.Bisegna Marco
2.Caliendo Cinzia
Lavoratori Dipendenti contratto a tempo indeterminato
Qualifica
Mansione
Presso
Ausiliare Tecnico Amministrativa
Ricercatore
Ricerca
3.Cilloco Francesco
Ricercatore
Ricerca
4.Cordero Francesco
Ricercatore
Ricerca
5.Corvasce Fabrizio
Cter
Tecnica
6.Di Paolo Paola
7.Ferrari Luisa
Operatore Amm.
Ricercatore
Amministrativa
Ricerca
8.Larciprete Rosanna
Ricercatore
Ricerca
9.Latino Paolo Massimiliano
Operatore Tecnico
Tecnica
10.Mangione Marco
Cter
Tecnica
11.Petri Alberto
Ricercatore
Ricerca
12.Pitolli Luca
Cter
Tecnica
13.Pontuale Giorgio
Cter
Ricerca
14.Rusanescu Craciun Floriana
Ricercatore
Ricerca
15.Scrocca Roberto
Operatore Tecnico
Tecnica
16.Selci Stefano
Dirigente Ricerca
Ricerca
49
Gruppo
Segreteria
Crescita e misure
acustiche di
materiali
complessi
Idrogeno nella
materia
Spettroscopie
anelastiche e
dielettriche
materiali
Servizi Tecnici ,
Spettroscopie
anelastiche e
dielettriche
materiali
Segreteria
Sistemi confinati,
quasi-cristallini,
disordinati
Sistemi confinati,
quasi-cristallini,
disordinati
Servizi Tecnici ,
Spettroscopie
anelastiche e
dielettriche
materiali
Servizi Tecnici ,
Tecnologie e
sistemi innovativi
per la formazione
Proprietà
meccaniche dei
mezzi disordinati
Tecnologie e
sistemi innovativi
per la formazione
Proprietà
meccaniche dei
mezzi disordinati,
Servizi Tecnici
Spettroscopie
anelastiche e
dielettriche
materiali
Servizi Comuni di
Manutenzione
del'Adr
Sistemi confinati,
quasi-cristallini,
disordinati
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Lavoratori Dipendenti contratto a tempo determinato
Lavoratori
Qualifica
Mansione
Gruppo
1.Farrelly Francis Allen
Tecnologo
Ricerca
Tecnologie e sistemi
innovativi per la
formazione
2.O'Daltuin Fearghall
Ricercatore
Ricerca
Proprietà meccaniche
dei mezzi disordinati
50
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Lavoratori
1.Gnoli Andrea
Lavoratori NON Dipendenti Borsa
Mansione
Gruppo
Ricerca
Spettroscopia ottica
51
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Lavoratori NON Dipendenti Laureando
Mansione
Gruppo
Ricerca
Proprietà meccaniche
dei mezzi disordinati
2.Polito Federico
Ricerca
Proprietà meccaniche
dei mezzi disordinati
Lavoratori
1.Balzan Riccardo
52
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Lavoratori Dipendenti Mansione Ricerca
Lavoratori
Gruppo
1.Caliendo Cinzia
Crescita e misure acustiche di
materiali complessi
2.Cilloco Francesco
Idrogeno nella materia
3.Cordero Francesco
Spettroscopie anelastiche e
dielettriche materiali
4.Farrelly Francis Allen
Tecnologie e sistemi
innovativi per la formazione
5.Ferrari Luisa
Sistemi confinati, quasicristallini, disordinati
6.Larciprete Rosanna
Sistemi confinati, quasicristallini, disordinati
7.O'Daltuin Fearghall
Proprietà meccaniche dei
mezzi disordinati
8.Petri Alberto
Proprietà meccaniche dei
mezzi disordinati
9.Pontuale Giorgio
Proprietà meccaniche dei
mezzi disordinati, Servizi
Tecnici
10.Rusanescu Craciun Floriana
Spettroscopie anelastiche e
dielettriche materiali
11.Selci Stefano
Sistemi confinati, quasicristallini, disordinati
53
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Lavoratori Dipendenti Mansione Tecnica
Lavoratori
Gruppo
1.Corvasce Fabrizio
Servizi Tecnici , Spettroscopie
anelastiche e dielettriche
materiali
2.Latino Paolo Massimiliano
Servizi Tecnici , Spettroscopie
anelastiche e dielettriche
materiali
3.Mangione Marco
Servizi Tecnici , Tecnologie e
sistemi innovativi per la
formazione
4.Pitolli Luca
Tecnologie e sistemi
innovativi per la formazione
5.Scrocca Roberto
Servizi Comuni di
Manutenzione del'Adr
54
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Lavoratori Dipendenti Mansione Amministrativa
Lavoratori
Gruppo
1.Bisegna Marco
Segreteria
2.Di Paolo Paola
Segreteria
55
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Lavoratori con incarichi specifici
Previa consultazione del Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, sono stati incaricati della prevenzione incendi,
lotta antincendio, evacuazione dei lavoratori e gestione delle emergenze, sono designati quali preposti agli adempimenti
dell'art. 4 comma 5 del DLgs 626/94 i seguenti lavoratori:
Addetti Squadra di Emergenza
1.Corvasce Fabrizio
2.Latino Paolo Massimiliano
Addetti Primo Soccorso
1.Latino Paolo Massimiliano
Sono stati inoltre incaricati:
Responsabile Registro DPI
1.Corvasce Fabrizio
Responsabile Registro Infortuni
1.Di Paolo Paola
Responsabilità Organizzative Interne
Responsabili Linee di Ricerca
1.Caliendo Cinzia
2.Cilloco Francesco
3.Cordero Francesco
4.Petri Alberto
5.Pitolli Luca
6.Selci Stefano
Responsabili Tutor
Lavoratori
1.Balzan Riccardo
2.O'Daltuin Fearghall
3.Polito Federico
Gruppo
Proprietà
meccaniche dei
mezzi disordinati
Proprietà
meccaniche dei
mezzi disordinati
Proprietà
meccaniche dei
mezzi disordinati
56
Tutor
Petri Alberto
Petri Alberto
Petri Alberto
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Crescita e misure acustiche di
materiali complessi
Film sottili e spessi di materiali
Cinzia Caliendo
piezoelettrici - Caratterizzazione acustica e
termica - Sviluppo di modelli teorici Sensori chimici (progetto FIRB-MIUR)
Lavoratori Assegnati alla attività: Crescita e misure acustiche di materiali complessi
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
Attività
1. Caliendo Cinzia
Tempo Indeterminato
Ricercatore
Tecnologie film sottili,
misure elettriche,
elettronica.
Dispositivi di Prevenzione Individuale:
Gruppo
DPI
Crescita e misure acustiche di materiali complessi
Corpo
Elemento
Dal
Camice in tessuto
13-07-2004
Gruppo
DPI
Crescita e misure acustiche di materiali complessi
Mano
Elemento
Dal
Guanti lattice monouso
13-07-2004
Gruppo
DPI
Crescita e misure acustiche di materiali complessi
Occhio
Elemento
Dal
Occhiali di protezione
Occhiali per Laser
13-07-2004
13-07-2004
Gruppo
DPI
Crescita e misure acustiche di materiali complessi
Piede
Elemento
Dal
Copriscarpe
13-07-2004
57
Al
Al
Al
Al
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Idrogeno nella materia
Si eseguono ricerche nel campo dei
Francesco Cilloco
materiali contenenti idrogeno e suoi isotopi
con lo scopo di progredire nella
conoscenza delle proprietà strutturali e
dinamiche anche in funzione di importanti
applicazioni quali lo storage di idrogeno e
le celle a combustibile.
Lavoratori Assegnati alla attività: Idrogeno nella materia
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
Attività
1. Cilloco Francesco
Tempo Indeterminato
Ricercatore
Studio Idrogeno nella
materia
Dispositivi di Prevenzione Individuale:
Gruppo
DPI
Idrogeno nella materia
Corpo
Elemento
Dal
Camice monouso
Camice in tessuto
13-07-2004
13-07-2004
Gruppo
DPI
Idrogeno nella materia
Mano
Elemento
Dal
Guanti lattice monouso
13-07-2004
58
Al
Al
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Alberto Petri
Le proprietà dei materiali sono
condizionate fortemente dal disordine e,
per tenerne conto, si devono adottare
strumenti di tipo statistico. Questi
permettono tra l'altro utilizzare approcci e
metodologie simili anche per problemi
apparentemente molto diversi, e stimolano
a loro volta anche lo sviluppo di nuove
tecniche per l'elaborazione e l'analisi dei
dati. L'attività del gruppo è concentrata su
due argomenti principali: i mezzi granulari
e vetrosi ed i fenomeni di frattura ed
emissione acustica.
Lavoratori Assegnati alla attività: Proprietà meccaniche dei mezzi disordinati
Proprietà meccaniche dei mezzi
disordinati
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
1. Balzan Riccardo
2. O'Daltuin Fearghall
Laureando
Tempo Determinato
Ricerca
Ricercatore
3. Petri Alberto
4. Polito Federico
Tempo Indeterminato
Laureando
Ricercatore
Ricerca
5. Pontuale Giorgio
Tempo Indeterminato
Cter
Non ci sono DPI associati al Gruppo
59
Attività
Studio statistica
meccanica mezzi
granulari
Simulazione numerica
Analisi statistiche su
serie storiche
Collaborazione alla
realizzazione e
conduzione di
esperimenti scientifici.
Elaborazione dati e testi
al PC
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Segreteria
Attività di segreteria di direzione
Lavoratori Assegnati alla attività: Segreteria
Paola Di Paolo
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
Attività
1. Bisegna Marco
Tempo Indeterminato
Ausiliare Tecnico
2. Di Paolo Paola
Tempo Indeterminato
Operatore Amm.
Servizi amministrativi,
posta e commissioni.
Segreteria di Direzione.
Non ci sono DPI associati al Gruppo
60
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Servizi Comuni di Manutenzione
Gestione, controllo e manutenzione degli
del'Adr
impianti.
Lavoratori Assegnati alla attività: Servizi Comuni di Manutenzione del'Adr
Responsabile da Definire
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
Attività
1. Scrocca Roberto
Tempo Indeterminato
Operatore Tecnico
Svolge attività di
sorveglianza e
manutenzione delle
centrali elettriche,
impianti elettrici e
gruppi elettrogeni nei
servizi comuni di
manutenzione dell'Adr
di Tor Vergata.
Non ci sono DPI associati al Gruppo
61
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Servizi Tecnici
Viene svolta attività di supporto alle
Responsabile da Definire
ricerche: servizi informatici, elettronica,
meccanica e manutenzione dei sistemi
sperimentali. Per coprire l'orario dell'intera
giornata lavorativa si è resa necessaria la
turnazione del personale tecnico ed è anche
stato attivato un servizio di reperibilità.
Lavoratori Assegnati alla attività: Servizi Tecnici
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
Attività
1. Corvasce Fabrizio
Tempo Indeterminato
Cter
2. Latino Paolo Massimiliano
Tempo Indeterminato
Operatore Tecnico
3. Mangione Marco
Tempo Indeterminato
Cter
4. Pontuale Giorgio
Tempo Indeterminato
Cter
Progettazione
meccanica CAD, misure
di laboratorio,
trattamenti termici e
chimici, lavorazioni
meccaniche alle
macchine utensili,
addetto alla sicurezza.
Misure, saldature a
stagno, elettronica
Referente informatico
istituto, webmaster,
assistenza pc
Collaborazione alla
realizzazione e
conduzione di
esperimenti scientifici.
Elaborazione dati e testi
al PC
Non ci sono DPI associati al Gruppo
62
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Sistemi confinati, quasi-cristallini,
disordinati
Studio degli effetti di confinamento
Stefano Selci
quantistico in strutture a bassa
dimensionalità, delle proprietà
morfologiche ed optoelettroniche di
polimeri conduttori, di sistemi quasicristallini e Studio della propagazione
ottica.
Lavoratori Assegnati alla attività: Sistemi confinati, quasi-cristallini, disordinati
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
Attività
1. Ferrari Luisa
Tempo Indeterminato
Ricercatore
2. Larciprete Rosanna
Tempo Indeterminato
Ricercatore
3. Selci Stefano
Tempo Indeterminato
Dirigente Ricerca
Attività di ricerca
dedicata allo studio
della correlazione tra
struttura elettronica e
morfologia di sistemi
conduttori mediante
l'uso della microscopia e
spettroscopia STM in
aria e ultra alto vuoto
Studio di superfici ed
interfacce mediante
spettroscopie
elettroniche in ultra alto
vuoto. Studio delle
proprietà ottiche di
materiali
nanostrutturati.
Ricerca nel campo della
Spettroscopia ottica e
Microscopia di
Semiconduttori
Dispositivi di Prevenzione Individuale:
Gruppo
DPI
Sistemi confinati, quasi-cristallini, disordinati
Corpo
Elemento
Dal
Camice in tessuto
13-07-2004
Gruppo
DPI
Sistemi confinati, quasi-cristallini, disordinati
Mano
Elemento
Dal
Guanti lattice monouso
13-07-2004
Gruppo
DPI
Sistemi confinati, quasi-cristallini, disordinati
Occhio
Elemento
Dal
Occhiali per Laser
13-07-2004
63
Al
Al
Al
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Responsabile da Definire
L'attività del gruppo è principalmente
dedicata alla caratterizzazione della
risposta ottica lineare e nonlineare di
sistemi a stato solido con dimensionalità
ridotta. A questo fine si utilizzano
spettroscopie risolte in tempo ed in
energia. I sistemi studiati sono soprattutto
nanostrutture a semiconduttore ed ibridi
organico-inorganici. Nell'ambito della
conservazione dei beni culturali si
effettuano studi mirati alla comprensione
dei processi di invecchiamento della carta.
Alcuni dei progetti di ricerca in corso sono
descritti nel seguito. Le tecniche
maggiormente usate sono riflettività,
fotoluminescenza, fotoriflettanza e Z-scan.
Gli esperimenti a risoluzione temporale
sono effettuati usando una configurazione
pump-probe, sia in trasmissione che in
geometria di riflessione.
Lavoratori Assegnati alla attività: Spettroscopia ottica
Spettroscopia ottica
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
Attività
1. Gnoli Andrea
Borsa
Ricerca
Spettroscopia ottica
Dispositivi di Prevenzione Individuale:
Gruppo
DPI
Spettroscopia ottica
Corpo
Elemento
Dal
Camice in tessuto
15-02-2007 13-04-2007
Gruppo
DPI
Spettroscopia ottica
Mano
Al
Elemento
Dal
Guanti lattice monouso
15-02-2007 13-04-2007
Gruppo
DPI
Spettroscopia ottica
Occhio
Al
Elemento
Dal
Occhiali per Laser
15-02-2007 13-04-2007
64
Al
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Spettroscopie anelastiche e
dielettriche materiali
Sono riunite le competenze dei laboratori Francesco Cordero
di misure anelastiche (risposta elastica
dinamica fra 0.1 e 100 kHz) e dielettriche
(risposta dielettrica fra 100 Hz e 40 MHz)
per ottenere informazioni sulla dinamica di
domini, difetti ed eccitazioni elettrici,
strutturali e magnetici in materiali di
interesse tecnologico.
Lavoratori Assegnati alla attività: Spettroscopie anelastiche e dielettriche materiali
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
Attività
1. Cordero Francesco
Tempo Indeterminato
Ricercatore
2. Corvasce Fabrizio
Tempo Indeterminato
Cter
3. Latino Paolo Massimiliano
Tempo Indeterminato
Operatore Tecnico
4. Rusanescu Craciun Floriana
Tempo Indeterminato
Ricercatore
Misure criogeniche e ad
alta temp.; trattamenti di
campioni metallici e
ceramici: chimici,
elettroch. e in sistemi in
vuoto o atmosfere
controllate ad alta
temperatura.
Progettazione
meccanica CAD, misure
di laboratorio,
trattamenti termici e
chimici, lavorazioni
meccaniche alle
macchine utensili,
addetto alla sicurezza.
Misure, saldature a
stagno, elettronica
Misure criogeniche,
misure elettriche, misure
con sistema laser
Dispositivi di Prevenzione Individuale:
Gruppo
DPI
Spettroscopie anelastiche e dielettriche materiali
Corpo
Elemento
Dal
Camice in tessuto
13-07-2004
Gruppo
DPI
Spettroscopie anelastiche e dielettriche materiali
Mano
Elemento
Dal
Guanti lattice monouso
Guanti basse temperature
13-07-2004
13-07-2004
Gruppo
DPI
Spettroscopie anelastiche e dielettriche materiali
Occhio
Elemento
Dal
Occhiali di protezione
13-07-2004
Gruppo
DPI
Spettroscopie anelastiche e dielettriche materiali
Piede
Elemento
Dal
Scarpe antinfortunistiche
13-07-2004
Gruppo
DPI
Spettroscopie anelastiche e dielettriche materiali
Testa
Elemento
Dal
Elmetto con visiera
13-07-2004
Gruppo
DPI
Spettroscopie anelastiche e dielettriche materiali
Vie Respiratorie
65
Al
Al
Al
Al
Al
Elemento
Dal
Maschera antipolvere oro-nasale monouso
13-07-2004
66
Al
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato Scheda Attività Gruppi
Gruppo
Attività
Responsabile
Tecnologie e sistemi innovativi per la In quest'area si svolgono attività per la
Luca Pitolli
formazione
formazione e lo sviluppo di modelli e
infrastrutture a supporto dei processi di
innovazione tecnologica delle
amministrazioni pubbliche e delle
imprese.Le applicazioni di e-science per
l?accesso a risorse informatiche distribuite
tramite reti ad alte prestazioni e lo sviluppo
di piattaforme per l?e-learning
rappresentano una componente importante
di tali processi.
Lavoratori Assegnati alla attività: Tecnologie e sistemi innovativi per la formazione
Lavoratore
Contratto-Tipologia
Mansione-Qualifica
Attività
1. Farrelly Francis Allen
Tempo Determinato
Tecnologo
2. Mangione Marco
Tempo Indeterminato
Cter
3. Pitolli Luca
Tempo Indeterminato
Cter
Ricerca nei campi della
statistica e fisica
computerizzata
Referente informatico
istituto, webmaster,
assistenza pc
Ricerca e formazione
Non ci sono DPI associati al Gruppo
67
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato N.2
Elenco Luoghi di Lavoro
68
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Descrizione dei luoghi di lavoro
In relazione ai luoghi di lavoro, si possono distinguere le Aree di lavoro propriamente dette, abitualmente presidiate dai
lavoratori, ed Aree di servizio. Si riporta di seguito l'elenco dei luoghi, secondo il tipo indicato, corredato da indicazioni
circa l'ubicazione, la classificazione ai fini della destinazione d'uso ed i lavoratori ad essi afferenti. Il dettaglio
planimetrico viene riportato in altro allegato.
Aree di Lavoro
Locale
0B08
0B16
Ubicazione
Classificazione
Edificio U - stecca B - Uffici
piano terra: stanza 0B08
Edificio U - stecca B piano terra: stanza 0B16
1B09
Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B09
1B10
Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B10
Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B11
1B11
1B12
1F03
2B01
2B07
2B09
Polito Federico
Petri Alberto
Corvasce Fabrizio
Latino Paolo Massimiliano
Cordero Francesco
Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B12
Edificio F - piano 1:
stanza 1F03
Edificio U - stecca B piano 2: stanza 2B01
Caliendo Cinzia
Bisegna Marco
Di Paolo Paola
Rusanescu Craciun Floriana
Edificio U - stecca B piano 2: stanza 2B07
Edificio U - stecca B piano 2: stanza 2B09
Gnoli Andrea
Edificio U - stecca B piano 2: stanza 2B11
2B14
Edificio U - stecca B piano 2: stanza 2B14
Area impianti
Area della Ricerca TV Area Impianti
Elettronica e misure
Edificio U - stecca B - Lab. Elettronico
(2B19)
piano 2 - stanza 2B19
Meccanica, magazzino, Edificio U - stecca B - Officina
misure (2B22)
piano 2 - stanza 2B22
Edificio U - stecca B piano1: stanza 1B22
Ferrari Luisa
Larciprete Rosanna
O'Daltuin Fearghall
2B11
Misure Anelasticità Resisitività (1B22)
Lavoratore
Cilloco Francesco
Lab. Fisici
Mangione Marco
Pitolli Luca
Farrelly Francis Allen
Scrocca Roberto
Rusanescu Craciun Floriana
Balzan Riccardo
Pontuale Giorgio
Cordero Francesco
Corvasce Fabrizio
Misure Elasticità (1B25) Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B25
Officina meccanica
(0F13-14)
Spettromicroscopia a
scansione (IC04)
Spettroscopia ottica
EDIFICIO F - piano
Officine Meccaniche
terra: stanze 0F13-0F14
Edificio U - stecca C - Lab. Laser
piano -1 - stanza IC04
Latino Paolo Massimiliano
Corvasce Fabrizio
Ferrari Luisa
Larciprete Rosanna
Selci Stefano
Gnoli Andrea
Edificio U - stecca C -
69
(IC03)
Trattamenti chimici
(1B27)
piano -1 - stanza IC03
Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B27
Trattamenti termici
(1B28)
Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B28
Lab. Chimici
Cordero Francesco
Lab. Fisici
Corvasce Fabrizio
Cordero Francesco
Corvasce Fabrizio
70
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Aree di Lavoro NON assegnate
Locali
Ubicazione
Classificazione
0C05
Edificio U - stecca C - Uffici
piano terra: stanza 0C05
1B23
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 1: stanza 1B23
2B05
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 2: stanza 2B05
2B17
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 2: stanza 2B17
Bilancia analitica (1B26) Edificio U - stecca B - Lab. Fisici
piano 1: stanza 1B26
Laser P.L.D. (2B21a)
Edificio U - stecca B - Lab. Laser
piano 2 - stanza 2B21a
Mensa / bar
Edificio mensa
Mense / Servizi Ristoro
Tecnologia (2B20)
Edificio U - stecca B - Lab. Chimici
piano 2 - stanza 2B20
Tutti gli uffici
Edificio - U - stecca B Uffici
Tutti i laboratori
Edificio U - stecca B
Lab. Fisici
71
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Aree di Lavoro Ordinate per lavoratore
Lavoratore
Ubicazione
Classificazione
Balzan Riccardo
Edificio U - stecca B - Officina
piano 2 - stanza 2B22
Bisegna Marco
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 2: stanza 2B01
Caliendo Cinzia
Edificio F - piano 1:
Uffici
stanza 1F03
Cilloco Francesco
Edificio U - stecca B - Uffici
piano terra: stanza 0B08
Cordero Francesco
Edificio U - stecca B - Lab. Chimici
piano 1: stanza 1B27
Edificio U - stecca B - Lab. Fisici
piano1: stanza 1B22
Edificio U - stecca B - Lab. Fisici
piano 1: stanza 1B28
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 1: stanza 1B12
Corvasce Fabrizio
Edificio U - stecca B - Lab. Chimici
piano 1: stanza 1B27
Edificio U - stecca B - Lab. Fisici
piano1: stanza 1B22
Edificio U - stecca B - Lab. Fisici
piano 1: stanza 1B25
Edificio U - stecca B - Lab. Fisici
piano 1: stanza 1B28
EDIFICIO F - piano
Officine Meccaniche
terra: stanze 0F13-0F14
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 1: stanza 1B11
Di Paolo Paola
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 2: stanza 2B01
Farrelly Francis Allen
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 2: stanza 2B14
Ferrari Luisa
Edificio U - stecca B - Uffici
piano terra: stanza 0B16
Edificio U - stecca C - Lab. Laser
piano -1 - stanza IC04
Gnoli Andrea
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 2: stanza 2B09
Edificio U - stecca C - Lab. Laser
piano -1 - stanza IC03
Larciprete Rosanna
Edificio U - stecca B - Uffici
piano terra: stanza 0B16
Edificio U - stecca C - Lab. Laser
piano -1 - stanza IC04
Latino Paolo
Edificio U - stecca B - Lab. Fisici
Massimiliano
piano 1: stanza 1B25
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 1: stanza 1B11
Mangione Marco
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 2: stanza 2B09
O'Daltuin Fearghall
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 1: stanza 1B09
Petri Alberto
Edificio U - stecca B - Uffici
piano 1: stanza 1B10
Pitolli Luca
Edificio U - stecca B - Uffici
72
Locale
Meccanica, magazzino, misure
(2B22)
2B01
1F03
0B08
Trattamenti chimici (1B27)
Misure Anelasticità Resisitività (1B22)
Trattamenti termici (1B28)
1B12
Trattamenti chimici (1B27)
Misure Anelasticità Resisitività (1B22)
Misure Elasticità (1B25)
Trattamenti termici (1B28)
Officina meccanica (0F13-14)
1B11
2B01
2B14
0B16
Spettromicroscopia a
scansione (IC04)
2B09
Spettroscopia ottica (IC03)
0B16
Spettromicroscopia a
scansione (IC04)
Misure Elasticità (1B25)
1B11
2B09
1B09
1B10
2B11
Polito Federico
Pontuale Giorgio
Rusanescu Craciun
Floriana
Scrocca Roberto
Selci Stefano
piano 2: stanza 2B11
Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B09
Edificio U - stecca B piano 2 - stanza 2B22
Edificio U - stecca B piano 2: stanza 2B07
Edificio U - stecca B piano 2 - stanza 2B19
Area della Ricerca TV
Edificio U - stecca C piano -1 - stanza IC04
Uffici
1B09
Officina
Uffici
Meccanica, magazzino, misure
(2B22)
2B07
Lab. Elettronico
Elettronica e misure (2B19)
Area Impianti
Lab. Laser
Area impianti
Spettromicroscopia a
scansione (IC04)
73
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato N.3
Elenco Luoghi di Servizio
74
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Aree di Servizio
Locali
Corridoi primo piano
(1BX1)
Corridoi secondo piano
(2BX1)
Gruppi pompaggio recupero He
Impianto recupero elio
liq.
Ingresso Istituto
Ubicazione
Classificazione
Edificio U - stecca B - Corridoi / Ballatoi
piano 1- 1BX1
Edificio U - stecca B - Corridoi / Ballatoi
piano secondo - 2BX1
Edificio U - stecca B - Impianti
piano1: stanza 1B24
Terrazzo edificio U
Loc. Bombolaio
stecca B
Edificio U - Stecca B - Entrata edificio
piano terra
Intero Istituto
Edificio U - stecca B - Intero Istituto
piano 0, 1 e 2 e stecca C
piano -1
Liquefattore d'aria
Edificio F - locale
Impianti
Philips
tecnico sito sul terrazzo
Locale fax - stampante - Edificio U - stecca B - Stanza Stampanti / Server
fotocopiatrice
piano 1: stanza 1B20
Quadri elettrici
Edificio U - stecca B - Centrali Elettriche
piano 1 - 1AY1
Quadri elettrici
Edificio F - piano terra Centrali Elettriche
(lato off. mecc)
Quadri elettrici
Edificio U - stecca B - Centrali Elettriche
piano 2 - 2AY1
Sala multiuso (2B18)
Edificio U - Stecca B - Aula
piano 1- stanza 2B18
WC disabili (1BW)
Edificio U - Stecca B - Gabinetti per Disabili
piano 1
WC disabili (2BW)
Edificio U - Stecca B - Gabinetti per Disabili
piano 2
WC donne (1BW)
Edificio U - Stecca B - Gabinetti per Donne
piano 1
WC donne (2BW)
Edificio U - Stecca B - Gabinetti per Donne
piano 2
WC uomini (1BW)
Edificio U - Stecca B - Gabinetti per Uomini
piano 1
WC uomini (2BW)
Edificio U - Stecca B - Gabinetti per Uomini
piano 2
75
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato N.4
Elenco Impianti
76
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Descrizione degli Impianti
Sono presenti i seguenti Impianti:
Gestione
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Impianto
Diretta
Ditta Appalto
Documentazione Ubicazioner
1.Ascensori / Montacarichi N. 2 Ascensore SABIEM - 875kg - 11 persone
Ufficio Tecnico Intero Istituto
Area della Ricerca
2.Azoto Liquido Riempimento contenitori
Datore di Lavoro Liquefattore d'aria Philips
3.Cabina Elettrica Quadri elettrici
Ufficio Tecnico Quadri elettrici
Area della Ricerca
4.Condizionamento Sistema di climatizzazione a fan-coil e griglie di ripresa aria
Ufficio Tecnico Tutti gli uffici
Area della Ricerca
5.Elettrico conforme al dl. 46/90
Ufficio Tecnico Tutti gli uffici
Area della Ricerca
6.Fissi Antincendio a manichetta Idrante
Ufficio Tecnico Corridoi primo piano (1BX1)
Area della Ricerca
7.Gas Tecnici Bombole N2 (40lt), Ar (40lt), O2 (10lt), I (10lt)
Datore di Lavoro Trattamenti termici (1B28)
8.Mezzi Antincendio 6 kg polvere Estintore
Ufficio Tecnico Tutti i laboratori
Area della Ricerca
9.Scarichi Acque Reflue np
Ufficio Tecnico Intero Istituto
Area della Ricerca
10.Sistemi Rilevazione ed Allarme Antincendio np Rilevatori fumo
Ufficio Tecnico Tutti gli uffici
Area della Ricerca
11.Termico np
Ufficio Tecnico Intero Istituto
Area della Ricerca
12.Terra conforme a dl 46/90
Ufficio Tecnico Intero Istituto
Area della Ricerca
13.Trasformatori linea 60 KW per alimentazione generatore radiofreq
Ufficio Tecnico Trattamenti termici (1B28)
Area della Ricerca
77
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Allegato N.5
Elenco Attrezzature
78
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Descrizione delle Attrezzature
Locale
Elettronica e misure
(2B19)
Meccanica, magazzino,
misure (2B22)
Ubicazione
Edificio U - stecca B piano 2 - stanza 2B19
Edificio U - stecca B piano 2 - stanza 2B22
Misure Anelasticità Edificio U - stecca B Resisitività (1B22)
piano1: stanza 1B22
Misure Elasticità (1B25) Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B25
Officina meccanica
EDIFICIO F - piano
(0F13-14)
terra: stanze 0F13-0F14
Spettromicroscopia a
scansione (IC04)
Edificio U - stecca C piano -1 - stanza IC04
Spettroscopia ottica
(IC03)
Edificio U - stecca C piano -1 - stanza IC03
Trattamenti chimici
(1B27)
Edificio U - stecca B piano 1: stanza 1B27
Attrezzatura
Laser mod. ad He-Ne di bassa
potenza (5 mV)
Tornio da banco tipo hobby
Q.tà Lavoratore
1 Rusanescu Craciun
Floriana
1 Pontuale Giorgio
Trapano a colonna np
1
Essiccatoi - Stufe - Forni Forno
1
Lenton a Resist. el. mod. GTF-GZF
Trapano a colonna Metabo
1
Tornio GRAZIANO
1
Pontuale Giorgio
Cordero Francesco
Latino Paolo
Massimiliano
Corvasce Fabrizio
Trapano a colonna Audax
1
Trapano a colonna ROSA
1
Laser mod. in continua nel visibile
1
Latino Paolo
Massimiliano
Pontuale Giorgio
Corvasce Fabrizio
Latino Paolo
Massimiliano
Corvasce Fabrizio
Latino Paolo
Massimiliano
Cilloco Francesco
1
Ferrari Luisa
Larciprete Rosanna
Selci Stefano
Gnoli Andrea
1
1
Gnoli Andrea
Cordero Francesco
Laser mod. (Ti:zaffiro) con
emissione nel NIR
Laser nel Visibile
Cappe mod. aspirante
Corvasce Fabrizio
Latino Paolo
Massimiliano
Attrezzatura NON associate ai Lavoratori
Descrizione delle Attrezzature
Locali
Gruppi pompaggio recupero He
Laser P.L.D. (2B21a)
Ubicazione
Edificio U - stecca B piano1: stanza 1B24
Attrezzatura
Pompe di Vuoto rotativa
Q.tà
3
Pompe di Vuoto rotativa booster
Edwards
Frigoriferi Congelatori Frigorifero
Elektrohaus
Laser np
1
Edificio U - stecca B piano 2 - stanza 2B21a
Misure Anelasticità Edificio U - stecca B - Pompe di Vuoto rotativa
Resisitività (1B22)
piano1: stanza 1B22
Pompe di Vuoto a diffusione
Pompe di Vuoto criogeniche
Mezzi e Apparecchiature di
Sollevamento Paranco a mano
Misure Elasticità (1B25) Edificio U - stecca B - Pompe di Vuoto a diffusione
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1
1
1
2
2
2
1
Istituto dei Sistemi Complessi
Sede di Servizio di Tor Vergata RM
Scheda Destinazione Lavorativa
Luogo di nascita
Data di nascita
Situazione lavorativa
Matricola
Qualifica
Mansione
Data Assunzione
Data Cessazione
Sede di lavoro
Attività
Gruppo/i
Bisegna Marco
roma
06-06-1964 - Età: 44
Dipendente C.N.R.
28166
Ausiliare Tecnico
Amministrativa
30-12-1988
SD Responsabilità Scientifica ex Sistemi Complessi TVRM
Servizi amministrativi, posta e commissioni.
Segreteria:
Precedenti occupazioni e relativa destinazione lavorativa
Datore di Lavoro
Attività
CNR
nd
Rischi Noti
nd
VideoTerminali
O.M. Set. Dal
Al
35
01-01-2006
83
Dal
Al
30-12-1988 01-01-2006